Atto di citazione per rivalsa nei confronti dell'assicuratore del responsabile civileInquadramentoL'articolo 141 cod. ass. ha inteso agevolare la tutela del terzo trasportato, sottraendolo all'onere probatorio in ordine alla responsabilità dei conducenti dei veicoli coinvolti nel sinistro, “salvo il caso fortuito”. L'azione prevede un massimale minimo di legge, entro il quale, l'impresa assicuratrice del responsabile sarà tenuta a risarcire il danno al terzo trasportato, fatto salvo il suo “diritto di rivalsa” nei confronti dell'assicuratore del responsabile. Il diritto di rivalsa tra assicuratori è stato regolato dalla norma in maniera estensiva ed innovativa rispetto al passato. Con il presente atto di citazione, la compagnia assicuratrice del veicolo su cui viaggiava il trasportato/danneggiato che, all'esito del giudizio da questi avviato, ha provveduto ad eseguire la sentenza di condanna al risarcimento dei danni subiti, in forza dell'art. 141 comma 4 cod. ass. cita in giudizio la impresa assicuratrice del veicolo del responsabile civile per ottenere la rivalsa della condanna subita. L'azione in commento consente, in caso di azione diretta del trasportato, di ribaltare l'eventuale condanna del proprietario del veicolo sui cui lo stesso era trasportato e della sua compagnia assicuratrice sul soggetto realmente responsabile del sinistro e della sua compagnia assicuratrice, e richiede l'accertamento delle effettive modalità del sinistro e del riparto delle responsabilità. FormulaGIUDICE DI PACE DI ..../TRIBUNALE DI .... [1] ATTO DI CITAZIONE PER Assicurazione ...., in persona del legale rapp.te p.t., C.F./P.I. ...., con sede legale in ...., rappresentata e difesa, come da procura in calce (oppure, a margine) del presente atto, dall'Avv. ...., C.F. ...., [2] presso il cui studio elettivamente domicilia in .... [3]. Si dichiara di volere ricevere tutte le comunicazioni relative al presente procedimento al fax .... [4], ovvero all'indirizzo PEC .... [5] CONTRO Assicurazioni ...., C.F./P.I. ...., in persona del legale rapp.te, con sede legale in ...., via .... PREMESSO CHE [6] — con atto di citazione del ...., il Sig. ...., conveniva in giudizio innanzi al Giudice di Pace/Tribunale di ...., l'Assicurazione .... chiedendo, ex Codice delle Assicurazioni private art. 141, comma 1, il risarcimento di tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali, che quantificava in complessivi Euro ...., derivanti dal sinistro occorso in data ...., alle ore ...., località ...., via ....(documento 1); — in punto di fatto assumeva che nelle dette circostanze di tempo e di luogo, si trovava a bordo dell'autoveicolo, modello ...., targato ...., assicurato per la RC Auto con l'Assicurazioni .... con polizza numero .... (documento 2), di proprietà e condotto dal Sig. ...., allorquando veniva tamponato dall'autoveicolo, modello ...., targato ...., di proprietà del Sig. ...., assicurato per la RC Auto con l'Assicurazione ...., con polizza numero ....(documento 3); — a seguito del sinistro riportava i seguenti danni ....; — il Giudice di Pace/Tribunale di ...., in accoglimento della domanda formulata dal Sig. ...., con sentenza numero ...., depositata in data ...., condannava ex Codice delle Assicurazioni private art. 141, comma 1, l'Assicurazione .... a corrispondere in favore del Sig. ...., la somma di Euro ...., oltre accessori di legge (documento 4); — la detta sentenza, in quanto non appellata diveniva cosa giudicata (documento 5); — la compagnia istante con bonifico numero .... provvedeva a corrispondere la somma, così come statuita in sentenza (documento 6); — a norma del Codice delle Assicurazioni private art. 141, comma 1, il danno subito dal terzo trasportato è risarcito dall'impresa di assicurazione del veicolo sul quale era a bordo al momento del sinistro; — il Codice delle Assicurazioni private, nel dettare la disciplina del risarcimento dei danni del terzo trasportato, inteso come colui che subisce un danno trovandosi a bordo di un'auto coinvolta in un incidente stradale, indipendentemente dal titolo in base al quale è effettuato il trasporto, oneroso o gratuito, ha previsto a suo favore una tutela rafforzata; invero, il terzo ha la possibilità di scegliere a quale Compagnia assicurativa rivolgere la domanda risarcitoria, quella del veicolo sul quale si trovava al momento del sinistro oppure quella che ha causato l'evento dannoso; — il quarto comma del citato articolo 141 prevede che l'impresa di assicurazione che ha effettuato il pagamento ha diritto di rivalsa nei confronti dell'impresa di assicurazione del responsabile civile; — come sopra evidenziato, il Sig. .... inoltrava la richiesta di risarcimento nei confronti dell'Assicurazioni ...., con cui era assicurata l'auto su cui era a bordo in qualità di terzo trasportato; — il Giudice di Pace/Tribunale di ...., nel condannare la compagnia istante al pagamento della somma di Euro .... in favore del Sig. ...., rilevava la esclusiva responsabilità del Sig. .... nella causazione del relativo sinistro; — l'auto del responsabile civile risultava assicurata al momento del sinistro con l'Assicurazioni ...., con polizza numero .... ; — sussiste, pertanto, il diritto dell'istante ad esercitare l'azione di rivalsa nei confronti della compagnia assicurativa del responsabile civile, ai sensi del Codice delle Assicurazioni private, art. 141, comma 4. Tutto ciò premesso, l'Assicurazione ...., in persona del legale rapp.te p.t., come sopra rappresentata, difesa e domiciliata, CITA Assicurazioni ...., C.F./P.I. ...., in persona del legale rapp.te, con sede legale in ...., via ...., a comparire innanzi: — al Giudice di Pace di ...., all'udienza del ...., ore di rito, con l'invito a costituirsi nel termine e nelle forme stabilite dalla legge e che, in difetto, si procederà in sua contumacia; — all'Ill.mo Tribunale di ...., Giudice istruttore designando ai sensi dell'art. 168-bis c.p.c., all'udienza del ...., ore di rito, con invito ex art. 163 c.p.c. a costituirsi, nelle forme e nei modi di cui all'art. 166 c.p.c., 20 giorni prima dell'udienza su indicata, ovvero di quella fissata a norma dell'art. 168-bis, ultimo comma, c.p.c., e con l'avvertimento che la costituzione oltre i suddetti termini comporterà le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c. e che, non costituendosi, si procederà, ugualmente, in sua contumacia, per ivi sentire accogliere le seguenti conclusioni: — accertata e dichiarata il suo diritto, ex Codice delle Assicurazioni private, art. 141, comma 4, a vedersi corrispondere dall'Assicurazioni ...., a titolo di rivalsa, la somma di Euro ...., versata, in virtù di sentenza del Giudice di Pace/Tribunale di ...., numero ...., del ...., al Sig. .... Il tutto oltre accessori di legge. Con vittoria di spese ed onorari ed attribuzione in favore del procuratore antistatario. IN VIA ISTRUTTORIA (indicazione dei mezzi istruttori di cui si intende valere): (ESEMPIO) Si chiede, inoltre, di essere ammesso alle prove per testimoni sulle circostanze indicate in premessa/in punto di fatto, dal numero .... al numero ...., preceduti dalla locuzione “Vero è che”, ovvero sulle seguenti circostanze (formulare i capi di prova preceduti dalla locuzione “Vero che .... ”) .... A tal fine si indicano come testimoni i Sig.ri: 1) Sig. ...., residente in ....; 2) Sig. ...., residente in .... Si allegano i documenti 1), 2), 3), 4) e 5) indicati nella narrativa del presente atto, riservandosi di produrne altri con le memorie di cui all'art. 183, comma 6, c.p.c., la concessione dei cui termini sin da ora viene richiesta. Ai sensi del d.P.R. n. 115/2002 e successive modificazioni, si dichiara che il valore del presente procedimento è pari ad Euro .... e, pertanto, all'atto di iscrizione a ruolo della causa, viene versato un contributo unificato pari ad Euro .... Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA Il Sig. .... C.F. .... nato a .... il ...., ed ivi residente alla Via ...., informato ai sensi dell'art. 4, comma 3, del d.lgs. n. 28/2010 della possibilità di ricorrere al procedimento di mediazione ivi previsto e dei benefici fiscali di cui agli artt. 17 e 20 del medesimo decreto, con la presente conferisco incarico all'Avv. .... (C.F. ....) a rappresentarmi e difendermi nel giudizio da promuovere dinanzi al Giudice di Pace/Tribunale di ...., ivi comprese le fasi esecutive e di impugnazione che da questo conseguono, con ogni più ampia facoltà di legge; a tal uopo conferisco, altresì, al nominato procuratore ogni facoltà di legge, comprese quelle di conciliare, incassare, quietanzare, rinunziare e transigere, con promessa di rato e fermo del suo operato; lo autorizzo, infine, al trattamento dei miei dati personali, conformemente alle norme del d.lgs. n. 196/03 e limitatamente alle finalità connesse all'esecuzione del presente mandato. Eleggo domicilio presso il suo studio in .... alla Via ...., n. .... Luogo e data .... Sig. ..... È autentica Firma Avv. .... [1] Il foro stabilito dall'art. 20 c.p.c., per le cause relative a diritti di obbligazione concorre con i fori generali di cui agli art. 18 e 19 c.p.c. e l'attore può liberamente scegliere di adire uno dei due fori generali, oppure il foro facoltativo dell'art. 20 c.p.c. La norma - infatti - stabilisce che per le cause relative a diritti di obbligazione (tra le quali rientrano anche le obbligazioni scaturenti da responsabilità extracontrattuale) è anche competente il giudice del luogo in cui è sorta o deve eseguirsi la obbligazione. In particolare, in tema di obbligazioni nascenti da fatto illecito, l'azione di risarcimento sorge nel luogo in cui l'agente ha posto in essere l'azione produttiva del danno (forum commissi delicti) e in relazione a tale luogo deve essere determinata la competenza territoriale ex art. 20 c.p.c. (Cass. II, n. 13223/2014). [2] L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione sopra citata [3] L'elezione di domicilio nel Comune in cui ha sede il Tribunale adito è obbligatoria: essa individua il luogo legale ove effettuare le comunicazioni e notificazioni inerenti al processo: artt. 165 e 170 c.p.c. [4] L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione citata sub nota 2. Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, come modificato dalla disposizione testè ricordata, «Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ....ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale .... il contributo unificato è aumentato della metà». [5] A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif., dalla l. n. 114/2014. [6] L'esposizione dei fatti e degli elementi di diritto costituenti le ragione della domanda dell'attore rappresenta un elemento essenziale della citazione. L'indicazione della causa petendi, e cioè del titolo della domanda, è richiesto dall'art. 163 comma 3, n. 4 c.p.c. Tuttavia solo la mancanza dell'indicazione dei fatti posti a fondamento della domanda produce la nullità della citazione a norma dell'art. 164, comma 4, c.p.c. CommentoProspettiva dell'azione L'azione di rivalsa non può esperirsi per ogni singolo sinistro con accertamento in concreto della responsabilità di ciascun veicolo coinvolto oppure nella previsione della quota di corresponsabilità. Un sistema di rivalsa così previsto, collasserebbe alla moltitudine di azioni giudiziarie trasversali, che sarebbero intentate una volta risarcito il terzo trasportato, sfuggendo al controllo gestionale tra le imprese assicurative. La rivalsa si applica pertanto, “nei limiti ed alle condizioni previste dall'art. 150 cod. ass.”, con espresso rimando al regolamento di attuazione d.P.R. n. 254/2006, ovvero ad “una convenzione da stipulare direttamente tra le imprese assicuratrici” in 3 ipotesi specifiche: a) la rivalsa deve avvenire attraverso il sistema della “stanza di compensazione” tra i rispettivi crediti e debiti; b) per i danni a cose la compensazione avviene “sulla base di costi medi che possono essere differenziati per macroaree territorialmente omogenee in numero non superiore a tre”; c) per i danni alle persone la compensazione può avvenire “anche sulla base di meccanismi che prevedano l'applicazione di franchigie a carico dell'impresa che ha risarcito il danno” (Trib. Roma XII, 21 novembre 2012). La Convenzione tra Assicuratori per il Risarcimento Diretto, c.d. CARD, ha stabilito la rivalsa avviene attraverso un forfait stabilito annualmente dal Comitato Tecnico previsto dal Regolamento di attuazione ex art. 150 cod. ass., che non viene riconosciuto quando il danno effettivamente liquidato al trasportato è inferiore o uguale ad una franchigia stabilita dallo stesso Comitato. L'art. 38, comma 8, CARD stabilisce che “le spese di lite sostenute dall'assicuratore del vettore per resistere nella causa promossa dal terzo trasportato non rientrano nella rivalsa tra le imprese assicuratrici”. Ancora, sul punto, torna l'art. 36, comma 9, CARD che testualmente recita: ”l'assicuratore del vettore evocato in giudizio debba dare notizia all'assicuratore del responsabile del danno della data della prima udienza del processo civile solo nel caso in cui il valore della domanda di danni superi i 25.000 Euro (ciò al fine di consentire la possibilità di intervento in giudizio ex art. 141 comma 3 cod. ass. con connessa eventuale dichiarazione di responsabilità del proprio assicurato ed estromissione dal giudizio dell'assicuratore del vettore).” L’azione di rivalsa può essere esperita anche ove l’assicurato abbia procurato il sinistro in stato di ebbrezza, purchè esso sia definibile come tale secondo le previsioni di legge: “In materia di Rc auto, se il contratto di assicurazione attribuisce all'impresa di assicurazione il diritto di rivalsa per l'ipotesi di guida in stato di ebbrezza del conducente, in assenza di specificazioni convenzionali, per “stato di ebbrezza” deve intendersi quello previsto dal Codice della strada. Ad affermarlo è la Cassazione accogliendo il ricorso del conducente del mezzo che aveva provocato un incidente stradale costato la vita a un ragazzo, terzo trasportato, con un tasso alcolemico registrato pari a 0,28 g/l. Per la difesa soltanto il superamento della soglia prevista dalla legge (articolo 186 del Codice della Strada) avrebbe potuto negare l'operatività della garanzia e dare il via libera al diritto di rivalsa in favore della società di assicurazione. Per i giudici di legittimità, il tasso alcolemico rilevante ai fini dell'esclusione della garanzia può essere solo quello previsto dalla legge”( Cass. Civ. sez. III, n.12900/21). Azione di rivalsa della compagnia di assicurazione nei confronti del Fondo di garanzia per le vittime della strada (FGVS) Il legislatore, ponendo dei limiti all'azione di cui all'art. 141 cod. ass. comma 4, ha subordinato la sussistenza del diritto di rivalsa nei confronti dell'impresa di assicurazione del responsabile civile a favore dell'impresa di assicurazione del veicolo sul quale si trovava il terzo trasportato danneggiato, alla seguente previsione: “il sinistro dev'essersi verificato tra due veicoli a motore identificati e assicurati per la responsabilità civile obbligatoria; dunque, l'impresa di assicurazione del veicolo sul quale si trovava il terzo trasportato danneggiato ha diritto di rivalsa unicamente nei confronti dell'impresa di assicurazione del veicolo danneggiato”. La domanda proposta dall'impresa di assicurazione trova applicazione anche nel caso in cui nel sinistro verificato, sia rimasto coinvolto un veicolo sconosciuto, a condizione che il veicolo su cui viaggia il danneggiato, sia assicurato. Il tal caso, si è prevista espressamente un'azione di regresso dell'impresa di assicurazione che ha provveduto alla liquidazione del danno, ai sensi dell'art. 150, nei confronti del Fondo di garanzia per le vittime della strada nel caso di liquidazione coatta dell'impresa di assicurazione del veicolo del responsabile, ai sensi dell'art. 283, comma 5, seconda parte, Codice delle Assicurazioni Private (cfr. Trib. Roma, XII, 6 febbraio 2017, n. 2195). Quest'ultima norma prevede, quindi, quell'unica eccezione alla regola indicata in precedenza, la cui ratio va ravvisata nella natura dell'obbligazione del Fondo di garanzia per le vittime della strada. L'art. 283, comma 5, secondo periodo, Codice delle Assicurazioni Private, dunque, regola i rapporti tra le compagnie che abbiano proceduto a liquidare il danno mediante la procedura del risarcimento diretto e circoscrive, tuttavia, l'ambito di intervento del Fondo, stabilendo che “L'impresa di assicurazione che ha provveduto alla liquidazione del danno ai sensi dell'art. 150 ha diritto di regresso nei confronti del Fondo di garanzia per le vittime della strada in caso di liquidazione coatta dell'impresa del veicolo responsabile”. La delimitazione delle ipotesi di rivalsa al solo caso di liquidazione coatta dell'impresa assicuratrice del veicolo responsabile esclude che al di fuori di tale ipotesi possano trovare applicazione le disposizioni dell'art. 141, comma 4. La norma in parola ha carattere eccezionale e si limita a rafforzare la posizione del trasportato, il quale è considerato soggetto debole, legittimandolo ad agire direttamente nei confronti dell'impresa assicuratrice del veicolo, senza peraltro togliergli la possibilità di far valere i diritti derivanti dal rapporto obbligatorio nato dalla responsabilità civile dell'autore del fatto illecito: “l'art. 283, lett. b), cod. ass. non prevede l'intervento risarcitorio del Fondo di Garanzia delle vittime della strada (FGVS) in tutti i casi in cui l'onere risarcitorio dovrebbe essere posto a carico dell'assicuratore di un veicolo scoperto di assicurazione a prescindere dall'accertamento di qualsivoglia responsabilità; al contrario, l'intervento del FGVS segue le ordinarie regole relative all'accertamento della responsabilità dei veicoli che, anzi, deve essere verificata con particolare rigore tenuto conto che il risarcimento avviene con fondi pubblici” (Trib. Imperia, 27 ottobre 2015). Di recente la ambigua natura dell’azione ha imposto la rimessione della individuazione della stessa alle Sezioni Unite della Cassazione : cfr. Cass. III, n.18802/2021 “Il contrasto riguarda la sua natura giuridica e, cioè, se essa sia riconducibile ad un'azione di regresso o ad un'azione surrogatoria, ovvero costituisca un tertium genus speciale e differente dalle altre due. Il diverso inquadramento della fattispecie, infatti, reca dei rilevanti effetti: sia sul termine di prescrizione e sulla sua decorrenza, sia sulla individuazione dei presupposti dell'azione fatta valere dal Fondo. Riguardo a questo ultimo aspetto, qualora si opti per la natura di azione surrogatoria, vi sarà la necessità del previo accertamento della responsabilità dell'autore dell'illecito (del sinistro), cosa non richiesta, invece, se si ritenga azione di regresso; inoltre, sempre su tale aspetto, il suo inquadramento avrà dei riflessi sulla applicabilità o meno della regola prevista dall'art. 2055 c.c. in caso di illecito (sinistro) imputabile a più responsabili”. Azioni esperibili Il termine rivalsa di cui all'art. 141, comma 4 cod. ass., potrà configurarsi come: 1) azione di regresso ex art. 1299 c.c., nel caso in cui sia configurabile un concorso di colpa tra i conducenti dei veicoli coinvolti nel sinistro, 2) azione di surrogazione legale ex arti.1203 c.c., nel caso in cui la colpa esclusiva nella causazione del sinistro è da addebitare al conducente del veicolo diverso da quello sul quale viaggiava il trasportato danneggiato. Azione di regresso ex art. 1299 c.c. La norma recita che “si ha obbligazione solidale quando più creditori hanno diritto alla stessa prestazione o quando più debitori devono eseguire la stessa prestazione, in modo che l'adempimento da parte di uno o verso uno solo libera anche gli altri”. L'obbligazione solidale può essere attiva o passiva: — La solidarietà attiva “si ha quando più creditori hanno diritto alla stessa prestazione di modo che l'adempimento effettuato ad un creditore libera il debitore nei confronti anche degli altri; tale tipo di solidarietà opera solo quando venga espressamente prevista.” (Cass. III, n. 2822/2014); — La solidarietà passiva si ha quando, “più debitori devono eseguire la stessa prestazione e l'adempimento da parte di uno libera anche gli altri; a differenza della solidarietà attiva, quella passiva si presume” (art. 1294 c.c.), con presunzione considerata iuris tantum. L'obbligazione solidale avrà una funzione di garanzia, a rafforzamento delle ragioni del creditore, laddove la solidarietà passiva si presume, mentre quella attiva deve essere espressamente prevista dalla legge oppure dal titolo: “infatti, quando vi sono più debitori obbligati in solido la tutela del credito ne esce sicuramente rafforzata, mentre quando vi sono più creditori la solidarietà può portare degli svantaggi (ad esempio, dal momento che il pagamento effettuato ad un concreditore libera il debitore anche nei confronti degli altri creditori, costoro dovrebbero poi rivalersi su colui che ha ricevuto il pagamento, il che potrebbe rendere malsicuro e più svantaggioso il conseguimento del loro diritto). In un certo senso può dirsi che la solidarietà attiva avvantaggi il debitore, in quanto costui potrà adempiere ad un solo creditore liberandosi dall'obbligo anche nei confronti degli altri.” (Cass. III, n. 19934/2004). L'azione di regresso nei rapporti interni fra condebitori solidali muta a seconda che si tratti di obbligazioni contrattuali o di obbligazioni per fatto illecito: — mentre nelle obbligazioni nascenti da contratto si applica il principio di cui agli artt. 1298 e 1299 c.c., secondo cui la ripartizione del debito fra i coobbligati avviene per quote che si presumono eguali, salvo che non risulti diversamente, nelle obbligazioni ex delicto l'onere sopportato da ciascun corresponsabile nei confronti degli altri obbligati è commisurato, ai sensi dell'art. 2055, comma 2, c.c., all'esistenza ed alla gravità delle rispettive colpe, nonché all'entità delle conseguenze che ne sono derivate, sicché il medesimo corresponsabile dell'evento dannoso ha diritto di essere tenuto indenne dal coobbligato di quella parte del complessivo debito risarcitorio verso il danneggiato corrispondente all'incidenza percentuale della colpa di detto coobbligato nella determinazione dell'evento medesimo. (Cass. II, n. 9662/2016). Il danneggiato in conseguenza di un fatto illecito imputabile a più persone legate dal vincolo della solidarietà (quali sono, in ipotesi di sinistro stradale, i responsabili dello scontro, nei confronti del terzo trasportato in uno dei veicoli coinvolti) può pretendere la totalità della prestazione risarcitoria anche da una sola delle persone coobbligate, mentre la diversa gravità delle rispettive colpe di costoro e l'eventuale diseguale efficienza causale di esse può avere rilevanza soltanto ai fini della ripartizione interna del peso del risarcimento tra i corresponsabili, in vista del regresso abbia chiesto tale accertamento in funzione della ripartizione interna, ovvero se il danneggiato abbia rinunziato alla parte del credito corrispondente al grado di responsabilità del coautore dell'illecito da lui non convenuto in giudizio (rinunzia non ravvisabile peraltro nel mero fatto di non aver agito anche contro quest'ultimo) o abbia comunque rinunziato ad avvalersi della solidarietà nei confronti del corresponsabile convenuto (Cass. III, n. 15428/2004). Dal canto inverso, medesimo interesse a coinvolgere in giudizio il debitore solidale spetta al danneggiante ed al proprietario del veicolo assicurato cui “ non può essere negato o compresso il diritto di far valere l'obbligo solidale dell'assicuratore di indennizzare il terzo, indipendentemente dall'esercizio dell'azione di regresso nei confronti dell'assicuratore o della richiesta di manleva dell'assicurato. E così anche l'interesse processuale dei responsabili civili ad ottenere la condanna in via solidale dell'assicurazione a risarcire il danno non può essere soggetto ad alcuna limitazione, qualora la domanda contro l'assicuratore sia stata inequivocabilmente proposta dal danneggiato anche nei confronti dell'assicuratore con l'azione diretta ai sensi della l. n. 990 del 1969, art. 18 e ss., trasfusa negli artt. 140 e 141 cod.” (Cass. III, n. 23621/2019) Azione di surrogazione legale La surrogazione legale è prevista dall'art. 1203 c.c.: essa ha luogo di diritto, nel senso che la previsione di legge opera automaticamente, senza la necessità di alcuna dichiarazione da parte del creditore o del debitore. La surrogazione opera a vantaggio di colui che, essendo tenuto con altri o per altri al pagamento del debito, aveva interesse a soddisfarlo; il caso tipico è quello del condebitore solidale che paga l'intero debito, laddove “non è necessario per l'operatività della norma che il surrogante sia tenuto al pagamento del debito in base allo stesso titolo del debitore surrogato, né che egli sia direttamente obbligato nei confronti dell'accipiens, richiedendo la norma soltanto che il surrogante abbia un interesse giuridicamente qualificato all'estinzione dell'obbligazione” (Cass. I, n. 28061/2013). Insieme al credito si trasferiscono anche tutti gli accessori (le garanzie, i privilegi) le eccezioni e le azioni relative; le garanzie trasferite sono sia quelle prestate dal debitore sia quelle prestate dai terzi e se il pagamento è parziale, la surrogazione legale, avviene in proporzione a quanto pagato. In altro ambito, in tema di assicurazione obbligatoria ai sensi della l. 24 dicembre 1969 n. 990 il regresso nei confronti dell'impresa di assicurazioni del responsabile del sinistro per il recupero dell'indennizzo pagato ai sensi dell'art. 19 l. n. 990/1969, si circoscrive nell'ambito della surrogazione legale in cui si traduce nell'attribuzione di un diritto al danneggiato risarcito cui subentra la posizione dell'assicuratore nel medesimo profilo processuale. Intanto, ogni qualvolta la compagnia assicuratrice versa delle somme in favore del danneggiato, “La surrogazione legale altro non sarà che l'attribuzione all'impresa assicurativa del medesimo diritto del danneggiato risarcito. Si realizzerà pertanto una reintegrazione patrimoniale di chi ha pagato mediante il sub ingresso negli stessi diritti del creditore soddisfatto” (Cass. S.U., n. 12014/1991). L'azione di rivalsa, ovvero di regresso, “è soggetta a prescrizione biennale decorrente dall'avvenuto pagamento, per il pagamento surrogata ex lege” (Cass. III, n. 15357/2006). Tutte le eccezioni concernenti che la compagnia assicuratrice avrebbe potuto esercitare ( e che eserciterà nel successivo giudizio di rivalsa) non possono essere opposte al trasportato/ danneggiato cfr. Giudice di Pace Palermo, VIII, 14 novembre 2014, per cui “La clausola del contratto di assicurazione della responsabilità civile per la circolazione dei veicoli che prevede l'inoperatività della garanzia nel caso in cui il veicolo assicurato sia condotto al momento del sinistro da persona non munita della prescritta patente di guida è inopponibile, trattandosi di eccezione derivante dal contratto, dall'assicuratore al terzo danneggiato che abbia agito nei suoi confronti per il risarcimento del danno. L'assicurazione eserciterà successivamente azione di rivalsa nei confronti del proprio assicurato per le somme pagate al terzo trasportato). Quanto all'accertamento delle modalità di svolgimento del sinistro, essa è questione che non rileva all'interno del giudizio iniziato dal terzo trasportato, ma solo nel successivo giudizio di rivalsa ( cfr. Cass. III, n. 20654/2016; cfr. altresì, Trib. Bologna, III, 3 novembre 2015, n. 21262 “Il legislatore ha configurato una specifica azione a tutela della posizione del trasportato nell'art. 141 Codice delle Assicurazioni individuando nella compagnia assicuratrice del vettore il soggetto gravato dal risarcimento, salvo poi l'esperimento dell'azione di rivalsa nei confronti dell'altra compagnia. Pertanto l'accertamento delle modalità con cui si è svolto l'incidente al fine di individuare la responsabilità del conducente è al di fuori della previsione dell'art. 141 Codice delle Assicurazioni in quanto la responsabilità della compagnia assicuratrice del vettore prescinde “dall'accertamento della responsabilità dei conducenti dei veicoli coinvolti nel sinistro”). Resta la circostanza per cui proprio in vista di essa “In tema di assicurazione obbligatoria della r.c.a., anche in tutte le ipotesi di azioni dirette disciplinate dal vigente d.lgs. n. 209/2005, il proprietario del veicolo assicurato deve essere, quale responsabile del danno, chiamato in causa quale litisconsorte necessario nel giudizio promosso dal danneggiato contro l'assicuratore, al fine di rendere opponibile all'assicurato l'accertamento della sua condotta colposa, in vista dell'azione di regresso dell'assicurazione” (Cass. III, n. 23706/2016). La convenzione tra assicuratori per il risarcimento diretto (CARD) Sul fondamento normativo e sulle modalità di funzionamento dell'Accordo Card, si veda la formula dedicata all'accordo CARD e partecipazione al giudizio dell'impresa “ gestionaria” e della debitrice, cui integralmente si rinvia. |