Atto di citazione per mancato indennizzo diretto da parte di compagnia assicuratriceInquadramentoIl Codice delle Assicurazioni Private all'art. 149, come così come modificato all'esito dell'entrata in vigore del cd. Decreto Bersani (d.l. n. 223/2006 convertito in l. n. 248/2006), ha introdotto la facoltà per il danneggiato, in presenza di determinati presupposti (la limitazione del sinistro a soli due veicoli a motore; l'identificazione e la assicurazione per la responsabilità civile di ciascuno dei due), di adire direttamente la compagnia assicuratrice del proprio veicolo, senza necessità, cioè, di adire in giudizio il danneggiante e la sua compagnia assicuratrice. Nel presente atto il proprietario del motociclo danneggiato adisce il Giudice di Pace competente per territorio per ottenere il risarcimento dei danni subiti dal medesimo motociclo dalla propria compagnia assicuratrice, chiedendo di dimostrare la esclusiva responsabilità del veicolo antagonista e invocando a tal fine proprio il disposto dell'art. 149 d.lgs. n. 209/2005 cod. ass. FormulaGIUDICE DI PACE DI .... [1] ATTO DI CITAZIONE [2] Il Sig. ...., nato a .... il .... (C.F.: .... ), residente in .... alla via .... n. ...., elett.te dom.to in .... [3] presso lo studio dell'Avv. .... (C.F. ....) [4], che la rappresenta e difende in virtù di procura in calce al presente atto e che dichiara di voler ricevere le comunicazioni relative all'instaurando procedimento al numero di fax .... [5] o all'indirizzo di posta elettronica certificata .... [6] Premesso che [7]: a) il Sig. .... è proprietario di un motoveicolo ...., tg. .... (v. estratto cronologico PRA), assicurato per la r.c. con la ....; b) il giorno ...., alle ore .... circa, in .... il motoveicolo .... Tg. ...., di proprietà dell'istante e condotto dal figlio ...., mentre percorreva a velocità moderata Via ...., strada a senso unico di marcia, e stava sorpassando sulla sinistra l'auto che la precedeva, ...., tg. ...., di proprietà del Sig. ...., veniva da questa urtato sul suo lato destro a causa di un'improvvisa e non presegnalata manovra del suo conducente, Sig. ...., il quale, sterzando bruscamente verso il lato sinistro della carreggiata, gli tagliava la strada, facendolo rovinare al suolo; c) a causa del suddetto impatto e della conseguente caduta il motoveicolo subiva danni al faro, al parafango, alla leva di avviamento, all'ammortizzatore anteriore, alla scocca di destra, al copriventola ed al bauletto, come da foto che si allegano; c) che con fax e racc. a.r. del .... e successivo fax del .... l'istante, a mezzo dei sottoscritti procuratori, ha avanzato formale richiesta di risarcimento per i suindicati danni alla .... spa, compagnia assicurativa che copriva la r.c. del suo motoveicolo al momento del sinistro, ai sensi degli artt. 149 - 150 d.lgs. n. 209/2005; d) ciò nonostante la compagnia che assicurava il proprio motociclo per la responsabilità civile automobilistica non provvedeva a formulare congrua offerta risarcitoria in favore della odierna attrice, la quale ha, pertanto, interesse ad adire l'autorità giudiziaria per ottenere il risarcimento di tutti i danni subiti a causa dell'incidente de quo; f) ai sensi dell'art. 149 del d.lgs. n. 209/2005 sussistono nella fattispecie de quo i presupposti per la proponibilità dell'azione diretta in danno dell'impresa assicuratrice del motociclo dell'istante, trattandosi di un sinistro tra due veicoli a motore, identificati ed assicurati per la responsabilità civile; g) Con lettera raccomandata a/r del ..../..../.... ricevuto il ..../..../.... (doc. 5), inoltre, l'attore provvedeva a invitare la .... Ass.ni Spa, quale impresa designata per la Reg. .... per la gestione del F.G.V.S., al procedimento di negoziazione assistita [8]; la richiesta, tuttavia, rimaneva inevasa. Tutto ciò premesso il sig. ...., come sopra dom.to, rapp.to e difeso CITA 1) la Società ...., in persona del legale rapp.te p.t. dom.to per la carica presso la sede legale della società in .... alla .... n. ....; 2) il Sig. ...., nato a .... il ...., residente in .... alla via .... n. ...., a comparire dinanzi all'ufficio del Giudice di Pace di ...., sezione e giudice designandi, all'udienza del ...., ora e luogo di regolamento, con invito a costituirsi nei modi e termini di cui all'art. 319 c.p.c., con espresso avvertimento che, in mancanza, si procederà in loro assenza e contumacia, per ivi sentire accogliere le seguenti conclusioni: voglia l'Ill.mo Giudicante, disattesa ogni contraria istanza, eccezione e deduzione: 1) dichiarare l'esclusiva responsabilità nella causazione dell'incidente descritto in premessa del conducente dell'auto ...., targata ...., di proprietà del Sig. ....; 2) per l'effetto condannare la .... i, impresa assicuratrice per la r.c. del veicolo dell'odierno attore al momento del sinistro de quo, responsabile ai sensi e per gli effetti della d.lgs. n. 209/2005 e successive modifiche e integrazioni e del d.P.R. n. 254/2006, al risarcimento in favore dell'istante di tutti i danni subiti dal suo motoveicolo a causa del suddetto incidente, danni che si quantificano sin da ora in Euro .... o in quella diversa, anche maggiore, ritenuta equa dal giudice adito, oltre interessi legali dal sinistro al soddisfo e rivalutazione monetaria sempre nei limiti della sua competenza per valore; 3) condannare la .... alla refusione di spese e competenze del presente giudizio, con attribuzione al sottoscritto procuratore anticipatario. In via istruttoria l'istante, sin da ora chiede di essere ammesso alla prova per testi sulle circostanze di fatto di cui ai capi b) e c) della premessa del presente atto, da ritenersi qui ripetuti e trascritti quali specifici capitoli di prova, preceduti dalla locuzione “ vero è che “, indicando quali testimoni i Sigg.ri .... Con riserva di meglio articolare in considerazione della condotta processuale della controparte. Si offrono in comunicazione i seguenti documenti: 1. Copia libretto di circolazione motoveicolo attoreo; 2. Ispezione PRA dell'auto ....tg. ....; 3. N. .... fotografie attestanti i danni subiti dal motoveicolo attoreo a causa dell'incidente; 4. Racc. a.r. n. .... del ....; Precisa ai fini della determinazione del contributo unificato che il valore del presente giudizio è compreso nello scaglione fino ad Euro 1.000,00. Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA AD LITEM Io sottoscritto Sig. .... (C.F.: ....), nato a .... il .... e residente in .... alla Via ...., informato ai sensi dell'art. 4, comma 3, del d.lgs. n. 28/2010 della possibilità di ricorrere al procedimento di mediazione ivi previsto e dei benefici fiscali di cui agli artt. 17 e 20 del medesimo decreto, con la presente conferisco incarico all'Avv. .... (C.F.: .... ) a rappresentarmi e difendermi nel giudizio da promuovere dinanzi al Giudice di Pace di ...., ivi comprese le fasi esecutive e di impugnazione che da questo conseguono, con ogni più ampia facoltà di legge; a tal uopo conferisco, altresì, al nominato procuratore ogni facoltà di legge, comprese quelle di conciliare, incassare, quietanzare, rinunziare e transigere, con promessa di rato e fermo del suo operato; lo autorizzo, infine, al trattamento dei miei dati personali, conformemente alle norme del d.lgs. 196/03 e limitatamente alle finalità connesse all'esecuzione del presente mandato. Eleggo domicilio presso il suo studio in .... alla via ...., n. .... Luogo e data .... Firma .... La firma è autografa Firma Avv. .... Il foro stabilito dall'art. 20 c.p.c., per le cause relative a diritti di obbligazione concorre con i fori generali di cui agli artt. 18 e 19 c.p.c. e l'attore può liberamente scegliere di adire uno dei due fori generali, oppure il foro facoltativo dell'art. 20 c.p.c. La norma - infatti - stabilisce che per le cause relative a diritti di obbligazione (tra le quali rientrano anche le obbligazioni scaturenti da responsabilità extracontrattuale) è anche competente il giudice del luogo in cui è sorta o deve eseguirsi la obbligazione. In particolare, in tema di obbligazioni nascenti da fatto illecito, l'azione di risarcimento sorge nel luogo in cui l'agente ha posto in essere l'azione produttiva del danno (forum commissi delicti) e in relazione a tale luogo deve essere determinata la competenza territoriale ex art. 20 c.p.c. (Cass. II, n. 13223/2014). In particolare “In materia di assicurazione obbligatoria della responsabilità civile per la circolazione dei veicoli, l'azione diretta di cui all'art. 149 del d.lgs. n. 209 del 2005, promossa dal danneggiato nei confronti del proprio assicuratore, non muta la natura risarcitoria dell'obbligazione ma comporta la sostituzione "ex " del soggetto debitore. Ne consegue che al titolare della posizione passiva debbono essere riferite le modalità di adempimento della prestazione che, in quanto avente ad oggetto un credito illiquido, ex art. 1182, comma 4, c.c. deve essere richiesto presso la sede legale della società assicuratrice del danneggiato-creditore, la quale, pertanto, assume esclusivo rilievo ai fini della individuazione della competenza territoriale” : cfr. da ultimo Cass. VI, n. 12599/2018, ma vedi anche: Cass. VI, n. 5928/2012). In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. 6 luglio 2011, n. 98, conv., con modif., dalla l. 15 luglio 2011, n. 111). L'elezione di domicilio nel Comune in cui ha sede il Tribunale adito è obbligatoria: essa individua il luogo legale ove effettuare le comunicazioni e notificazioni inerenti al processo: artt. 165 e 170 c.p.c. L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, come modificato dalla disposizione testè ricordata, «Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ...ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale .... il contributo unificato è aumentato della metà». A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis, d.P.R. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. 90/2014 conv., con modif., dalla legge 114/2014. L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. e dall'art. 13, comma 3 bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014, conv. con modif., dalla legge n. 114/2014. L'esposizione dei fatti e degli elementi di diritto costituenti le ragione della domanda dell'attore rappresenta un elemento essenziale della citazione. L'indicazione della causa petendi, e cioè del titolo della domanda, è richiesto dall'art. 163 comma 3, n. 4 c.p.c. Tuttavia solo la mancanza dell'indicazione dei fatti posti a fondamento della domanda produce la nullità della citazione a norma dell'art. 164, comma 4, c.p.c. È obbligatorio il ricorso alla procedura di negoziazione assistita e costituisce condizione di procedibilità della domanda giudiziale) nelle ipotesi in cui la somma pretesa non superi l'importo di 50.000 euro (art. 3 d.l. n. 132/2014, conv. con modif. in l. n. 162/2014) e dovrà essere prodotta la relativa documentazione. Va, in proposito, ricordato che la negoziazione è prescritta, quando si intende proporre in giudizio una domanda di pagamento a qualsiasi titolo di somme non eccedenti 50.000 euro, ad eccezione delle controversie assoggettate alla disciplina della c.d. mediazione obbligatoria (in altri termini, la procedura di negoziazione assistita non opera quando è prevista la mediazione obbligatoria). Ebbene, quest'ultima non è prescritta in subiecta materia, se si fa eccezione per il risarcimento del danno derivante da responsabilità medica. In ogni caso, la negoziazione non è condizione di procedibilità della domanda giudiziale (e, quindi, è sempre e solo volontaria) per le controversie concernenti obbligazioni contrattuali derivanti da contratti conclusi tra professionisti e consumatori (art. 3 legge n. 162/2014). CommentoPremessa Il d.l. n. 223/2006 (cd. Decreto Bersani) ha introdotto una novità nel Codice delle Assicurazioni (d.lgs. n. 209/2005), che oggi conosce due procedure distinte per il risarcimento del danno prodotto da circolazione dei veicoli: 1) l'azione da esercitarsi contro l'assicuratore del soggetto responsabile; 2) l'azione da esercitarsi nei confronti della propria compagna di assicurazione, il cd. indennizzo diretto. Per quel che più riguarda l'atto in commento, l'art. 149, comma 6, d.lgs. n. 209/2005 cod. ass. prevede che il danneggiato «Può proporre l'azione diretta di cui all'art. 145, comma 2, nei confronti della propria impresa di assicurazione». Il sistema del risarcimento diretto si applica nell'ipotesi di sinistro da due veicoli, identificati, muniti di assicurazione per la responsabilità civile obbligatoria, da cui siano derivati danni materiali ai veicoli coinvolti o ai loro conducenti. In tutte queste ipotesi dunque, il soggetto vittima di un sinistro stradale, anziché essere risarcito dalla compagnia assicurativa dell'altro veicolo responsabile, verrà risarcito direttamente dall'assicuratore del veicolo che stava utilizzando. Ambito di applicazione Per meglio individuare l'ambito applicativo del sistema del risarcimento/indennizzo diretto si fa riferimento al disposto combinato dei commi 1 e 2 dell'art. 149 del più volte citato d.lgs. n. 209/2005. La procedura non si applica, invece, ai sinistri che coinvolgono veicoli immatricolati all'estero e al risarcimento subito dal terzo trasportato, per il quale esiste la procedura disciplinata all'art. 141 e agli artt. 3-4 del d.P.R. n. 254/2006. Requisito basilare per l'applicazione dell'istituto, in caso di lesioni del conducente, è che queste siano di lieve entità (inferiore al 9%). Nel caso di lesioni al terzo trasportato, la procedura di indennizzo diretto verrà comunque applicata anche per danni superiori al 9%. In definitiva, i danni risarcibili a mezzo della procedura di indennizzo diretto sono: 1) quelli subiti dal veicolo assicurato; 2) quelli a cose trasportate che appartengono al proprietario o al conducente; 3) le lesioni lievi subite dal conducente, che si risolvono quindi in un danno biologico da invalidità permanente inferiore o uguale, come poc'anzi specificato, al 9% (le cd. micropermanenti ex l. n. 57/2001). Presupposti applicativi Ai sensi dell'art.149 primo presupposto applicativo del sistema di indennizzo diretto è che il sinistro abbia interessato solo due veicoli (con esclusione, però, della sola ipotesi in cui oltre al veicolo dell'istante e a quello nei cui confronti questi rivolge le proprie pretese, la responsabilità sia almeno in parte riconducibile ad ulteriori veicoli coinvolti: cfr. Cass. III, n. 3146/2017). Legittimati a chiedere il risarcimento diretto sono: il conducente del veicolo coinvolto, il proprietario dello stesso, e, nel caso di danni occorsi alle cose trasportate, l'assicurato, ma non il danneggiato. Invero, “In tema di assicurazione della responsabilità civile, il danneggiato non può agire direttamente nei confronti dell'assicuratore del responsabile del danno, salvi i casi eccezionalmente previsti dalla legge, atteso che egli è estraneo al rapporto tra il danneggiante e l'assicuratore dello stesso, né può trarre alcun utile vantaggio da una pronuncia che estenda all'assicuratore gli effetti della sentenza di accertamento della responsabilità, anche quando l'assicurato chieda all'assicuratore di pagare direttamente l'indennizzo al danneggiato, attenendo detta richiesta alla modalità di esecuzione della prestazione indennitaria; perciò, soltanto l'assicurato è legittimato ad agire nei confronti dell'assicuratore, e non anche il terzo danneggiato, nei confronti del quale l'assicuratore non è tenuto per vincolo contrattuale, né a titolo di responsabilità aquiliana”(. Cass. Civ. sez. III, n.5259/21). Legittimati a chiedere il risarcimento diretto sono: il conducente del veicolo coinvolto, il proprietario dello stesso, e, nel caso di danni occorsi alle cose trasportate, l'assicurato. Non è, invece, necessaria la prova del pagamento del premio assicurativo. “Il danneggiato può agire nei confronti della propria compagnia di assicurazione se gli sono rilasciati il certificato e il contrassegno assicurativo, a prescindere dall'effettivo o tempestivo pagamento del premio. L'azione diretta, infatti, ha come presupposto l'autenticità del contrassegno e non la validità del rapporto assicurativo (Cass. III, n. 20374/2015; cfr. anche Cass. III, n. 5928/2012 per cui “L'azione diretta di cui all'art. 149 del codice delle assicurazioni si origina dalla legge, mentre l'esistenza del contratto assicurativo è solo un presupposto legittimante. Di conseguenza essa è originata dall'illecito e trova la sua giustificazione in esso e la posizione contrattuale del danneggiato verso la propria assicurazione non si configura come quella del consumatore ai fini della competenza territoriale, ma come quella di chi ha subito un illecito civile”). Richiesta di risarcimento. Rinvio alla formula sulla messa in mora alla compagnia assicuratrice ( art. 145 cod. ass.) Come previsto per l'azione diretta avverso l'assicurato del responsabile civile dall'art. 144 Codice delle assicurazioni, anche nel sistema di indennizzo diretto elaborato dall'art. 149 l'azione proposta dal danneggiato nei confronti della sua compagnia assicuratrice sarà dichiarata improcedibile se non preceduta dalla richiesta di risarcimento del danno ex art. 148. Invero, la richiesta ex art. 148 è condizione di procedibilità, come da consolidata giurisprudenza di legittimità e di merito (cfr. Cass. III, n. 4754/2016 per cui “Non è proponibile l'azione del danneggiato nel sistema del c.d. indennizzo diretto di cui all'articolo 149 Codice delle assicurazioni, ovverosia nei confronti del proprio assicuratore, nel caso in cui la stessa non sia stata preceduta dalla richiesta di risarcimento del danno di cui all'articolo 148, fatta in conformità al dettato normativo”). Il danneggiato dovrà pertanto, in primis chiedere congruo risarcimento del danno al proprio assicuratore per tramite di una lettera raccomandata con avviso di ricevimento (artt. 145 e 148 comma 1 d.lgs. n. 209/2005 cod. ass.) allegando a questa la denuncia del sinistro ai sensi dell'art. 143 e una scrupolosa descrizione delle modalità e della dinamica del sinistro. L'art. 148 espressamente prevede che la richiesta di risarcimento debba contenere: 1) il Codice Fiscale dell'avente o degli aventi diritto al risarcimento; 2) Il luogo, il giorno e l'ora in cui le cose che hanno subito il danno sono ispezionabili per poterne accertare l'identità; 3) Una descrizione della dinamica del sinistro; 4) I dati relativi a generalità, età, attività e situazione reddituale del danneggiato, oltre alle lesioni patite; 5) La dichiarazione che il danneggiato non abbia diritto a prestazioni da parte di istituti che forniscono assicurazioni sociali obbligatorie; 6) L'attestazione medica della avvenuta guarigione con postumi permanenti o senza; 7) L'eventuale stato di famiglia, in caso di morte del soggetto vittima del sinistro; 8) la dichiarazione (obbligatoria) di disponibilità dei beni coinvolti nel sinistro per la Compagnia. Nel caso in cui le cose danneggiate non sono state messe a disposizione o sono state riparate prima dell'ispezione, la Compagnia “ai fini dell'offerta risarcitoria, effettuerà le proprie valutazioni sull'entità del danno solo previa presentazione di fattura che attesi gli interventi riparativi effettuati”. La richiesta va inviata, a pena di inefficacia della stessa, alla sede legale e alla direzione generale della Compagnia o all'agenzia in cui si è concluso il contratto, e per conoscenza anche alla Compagnia assicuratrice del responsabile. Come previsto poi dall'art. 145 cod. ass., l'assicuratore ha dei tempi molto stretti per formulare congrua offerta di risarcimento al danneggiato: 60 giorni per sinistri con danni a cose dove non ci sia constatazione amichevole, o 30 se c'è denuncia del sinistro sottoscritta da entrambi i soggetti; 90 giorni per sinistri con danni a persone. Nel solo caso in cui la richiesta manchi di dati essenziali, vengono offerti ulteriori 30 giorni per integrare inderogabilmente la documentazione richiesta: in questo caso lo spatium deliberandi decorre dalla nuova lettera integrativa ricevuta. Una volta decorsi tali termini senza risposta da parte della Compagnia, o con proposta non ritenuta congrua dal soggetto, questi può agire in giudizio per ottenere il risarcimento del danno, previo esperimento obbligatorio della negoziazione assistita ex d.l. n. 132/2014 (cd. “Decreto giustizia). In tal caso sarà necessario citare, non solo la Compagnia del soggetto danneggiato, ma anche il responsabile del sinistro, litisconsorte necessario. Se invece il soggetto dichiara di accettarla, il pagamento verrà predisposto entro 15 giorni dal momento di ricezione della raccomandata. La quietanza liberatoria rilasciata dal danneggiato è valida anche nei confronti del responsabile e della sua Compagnia Assicurativa. Può accadere, poi, che la Compagnia del responsabile intenda costituirsi in giudizio, riconoscendo la responsabilità del proprio assicurato ed estromettendo, di fatto, la compagnia del danneggiato. L'ipotesi è trattata specificamente nella Formula sull'Estromissione dell'impresa di assicurazione del vettore, cui si rinvia. Esclusioni Non fanno parte dei sinistri rientranti nel campo di applicazione dell'indennizzo diretto: — i sinistri che si sono verificati su territorio estero, per i quali esistono apposite norme; i sinistri nei quali interviene ex art. 283 d.lgs. n. 209/2005, il Fondo Garanzia Vittime della Strada; — i sinistri che coinvolgono veicoli immatricolati all'estero; — i sinistri che abbiano coinvolto più veicoli; — i sinistri in cui non ci sia stata collisione tra veicoli (i casi di mancato urto, come l'urto con le cose trasportate, cadute o che sporgono dal mezzo su cui erano condotte, cd. sinistri da turbativa); — sinistri che coinvolgono veicoli speciali, macchine agricole o ciclomotori che non abbiano la “nuova targa”. Applicabilità dell'azione per un sinistro con più veicoli Come già accennato, il risarcimento diretto può applicarsi anche in sinistri che coinvolgono più di due veicoli, sebbene la strada per un'integrazione normativa in tal senso sia ben lungi dall'essere segnata. Con ordinanza n. 3146/2017 della Cassazione, si offre una lettura innovativa del regolamento di esecuzione del vecchio assetto risarcitorio come configurato dal d.lgs. n. 209/2005, sebbene sia ancora molto lontana un'innovazione in tal senso. Partendo dal dato letterale della norma, che fa espressa menzione di “due veicoli”, la Suprema Corte ha offerto un collegamento all'ultimo inciso della frase contenuta nel comma, laddove il “senza coinvolgimento di altri veicoli responsabili” rende ammissibile il risarcimento “anche in caso di collisione che abbia riguardato più di due veicoli, con esclusione della sola ipotesi in cui, oltre al veicolo dell'istante (cioè di chi, ritenendosi danneggiato, chiede il risarcimento, ndr) e a quello nei cui confronti questi rivolge le proprie pretese, siano coinvolti ulteriori veicoli (i cui conducenti siano) responsabili del danno”. La ratio di tale presa di posizione si collega allo spirito generale che ha accompagnato l'introduzione dell'istituto dell'indennizzo diretto: lo snellimento dei tempi. Secondo quanto opinato dalla Suprema Corte di Cassazione nel precedente ora menzionato, infatti, la procedura di indennizzo diretto prevista dall'art. 149 d.lgs. n. 209/2005 (codice delle assicurazioni private) è ammissibile anche in caso di collisione che abbia riguardato più di due veicoli, con esclusione della sola ipotesi in cui, oltre al veicolo dell'istante e a quello nei cui confronti questi rivolge le proprie pretese, siano coinvolti ulteriori veicoli (i cui conducenti siano) responsabili del danno. Tale interpretazione emergerebbe chiaramente dalla lettera dall'art. 1, comma 1, lettera d), del regolamento emanato ai sensi dell'art. 150 del codice delle assicurazioni private, che contiene la disciplina del risarcimento diretto dei danni derivanti dalla circolazione stradale (d.P.R. 18 luglio 2006, n. 254), e che prevede che la suddetta procedura sia applicabile in caso di “collisione avvenuta nel territorio della Repubblica tra due veicoli a motore identificati e assicurati per la responsabilità civile obbligatoria dalla quale siano derivati danni ai veicoli o lesioni di lieve entità ai loro conducenti, senza coinvolgimento di altri veicoli responsabili”. La conclusione è coerente del resto con la ratio della disposizione di cui all'art. 149 del codice delle assicurazioni private, che ha introdotto la speciale procedura dell'indennizzo diretto per semplificare gli adempimenti ai fini della liquidazione del risarcimento in caso di sinistri stradali in cui si siano verificati esclusivamente danni a cose e/o danni lievi alle persone, prevedendo che i danneggiati possano rivolgersi alla propria compagnia di assicurazione, la quale gestisce la pratica per conto della compagnia del soggetto responsabile, per poi regolare i rapporti con quest'ultima attraverso una stanza di compensazione. Il meccanismo di rappresentanza e di compensazione tra le due compagnie di assicurazione interessate risulta articolato in modo tale da poter operare non solo in caso di sinistro con unico responsabile, ma anche laddove sussista la corresponsabilità del danneggiato istante, indipendentemente dall'esistenza di altri danneggiati, mentre resta escluso nel caso in cui, essendovi ulteriori soggetti responsabili, si avrebbe il coinvolgimento di una ulteriore compagnia di assicurazione. Fino, però, a eventuali integrazioni legislative in caso di sinistro tra tre o più veicoli in cui solo due siano responsabili del danno, la terza vittima non potrà che esperire l'azione ordinaria. L'indennizzo diretto, quale azione facoltativa Con sentenza interpretativa di rigetto n. 180 del 2009 ( secondo la massima principale “l'azione diretta contro il proprio assicuratore è configurabile come una facoltà, e quindi un'alternativa all'azione tradizionale per far valere la responsabilità dell'autore del danno”) la Corte Costituzionale ha affermato che secondo un'interpretazione costituzionalmente orientata il risarcimento diretto è facoltativo, nel senso che il danneggiato può scegliere di sua sponte se richiedere il risarcimento alla propria Compagnia oppure al responsabile civile e all'assicurazione di quest'ultimo: questi può pertanto decidere di chiedere giudizialmente il risarcimento al responsabile civile ed all'assicuratrice di quest'ultimo. L'orientamento, tuttavia, più consolidato propende per una obbligatorietà della procedura nella fase stragiudiziale, che diventa meramente facoltativa in caso di giudizio. Il tutto facendo salvi eventuali accordi assunti in sede CARD per cui, in base allo scambio pacifico di informazioni tra le Compagnie firmatarie, quella tenuta a pagare ai sensi della procedura instaurata si costituirà, in nome proprio o per conto di quella citata con cui ha un accordo in essere, nei giudizi instaurati dal danneggiato o dai danneggiati per opporsi eventualmente alle pretese di questi ultimi, anche se propri assicurati. Una simile prassi è stata lungamente osteggiata da parte della giurisprudenza di merito, che ha sostenuto la carenza di interesse a resistere dell'assicurazione del danneggiato. In tal senso, si è affermato che “Mentre l'art. 149 d.lgs. n. 209/2005 - C.d.A. prevede l'intervento dell'assicuratore del responsabile nella procedura di risarcimento diretto al fine di estromettere la compagnia del danneggiato, al contrario nel contesto dell'azione esperita nei confronti del responsabile e della sua compagnia assicurativa non è previsto l'intervento dell'assicuratore del danneggiato” il quale “pare carente dei presupposti di cui agli artt. 105 e 100 c.p.c., non avendo l'assicuratore del danneggiato alcun interesse alla soccombenza del suo assicurato di fronte al responsabile civile evocato in giudizio (e nemmeno costituitosi)” (Trib. Torino n. 389/2013). Della fattispecie si tratta nello specifico nella Formula sull'Accordo Card e partecipazione al giudizio dell'impresa “gestionaria” e della debitrice). Litisconsorzio e contraddittorio La disciplina della nuova procedura si ricava dalla lettura combinata dell'art. 149, comma 6 d.lgs. n. 209/2005, visto che, in tema di litisconsorzio viene precisato come il danneggiato può proporre l'azione diretta di cui all'art. 145 comma 2 nei soli confronti della propria impresa di assicurazione che assume la veste di sostituto ex lege dell'impresa assicuratrice del responsabile civile. Dalla lettura della norma e ai sensi dell'art. 144 nell'azione diretta non è escluso dal giudizio anche il responsabile civile, il quale sarà citato anch'egli obbligatoriamente essendo litisconsorte necessario processuale (cfr. Cass. III, n.7755/2020 In tema di assicurazione obbligatoria della responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore, nella procedura di risarcimento diretto di cui all'art. 149 d.lgs. n. 209/2005, promossa dal danneggiato nei confronti del proprio assicuratore, sussiste litisconsorzio necessario rispetto al danneggiante responsabile, analogamente a quanto previsto dall'art. 144, comma 3, dello stesso decreto, sicché, ove il proprietario del veicolo assicurato non sia stato citato in giudizio, il contraddittorio deve essere integrato ex art. 102 c.p.c. e la relativa omissione, rilevabile anche d'ufficio in ogni stato e grado del processo, comporta l'annullamento della sentenza ai sensi dell'art. 383, comma 3, c.p.c.). In merito, a far chiarezza, è intervenuta la Corte di Cassazione che con sentenza n. 12089 del 10 giugno 2015, ha riaffermato un principio oramai consolidato negli ultimi anni: “nella causa tra danneggiato e compagnia assicurativa volta ad ottenere il risarcimento del danno derivante da sinistro stradale, il proprietario dell'altro veicolo va sempre citato in causa, anche se si tratta di azione ex art. 149 del d.lgs. n. 209/2005 (indennizzo diretto) (principio confermato dalla giurisprudenza anche recente: Cass. III, n. 2670 /2018; Cass. III, n. 9188/2018)”, vedi da ultimo anche Cass. III, n.14887/2019 per cui “Nell'ambito dell'azione prevista dall'art. 149 d.lgs. n. 209 del 2005, promossa dal danneggiato nei confronti del proprio assicuratore per il risarcimento diretto dei danni derivanti da un sinistro stradale, il contradditorio deve essere integrato anche nei confronti del proprietario del veicolo danneggiante, litisconsorte necessario, al fine di rendergli opponibile l'accertamento della responsabilità in vista dell'azione di regresso dell'assicuratore. A nulla rileva se l'azione sia esercitata dal cessionario del credito risarcitorio del danneggiato”; cfr, anche Trib. Massa, 10 settembre 2019, n. 551). Il responsabile del danno deve, quindi, essere sempre chiamato in causa quale litisconsorte necessario. La Suprema Corte ha osservato come la presenza nel processo dell'asserito responsabile del danno (intendendosi in tal senso il titolare del veicolo e non anche il conducente dello stesso), in ogni eventuale grado di giudizio, è necessaria al fine di garantire l'integrità del contraddittorio. Tale decisione risponde all'esigenza di rafforzare la posizione processuale dell'assicuratore, consentendogli di opporre l'accertamento di responsabilità al proprietario del veicolo, quale soggetto del rapporto assicurativo, ai fini dell'esercizio dei diritti nascenti da tale rapporto, ed in particolare, dall'azione di rivalsa. Rimborso delle spese stragiudiziali In tema di risarcimento diretto dei danni derivati dalla circolazione stradale, l'art. 9, comma 2, del d.P.R. 18 luglio 2006, n. 254, emanato in attuazione dell'art. 150, comma 1, d.lgs. n. 209/2005, il quale, per l'ipotesi di accettazione della somma offerta dall'impresa di assicurazione, esclude che siano dovuti al danneggiato i compensi di assistenza professionale diversi da quelli medico-legali per i danni alla persona, si interpreta nel senso che sono comunque dovute le spese di assistenza legale sostenute dalla vittima, purché il sinistro presenti particolari problemi giuridici, ovvero quando essa non abbia ricevuto la dovuta assistenza tecnica e informativa dal proprio assicuratore, dovendosi altrimenti ritenere nulla detta disposizione per contrasto con l'art. 24 Cost., e perciò da disapplicare, ove volta ad impedire del tutto la risarcibilità del danno consistito nell'erogazione di spese legali effettivamente necessarie. Sarà sempre irrisarcibile la spesa per compensi all'avvocato quando la gestione del sinistro non presentava alcuna difficoltà, i danni da esso derivati erano modestissimi, e l'assicuratore aveva prontamente offerto la dovuta assistenza al danneggiato (Cass. III, n. 3266/2016). Dunque, ai fini della risarcibilità delle spese erogate ai professionisti quel che rileva non è la qualifica del precettore (si al medico e no all'avvocato) ma la loro effettiva necessità: debbono essere sempre risarcite le spese legali qualora il sinistro presenti particolari difficoltà giuridiche ovvero qualora il soggetto leso non abbia ricevuto la dovuta assistenza ai sensi dell'art. 9, comma 1, d.P.R. n. 254/2006 dal proprio assicuratore. È irrisarcibile la spesa del legale quando, invece, il sinistro è di pronta e facile soluzione (Cass. III, n. 11154/2015). |