Comparsa di intervento volontario ex artt. 105 e 267 c.p.c. per estromissione dal giudizio risarcitorio dell'impresa assicuratrice del vettoreInquadramentoCon la comparsa di intervento volontario in commento, è richiesta l'estromissione dell'impresa di assicurazione del vettore su cui viaggiava il danneggiato, sensi del d.lgs 7 settembre 2006, n. 209, art. 141, comma 3, conseguente all'ammissione della piena responsabilità del veicolo assicurato dalla Società interveniente, nella causazione del sinistro stradale. Viene, pertanto, esaminata la disciplina dell'intervento volontario dell'impresa assicurativa del responsabile civile, ai sensi dell'art. 105 e 267 c.p.c. FormulaGIUDICE DI PACE/TRIBUNALE DI .... COMPARSA DI INTERVENTO VOLONTARIO EX C.P.C. ARTT. 105 E 267 R.G....Giudice Dott....Udienza.... PER Assicurazioni .... C.F./P.I. ... [1], in persona del legale rapp.te p.t., con sede legale in ...., via ...., rappresentata e difesa, in virtù di mandato a margine/in calce al presente atto, dall'Avv. .... .... C.F. .... [2], presso il cui studio elettivamente domicilia in ...., via .... [3] Si dichiara di voler ricevere tutte le comunicazioni relative al presente procedimento al Fax numero .... [4], ovvero all'indirizzo PEC .... [5] PREMESSO CHE – con atto di citazione notificato il ...., il Sig. .... conveniva in giudizio l'Assicurazione .... ai sensi del d.lgs. 7 settembre 2006, n. 209, art. 141, per ivi sentirla condannare al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali, in qualità di terzo trasportato, derivanti dal sinistro stradale avvenuto il ...., alle ore .... circa, in località ...., allorquando si trovava a bordo dell'autoveicolo di proprietà del Sig. .... modello ...., targato .... Alla stregua di ciò chiedeva la corresponsione a tale titolo della somma di Euro .... per i danni all'integrità psicofisica riportati, come da documentazione che allegava (fatture acquisto medicinale, fatture pagamento esami strumentali, perizia medico-legale ai fini della determinazione del danno biologico); - in punto di fatto specificava che senza esito era rimasta la richiesta di risarcimento formulata con racc. a/r del .... e l'istanza di negoziazione assistita proposta ai sensi del Decreto Legge 12 settembre 2014 n. 132, articoli 2 e 3 per mezzo di racc. a/r del .... [6]; - la convenuta compagnia, con comparsa di risposta depositata in data ...., chiedeva il rigetto della domanda risarcitoria poiché infondata in fatto e diritto. Tanto premesso, l'Assicurazione .... come sopra, con la presente comparsa, interviene nel predetto giudizio al fine di chiedere ai sensi del d.lgs. 7 settembre 2006, n. 209, art. 141, comma 3, l'estromissione l'impresa di assicurazione del vettore alla luce della esclusiva responsabilità del Sig. .... proprio assicurato, nella causazione del sinistro de quo. A tal proposito si fa presente che: - a norma della citata disposizione legislativa l'impresa di assicurazione del responsabile civile può intervenire nel giudizio e può estromettere l'impresa di assicurazione del veicolo, riconoscendo la responsabilità del proprio assicurato; - il sig. Mevio è proprietario dell'autoveicolo, modello ...., targato ...., assicurato per la RC Auto con l'Assicurazione .... con polizza numero .... (documento 1); - nelle circostanze di fatto sopra descritte, come già riportate nell'atto di citazione dal Sig. .... il Sig. .... a bordo dell'autoveicolo di sua proprietà, tamponava l'auto su cui viaggiava l'istante provocando danni alla carrozzeria. Inoltre a seguito dell'impatto, il Sig. .... lamentava dolori fisici (indicare quali), tanto da dover essere trasporta presso il presidio ospedaliero di .... (come da documentazione medica che il Sig. .... depositava); - in relazione al sinistro per cui è causa, sussiste la responsabilità esclusiva del sig. Mevio, proprietario e conducente dell'autoveicolo, modello ...., targato ...., assicurato con la compagnia intervenuta. Tutto quanto sopra premesso, l'Assicurazione .... come sopra rappresentata, difesa e domiciliata, CHIEDE che l'Ecc.mo Tribunale, respinta ogni contraria istanza, eccezione e deduzione, voglia così provvedere: - ammettere l'intervento volontario ai sensi del c.p.c. art. 105 e 267; - nel merito accertare e dichiarare la responsabilità del Sig. .... in relazione al sinistro per cui è causa, e per l'effetto; - estromettere ai sensi del d.lgs. 7 settembre 2006, n. 209, art. 141, comma 3, l'Assicurazione .... dal presente giudizio. IN VIA ISTRUTTORIA (indicazione dei mezzi istruttori di cui si intende valere): (ESEMPIO) Si allegano i documenti 1), 2), 3), 4) e 5) indicati nella narrativa del presente atto, riservandosi di produrne altri con le memorie di cui all'art. 183, comma 6, c.p.c., la concessione dei cui termini sin da ora viene richiesta. Luogo e data.... Firma Avv .... PROCURA AD LITEM Il Sig. .... legale rapp.te p.t. della.... Ass.ni (P.I. ....), con sede legale in .... alla via .... informato ai sensi dell'art. 4, 3° comma, del d.lgs. n. 28/2010 della possibilità di ricorrere al procedimento di mediazione ivi previsto e dei benefici fiscali di cui agli artt. 17 e 20 del medesimo decreto, con la presente conferisco incarico all'Avv. ....(C.F. ....) a rappresentarmi e difendermi nel giudizio da promuovere dinanzi al Giudice di Pace / Tribunale di .... ivi comprese le fasi esecutive e di impugnazione che da questo conseguono, con ogni più ampia facoltà di legge; a tal uopo conferisco, altresì, al nominato procuratore ogni facoltà di legge, comprese quelle di conciliare, incassare, quietanzare, rinunziare e transigere, con promessa di rato e fermo del suo operato; lo autorizzo, infine, al trattamento dei miei dati personali, conformemente alle norme del d.lgs. n. 196/2003 e limitatamente alle finalità connesse all'esecuzione del presente mandato. Eleggo domicilio presso il suo studio in .... alla via .... n. .... Luogo e data.... Sig. .... È autentica Firma Avv. .... [1] Quando attore o convenuto sia “una persona giuridica, un'associazione non riconosciuta o un comitato, la citazione deve contenere la denominazione o la ditta, con l'indicazione dell'organo o ufficio che ne ha la rappresentanza in giudizio”: art. 163, comma 3, n. 2. [2] L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione sopra citata. [3] L'elezione di domicilio nel Comune in cui ha sede il Tribunale adito è obbligatoria: essa individua il luogo legale ove effettuare le comunicazioni e notificazioni inerenti al processo: artt. 165 e 170 c.p.c. [4] L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione citata sub nota 2. Ai sensi dell'art. 13, comma 3 bis, d.P.R. n. 115/2002, come modificato dalla disposizione testè ricordata, «Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ...ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale .... il contributo unificato è aumentato della metà». [5] A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3 bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dall'art. 45 bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif., dalla legge n. 114/2014. [6] È obbligatorio il ricorso alla procedura di negoziazione assistita e costituisce condizione di procedibilità della domanda giudiziale) nelle ipotesi in cui la somma pretesa non superi l'importo di 50.000 Euro (art. 3 d.l. n. 132/2014, conv. con modif. in l. n. 162/2014) e dovrà essere prodotta la relativa documentazione. Va, in proposito, ricordato che la negoziazione è prescritta, quando si intende proporre in giudizio una domanda di pagamento a qualsiasi titolo di somme non eccedenti 50.000 euro, ad eccezione delle controversie assoggettate alla disciplina della c.d. mediazione obbligatoria (in altri termini, la procedura di negoziazione assistita non opera quando è prevista la mediazione obbligatoria). Ebbene, quest'ultima non è prescritta in subiecta materia, se si fa eccezione per il risarcimento del danno derivante da responsabilità medica. In ogni caso, la negoziazione non è condizione di procedibilità della domanda giudiziale (e, quindi, è sempre e solo volontaria) per le controversie concernenti obbligazioni contrattuali derivanti da contratti conclusi tra professionisti e consumatori (art. 3 l. n. 162/14). CommentoPremessa
L'art. 141 d.lgs. n. 205/2009 del Codice delle Assicurazioni Private prevede una tutela rafforzata per il danneggiato terzo trasportato, il quale potrà, senza assumersi il peso della dimostrazione della dinamica del sinistro e dell'accertamento del riparto delle responsabilità tra i veicoli coinvolti, avanzare la richiesta di risarcimento verso l'assicuratore del vettore del veicolo su cui era bordo al momento del sinistro ( cfr. Tribunale Imperia, 27 ottobre 2015 per cui “L'art. 141 cod. ass. ha carattere eccezionale e si limita a rafforzare la posizione del trasportato, il quale è considerato soggetto debole, legittimandolo ad agire direttamente nei confronti dell'impresa assicuratrice del veicolo, senza peraltro togliergli la possibilità di far valere i diritti derivanti dal rapporto obbligatorio nato dalla responsabilità civile dell'autore del fatto illecito”). La ratio legis è di evitare al terzo trasportato di rimanere coinvolto dalla controversia fra due o più possibili responsabili del danno, l'uno o l'altro dei quali dovrebbe rispondere comunque. L'azione diretta del trasportato per ottenere il risarcimento dei danni dall'assicuratore del vettore su cui era a bordo al momento del sinistro esclude, pertanto, la possibilità di invocare nel medesimo giudizio la partecipazione anche dell'assicuratore del responsabile civile. L'intervento della compagnia assicurative del responsabile civile che confermi la responsabilità esclusiva del proprio assistito determina, invece, l'estromissione dell'impresa assicuratrice del vettore su cui viaggiava il danneggiato, a tutela di una ricomposizione degli interessi e della ricostruzione del fatto inizialmente inibita dalla previsione ( come visto a ratio garantistica) di inammissibilità della citazione in giudizio da parte del trasportato proprio della prima. Secondo una decisione molto recente di merito, l'art. 141 cod.ass. presenta dei tratti peculiari che la rendono speciale nel panorama della responsabilità civile e sintetizzabili ne: 1) la previsione di una specifica causa di esclusione della responsabilità della società assicuratrice del vettore, il «caso fortuito» (come tale, non esplicitamente menzionato dall'art. 2054 c.c.); 2) la disciplina dell'intervento della impresa di assicurazione del responsabile civile, e della speciale forma di estromissione dell'assicuratore del vettore; 3) l'attribuzione alla società convenuta, ove condannata, del diritto di rivalsa, nei confronti di quella del responsabile, nelle forme di cui alla procedura di risarcimento diretto; 4)la legittimazione passiva esclusiva dell'assicuratore, con esclusione del litisconsorzio necessario col responsabile del danno (art. 144, comma 3, cod.ass.: cfr. Trib. Benevento, I, 17 agosto 2016, n. 1944). L'ambito operativo dell' estromissione. Il caso fortuito.
Si osserva di consueto che la previsione del terzo comma dell'art. 141 inerente la facoltà di intervento dell'impresa assicurativa del responsabile civile nel giudizio avanzato dal terzo trasportato contro l'impresa assicuratrice del vettore, sia disciplinata analogamente dalla previsione di cui al comma 6 dell'art. 149 comma 6 d.lgs. n. 205/2009- Cod. Ass. che, invece, riguarda la possibilità da parte dell'impresa di assicurazione del responsabile civile nel giudizio iniziato dal danneggiato/proprietario del veicoli verso la propria compagnia assicuratrice ( cfr. “L'impresa di assicurazione del veicolo del responsabile può chiedere di intervenire nel giudizio e può estromettere l'altra impresa, riconoscendo la responsabilità del proprio assicurato ferma restando, in ogni caso, la successiva regolazione dei rapporti tra le imprese medesime secondo quanto previsto nell'ambito del sistema di risarcimento diretto”). La previsione normativa nell'uno e nell'altro caso permette all'impresa assicuratrice imputata di responsabilità risarcitoria per la condotta del suo assicurato ( o di altro soggetto da questi latu senso autorizzato), di intervenire nel giudizio direttamente, onde evitare successiva azione di rivalsa con eventuali ulteriori spese. Se il giudice verificherà che non vi è alcun interesse dell'impresa assicurativa originariamente convenuta a stare in giudizio e sia stata esercitata validamente l'azione ex art. 141, si pronuncerà sull'estromissione, quale atto dovuto. L'azione di cui al disposto normativo, come visto supra (ex art. 141 cod.ass.) può essere proposta, infatti, nei confronti dell'impresa che assicura il veicolo del vettore, mentre l'assicuratore del responsabile civile può solo intervenire in giudizio e può estromettere l'impresa inizialmente convenuta, riconoscendo la responsabilità del proprio assicurato. Ciò presuppone che non vi sarà accertamento di responsabilità, favorendo l'automaticità del ristoro del danno. All'uopo sebbene il dettato normativo, previsto precisa che l'assicuratore del responsabile può estromettere l'altra impresa “riconoscendo la responsabilità del proprio assicurato”, ciò non richiede ai fini dell'estromissione, la totale responsabilità del proprio assicurato, configurandosi anche quando l'interveniente riconosca un concorso di colpa del proprio assicurato. Dunque, se la ratio della norma è la tutela del terzo trasportato a prescindere dall'accertamento di responsabilità, ne consegue che l'assicuratore del vettore è tenuto ad indennizzare il danno anche qualora il sinistro risulti imputabile in via esclusiva ad altro responsabile civile, salvo azione di rivalsa nei confronti dell'assicuratore di quest'ultimo. Per cui, a prescindere dall'accertamento della responsabilità, e fatto salvo comunque il caso fortuito, “il terzo trasportato viene vincolato a ricercare il risarcimento in una unica direzione, escludendo ogni accertamento su presunte, eventuali, ulteriori o diverse responsabilità” ( Giudice di pace Arezzo, Ordinanza del 5 gennaio 2008, n. 1) Limite alla previsione dell'intervento dell'impresa assicuratrice del responsabile civile (presupposto imprescindibile perché si creino i presupposti per l'estromissione della compagnia del vettore) è che il sinistro sia frutto di un evento imprevedibile ( caso fortuito) ex se escludente alcuna responsabilità in capo ai soggetti marcianti. Sul punto occorre rammentare che il primo comma dell'art. 141, nell'inciso “salvo caso fortuito”, statuisce che se il sinistro è conseguenza di un evento estraneo alla condotta dei conducenti, non si configurano pretese risarcitorie in capo al danneggiato al quale non potrà essergli riconosciuto alcun indennizzo, in virtù del fattore causale del tutto autonomo rispetto al comportamento di guida degli soggetti coinvolti nell'incidente. Estromissione e accertamento di responsabilità Partendo dall'assunto per cui l'art. 141 cod.ass. esclude la possibilità per il danneggiato di richiedere ab origine il ristoro del danno sia nei confronti dell'assicuratore del vettore che nei confronti dell'assicuratore del vettore responsabile, la scelta alternativa dell'una o dell'altra azione ( art. 2054 c.c.) – e il comportamento processuale sia del titolare del diritto al ristoro che delle compagnie assicuratrici dei soggetti coinvolti - soggiacciono all'accertamento di responsabilità nella causazione del sinistro. Invero: a) in caso di colpa esclusiva del vettore, la richiesta di indennizzo verrà avanzata nei confronti dell'assicuratore del responsabile dell'evento e non vi sarà spazio né per l'intervento della compagnia del responsabile civile né per l'estromissione della compagnia del vettore; b) in caso di colpa esclusiva del conducente danneggiante, ( ad esempio per confessione resa dall'assistito della compagnia interveniente) l'accertamento di responsabilità diverrà superfluo, con spazio sia all'intervento della compagnia del vettore che all'estromissione (pacifica) dell'assicuratore del vettore; c) in caso di colpa concorrente del vettore e dell'altro conducente, è esclusa in toto la procedura di estromissione, non configurandosi la responsabilità piena dell'assicuratore interveniente, con conseguente ammissibilità dell'intervento, ma non dell'estromissione; d) nell'ipotesi di accertamento del caso fortuito, ovvero di negazione di negazione di responsabilità di entrambi i veicoli coinvolti nel sinistro, naturalmente non vi sarà spazio per l'attribuzione di responsabilità ad alcuna delle parti, conseguendo l'assenza dei presupposti per l'operatività della norma in parola. Va, pertanto, affermato che il provvedimento di estromissione dal giudizio dipenderà anche dalla valutazione del giudice e non dal mero intervento dell'assicuratore del responsabile, atteso che dall'accertamento di responsabilità nella causazione del sinistro dipenderà la scelta dei soggetti abilitati a parteciparvi. Accordo CARD. Rinvio alla formula “Accordo Card e la partecipazione dell'impresa gestionaria e della debitrice.” Le norme di cui agli articoli 149 e 141 del d.lgs. n. 209/2005 Codice delle assicurazioni private intendono agevolare e rafforzare la tutela risarcitoria del danneggiato “legittimandolo ad agire direttamente nei confronti della propria compagnia di assicurazione o della compagnia assicuratrice del veicolo su cui era trasportato, senza peraltro togliergli la possibilità di fare valere i diritti derivanti dal rapporto obbligatorio nato dalla responsabilità civile dell'autore del fatto dannoso." (Cass. III, n. 16181/2015). La previsione delle due procedure dirette ha fatto si che le imprese di assicurazione addivenissero a rapporti regolati dalla Convenzione “CARD”, istituendo le relative stanze di compensazione, finalizzate al mantenimento dell'equilibrio economico e finanziario tra le stesse, tenuto conto dell'ampiezza e del peso del contenzioso della responsabilità civile auto nel nostro ordinamento. Come già illustrato nella formula a ciò dedicata e cui integralmente si rimanda, in virtù degli accordi CARD il rapporto di tra assicuratore del responsabile inteso quale delegante e assicurazione del danneggiato–delegato, trova la sua ragione nell'assunto in cui “ciascuna delle partecipanti deve assumere la veste di gestionaria, quando il risarcimento viene effettuato, in tutto o in parte, per conto dell'impresa assicuratrice del veicolo civilmente responsabile del sinistro. L'esistenza, sul piano del diritto sostanziale, di un simile rapporto di provvista giustifica l'assegnazione – da parte dell'impresa del responsabile, nei confronti della quale il danneggiato abbia esperito l'azione risarcitoria – dell'impresa del danneggiato quale nuovo debitore e ciò, sul piano processuale, vale a fondare l'interesse di quest'ultima compagnia a resistere alla domanda attorea e, in ultima analisi, a legittimarne l'intervento” (Trib. Milano, 28 ottobre 2011, n. 13052) Intervento volontario ex art. 105 e 267 c.p.c. L'intervento volontario previsto dall'art. 141 Cod. Ass. dal punto di vista processuale è disciplinato dagli articoli 105 e 267 c.p.c. secondo cui “chiunque può intervenire in un processo che pende tra altri soggetti, se vuole far valere nei confronti di una o più parti un suo diritto relativo all'oggetto o dipendente dal titolo dedotto nel processo medesimo”, sempre che vi sia un interesse personale ad agire. L'intervento di cui agli art. 105-207 c.p.c., può essere di tre tipologie: - principale, quando è volto ad affermare un diritto in contrasto con quelli vantati da attore e convenuto; - litisconsortile, quando il terzo vuole far valere un diritto autonomo ma che lo pone in una posizione uguale o parallela a quella di una delle parti; - adesivo, quando l'interveniente prende parte al giudizio al fine di sostenere le ragioni di una delle parti in causa, per un proprio interesse. Nell'ambito propriamente dei rapporti tra le assicurazioni, l'art. 36 della CARD stabilisce che “l'assicuratore del vettore evocato in giudizio debba dare notizia all'assicuratore del responsabile del danno della data della prima udienza del processo nel caso in cui il valore della domanda di danni superi i 25.000 euro, che è ammissibile l'intervento in giudizio dell'assicuratore del responsabile del danno” (Trib. Roma 30 giugno 2010). Ancora ribadendo anche le motivazioni della pronuncia del Tribunale di Roma ora citata, l'art. 141 ammette l'intervento volontario come preordinato, ma non necessariamente collegato, all'estromissione dell'impresa del vettore, nel senso che l'interesse ad intervenire è configurabile nell'evitare la successiva azione di rivalsa da parte di quest'ultima – con ulteriori costi e spese processuali – e l'estromissione passa attraverso l'accertamento della responsabilità esclusiva del responsabile civile ( che la compagnia interveniente può agevolare assumendo la circostanza come affermativa). Dunque, l'intervento dell'impresa del danneggiante deve essere inteso come intervento di tipo litisconsortile tale, comunque, da non pregiudicare la posizione processuale del danneggiato, ma da rafforzarla, nella previsione che, “il debitore originario non è liberato dalla sua obbligazione, salvo che il creditore dichiari espressamente di liberarlo” (delegazione cumulativa) e che, sul piano processuale, l'intervento volontario del terzo produce l'automatica estensione nei suoi confronti, anche in assenza di espressa istanza, della domanda originaria” (Cass. I, n. 17954/2008). Dubbi sull'esclusione del litisconsorzio del responsabile civile in caso di estromissione Ai sensi dell'articolo 141 il terzo trasportato promuove la sua azione nei confronti dell'impresa di assicurazione del veicolo sul quale era a bordo al momento del sinistro, agendo, pertanto, solo nei confronti della compagnia del vettore. L'esclusione del litisconsorzio risponde alla previsione di tutela del legislatore di garantire un ristoro del danneggiato, demandando ogni questione circa la responsabilità dell'evento sinistrorso, che sia esclusiva o concorrente, al momento della liquidazione, salvo azione di rivalsa. Si pone, però, a parere di chi scrive un dubbio circa la legittimità della mancata partecipazione obbligatoria del responsabile civile al giudizio risarcitorio inizialmente introdotto dal trasportato, una volta che la procedura ( da diretta che era) si trasformi in una procedura di accertamento della responsabilità in cui – almeno a quanto consta dalle norme esistenti – dovrebbe rimanere assente proprio il soggetto su cui definitivamente si porranno gli effetti della condanna. Se, infatti, la norma sembra lasciare intendere una adesione del responsabile civile alla posizione assunta dalla (sua) compagnia interveniente ( “riconoscendo la responsabilità del proprio assicurato”), non si può escludere a priori un intendimento tra i due che potrebbe far insorgere successive controversie. In altre parole, se l'azione diretta prevista dall'art. 141 si trasforma in un'azione di di accertamento della responsabilità, sembrerebbe necessaria la partecipazione del responsabile civile, come nell'azione generale ex art. 144 d.lgs. n. 209/2005- Cod. Ass. (spunti di riflessione possono trarsi da Tribunale di Roma del 2 maggio 2011). In senso negativo, naturalmente, si porrebbe l'esigenza di evitare una regressione del procedimento ( ove fosse in uno stadio avanzato) che, esclusivamente per le esigenze delle compagnie assicuratrici, snaturerebbe una procedura nata come veloce e semplice per il trasportato, in una complessa e non più vantaggiosa. |