Comparsa di risposta per resistere alla istanza di condanna alla cd. provvisionale

Maria Carolina De Falco

Inquadramento

Nell'ambito della responsabilità civile da circolazione stradale, la “provvisionale” di cui all'art. 147 d.lgs. 7 settembre 2005, n. 209 cod. ass., rappresenta un provvedimento di condanna vero e proprio, pertanto, immediatamente esecutivo ed è rivolto alla parte convenuta (la compagnia assicurativa) che in fase stragiudiziale e giudiziale di primo grado, non ha risarcito prontamente il soggetto danneggiato da un evento sinistroso.

Pertanto la provvisionale altro non è che un un'anticipazione della sentenza di condanna successiva, un acconto imputato in capo all'assicurazione prima della fine del giudizio.

La ratio di questa norma è di fornire al soggetto assicurato/danneggiato un mezzo per fronteggiare le necessità più immediate e non doversi imbattere nelle lungaggini processuali prima di avere ristoro per il danno subito.

Con il presente atto difensivo la compagnia assicuratrice, chiamata in giudizio per la condanna al risarcimento dei danni da parte del danneggiato, in qualità di assicuratore del veicolo danneggiante, resiste alla istanza di condanna alla cd. provvisionale denegando la sussistenza dei presupposti di entrambe le tipologie previste dalla legge (art. 147 cod. ass.; art. 5 l. n. 102/2006).

Formula

TRIBUNALE DI ....

COMPARSA DI COSTITUZIONE E RISPOSTA

PER

la .... Ass.ni [1], C.F. ...., in persona del legale rapp.te p.t. Sig. ...., con sede legale in .... alla via ...., n. ...., rappresentata e difesa dall'Avv. .... (C.F. ....) [2], con domicilio eletto [3] in .... alla via .... n. .... presso lo studio dell'Avv. ...., giusta procura in calce al presente atto e reso su foglio separato, dichiarando di voler ricevere tutte le comunicazioni e gli avvisi di cui agli artt. 133 comma 3, 134 comma 3, 170 comma 4 e 176 comma 2 c.p.c., anche al seguente numero di fax ...., [4] ovvero al seguente indirizzo di PEC: .... @ .... [5]

-convenuta-

CONTRO

La Sig.ra ...., C.F. ...., nato a .... e residente in ...., alla via .... n. ...., rappresentato e difeso dall'Avv. .... ed elettivamente domiciliati presso il suo studio in ....;

-attrice-

FATTO

a) In data .... il Sig. .... C.F. .... nato a .... il .... ed ivi residente alla Via .... n. ...., stipulava polizza assicurativa con l'odierna società comparente n ....;

b) In data .... alle ore .... in via .... l'autovettura tipo .... tg. .... di proprietà del succitato Sig. .... e dallo stesso condotta, tamponava l'autovettura tipo ....tg. ....di proprietà della Sig.ra ....;

c) Sul luogo interveniva la Polizia Municipale che rilevava la responsabilità del sinistro del Sig. .... e ne predisponeva relativo verbale;

d) In seguito al sinistro, la Sig.ra .... veniva ricoverata presso l'Ospedale di .... ove le venivano riscontrati diversi traumi e segnatamente: “ ....”;

e) In data .... la Sig.ra .... veniva sottoposta a perizia medico-legale da parte del Dott. .... il quale dichiarava che la Sig.ra .... a causa dell'incidente aveva subito un “ .... ”, una inabilità temporanea totale di .... giorni e una inabilità temporanea parziale di ....giorni”;

f) La Sig.ra. ...., pertanto, ha riportato i danni fisici di seguito quantificati in Euro ....e segnatamente

Tabella di riferimento: 2016-2017

Età del danneggiato: ....anni

Percentuale di invalidità permanente: ....%

Danno biologico permanente Euro ....

Giorni di invalidità temporanea totale: ....

Giorni di invalidità temporanea parziale al 50%: ....

g) Con atto di citazione notificato il ...., l'attrice conveniva in giudizio la .... Ass.ni al fine di sentirla condannare al risarcimento delle lesioni personali presumibilmente sofferte dalla stessa a seguito del sinistro verificatosi in .... alla Via .... di cui è responsabile il Sig. .... assicurato con la compagnia odierna comparente, chiedendo ai sensi dell'art. 147 del codice delle assicurazioni la c.d. “provvisionale di condanna”:

Con il presente atto si costituisce in giudizio la .... Ass.ni, chiedendo il rigetto della domanda per i seguenti motivi di

DIRITTO

È di palmare evidenza che la Sig.ra .... non è legittimata a chiedere la “provvisionale di condanna” dato che il presupposto per ottenere la stessa è la sussistenza di gravi elementi di responsabilità a carico del conducente, risultanti da un sommario accertamento. Accertamento che, nel caso di specie non esiste dato che non sono state ancora sentite le parti nel procedimento penale e ad oggi non risultano gravi elementi di responsabilità a carico del conducente non essendo state neanche espletate le prove orali dirette a chiarire la dinamica del sinistro, conditio sine qua non per poter usufruire della succitata provvisionale di condanna.

Secondo quanto giustamente affermato dalla giurisprudenza, la provvisionale non può essere concessa quando, durante la causa, non è stato ancora aperto il dibattimento e ammesse le prove, posto che non si può ancora parlare, in tale fase, di gravi elementi di responsabilità a carico del conducente-imputato che potrebbero giustificare la concessione della chiesta provvisionale.

Per gli stessi motivi non può applicarsi nemmeno l'art. 5 della l. n. 102/2006 che testualmente recita: «Qualora gli aventi diritto non si trovino nello stato di bisogno di cui al primo comma, il giudice civile o penale, su richiesta del danneggiato, sentite le parti, qualora da un sommario accertamento risultino gravi elementi di responsabilità a carico del conducente, con ordinanza immediatamente esecutiva provvede all'assegnazione, a carico di una o più delle parti civilmente responsabili, di una provvisionale pari ad una percentuale variabile tra il 30 e il 50 per cento della presumibile entità del risarcimento che sarà liquidato con sentenza».

*******

Per tali ragioni, si chiede che l'Ecc.mo Tribunale adìto Voglia, respinta ogni contraria istanza, eccezione e difesa, accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

— accertare e dichiarare l'inammissibilità della domanda attorea per tutti i motivi suddetti, rigettando la stessa;

Con vittoria di spese, diritti ed onorari di causa, oltre I e Cpa come per legge.

In via istruttoria, in caso di ammissione di prova testimoniale dedotta da parte attrice, senza alcuna inversione dell'onere della prova, chiede prova contraria sui capitoli formulati da controparte.

Inoltre, al momento dell'iscrizione della causa a ruolo, si offriranno in comunicazione i seguenti documenti:

1. procura ad litem;

2. atto di citazione del ....;

3. perizia medico-legale del ....;

4. verbale polizia municipale del ....;

Con riserva di ulteriormente articolare ed istruire la controversia, anche all'esito del contegno processuale di controparte.

Si dichiara, infine, ai soli fini del contributo unificato, che il valore del presente giudizio è indeterminato, pertanto, il contributo unificato dovuto è pari ad Euro ....

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

PROCURA AD LITEM

Il Sig. .... legale rapp.te p.t. della .... Ass.ni (P.I.: .... ), con sede legale in .... alla Via ...., informato ai sensi dell'art. 4, comma 3, del d.lgs. n. 28/2010 della possibilità di ricorrere al procedimento di mediazione ivi previsto e dei benefici fiscali di cui agli artt. 17 e 20 del medesimo decreto, con la presente conferisco incarico all'Avv. .... (C.F.: .... ) a rappresentarmi e difendermi nel giudizio da promuovere dinanzi al giudice di pace / Tribunale di ...., ivi comprese le fasi esecutive e di impugnazione che da questo conseguono, con ogni più ampia facoltà di legge; a tal uopo conferisco, altresì, al nominato procuratore ogni facoltà di legge, comprese quelle di conciliare, incassare, quietanzare, rinunziare e transigere, con promessa di rato e fermo del suo operato; lo autorizzo, infine, al trattamento dei miei dati personali, conformemente alle norme del d.lgs. 196/03 e limitatamente alle finalità connesse all'esecuzione del presente mandato. Eleggo domicilio presso il suo studio in ....alla via ...., n. ....

Luogo e data ....

Sig. ....n.q. rapp.te legale p.t.

Firma Avv. ....

[1] Quando attore o convenuto sia “una persona giuridica, un'associazione non riconosciuta o un comitato, la citazione deve contenere la denominazione o la ditta, con l'indicazione dell'organo o ufficio che ne ha la rappresentanza in giudizio”: art. 163, comma 3, n. 2.

[2] L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c.

[3] L'elezione di domicilio nel Comune in cui ha sede il Tribunale adito è obbligatoria: essa individua il luogo legale ove effettuare le comunicazioni e notificazioni inerenti al processo: artt. 165 e 170 c.p.c.

[4] L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, come modificato dalla disposizione testè ricordata, «Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ...ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale .... il contributo unificato è aumentato della metà».

[5] A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis, d.P.R. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif., dalla legge n. 114/2014.

L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. e dall'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014, conv. con modif., dalla legge n. 114/2014.

Commento

Premessa

L'istituto della cd. provvisionale qui delineato ha, quindi, lo scopo di andare incontro alle esigenze più immediate del soggetto danneggiato, fornendogli un parziale risarcimento che non lo esponga a difficoltà economiche causate dalle dinamiche giudiziali.

Spesso, infatti, chi rimane vittima di un sinistro e riporta danni psico-fisici di grave entità si trova a dover affrontare situazioni difficili sotto ogni punto di vista, soprattutto per i lunghi tempi di guarigione. Da un lato, infatti, quest'ultimo patisce le sofferenze dell'infortunio post-sinistro, dall'altro deve anche fronteggiare le spese necessarie per prendersi cura di se stesso e provvedere alla sua guarigione.

E se il sinistro magari impedisce al soggetto anche di lavorare, per ragioni fisiche, questo disagio aumenta visto che può mancare la fonte economica diretta di sostentamento.

A questo si sovrappone anche l'ansia e l'aspettativa di ricevere questa somma per affrontare con serenità le conseguenze del sinistro.

Tutte queste esigenze trovano concretezza nell'art. 147 del codice delle assicurazioni.

La ratio della norma

La ratio legis insita nell'art. 147 d.lgs. n. 209/2005, dunque, è quella di garantire, a chi non ha sufficienti mezzi economici per provvedere al proprio sostentamento, a causa del sinistro, di ottenere una parziale somma di denaro per evitare che il tempo per vedersi riconosciuta la ragione pregiudichi, in itinere, beni fondamentali dell'individuo (soprattutto quelli costituzionalmente garantiti come salute, dignità della persona, famiglia, lavoro).

Come definito in dottrina, il provvedimento in questione altro non è che “un rapido provvedimento anticipatorio, a cognizione sommaria, ai sensi del quale il danneggiato, o i suoi eredi, se sono in stato di bisogno, possono chiedere una provvisionale”.

Si delinea in tal senso la funzione anticipatoria di quei provvedimenti aventi il medesimo contenuto della sentenza definitiva, volti ad anticiparne gli effetti sotto profilo quantitativo, con la soddisfazione del diritto in via esecutiva, limitando in tal senso le difficoltà poste dalla lungaggine del processo ordinario.

La peculiare caratteristica di cui si compone la condanna provvisionale si differenzia dai provvedimenti cautelari che possono avere anche un contenuto differente rispetto all'eventuale sentenza e, dunque, non hanno funzione anticipatoria delle sorti della causa.

Aspetto comune, invece, è l'accezione negativa di questi provvedimenti rispetto a quelli cautelari, in quanto non richiedono per la loro pretesa il requisito del periculum in mora, ovvero dell'urgenza, dettato dalla esigenza di evitare pregiudizi irreparabili (salvo la provvisionale per stato di bisogno di cui all'art. 24 l. n. 990/69, successivamente 147 d.lgs. n. 209/2005).

Dunque, la ratio giustificatrice dell'esistenza di tale istituto non sottende alla necessità di un periculum in mora per la loro richiesta, bensì, fa espresso riferimento alla soddisfazione del diritto, seppur in parte, onde evitare che la sua soddisfazione possa protrarsi per un eccessivo lasso temporale.

Requisiti

Il presupposto fondamentale per ottenere la cd. provvisionale è che sussistano gravi elementi di responsabilità a carico del conducente, provati da un accertamento sommario.

Il soggetto danneggiato deve, poi, versare in condizioni di grave difficoltà economica. L'elemento delle gravi condizioni economiche serve, però solo a determinare l'entità della somma da liquidare in via provvisoria, senza che questo incida sulla possibilità di avere o meno l'acconto.

Non è quindi necessario lo stato di bisogno, mentre per quanto concerne il requisito della responsabilità a carico del conducente, come da giurisprudenza consolidata: “la provvisionale non può essere concessa quando, durante la causa, non è stato ancora aperto il dibattimento e ammesse le prove, posto che non si può ancora parlare, in tale fase, di gravi elementi di responsabilità a carico del conducente-imputato che potrebbero giustificare la concessione della chiesta provvisionale (Trib. Napoli, 6 marzo 2009).

È considerato requisito primario l'instaurazione di una pretesa risarcitoria mediante giudizio di primo grado onde dalle dichiarazioni delle parti danneggiate, emergano gravi elementi di responsabilità a carico del conducente.

Non incidono, bene ribadirlo, le condizioni economiche del soggetto danneggiato anzi, ancora a proposito dell'incidenza dello stile di vita sull'opportunità o meno di concedere tale provvisionale,: “la modifica di un precedente tenore di vita, pertanto, può tutt'al più rilevare nella fase di quantificazione del danno non patrimoniale ma non certo supportare una elargizione retta da motivi di solidarietà sociale” (Trib. Varese 28 ottobre 2011); o ancora “la l. n. 102 del 2006, art. 5 (che ha modificato l'art. 147 del d.lgs. n. 209 del 2005) in materia di risarcimento danni per morte o lesioni conseguenti ad incidenti stradali ha introdotto un'importante novità in tema di provvisionale che può essere ottenuta dall'avente diritto che non si trovi in stato di bisogno nella misura di una percentuale variabile fra il trenta e il cinquanta percento. Pertanto la condizione in cui versa il soggetto danneggiato non costituisce più l'indispensabile elemento per la concessione dell'acconto sul maggior danno, ma incide soltanto sull'entità della somma da liquidare in via provvisoria” (Trib. Benevento, 5 ottobre 2007).

Quanto ai requisiti soggettivi, non c'è più, dunque, necessità di dimostrare lo stato di bisogno: nell'ottica, infatti, di velocizzare le procedure liquidatorie, con l'art. 5 della d.lgs. n. 102/2006 il legislatore ha inteso integrare l'art. 147 cod. ass. ponendo a fondamento della richiesta, gli aventi gli aventi diritto che ne abbiano interesse (vale anche per gli eredi, qualora ci siano solo loro), ricordando che può essere anche riproposta in caso di diniego da parte del Giudice.

Entità della provvisionale nel caso di stato di bisogno

Il giudice civile o penale, sentite le parti, qualora da un sommario accertamento risultino gravi elementi di responsabilità a carico del conducente, con ordinanza immediatamente esecutiva (ed irrevocabile fino alla decisione del merito) provvede all'assegnazione della somma (provvisionale), nei limiti dei quattro quinti della presumibile entità del risarcimento che sarà liquidato con la sentenza.

L'art. 5 l. n. 102/2006 e lo “stato di bisogno”

Sebbene la giurisprudenza sembra dibattersi sul punto, e nonostante il d.lgs. n. 209 del 2005 (c.d. codice delle assicurazioni) abbia abrogato la l. n. 990 del 1969, “l'art. 5 l. n. 102 del 2006 (successiva al Codice predetto) - che, introducendo un ultimo comma all'art. 24 l. n. 990 (il cui contenuto è stato ripreso dall'art. 147 d.lgs. n. 209 del 2005), ha previsto la possibilità di concedere provvisionale anche agli aventi diritto non in stato di bisogno - si ritiene ancora applicabile grazie alla clausola contenuta nell'art. 354, comma 3, d.lgs. n. 209 del 2005 “ (Trib. Catania V, 6 ottobre 2014; Trib. Bari III, 22 agosto 2012; Trib. Ragusa, 27 luglio 2009).

Principio richiamato sia dall'art. 147 d.lgs. n. 209/05 quanto dall'art. 5 l. n. 102/2006, attiene, invece, alla pretesa in caso di stato di bisogno: invero qualora risulti mancante tale condizione, e in assenza di lapalissiani punti di responsabilità, la richiesta sarà avanzata sia nei confronti del conducente del veicolo trasportante che al veicolo antagonista, pena la vanificazione della tutela cautelare alle vittime nelle ipotesi di gravi elementi di responsabilità a carico del solo conducente da ultimo menzionato. (Trib. Ragusa, 27 luglio 2009).

Non a caso, anche nella giurisprudenza di legittimità, si afferma che: “non è abnorme il provvedimento di liquidazione di una provvisionale, anche in assenza dello stato di bisogno in capo agli aventi diritto, adottato dal giudice dell'udienza preliminare ai sensi dell'art. 147 d.lgs. 7 settembre 2005 n. 209, codice delle assicurazioni private, e dell'art. 5 l. 21 febbraio 2006 n. 102, recante disposizioni in materia di conseguenze derivanti da incidenti stradali (Cass. pen. IV, n. 8080/2007; cfr. Cass. pen. V, n. 29064/2012, per cui “Ai fini del riconoscimento della provvisionale di cui all'art. 539 c.p.p., non è richiesto il presupposto dello stato di bisogno della parte civile, essendo sufficiente l'accertamento di un danno nella misura corrispondente”).

Differenze tra art. 147 cod. ass. e art. 5 l. n. 102/2006

Dalla lettura comparata tra la disposizione introdotta con la legge del 21 febbraio 2006 n. 102 e l'art. 147 del codice delle assicurazioni emergono punti divergenti.

Intanto, l'elemento di principale differenziazione è dato dalla condizione richiesta dello stato di bisogno, prevista necessariamente dall'art. 147 del codice assicurazioni ed, invece, estranea alla previsione dell'art. 5 della menzionata l. n. 102/2006.

In secondo luogo è diversa la percentuale della somma assegnabile.

Nella legge del 2006 è prevista tra il 30 e il 50 % della presumibile entità del risarcimento, mentre nell'art 147 del codice delle assicurazioni nei limiti dei quattro quinti.

A quantificare, a titolo esemplificativo, con riferimento quale risarcimento massimo 100 con la l. n. 102/2006 si otterrebbe tra 30 e 50, mentre con il codice delle assicurazioni si potrebbe ottenere sino ad 80.

Quanto al discrimen temporale di applicazione della nuova formulazione dell'art. 147 cod. ass., “Poiché l'art. 5 l. n. 102 del 2006 è una norma di tipo processuale, in forza del noto principio tempus regit actum, la stessa va applicata a tutte le istanze di provvisionale formulate dopo il 1° aprile 2006 (data di entrata in vigore), anche se relative a giudizi precedentemente instaurati” (Trib. Mantova, 13 giugno 2006).

L'ordinanza del Giudice

Come confermato anche dalla giurisprudenza, l'ordinanza con cui il Giudice accorda la provvisionale ha determinate caratteristiche da cui derivano precise conseguenze.

Ai sensi dell'art. 24 della l. 24 dicembre 1969, n. 990 (ma l'affermazione è ben estensibile anche alla odierna disciplina), invero, la motivazione del giudice “difetta dei requisiti della decisorietà e della definitività, trattandosi di provvedimento dichiarato espressamente revocabile con la decisione del merito, tal che non è impugnabile con ricorso per cassazione a norma dell'art. 111 della Costituzione” (Cass. III, n. 13968/1991).

Orientamento per altro confermato anche da Cass. III, n. 8375/1993: “Non è ricorribile per cassazione ai sensi dell'art. 111 della Costituzione l'ordinanza con la quale il giudice istruttore ordina alla società di assicurazione, convenuta in giudizio ai sensi dell'art. 18, l. 24 dicembre 1969, n. 990, il deposito su libretto bancario intestato ai danneggiati del massimale di polizza, trattandosi di provvedimento non definitivo, in quanto oggetto di riesame nello stesso grado di giudizio, e revocabile da parte dello stesso giudice istruttore”.

L'ordinanza è modificabile nei successivi gradi di giudizio (Cass. n. 8614/1982) “Salvo ragioni contrarie che però devono essere, sia pure succintamente indicate, una rilevante riduzione in appello della misura dell'apporto causale del comportamento colposo dell'imputato, ritenuto in primo grado responsabile esclusivo del reato, comporta una riduzione della provvisionale, anche in considerazione del criterio di cui all'art. 24 l. 1969, n. 990, secondo il quale la provvisionale va assegnata nei limiti dei quattro quinti della presumibile entità del risarcimento finale. In ogni caso, in presenza di una richiesta al riguardo formulata, sia pure implicitamente, dall'imputato nei motivi d'appello, non può essere omessa ogni motivazione sul punto.”

La reclamabilità dell'ordinanza

Il provvedimento con cui si concede la provvisionale ai sensi dell'art. 147 cod. ass. (d.lgs. n. 209/2005), come già quello ex art. 24 della (abrogata) l. n. 990/1969, come anticipato non ha natura cautelare, trattandosi di una decisione anticipatoria di condanna, sicché avverso il medesimo non è pertanto esperibile reclamo ex art. 669-terdecies c.p.c. (Trib. Modena, 7 marzo 2007).

Nello stesso senso e in virtù del consolidato orientamento giurisprudenziale “la concessione della provvisionale non ha carattere cautelare, trattandosi di una decisione anticipatoria di condanna e pertanto non può essere oggetto di reclamo, ex art. 669 terdecies c.p.c. “ (Trib. Venezia, 28 marzo 2002).

Il presupposto del provvedimento di condanna in senso proprio dato dall'istituto di cui al 147 cod. ass., non richiede un mero fumus, bensì, un accertamento positivo del giudice di merito, circa il raggiungimento della prova in ordine all'ammontare del danno nei limiti corrispondenti al quantum della provvisionale stessa e l'apprezzamento del giudice, propriamente motivato, non è suscettibile di riesame in sede di legittimità, (cfr. Cass. I, n. 6532/2002; in senso conforme, Cass. n. 3800/1998; Cass. n. 927/1989; Cass. n. 2298/1977; Cass. n. 3044/1972; Cass. n. 3456/1968; Cass. n. 571/1966).

Sul punto con la novella introdotta dall'art. 5 della legge n. 102 del 2006, l'inammissibilità del reclamo, ex art. 669-terdecies c.p.c., viene nuovamente riaffermata.

Da ultimo la Cassazione con sentenza n. 25608/2015 precisato che “In materia di assicurazione della responsabilità civile, allorché l'assicuratore paghi il danneggiato in esecuzione della condanna alla corresponsione di una provvisionale, adottata in sede penale a carico dell'imputato nella qualità di legale rappresentante del soggetto assicurato, non sono ravvisabili gli estremi di un contratto di espromissione, difettando il requisito della spontaneità dell'assunzione del debito altrui mediante un'attività che sia del tutto svincolata dai rapporti esistenti fra terzo espromittente e soggetto obbligato”.

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