Atto di citazione per risarcimento danni con vettura con targa di prova

Maria Carolina De Falco

Inquadramento

La targa di prova è una targa che si usa sui veicoli circolanti su strada per esigenze connesse a prove tecniche, collaudi, prove sperimentali o costruttive, dimostrazioni, ragioni commerciali di vendita, allestimento concessionarie, trasferimenti da un rivenditore all'altro.

La circolazione del veicolo con targa di prova – anche nelle ipotesi in cui essa avvenga al di fuori dell'esercizio di prove tecniche o della dimostrazione della vendita – assoggetta il proprietario ( ma non il conducente) e la sua compagnia assicuratrice a risarcire il danno in caso di sinistro.

Forte di tale posizione, nel presente atto di citazione il danneggiato cita in giudizio la società titolare dell'autocarro che, durante un parcheggio, ha procurato danni alla carrozzeria del proprio veicolo in sosta, e la sua compagnia assicuratrice, nonostante il primo recasse una targa di prova.

Formula

TRIBUNALE DI .... [1]

ATTO DI CITAZIONE

Per il Sig. .... nato a .... il .... residente in .... alla via .... n. .... C.F. .... [2], elettivamente domiciliato in .... alla via .... n. .... [3] presso lo studio dell'Avv. .... C.F. .... [4] che lo rappresenta e difende in virtù di procura in calce del presente atto, il quale dichiara di voler ricevere le comunicazioni al n. di fax .... [5] o all'indirizzo di posta elettronica ....@.... [6] espongono quanto segue

FATTO [7]

1) In data ..../..../.... il Sig. .... si trovava in via .... in .... nei pressi dell'incrocio con la via .... a bordo del proprio veicolo tipo .... tg. .... in sosta sul lato destro della carreggiata, nelle apposite aree destinate a parcheggio.

2) In tali circostanze di tempo e di luogo veniva urtato nella parte anteriore del proprio veicolo dall'autocarro tipo .... con targa di prova .... guidato dal Sig. .... il quale effettuava una manovra di parcheggio in palese violazione delle comuni regole di diligenza imposte dal codice della strada.

3) Stante la suddetta dinamica del sinistro, peraltro risultante da rapporto della polizia stradale intervenuta sul luogo (doc. 1), appare inconfutabile la responsabilità esclusiva del convenuto nella causazione del sinistro, il quale ha violato l'art. 149, comma 1 Codice della strada, oltre che le regole dell'ordinaria prudenza.

4) In conseguenza di tale incidente, il veicolo di parte attrice subiva danni alla carrozzeria e alle parti meccaniche, come risulta dalla documentazione versata in atti (doc. 2), quantificati nella misura complessiva di Euro .....

5) Con lettera raccomandata a/r del ..../..../.... ricevuta il ..../..../.... (doc. 3) l'attore provvedeva a mettere in mora, ai sensi e per gli effetti dell' art. 145, d.lgs. n. 209/2005, la società .... quale titolare della targa di prova con la quale circolava l'autocarro al momento del sinistro, e la .... quale compagnia assicuratrice della stessa, la quale non si dichiarava disposta a risarcire all'istante.

6) Con lettera raccomandata a/r del ..../..../.... ricevuto il ..../..../.... (doc. 4), inoltre, l'attore provvedeva a invitare la società .... quale titolare della targa di prova con la quale circolava l'autocarro al momento del sinistro, e la .... quale compagnia assicuratrice della stessa, al procedimento di negoziazione assistita [8]; la richiesta, tuttavia, rimaneva inevasa.

DIRITTO

1) Sulla stipulazione di una polizza sulla targa di prova.

L'art. 1 della legge 24 dicembre 1969 n. 990 stabilisce, con una norma di carattere generale e senza eccezioni, l'obbligo dell'assicurazione per la responsabilità civile per i veicoli a motore in circolazione su strade di uso pubblico o su aree a queste equiparate.

L'art. 9 del regolamento di esecuzione della legge, approvato con D.P.R. 24 novembre 1970 n. 973, aggiunge che i veicoli circolanti a scopo di prova tecnica o di dimostrazione per la vendita debbono contenere, in sostituzione dei dati indicati nella lett. d, i dati della targa prova.

In base al combinato disposto delle due norme richiamate la giurisprudenza di legittimità ha stabilito anche i veicoli circolanti in prova sono soggetti all'obbligo assicurativo, che è adempiuto mediante la stipulazione di una polizza sulla targa di prova, la quale assicura qualsiasi veicolo in circolazione con quella targa (trasferibile, ai sensi dell'art. 66 comma quinto c.s., da veicolo a veicolo [9] [10].

Ne consegue che il giudizio deve intendersi correttamente instaurato nei confronti della società .... quale titolare della targa di prova con la quale circolava l'autocarro al momento del sinistro, nella qualità di soggetto assicurato, e nei confronti della compagnia assicuratrice .....

A nulla rileva la circostanza che il danno sia stato causato dal veicolo circolante con targa di prova ma per uno scopo diverso da quello della prova tecnica o della dimostrazione per la vendita [11].

Tanto premesso, l'attore, come rappresentato e difeso,

CITA

La società .... (C.F. ..../ P.I. ....) in persona del suo legale rapp.te p.t., con sede in .... via .... n. ...., nonchè la .... Ass.ni, (C.F. ..../ P.I. ....) in persona del suo legale rapp.te p.t., con sede in .... via .... n. ...., a comparire dinanzi al Tribunale di Civile di .... nella nota sede, Sez. e Giudice designandi, all'udienza che ivi sarà tenuta il giorno .... ore di rito, con l'invito a costituirsi, ai sensi e nelle forme stabilite dall'art. 166 c.p.c, nel termine di 20 giorni prima dell'udienza indicata nel presente atto oppure di quella fissata, ai sensi dell'art. 168 bis, ultimo comma, c.p.c. dal Giudice designato, con l'avvertimento che la costituzione oltre i suddetti termini implica le decadenze di cui all'art. 167 c.p.c. e 38 c.p.c. e, inoltre, con avviso che in caso di mancata costituzione si procederà in sua contumacia per ivi sentir accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

Voglia l'On.le Tribunale adito, respinta ogni contraria istanza:

Dichiarare la esclusiva responsabilità del Sig. .... nella causazione del sinistro per cui è causa e, per l'effetto, condannare la società .... quale titolare della targa di prova, e la .... Ass.ni, in solido tra loro, al risarcimento integrale dei danni subiti dal veicolo di parte attrice, complessivamente quantificato in Euro ...., oltre interessi legali e rivalutazione.

Con vittoria di spese, competenze ed onorari di giudizio.

In via istruttoria chiede:

A) ammettersi prova per testi sui fatti di causa con testi da indicarsi.

Ulteriori mezzi di prova riservati con salvezza dei termini e delle deduzioni di cui agli artt. 183 e 184 c.p.c. compresa la richiesta di documenti ex art. 210 c.p.c. ed informazioni ex art. 213 c.p.c.

Deposita:

1) rapporto della polizia stradale;

2) documentazione fotografica del veicolo;

3) raccomandata a/r del ..../..../.... di messa in mora;

4) raccomandata a/r del ..../..../.... di invito alla negoziazione assistita;

5) preventivo dei lavori di riparazione.

Ai sensi della Legge n. 488 del 23 dicembre 1999 e successive modifiche, dichiarano che il valore della presente domanda è di valore indeterminato.

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

PROCURA AD LITEM

Nella qualità, conferisco il potere di rappresentanza e difesa, in ogni fase, stato e grado del giudizio ed atti inerenti, conseguenti e successivi, ivi compresa l'eventuale fase esecutiva ed il giudizio di opposizione, all'Avv..... ivi compreso il potere di proporre domande riconvenzionali, chiedere provvedimenti cautelari, chiamare terzi in causa, farsi sostituire, transigere, conciliare, abbandonare il giudizio e rilasciare quietanze.

L'autorizzo, ai sensi dell'art. 13 d.l. n. 196/2003, ad utilizzare i dati personali per la difesa dei miei diritti e per il perseguimento delle finalità di cui al mandato, nonché a comunicare ai Colleghi i dati con l'obbligo di rispettare il segreto professionale e di diffonderli esclusivamente nei limiti strettamente pertinenti all'incarico conferitoLe.

Ratifico sin d'ora il Suo operato e quello di eventuali Suoi sostituti.

Eleggo domicilio presso il Suo studio in .... (indicare la città),via.... n.....

Dichiaro di essere stato informato ai sensi dell'art. 4, comma 3, del d.lgs. n. 28/2010 della possibilità di ricorrere al procedimento di mediazione ivi previsto e dei benefici fiscali di cui agli artt. 17 e 20 del medesimo decreto, come da specifico atto separato.

........

Luogo e data ....

Sig. ....

È autentica

Firma Avv. ....

[1] Il foro stabilito dall'art. 20 c.p.c., per le cause relative a diritti di obbligazione concorre con i fori generali di cui agli art. 18 e 19 c.p.c. e l'attore può liberamente scegliere di adire uno dei due fori generali, oppure il foro facoltativo dell'art. 20 c.p.c. La norma - infatti - stabilisce che per le cause relative a diritti di obbligazione (tra le quali rientrano anche le obbligazioni scaturenti da responsabilità extracontrattuale) è anche competente il giudice del luogo in cui è sorta o deve eseguirsi la obbligazione. In particolare, in tema di obbligazioni nascenti da fatto illecito, l'azione di risarcimento sorge nel luogo in cui l'agente ha posto in essere l'azione produttiva del danno (forum commissi delicti) e in relazione a tale luogo deve essere determinata la competenza territoriale ex art. 20 c.p.c. (Cass. II, n. 13223/2014).

[2] In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. 6 luglio 2011, n. 98, conv., con modif., dalla l. 15 luglio 2011, n. 111).

[3] L'elezione di domicilio nel Comune in cui ha sede il Tribunale adito è obbligatoria: essa individua il luogo legale ove effettuare le comunicazioni e notificazioni inerenti al processo: artt. 165 e 170 c.p.c.

[4] L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione sopra citata.

[5] L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione citata sub nota 2. Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, come modificato dalla disposizione testè ricordata, «Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ...ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale .... il contributo unificato è aumentato della metà».

[6] A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3 bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif., dalla l. n. 114/2014.

[7] L'esposizione dei fatti e degli elementi di diritto costituenti le ragione della domanda dell'attore rappresenta un elemento essenziale della citazione. L'indicazione della causa petendi, e cioè del titolo della domanda, è richiesto dall'art. 163 comma 3, n. 4 c.p.c. Tuttavia solo la mancanza dell'indicazione dei fatti posti a fondamento della domanda produce la nullità della citazione a norma dell'art. 164, comma 4, c.p.c.

[8] È obbligatorio il ricorso alla procedura di negoziazione assistita e costituisce condizione di procedibilità della domanda giudiziale) nelle ipotesi in cui la somma pretesa non superi l'importo di 50.000 euro (art. 3 d.l. n. 132/2014, conv. con modif. in l. n. 162/2014) e dovrà essere prodotta la relativa documentazione. Va, in proposito, ricordato che la negoziazione è prescritta, quando si intende proporre in giudizio una domanda di pagamento a qualsiasi titolo di somme non eccedenti 50.000 Euro, ad eccezione delle controversie assoggettate alla disciplina della c.d. mediazione obbligatoria (in altri termini, la procedura di negoziazione assistita non opera quando è prevista la mediazione obbligatoria). Ebbene, quest'ultima non è prescritta in subiecta materia, se si fa eccezione per il risarcimento del danno derivante da responsabilità medica. In ogni caso, la negoziazione non è condizione di procedibilità della domanda giudiziale (e, quindi, è sempre e solo volontaria) per le controversie concernenti obbligazioni contrattuali derivanti da contratti conclusi tra professionisti e consumatori (art. 3 legge n. 162/2014).

[9] Cfr. Cass. n. 2332/1992.

[10] Nella medesima pronuncia la Corte di Cassazione, con riguardo alla legittimazione passiva, ha stabilito che “Il guidatore del mezzo non è litisconsorte necessario nel giudizio promosso dal danneggiato in un sinistro dalla circolazione stradale del veicolo con targa prova contro l'assicuratore della targa, poiché in tal caso litisconsorte necessario, ai sensi dell'art. 23 della legge 24 dicembre 1969 n. 990, è, invece, il titolare della targa stessa, nella qualità di assicurato “ (Cass. n. 2332/1992).

[11] La giurisprudenza di legittimità, infatti, ha sostenuto che l'obbligo dell'assicuratore di risarcire il danno al terzo danneggiato non è escluso ove l'incidente, da cui sia derivato il danno, si sia verificato ad opera di veicoli circolante con targa di prova ma per uno scopo diverso da quello della prova tecnica (o della dimostrazione per la vendita), poiché tale irregolarità rileva soltanto nei rapporti tra assicuratoreed assicurato, non incide sull'esistenza del rapporto assicurativo, non costituisce una eccezione opponibile al terzo danneggiato, che agisca direttamente nei confronti dell'assicuratore, salva la rivalsa di quest'ultimo verso l'assicurato a norma dell'articolo 18, secondo comma, della legge n. 990 del 1969 (Cass. n. 2332/1992).

Commento

Premessa:

Col d.P.R. n. 474/2001, recante "Regolamento di semplificazione del procedimento di autorizzazione alla circolazione di prova dei veicoli", il legislatore ha inteso razionalizzare la disciplina riguardante rilascio, uso, revoca e rinnovo dell'autorizzazione alla circolazione di prova dei veicoli a motore.

La nuova normativa ha abrogato gran parte delle norme già esistenti, prevedendo ora un unico modello di targa di prova che può essere usata, indistintamente, per ciclomotori, motoveicoli, auto agricole o anche macchine operatrici oltre ovviamente ad autoveicoli e rimorchi.

Rilascio targa di prova

Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti tramite gli Uffici Provinciali della Motorizzazione è l'organo legittimato al rilascio dell'autorizzazione alla circolazione in prova, che ha durata limitata a soli 12 mesi.

Una volta che il veicolo è munito di targa di prova, debitamente autorizzata dal Ministero per tramite della Motorizzazione civile, può circolare su tutto il territorio italiano a qualsiasi ora e senza limitazione alcuna, a patto ovviamente che sia usato per gli scopi consentiti dalla legge.

Sul punto, infatti, deve essere evidenziato che “L’autorizzazione all’utilizzo della targa di prova non soltanto non contempla che il veicolo incontri impedimenti alla circolazione ordinaria ulteriori e alternativi alla mancata immatricolazione, ma la necessaria carenza di tale documentazione non può nemmeno essere elusa dall’assolvimento di esigenze connesse con prove tecniche svolte dagli esercenti di officine di riparazione. All’immatricolazione del veicolo, quindi, consegue sempre il divieto di circolare in prova e l’inoperatività del rapporto assicurativo instaurato dal titolare della targa prova, sicché gli eventuali danni cagionati dal mezzo in circolazione saranno indennizzati in virtù della polizza obbligatoria per la R.C.A. sottoscritta dal proprietario dello stesso” (cfr. Cass. Civ. sez. III, n.17665/20 ; nella stessa senza altra massima precisa che  “Un veicolo già targato, pur se circola per esigenze di prova, a scopo dimostrativo ovvero per collaudo, non può esibire la targa di prova, che deve essere applicata soltanto su mezzi privi di carta di circolazione. Infatti, se la targa di prova presuppone l'autorizzazione ministeriale, e se quest'ultima può essere concessa solamente per veicoli privi di carta di circolazione, consegue che la collocazione della targa di prova su mezzi già targati risulta una prassi che non trova riscontro nella disciplina di settore. Ulteriormente discende che, dei danni derivanti dalla circolazione di un mezzo di trasporto già targato, il quale circola con targa di prova, risponde l'assicuratore del veicolo e non l'assicuratore della targa di prova”).

Condizione necessaria è che la targa, così come rilasciata, sia tenuta a bordo del veicolo stesso e tra i passeggeri deve esserci anche il titolare dell'autorizzazione o suo delegato. La targa di prova può, inoltre, trasferirsi da veicolo a veicolo con la relativa autorizzazione, a patto che il nuovo veicolo mostri la targa posteriormente durante la circolazione e sia coperto da polizza assicurativa di responsabilità civile.

Anche la targa di prova deve essere coperta da assicurazione per la responsabilità civile verso terzi, così come deve essere in regola con la tassa di circolazione.

Esclusioni:

L'obbligo di munire i veicoli su strada di targhe di prova trova alcune limitazioni, per soggetti autorizzati alla circolazione in prova ai sensi dell'art.1 del d.P.R. 474/2001 ma non tenuti a mostrare la targa di prova, ovvero:

a) le fabbriche costruttrici di veicoli a motore e di rimorchi, i loro rappresentanti, concessionari, commissionari e agenti di vendita, i commercianti autorizzati di tali veicoli, ivi comprese le aziende che esercitano attività di trasferimento su strada di veicoli non ancora immatricolati da o verso aree di stoccaggio e per tragitti non superiori a 100 chilometri, nonché gli istituti universitari e gli enti pubblici e privati di ricerca che conducono sperimentazioni sui veicoli;

b) le fabbriche costruttrici di carrozzerie e pneumatici;

c) le fabbriche costruttrici di sistemi o dispositivi di equipaggiamento di veicoli a motore e di rimorchi, qualora l'applicazione di tali sistemi o dispositivi costituisca motivo di aggiornamento della carta di circolazione ai sensi dell'art. 236 d.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495, e successive modificazioni, i loro rappresentanti, concessionari, commissionari e agenti di vendita, i commercianti autorizzati di veicoli allestiti con tali sistemi o dispositivi di equipaggiamento;

d) gli esercenti di officine di riparazione e di trasformazione, anche per proprio conto.

Sanzioni pecuniarie per circolazione con uso non corretto.

Sono previste sanzioni da Codice della Strada per utilizzo non corretto della targa prova: a) l'art. 98 d.lgs. n. 285/1992 C.d.S. prevede sanzioni pecuniarie da 85 euro a 338 euro per veicoli in circolazione di prova adibiti ad uso diverso, veicolo in circolazione di prova sul quale non sia presente il titolare dell'autorizzazione o un suo dipendente munito di apposita delega;

b) L'art. 100 C.d.S. prevede sanzioni pecuniarie da 25 euro a 100 Euro per omessa applicazione della targa prova durante la circolazione.

L'autorizzazione alla targa di prova

La Corte di Cassazione si è pronunciata più volte in merito ad autorizzazione ed “esposizione” della targa di prova durante la circolazione; con la sentenza della Cass. II n. 19432/2010, si è stabilito che “l'art. 1 del d.P.R. 24 novembre 2001 n. 474 prescrive, al quarto comma, che l'autorizzazione alla circolazione di prova è utilizzabile per la circolazione di un solo veicolo per volta ed è tenuta a bordo dello stesso. Sul veicolo è presente il titolare dell'autorizzazione medesima o un suo dipendente munito di apposita delega ovvero un soggetto in rapporto di collaborazione funzionale con il titolare dell'autorizzazione, purché tale rapporto sia attestato da idonea documentazione e il collaboratore sia munito di delega, mentre il successivo art. 2 prescrive, al primo comma, che il veicolo che circola su strada per le esigenze di cui al comma 1 dell'art. 1 espone posteriormente una targa, trasferibile da veicolo a veicolo insieme con la relativa autorizzazione, recante una sequenza di caratteri alfanumerici corrispondente al numero dell'autorizzazione medesima. In caso di omissione, si applicano le sanzioni previste dall'articolo 100, comma 13, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285

Dal disposto normativo unito alla pronuncia dei giudici di legittimità emerge che sia l'autorizzazione che la targa ad essa relativa devono trovarsi a bordo del veicolo (e la seconda deve anche essere esposta) ed altrettanto chiara ne è la ratio che – con il prescrivere la limitazione della circolazione ad un solo veicolo, cui in corso di essa riferire l'autorizzazione, così impedendo che in base alia medesima autorizzazione circolino contemporaneamente più veicoli – intende non solo regolare il regime dell'autorizzazione ma, soprattutto, questo coordinare con quello dell'assicurazione obbligatoria.

Poiché, infatti, tale assicurazione è stipulata in correlazione con la singola autorizzazione alla circolazione in prova e con la relativa targa-prova, solo la presenza dell'una e dell'altra a bordo garantiscono la copertura assicurativa del veicolo durante l'uso, in quanto tale presenza esclude che, in virtù della medesima autorizzazione e della medesima assicurazione, che coprono l'utilizzazione di un solo veicolo per volta, possa contemporaneamente circolare altro veicolo.

Uso delle targhe di prova

Il veicolo in circolazione di prova, rispettando limitazioni e obblighi contenuti nella predetta autorizzazione, non ha vincolo alcuno su tutto il territorio nazionale e, a condizione di reciprocità, anche al di fuori di esso in Paesi con eguali normative. Condizione sempre necessaria è che sul veicolo sia presente il titolare dell'autorizzazione o un suo dipendente munito di apposita delega, e che la circolazione avvenga in condizioni tali che siano comunque e costantemente riferibili alle attività del titolare dell'autorizzazione. La persona delegata non può però essere un individuo qualsiasi ma deve essere una persona legata al titolare dell'autorizzazione alla circolazione di prova da un rapporto di collaborazione funzionale e tale rapporto deve essere documentabile e dimostrabile attraverso l'esibizione di idonea documentazione.

La delega può essere utilizzata senza limitazioni temporali e di percorso, a patto che sia nominativa.

Riguardo l'eventuale uso diverso del veicolo in circolazione di prova, deve individuarsi una fattispecie oggettiva dalla quale si desuma che l'attualità della circolazione non sia da porre in relazione all'attività esercitata dal titolare dell'autorizzazione stessa.

Tra le situazioni concernenti l'uso diverso del veicolo adibito a circolazione di prova possiamo riscontrare talvolta fattispecie riconducibili ad attività commerciali quali:

a) trasporto di cose in conto terzi;

b) trasporto di cose in conto proprio;

c) trasporto di persone in servizio di noleggio con conducente;

d) trasporto di persone in servizio pubblico.

È bene evidenziare per altro, che sussistono condizioni di deroga per le quali, in particolari situazioni, sempre specificate nella relativa autorizzazione che accompagna la targa di prova, è concesso al titolare o suo delegato di condurre veicoli sui quali in luogo della zavorra è possibile trasportare un carico utile, ovvero allorquando il costruttore, munito di speciale autorizzazione, subordinata ad un contratto di gratuita utilizzazione, ceda il veicolo per prove d'uso ad un autotrasportatore abilitato. Ogni qualvolta un veicolo circoli in condizioni definite di prova, deve recare sempre nella parte posteriore la targa che obbligatoriamente deve essere accompagnata dall'autorizzazione.

Il Tribunale di Vicenza con pronuncia del 22 febbraio 2016, con orientamento comunque minoritario, ha affermato che “l'apposizione della targa prova sui veicoli già targati è contra legem. Dunque il veicolo già targato, anche se circola per esigenze di prova, a scopo dimostrativo o per collaudo, non può esibire la targa di prova”, ma questa tesi è stata poco tempo dopo smentita dalla stessa Cass. 10 marzo 2016, n. 4728, ha affermato che “l'assicurazione per la responsabilità civile derivante da veicolo usato (e come tale immatricolato N.d.R.) posto in circolazione ai fini della vendita, per la dimostrazione, il collaudo o la prova, stipulata dall'assicuratore con il commerciante ai sensi dell'art. 17 d.P.R. 24 novembre 1970, n. 973, si riferisce esclusivamente al rischio collegato alla circolazione per la prova, la dimostrazione o il collaudo e cessa, quindi, anche prima del termine di durata del contratto, con la vendita del veicolo, che, importando con l'accertamento dell'idoneità del veicolo la fine del periodo di prova, comporta il venire meno della operatività della relativa garanzia”.

Va, dunque,esclusoun concorso di copertura nell'ipotesi di sinistro coinvolgente un veicolo coperto da normale copertura RCA cui, nel frangente del sinistro, sia stata sovrapposta la copertura RCA della targa prova.

Sebbene coesistenti, le due assicurazioni sono del tutto distinte tra loro sul piano oggettivo e soggettivo.

L'assicurazione della targa di prova, tuttavia, avendo carattere speciale prevale e sostituisce quella ordinaria, quindi a rispondere dei danni cagionati a terzi durante un sinistro sarà la Compagnia della targa di prova

L'azione di risarcimento nel caso di sinistro con coinvolgimento targa di prova

In caso di veicolo con targa prova, la legittimazione attiva all'azione risarcitoriaspetta al possessore, titolare della stessa targa prova, il quale è anche tenuto a dimostrare che la circolazione del medesimo veicolo avveniva per prova tecnica o a scopo di vendita, mentre è preclusa all'effettivo proprietario del veicolo, titolare della normale targa, poiché l'azione diretta, di cui alla disciplina del citato d.lgs. 209/2005, non può essere proposta nei confronti del proprio assicuratore, ma nei soli confronti dell'assicuratore del titolare della targa prova. In altri termini, i veicoli che circolano, a scopo di prova tecnica o di dimostrazione per la vendita, con targa prova, sono anch'essi soggetti all'obbligo assicurativo r.c.a., che è adempiuto mediante la stipulazione di una polizza sulla targa prova, la quale assicura qualsiasi veicolo in circolazione con quella targa (trasferibile, ai sensi dell'art. 66, comma 5, C.d.S., da veicolo a veicolo). Pertanto, nel caso, che si verifichi un sinistro nel quale resti coinvolto un veicolo circolante con targa prova, come si è detto sopra, l'azione risarcitoria non può essere proposta dal proprietario del veicolo (corrispondente alla normale targa) ma dal titolare della targa di prova, quale possessore del veicolo, che, a sua volta, nel rapporto sottostante, risponde anche nei confronti dell'effettivo proprietario del veicolo danneggiato”.( Giudice di Pace di Caserta 6 ottobre 2008).

Più precisamente, a dimostrazione della peculiarità della fattispecie è stato sancito che “Nel giudizio promosso dal danneggiato contro l'assicuratore della targa prova, è litisconsorte necessario, ai sensi dell'art. 144 d.lgs. n. 209/2005 (ovvero dell'art. 23 l. n. 990/1969), il titolare dell'autorizzazione a circolare con quest'ultima e non il proprietario del veicolo” (Cass. III  n.13379/2018).

Il principio è stato affermato dalla giurisprudenza di legittimità che si sono pronunciati a riguardo con la sentenza Cass. III, n. 8009/2004 (con richiamo espresso in motivazione a Cass. III, n. 2332/1992), affermando che “ in base al combinato disposto dell'art. 1 l. 24 dicembre 1969 n. 990 (il quale stabilisce, con una norma di carattere generale e senza eccezioni, l'obbligo dell'assicurazione per la responsabilità civile per i veicoli a motore guida di rotai in circolazione su strade di uso pubblico o su aree a queste equiparate) e dell'art. 9 del regolamento di esecuzione alla legge stesa approvato con d.P.R. 24 novembre 1970 n. 973 (il quale prevede che i veicoli circolanti a scopo di prova tecnica o di dimostrazione per la vendita debbono contenere, in sostituzione dei dati indicati nella lett. d, i dati della targa prova), anche i veicoli circolanti in prova sono soggetti all'obbligo assicurativo, che è adempiuto mediante la stipulazione di una polizza sulla targa prova, la quale assicura qualsiasi veicolo in circolazione con quella targa (trasferibile, ai sensi dell'art. 66 comma quinto c.s., da veicolo a veicolo), senza che resti escluso l'obbligo dell'assicuratore di risarcire il danno al terzo danneggiato, ove l'incidente, da cui sia derivato il danno, si sia verificato ad opera di veicoli circolante con targa di prova ma per uno scopo diverso da quello della prova tecnica (o della dimostrazione per la vendita), poiché tale irregolarità rileva soltanto nei rapporti tra assicuratore ed assicurato; non incide sull'esistenza del rapporto assicurativo; non costituisce una eccezione opponibile al terzo danneggiato, che agisca direttamente nei confronti dell'assicuratore, salva la rivalsa di quest'ultimo verso l'assicurato a norma dell'articolo 18, secondo comma, della legge n. 990 del 1969”.

Limiti temporali all'operatività della targa di prova. Altre eccezioni.

La Corte di Cassazione ha più volte specificato che l'assicurazione per la responsabilità civile derivante da veicolo usato posto in circolazione, ai fini della vendita, per la dimostrazione, il collaudo o la prova, stipulata dall'assicuratore con il commerciante ai sensi dell'art. 17 del d.P.R. 1970, n. 973/1970, si riferisce esclusivamente al rischio collegato alla circolazione per la prova, la dimostrazione o il collaudo e cessa, quindi, anche prima del termine di durata del contratto, con la vendita del veicolo, che, importando con l'accertamento dell'idoneità del veicolo la fine del periodo di prova, comporta il venir meno della operatività della relativa garanzia( Cass. n. 12644/1991).

In questi termini si deve opinare nel senso che, qualora sia sopravvenuta l'inefficacia della targa di prova, pur il correlato certificato di assicurazione devesi considerare privo di effetti.

In più “la circolazione con targa di prova, disciplinata dal d.P.R. 24 novembre 2001, n. 474, non può avvenire in deroga al disposto dell'art. 80, comma 14, c.d.s. che vieta la circolazione con veicoli che non siano stati presentati alla prescritta revisione” (Cass. n. 16310/2016).

In definitiva, “In tema di circolazione stradale, la configurabilità della cd. "circolazione in prova" resta esclusa, sotto il vigore dell'attuale c. strad. (non diversamente che sotto il vigore del cod. strada abrogato), soltanto qualora risultino contemporaneamente inosservati tutti e tre i requisiti richiesti dall'art. 98 (art. 63 e 66 abrogati), e, cioè, quando manchino sia lo scopo di prova tecnica o di vendita, sia la presenza del titolare della relativa autorizzazione (o di un suo dipendente), sia, infine, la provvista della "targa prova" della vettura, pur se (come nella specie) non apposta materialmente a quest'ultima” (Cass. III, n. 11962/1999).

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