Atto di citazione per il risarcimento dei danni provocati da veicolo rimasto ignotoInquadramentoIl complesso di norme della Responsabilità Civile Automobilistica tutela anche il danneggiato da sinistri provocati da veicolo rimasto ignoto o risultato privo della copertura assicurativa a mezzo del ricorso al Fondo Garanzia Vittime della Strada. Con il presente atto di citazione un pedone, rimasto coinvolto in un sinistro stradale mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali, agisce contro la compagnia designata dal Fondo Garanzie Vittime della Strada per ottenere il risarcimento dei danni alla persona, dopo aver attivato invano i rimedi stragiudiziali e invocando i presupposti di applicazione della norma dell'art. 283 cod. ass. FormulaTRIBUNALE CIVILE DI .... [1] ATTO DI CITAZIONE Per il Sig. ...., [2] nato a .... il ...., residente in .... alla via .... n. ...., C.F. ...., elettivamente domiciliato in .... alla via .... n. .... [3] presso lo studio dell'Avv. ...., C.F. .... [4] che lo rappresenta e difende in virtù di procura in calce del presente atto, il quale dichiara di voler ricevere le comu- nicazioni al n. di fax .... [5] o all'indirizzo di posta elettronica ....@ .... [6] espongono quanto segue FATTO [7] 1) In data ..../..../.... il Sig. .... si trovava in via ...., in ...., e, giunto nei pressi dell'incrocio con la Via ...., si accingeva ad attraversare la strada sulle apposite strisce pedonali. 2) In tali circostanze di tempo e di luogo, prima di concludere l'attraversamento della strada, veniva investito da un motociclo di colore nero che sopraggiungeva a elevata velocità da via .... e rovinava in terra urtando la spalla e il ginocchio dx sul marciapiede. 3) A seguito dell'investimento, l'istante veniva soccorso da alcuni passanti, ma non risultava possibile rilevare la targa del motociclo investitore in quanto esso, anziché fermarsi per prestare aiuto, si allontanava rapidamente facendo perdere le proprie tracce; 4) Sul posto interveniva la Polizia Municipale, che provvedeva alla redazione del verbale la cui copia conforme si versa in atti (doc. 1); 5) Trasportato all'ospedale, al Sig. .... venivano diagnosticati ...., come da referto medico del presidio ospedaliero di ....e da certificati medici versati in atti (doc. 2). 6) Dalle suddette patologie l'istante è clinicamente guarito con postumi permanenti nella misura del .... %, oltre ITT per giorni .... e ITP per giorni ...., il tutto come da referto e certificati medici e relazione medico-legale della dott. ...., che si esibiscono e depositano (doc. 3); 7) In data ..../..../.... il Sig. .... sporgeva denuncia contro ignoti per l'incidente verificatosi. 8) Con lettera raccomandata a.r. del ..../..../.... ricevuta il ..../..../.... (doc. 4) l'attore provvedeva a mettere in mora, ai sensi e per gli effetti dell'art. 145, d.lgs. n. d.lgs. n. 209/2005, la .... Assicurazioni, quale impresa designata per la Reg. .... per la gestione del F.G.V.S., la quale non si dichiarava disposta a risarcire all'istante, nonché la Consap s.p.a. 9) Con lettera raccomandata a.r. del ..../..../.... ricevuto il ..../..../.... (doc. 5), inoltre, l'attore provvedeva a invitare la .... Ass.ni Spa, quale impresa designata per la Reg. .... per la gestione del F.G.V.S., al procedimento di negoziazione assistita [8]; la richiesta, tuttavia, rimaneva inevasa. DIRITTO 1) Sulle lesioni causate da veicolo non identificato È evidente che astrattamente la fattispecie è sussumibile sotto l'egida dell'art. 283, comma 1, lett. a), d.lgs. n. 209/2005, secondo cui il Fondo di garanzia per le vittime della strada risarcisce i danni causati dalla circolazione dei veicoli nei casi in cui il sinistro sia stato cagionato da veicolo non identificato. Pacificamente la giurisprudenza riconosce che anche nei casi di sinistro causato da veicolo non identificato il danneggiato, per ottenere l'intervento del Fondo, deve provare la sussistenza dei presupposti, senza deroghe all'ordinario regime probatorio, e quindi deve provare la responsabilità del danneggiante, la sussistenza di nesso causale tra la condotta del conducente del veicolo non assicurato e il danno. Tale prova può essere data anche mediante indizi, che comunque dovranno essere valutati complessivamente dall'assicurazione e, in caso di contenzioso, dal giudice [9] La giurisprudenza, in passato, ha anche precisato che al danneggiato si richiede un minimo di diligenza affinché identifichi, per quanto possibile, il cd. pirata della strada. Potrebbe essere richiesto ad esempio, di annotare il numero di targa nelle ipotesi in cui l'automobile si sia in un primo momento fermata per poi ripartire. Tale circostanza, ovviamente, è esclusa nel caso in cui le condizioni del danneggiato, immediatamente dopo l'incidente, ne abbiano determinato un disorientamento tale da non poter procedere a memorizzare gli estremi del veicolo responsabile. Ne consegue che il risarcimento per sinistri provocati da veicolo non identificato viene corrisposto dal fondo solo se ci sono danni alle persone, purché il danneggiato provi le modalità del sinistro, cioè l'attribuibilità dello stesso alla condotta dolosa o colposa del conducente di altro veicolo, e che tale veicolo sia rimasto sconosciuto per cause non imputabili al danneggiato. Nel caso di specie non vi è dubbio che il Sig. ...., sbalzato violentemente dal motociclo contro il marciapiede, nulla poteva fare per identificare il numero di targa dell'investitore, dato l'evidente turbamento subito. Altrettanto evidente è l'esclusiva responsabilità del sinistro in capo al conducente del veicolo non identificato, il quale procedeva a elevata velocità nel mezzo di un incrocio e senza dare la dovuta precedenza al pedone che stava concludendo l'attraversamento sulle strisce pedonali. Nel caso di specie, il conducente del veicolo rimasto sconosciuto avrebbe dovuto arrestare la propria marcia e, dopo aver verificato che la strada fosse libera, attraversare l'incrocio. Giova precisare per completezza che, se è vero che la semplice querela sporta contro “ignoti” così come non è strettamente necessaria per ottenere l'indennizzo, non è neanche sufficiente a dare la dimostrazione dell'esistenza del sinistro, è anche vero che la stessa rileva nella complessiva valutazione dei fatti. Tanto premesso, l'attore, come rappresentato e difeso, CITA La .... Assicurazioni, [10] quale impresa designata per la Reg. .... per la gestione del F.G.V.S., (C.F. ..../ P.I. ....) in persona del suo legale rapp.te p.t., con sede in ...., via ...., n. ...., a comparire dinanzi al Tribunale di Civile di ...., nella nota sede, Sez. e Giudice designandi, all'udienza che ivi sarà tenuta il giorno ...., ore di rito, con l'invito a costituirsi, ai sensi e nelle forme stabilite dall'art. 166 c.p.c, nel termine di 20 giorni prima dell'udienza indicata nel presente atto oppure di quella fissata, ai sensi dell'art. 168-bis, ultimo comma, c.p.c. dal Giudice designato, con l'avvertimento che la costituzione oltre i suddetti termini implica le decadenze di cui all'art.167 c.p.c. e, inoltre, con avviso che in caso di mancata costituzione si procederà in sua contumacia per ivi sentir accogliere le seguenti CONCLUSIONI Voglia l'On.le Tribunale adito, respinta ogni contraria istanza: Dichiarare la esclusiva responsabilità del veicolo rimasto sconosciuto nella causazione del sinistro per cui è causa e, per l'effetto, condannare la .... Assicurazioni, quale impresa designata per la Reg. .... per la gestione del F.G.V.S., al risarcimento integrale dei danni subiti dal Sig. ...., complessivamente quantificati in Euro ....,...., oltre interessi legali e rivalutazione. Con vittoria di spese, competenze ed onorari di giudizio. In via istruttoria chiede: A) in caso di contestazione della CTP, ammettersi CTU medico-legale per la determinazione e quantificazione dei postumi invalidanti riportati dall'istante nel sinistro de quo; B) ammettersi prova per testi sui fatti di causa con testi da indicarsi nelle memorie ex art. 183 VI comma c.p.c. Ulteriori mezzi di prova riservati con salvezza dei termini e delle deduzioni di cui agli artt. 183 e 184 c.p.c., compresa la richiesta di documenti ex art. 210 c.p.c. ed informazioni ex art. 213 c.p.c. Deposita: 1) verbale della polizia municipale; 2) referto del pronto soccorso; 3) relazione medica di parte; 4) raccomandata a.r. del ..../..../.... di messa in mora; 5) raccomandata a.r del ..../..../.... di invito alla negoziazione assistita. Ai sensi della legge n. 488/1999 e successive modifiche, dichiarano che il valore della presente domanda è di valore indeterminato. Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA AD LITEM Nella qualità, conferisco il potere di rappresentanza e difesa, in ogni fase, stato e grado del giudizio ed atti inerenti, conseguenti e successivi, ivi compresa l'eventuale fase esecutiva ed il giudizio di opposizione, all'Avv. ...., ivi compreso il potere di proporre domande riconvenzionali, chiedere provvedimenti cautelari, chiamare terzi in causa, farsi sostituire, transigere, conciliare, abbandonare il giudizio e rilasciare quietanze. L'autorizzo, ai sensi dell'art. 13 d.l. n. 196/2003, ad utilizzare i dati personali per la difesa dei miei diritti e per il perseguimento delle finalità di cui al mandato, nonché a comunicare ai Colleghi i dati con l'obbligo di rispettare il segreto professionale e di diffonderli esclusivamente nei limiti strettamente pertinenti all'incarico conferitoLe. Ratifico sin d'ora il Suo operato e quello di eventuali Suoi sostituti. Eleggo domicilio presso il Suo studio in ....(indicare la città), via .... n. .... Dichiaro di essere stato informato ai sensi dell'art. 4, 3° comma, del d.lgs. n. 28/2010 della possibilità di ricorrere al procedimento di mediazione ivi previsto e dei benefici fiscali di cui agli artt. 17 e 20 del medesimo decreto, come da specifico atto separato. Luogo e data .... Firma .... La firma è autentica ed è stata apposta in mia presenza Firma Avv. .... [1] Il foro stabilito dall'art. 20 c.p.c., per le cause relative a diritti di obbligazione concorre con i fori generali di cui agli artt. 18 e 19 c.p.c. e l'attore può liberamente scegliere di adire uno dei due fori generali, oppure il foro facoltativo dell'art. 20 c.p.c. La norma - infatti - stabilisce che per le cause relative a diritti di obbligazione (tra le quali rientrano anche le obbligazioni scaturenti da responsabilità extracontrattuale) è anche competente il giudice del luogo in cui è sorta o deve eseguirsi la obbligazione. In particolare, in tema di obbligazioni nascenti da fatto illecito, l'azione di risarcimento sorge nel luogo in cui l'agente ha posto in essere l'azione produttiva del danno (forum commissi delicti) e in relazione a tale luogo deve essere determinata la competenza territoriale ex art. 20 c.p.c. (Cass. II, n. 13223/2014). [2] In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. 6 luglio 2011, n. 98, conv., con modif., dalla l. 15 luglio 2011, n. 111). [3] L'elezione di domicilio nel Comune in cui ha sede il Tribunale adito è obbligatoria: essa individua il luogo legale ove effettuare le comunicazioni e notificazioni inerenti al processo: artt. 165 e 170 c.p.c. [4] L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. [5] L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, come modificato dalla disposizione testè ricordata, «Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ...ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale .... il contributo unificato è aumentato della metà». [6] A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis, d.P.R. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif., dalla legge n. 114/2014. L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. e dall'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014, conv. con modif., dalla legge n. 114/2014. [7] L'esposizione dei fatti e degli elementi di diritto costituenti le ragione della domanda dell'attore rappresenta un elemento essenziale della citazione. L'indicazione della causa petendi, e cioè del titolo della domanda, è richiesto dall'art. 163 comma 3, n. 4 c.p.c. Tuttavia solo la mancanza dell'indicazione dei fatti posti a fondamento della domanda produce la nullità della citazione a norma dell'art. 164, comma 4, c.p.c. [8] È obbligatorio il ricorso alla procedura di negoziazione assistita e costituisce condizione di procedibilità della domanda giudiziale) nelle ipotesi in cui la somma pretesa non superi l'importo di 50.000 euro (art. 3 d.l. n. 132/2014, conv. con modif. in l. n. 162/2014) e dovrà essere prodotta la relativa documentazione. Va, in proposito, ricordato che la negoziazione è prescritta, quando si intende proporre in giudizio una domanda di pagamento a qualsiasi titolo di somme non eccedenti 50.000 Euro, ad eccezione delle controversie assoggettate alla disciplina della c.d. mediazione obbligatoria (in altri termini, la procedura di negoziazione assistita non opera quando è prevista la mediazione obbligatoria). Ebbene, quest'ultima non è prescritta in subiecta materia, se si fa eccezione per il risarcimento del danno derivante da responsabilità medica. In ogni caso, la negoziazione non è condizione di procedibilità della domanda giudiziale (e, quindi, è sempre e solo volontaria) per le controversie concernenti obbligazioni contrattuali derivanti da contratti conclusi tra professionisti e consumatori (art. 3 legge n. 162/2014). [9] Cfr. da ultimo Cass. n. 5892/2016. [10] Quando attore o convenuto sia “una persona giuridica, un'associazione non riconosciuta o un comitato, la citazione deve contenere la denominazione o la ditta, con l'indicazione dell'organo o ufficio che ne ha la rappresentanza in giudizio”: art. 163, comma 3, n. 2. CommentoPremessa Il Fondo Garanzia per le Vittime della Strada (FGVS), organismo di indennizzo nato in attuazione della Convenzione di Strasburgo del 1959, è stato istituito in Italia con legge n. 990/1969 (abrogata con l'entrata in vigore del Codice delle Assicurazioni Private, d.lgs. n. 209/2005) ed è operativo ufficialmente dal 1971. Il Fondo è costituito a tutela di tutti i soggetti danneggiati che vengono coinvolti in incidenti stradali nei quali non è immediatamente possibile risalire al soggetto che causa il sinistro o causati da un veicolo sprovvisto di valida copertura assicurativa. Ad amministrare il FGVS, sotto la vigilanza del Ministero dello Sviluppo Economico, è la CONSAP (Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici). L'impresa designata a liquidare i danni, ai sensi dell'art. 286 del succitato d.lgs., è nominata mediante provvedimento valido per un triennio, mentre il massimale fissato, dall'11 giugno 2012, è di Euro 5.000.000 per danni a persona per sinistro, ed Euro 1.000.000 per danni a cose per sinistro, come stabilito dall'art. 128. Le somme che alimentano il FGVS sono acquisite tramite un prelievo percentuale sui premi derivanti dalle polizze RC Auto (quota che viene espressamente indicata nel premio RCA), dato che tutte le imprese assicurative sono obbligate a versare queste quote. Quanto alla natura dell'impresa designata ed al ruolo che svolge nella controversia attivata dal danneggiato, è stato chiarito che “In tema di assicurazione obbligatoria dei danni derivanti da circolazione di veicoli, l'impresa designata ai sensi dell'art. 19 della legge 24 dicembre 1969, n. 990(”ratione temporis” vigente ed ora indicata dall'art. 286 del d.lgs. 7 settembre 2005, n. 209), non è una rappresentante del Fondo di Garanzia Vittime della Strada, né dell'ente gestore Consap Spa, ma è legittimata in proprio quale soggetto passivo dell'azione risarcitoria e dell'azione esecutiva, assumendo l'obbligazione diretta nei confronti della vittima e agendo ex art. 1705 c.c. come mandataria ex lege senza rappresentanza del Fondo, solo tenuto a rifondere l'importo versato dall'impresa designata” (Cass. III n. 274/2015). Il sistema previsto dagli art. 283 e ss. cod. ass. ha superato più volte il vaglio della Corte Costituzionale che solo da ultimo ha sostenuto che “In un sistema, come quello vigente, di responsabilità civile per la circolazione dei veicoli obbligatoriamente assicurata - in cui le compagnie assicuratrici, concorrendo “ex lege” al Fondo di garanzia per le vittime della strada, perseguono anche fini solidaristici, e nel quale l'interesse risarcitorio particolare del danneggiato deve comunque misurarsi con quello, generale e sociale, degli assicurati ad avere un livello accettabile e sostenibile dei premi assicurativi - la disciplina in esame, che si propone il contemperamento di tali contrapposti interessi, supera certamente il vaglio di ragionevolezza” (Corte cost. n. 235/2014). Dal punto di vista temporale la disciplina dell'art. 283 Codice delle Assicurazioni Private non si applica ai sinistri verificatisi prima della sua entrata in vigore, con la conseguenza che la legittimazione passiva per le azioni risarcitorie correlate a tali sinistri spetta non all'impresa designata ai sensi dell'art. 286 del d.lgs. citato ma alla compagnia assicuratrice per la rca della vettura che ha provocato l'incidente (Cass. III, n.19031/2021). Le ipotesi di intervento del FGVS Il legislatore ha previsto con l'art. 283 d.lgs. n. 209/2005 sei ipotesi di intervento del Fondo Garanzia per le Vittime della Strada: ⋅ Ipotesi A) (cd. pirati della strada). Si tratta dell'ipotesi di sinistro stradale causato da veicolo o natante non identificati. Esso è limitato ai soli danni alla persona mentre con l'entrata in vigore del d.lgs. n. 198 del 2007 è previsto anche risarcimento per danni a cose, con franchigia di Euro 500,00, solo ed esclusivamente in caso aggiunta ai danni gravi alla persona e per l'eccedenza. In caso contrario, non è previsto il risarcimento dei danni a cose. Per “lesioni gravi” si precisa che non è di lieve entità la lesione che compromette l'integrità psicofisica nella misura superiore al 9%: solo in presenza di un danno biologico di tale portata potrà richiedersi anche il risarcimento delle cose danneggiate. La Cassazione ha peraltro confermato tale posizione; ⋅ Ipotesi B). Si tratta dei casi di sinistri causati da veicoli o natanti non assicurati, ed è riservata a coprire i danni alla persona nonché i danni a cose con una franchigia, in quest'ultimo caso, di Euro 500,00 (mentre per i sinistri occorsi dopo l'entrata in vigore del d.lgs. n. 198 del 2007 i danni alle cose vanno integralmente risarciti); ⋅ Ipotesi C). Si tratta dei sinistri causati da veicoli o natanti assicurati con imprese poste in liquidazione coatta amministrativa; ⋅ Ipotesi D). Si tratta dei sinistri causati da veicoli posti in circolazione contro la volontà del proprietario (furto), ed è estesa sia ai danni a persona che ai danni a cose, purché la denuncia di furto sia stata presentata almeno 24 ore prima del sinistro. ⋅ Ipotesi D - bis). Si tratta dei sinistri causati da veicoli spediti nel territorio della Repubblica Italiana da un altro Stato dello Spazio Economico Europeo (Paesi della UE + Islanda, Norvegia e Lichtenstein) avvenuti nel periodo intercorrente dalla data di accettazione della consegna del veicolo e lo scadere del termine di 30 giorni; ⋅ Ipotesi D - ter) Si tratta dei sinistri causati da veicoli esteri con targa non corrispondente o non più corrispondente allo stesso veicolo. La richiesta di risarcimento danni va inoltrata direttamente all'Impresa Designata competente per territorio e alla Consap Spa nella qualità di gestore del Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada. In tutti i casi citati, l'intervento del FGVS è limitato al massimale di legge vigente alla data del sinistro. L'istruttoria e la liquidazione dei danni per i sinistri stabiliti all'art. 283 lett. a) b) c) d) d-bis) d-ter) è di competenza esclusiva dell'impresa designata, che viene individuata in base al luogo dove è accaduto il sinistro. A questa impresa va inviata la richiesta di risarcimento dei danni per l'apertura della pratica, e nei suoi confronti va incardinato il giudizio in caso di mancata definizione transattiva della vertenza. Il limite del massimale muta nel caso di sinistro stradale ascrivibile a responsabilità concorrente di più conducenti, tutti privi di copertura assicurativa . in questi casi, l'obbligazione indennitaria gravante sull'impresa designata nei confronti del danneggiato ai sensi dell'art. 283, comma 1, lettera b), Codice delle assicurazioni, sarà contenuta entro un limite pari al prodotto del singolo massimale minimo di legge applicabile ratione temporis, per il numero dei corresponsabili. Al principio che precede si deroga quando il danneggiato abbia convenuto in giudizio uno solo dei corresponsabili; oppure abbia invocato la responsabilità dell'impresa designata quale garante di uno solo dei corresponsabili; od ancora quando nel corso del giudizio di merito la solidarietà tra i corresponsabili si è sciolta per qualsiasi causa (Cass. VI, n.17893/2020). Rivalsa sul risarcimento Nel momento in cui liquida il risarcimento spettante al soggetto danneggiato, il FGSV può esercitare un'azione di rivalsa nei confronti del responsabile del sinistro, qualora sia possibile identificarlo, e ottenere l'integrale restituzione di quanto versato a titolo di risarcimento. Se il ristoro non avviene spontaneamente, si procede al recupero coattivo. Contenuto della raccomandata a.r. di denuncia La richiesta di risarcimento danni, per tutte le ipotesi menzionate all'art. 283 d.lgs. n. 209/2005, deve essere inoltrata, per legge, a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno e deve contenere: nome, cognome, C.F. e residenza dei soggetti coinvolti e dei danneggiati; estremi dei veicoli del sinistro, con indicazione di targa, modello, colore, numero di polizza e nome della compagnia assicuratrice (in caso di veicolo sconosciuto o non identificato, tutti gli elementi utili a identificare il responsabile del sinistro vanno inseriti); descrizione dettagliata delle circostanze in cui si è verificato il sinistro, con indicazione di testimoni e specificando se c'è stato intervento delle autorità; dati relativi al danneggiato (reddito, attività svolta); certificati medici e eventuali ricevute di spese sostenute, esami svolti, e attestazione medica che provi la compiuta guarigione indicando i postumi permanenti, se presenti; dichiarazione che attesti che il soggetto danneggiato non ha diritto a prestazioni previdenziali da parte di istituti che gestiscono associazioni sociali obbligatorie. È inoltre necessario indicare il luogo in cui si trovano le cose danneggiate, oltre a un recapito per contattare il soggetto danneggiato per constatare e valutare l'entità del danno. L'impresa designata, una volta ricevuta la denuncia, provvederà a contattare il danneggiato per richiedere eventuali ulteriori informazioni necessarie (30 giorni per integrarle), dopo aver verificato che effettivamente il mezzo che ha causato l'incidente non fosse coperto da assicurazione o non fosse identificato. Entro 60 giorni dal ricevimento della documentazione, la “Compagnia designata”, per mezzo delle quali opera il FGVS sul territorio, è tenuta a formulare al danneggiato un'offerta, o a motivare eventuali non formulazione di alcun offerta (disconoscimento del sinistro). Nel caso oggetto anche dell'atto in commento, vale a dire l'ipotesi A) “Sinistri causati da veicoli non identificati”, la richiesta di risarcimento danni va redatta secondo le modalità appena descritte e inviata direttamente sia all'Impresa designata competente per territorio che alla Consap, che gestisce il FGVS. La Consap deve ricevere la lettera di indennizzo, ma l'azione va esercitata nei soli confronti dell'Impresa designata. Veicolo non identificato Laddove il sinistro avvenga per responsabilità di veicolo non identificato, l'obbligo di risarcimento sorge non solo quanto il responsabile si sia dato alla fuga (ipotesi classica è quella del pirata della strada), ma anche quando identificarlo si renda impossibile per difficoltà oggettive non imputabili a negligenza della vittima che ponga in essere ogni misura per risalire alla sua identità. La Suprema Corte di Cassazione ha aggiunto che al danneggiato non si può certo imporre di svolgere indagini complesse e articolate per identificare il veicolo investitore: occorre un comportamento di normale diligenza (Cass. III, n. 274/2015, per cui è stata esclusa la responsabilità del Fondo, dal momento che subito dopo l'impatto il conducente del veicolo tamponante si era fermato per verificare i danni, salvo poi fuggire ma con tempistica, secondo i giudici della Suprema Corte, non tale da impedirne l'annotazione del numero di targa). Nello stesso senso di recente Cass.VI, n.33444/2019 per cui “ Nel caso di sinistro causato da veicolo non identificato, caso che per l'appunto è sotteso al ricorso in esame, l'obbligo risarcitorio nei confronti della vittima - in linea con l'art. 1, comma 4, della direttiva Ce del Consiglio del 30 dicembre 1983, n. 84/5, trasfuso nell'art. 10, comma 1, della direttiva CE del 16 settembre 2009, n. 2009/103 - sorge non soltanto nei casi in cui il responsabile si sia dato alla fuga nell'immediatezza del fatto ma anche quando la sua identificazione sia stata impossibile per circostanze obiettive da valutare caso per caso e non imputabili a negligenza della vittima (fattispecie relativa ad un sinistro che aveva coinvolto una sessantenne). Il danneggiato ha, nel caso de quo, il doppio onere di provare, ai fini del risarcimento: — Che il sinistro si sia verificato per una condotta dolosa o colposa del conducente di altro veicolo o natante; — Che il tamponante sia sconosciuto, e in tal caso sarà sufficiente dimostrare che, una volta denunciato il sinistro alle autorità di polizia, le indagini svolte per identificarlo non abbiano avuto esito positivo, a meno che non si debba addebitare al danneggiato l'onere di ulteriori indagini complesse da svolgere e a condizione che questi abbia tenuto la condotta richiesta dal codice mediante denuncia dei fatti e chiara ed esaustiva descrizione degli stessi. Nella citata decisione la Corte ha avuto modo di specificare come principio generale che “Nel caso di sinistro causato da veicolo non identificato l'obbligo risarcitorio sorge non soltanto nei casi in cui il responsabile si sia dato alla fuga nell'immediatezza del fatto, ma anche quando la sua identificazione sia stata impossibile per circostanze obiettive, da valutare caso per caso, e non imputabili a negligenza della vittima. La fuga del responsabile non è elemento costitutivo della fattispecie astratta prevista dalla l. 24 dicembre 1969, n. 990, art. 19, comma 1, lett. a)”. Qualora le risultanze dell'istruttoria testimoniale espletata non offrano elementi probatori affidabili ed attendibili sulle circostanze di fatto al momento del sinistro, sulla dinamica dello stesso, sulla responsabilità di terzi implicati, ovvero indizi gravi precisi e concordanti, ex art. 2729, che facciano quantomeno presumere che la responsabilità di terzi sia, secondo le logiche dell'id quod plerumque accidit, la sola logica ipotizzabile del sinistro, si deve ritenere che l'onere probatorio dell'attore non sia stato correttamente integrato, essendo l'istruttoria insufficiente, con conseguente impossibilità di fondare l'obbligazione risarcitoria a carico del Fondo di Garanzia Vittime della Strada (Corte appello Napoli sez. IV, 18 febbraio 2020, n. 740) Il requisito della normale diligenza. La “fuga” del responsabile A tal proposito, come anticipato, non è anzitutto necessario che il veicolo tamponante si sia dato alla fuga nelle immediatezze dal fatto ai fini della ragione giustificativa della non identificazione. Infatti, in alcune ipotesi la Suprema Corte di Cassazione ha affermato il sussistere del diritto al risarcimento del danneggiato anche quando il danneggiante si era fermato per poi darsi alla fuga in un secondo momento: è sufficiente che, per cause obiettive, non sia stato possibile identificarlo. Un esempio tipico è il caso di shock o stato fortemente confusionale della vittima, che può trovarsi in pessime condizioni fisiche e psichiche che ne alterino le capacità visive e uditive. Con la sentenza Cass. n. 18308/2015, gli Ermellini hanno chiarito che il presupposto che giustifica l'intervento del FGVS è che “i danni dalle persone siano causati da veicolo rimasto non identificato in senso oggettivo, cioè in caso di obiettiva impossibilità di accertamento, nonché in senso soggettivo, nel senso di comportamento non colposo del danneggiato, e cioè non improntato a negligenza, imprudenza, imperizia, giusta accertamento da effettuarsi e valutazione da compiersi da parte del giudice di merito”. Nel caso di riferimento, dopo un tamponamento il soggetto investito aveva spostato l'auto subito dopo il dialogo intercorso con il conducente del veicolo investitore, salvo che questi, salito nel veicolo, era ripartito dandosi alla fuga e senza consentire al soggetto danneggiato di trascrivere i dati identificativi del veicolo. Ipotesi, questa, tipica di mancata diligenza ordinaria della vittima, che con maggiore attenzione avrebbe potuto evitare la non-identificazione del veicolo successiva alla fuga (ad abundantiam, Cass. III, n. 23710/2016). L'operatività della legge n. 990/1969, in particolare dell'articolo 19 (ratione temporis vigente ed ora indicata dall'articolo 286 del d.lgs. 7 settembre 2005, n. 209) non è legata, dunque, alla dimostrazione della fuga d'un responsabile, in quanto nessun limite o requisito è richiesto dalla norma. Ciò consente di osservare, allora, - in presenza di tutti gli altri presupposti - la responsabilità dell'impresa designata al risarcimento da FGVS anche senza la fuga immediata del soggetto che ha causato il sinistro (esempio classico è chi fornisce dati falsi) o, al contrario, per l'esclusione della stessa anche se il soggetto si dia alla fuga (e intercettato poco dopo dalle forze dell'ordine). Quello che conta è che il veicolo, per qualsiasi ragione, non sia identificato, e questo sia risultante da una condotta diligente da parte della vittima. È un tipo di giudizio a posteriori, che si attua con tutte le circostanze concrete a disposizione e non a priori, statuendo quali sia le possibili condotte dell'autista danneggiante che giustifichino la sua mancata identificazione (Cass. III, n. 274/2015). Procedibilità della domanda e onere della prova Una volta introdotto il giudizio dopo il vano tentativo di comporre stragiudizialmente la lite, il Giudice adito dovrà verificare, in primis, il rispetto dei requisiti di procedibilità della domanda, in quanto l'art. 287 del d.lgs. 209/2005 prevede espressamente che l'azione possa proporsi trascorsi 60 giorni dalla ricevuta della richiesta di risarcimento inviata contestualmente alla Consap e all'Impresa designata. Nel caso di mancato invio della seconda raccomandata alla Consap la domanda verrà preliminarmente respinta in quanto improponibile (Corte cost. n. 157/2013). Qualora, invece, la domanda rispetti tutti i parametri di proponibilità, il Giudice dovrà valutare nel merito la fondatezza della richiesta di risarcimento. Spetterà al danneggiato, in ragione del principio generale dell'onere della prova, dimostrare che l'impossibilità dell'identificazione del veicolo tamponante non sia dovuta a colpe a lui imputabili (Cass. III, n. 12060/2014), nonché la verificazione del sinistro a causa del veicolo rimasto sconosciuto, i danni subiti ed il nesso causale tra di essi. Una volta “esaurito”, infatti, lo spatium deliberandi previsto dalla legge, in caso di sinistro causato da veicolo non identificato e rientrante quindi nell'ipotesi A dell'art. 283 d.lgs. n. 209/2005, il soggetto danneggiato potrà agire nei confronti dell'impresa designata per conto del FGVS rispettando, però, l'onere di dover provare sia che il sinistro si sia verificato per condotta dolosa/colposa del conducente dell'altro veicolo, sia che questi non fosse identificabile per circostanze obiettive e che non dipendano da sua negligenza. La legittimazione passiva dell'impresa designata rispetto a tale sinistro, in sede processuale e sostanziale, “rimarrà stabilizzata per tutto il corso del giudizio, anche nel caso in cui si accerti successivamente l'identità del responsabile, nei cui confronti la stessa impresa designata, adempiuta la sentenza di condanna al risarcimento del danno, potrà agire in via di regresso” (Cass. III, n. 23710/2016). Orientamento questo confermato anche in altra successiva pronuncia (Cass. III n. 1325/2016), per cui quanto alle modalità con cui l'attore può adempiere all'onere probatorio che grava su di lui, la prova può essere fornita anche sulla scorta di “mere tracce ambientali” o di semplici “dichiarazioni orali”. La prova può essere fornita mediante denuncia o querela contro ignoti ma questo non crea un collegamento automatico, anzi il giudice di merito può escludere che questo sia riconducibile al danno cagionato dal veicolo non identificato. Nel caso particolare di rilascio di un certificato o contrassegno falso la Cass. III, n. 24069/2017 ha affermato , recentissimamente,, l'alternatività tra l'azione avverso il F.G.V.S. e l'azione diretta ex art. 144 D.lgs. 209/05 avverso l'assicuratore del responsabile apparente ( cfr. Cass. VI, n. 8159/2017 per cui “In tema di assicurazione della responsabilità civile per la circolazione di veicoli, nell'ipotesi in cui non sussista una valida o efficace polizza RCA e tuttavia l'affidamento sulla sua sussistenza sia stato ingenerato dal rilascio di un certificato o di un contrassegno assicurativo, il danneggiato può scegliere se esperire l'azione diretta, ex art. 18 l. n. 990 del 1969 (ora art. 144 d.lgs. n. 209 del 2005), nei confronti dell'assicuratore del responsabile, facendo valere la situazione di apparenza indotta dal rilascio del certificato o del contrassegno, oppure l'azione risarcitoria, ex art. 19 l. n. 990 del 1969 (ora art. 283 d.lgs. n. 209 del 2005), nei confronti dell'impresa designata dal Fondo di garanzia per le vittime della strada, facendo valere la situazione reale in ordine alla mancanza di copertura assicurativa”); il principio è stato confermato anche da Cass. III, n. 10588/2018 secondo l'assunto per cui “la situazione di apparenza non può che ridondare ad esclusivo vantaggio della vittima e non può, invece, essere intesa come ostacolo al perseguimento dell'interesse proprio del danneggiato venendo ad essere opposta come eccezione di merito fatta valere dalla impresa designata dal Fondo di garanzia per le vittime della strada per sottrarsi alla azione risarcitoria fondata sulla accertata - mancanza di una copertura assicurativa per il veicolo danneggiante”. Deve registrarsi da ultimo un'opinione parzialmente difforme nel caso specifico, secondo la quale – invece – “Colui che sia stato danneggiato in un sinistro stradale non deve necessariamente citare, in modo autonomo, l'assicurazione che appare titolare del contrassegno assicurativo, nel caso ove la prova della falsità, ovvero della mancata attribuibilità del tagliando assicurativo a tale assicurazione, emerga dagli atti del giudizio instaurato verso il Fondo vittime della strada, per essere stata dallo stesso danneggiato spontaneamente e preventivamente accertata. In tal modo sarebbe superflua l'instaurazione di un giudizio autonomo verso la compagnia apparente che, nell'eventuale causa, si limiterebbe a invocare il fatto notorio della falsità del contrassegno” (Cass. III, n.6300/2019). L'obbligo di denuncia La denuncia o querela contro ignoti, dapprima ritenute anch'esse condizioni di procedibilità, per consolidata giurisprudenza non rappresentano più elementi necessari ma semplici indizi circa l'effettivo avverarsi del giudizio (Cass. n. 2716/2014; cfr. sul punto anche App. Napoli IX, n.2074/2021 che esclude la possibilità di configurare a carico del danneggiato un obbligo di collaborazione "eccessivo" rispetto alle sue "risorse" che finisca con il trasformarlo "in un investigatore privato o necessariamente in un querelante"). La Corte di Cassazione dopo aver ribadito che “la vittima di un sinistro stradale causato da un veicolo non identificato non ha alcun obbligo, per ottenere il risarcimento da parte dell'impresa designata per conto del Fondo di Garanzia Vittime della Strada, di presentare una denuncia od una querela contro ignoti, la cui sussistenza o meno non è che un mero indizio”, ha sottolineato che l'indagine da parte del giudice di merito deve riguardare la circostanza che il sinistro sia stato effettivamente provocato da un veicolo non identificato, non potendo l'accertamento concernere il profilo della diligenza della vittima nel consentire l'individuazione del responsabile (Cass. III, n. 23434/2014; cfr. Cass. III n. 3019/2016). E ad abundatiam, si richiama anche: “L'omessa o incompleta denuncia all'autorità non è idonea, in sé, ad escludere che il danno sia stato effettivamente causato da veicolo non identificato; così come l'intervenuta denuncia o querela contro ignoti non vale, in se stessa, a dimostrare che tanto sia senz'altro accaduto. Ritenere che la mancanza di una denunzia completa di tutti i suoi elementi (come nella fattispecie quanto all'indicazione dei testi) comporti di per sé il rigetto della domanda significa introdurre una vera e propria condizione per l'accoglimento della domanda, creando un'ipotesi di giurisdizione condizionata al di fuori dai casi previsti dalla legge. Non è consentito pervenire a configurare a carico del danneggiato medesimo un obbligo di collaborazione “eccessivo” rispetto alle sue “risorse”, che finisca con il trasformarlo “in un investigatore privato o necessariamente in un querelante” (Cass. III, n. 24449/2005)”. La giurisprudenza di merito si è in gran parte adeguata all'assunto. Invero, si veda la sentenza della App. Palermo, III, n. 482/2016, per cui “Nel caso di sinistro stradale causato da veicolo non identificato, l'omessa denuncia dell'accaduto all'autorità di polizia od inquirente non è sufficiente, in sè, a rigettare la domanda di risarcimento proposta, ai sensi dell' art. 19 l. 24 dicembre 1969, n. 990, nei confronti dell'impresa designata dal Fondo di Garanzia per le vittime della strada; allo stesso modo, la presentazione di denuncia o querela contro ignoti non vale, in sè stessa, a dimostrare che il sinistro sia senz'altro accaduto. Entrambe le suddette circostanze possono, al più, costituire meri indizi dell'effettivo avveramento del sinistro”. Deve, infatti, sottolinearsi che l'accertamento da compiere non deve concernere il profilo della diligenza della vittima nel consentire l'individuazione del responsabile, ma esclusivamente la circostanza che il sinistro sia stato effettivamente provocato da un veicolo non identificato”. Neppure è obbligatoria come di recente puntualizzato aver indicato nella denuncia-querela ove presentata i nominativi dei testimoni poi sentiti come testimoni nel procedimento civile (cfr. Cass. VI, n. 10545/2018). La risarcibilità dei danni a cose Restando nell'ambito della prima ipotesi, quella del sinistro causato da veicolo non identificato, è stato già chiarito che il danno a cose sarà risarcito solo se dal sinistro siano derivati danni alla persona che abbiano causato un danno di invalidità superiore al 9% ex art. 138 codice delle assicurazioni. La Cass. III, n. 24214/2015 ha rafforzato e ribadito questo concetto, spiegando che “Nel nostro caso sia l'interpretazione sistematica, sia quella storica, sia quella finalistica, inducono a concludere che per danni gravi alla persona debbono intendersi quelli che provocano postumi permanenti eccedenti i 9 punti di invalidità permanente, ai sensi dell'art. 138 cod. ass.”. Nel fornire anche interpretazione dell'art. 283 d.lgs. 7 settembre 2005, n. 209cod. ass. la Corte ha specificato in tale sede che trattasi di norma speciale in quanto disciplina non il risarcimento del danno cagionato da qualsivoglia fatto illecito, ma solo del danno che derivi da circolazione stradale, e in quanto derogando al principio generale di cui all'art. 144 cod. ass. pone un limite preciso al risarcimento dei danni patrimoniali. Le lesioni gravi di cui parla quindi l'art. 283 coinciderebbero con quelle non lievi già previste all'art. 138. La chiave di lettura di tale pronuncia della Corte è quella - prevedibile - di evitare frodi in danno al Fondo di Garanzia. La risarcibilità del danno morale Quanto al danno morale, si veda Cass. III, n. 3637/2013 per cui “ I limiti di risarcibilità dei danni alla persona causati da veicolo o natante non identificato, previsti dall'art. 21, comma 2, legge 24 dicembre 1969, n. 990 (oggi trasfuso nell'art. 283 d.lgs. 7 settembre 2005, n. 209), attraverso il rinvio alle previsioni del d.P.R. 30 giugno 1965, n. 1124, operano solo per i danni patrimoniali, ma non per i danni morali, i quali, pur rientrando tra quelli che il Fondo di garanzia per le vittime della strada è obbligato a risarcire, sono, quindi, risarcibili secondo la disciplina ordinaria”. Prescrizione dell'azione contro il F.G.V.S. In tema di prescrizione del diritto ad agire contro il F.G.V.S. di recente è stato puntualizzato da Cass. VI, n. 8159/2017 che in tema di assicurazione obbligatoria della responsabilità civile derivante dalla circolazione di veicoli a motore, l'impresa designata dal Fondo di garanzia per le vittime della strada non è soggetta al termine di prescrizione biennale, applicabile risarcitoria spettante al danneggiato della circolazione stradale, perché il suo diritto non è condizionato e non deriva dal diritto del danneggiato al risarcimento dei danni, ma trova il suo fondamento nella suddetta azione specifica, prevista dalla legge, che è soggetta all'ordinario termine di prescrizione decennale. |