Atto di citazione per risarcimento danni per sinistro occorso a cittadino italiano su suolo stranieroInquadramentoLa disciplina in materia di regolamentazione e risarcimento dei danni derivanti da sinistri stradali avvenuti all'estero con coinvolgimento di cittadini italiani trova la sua fonte normativa nell'art. 151 e ss del Codice delle Assicurazioni (d.lgs. n. 209/2005). L'obiettivo dei legislatori nazionale ed europeo è stato quello di agevolare il risarcimento senza rallentare la procedura di ottenimento. Per quanto attiene il diritto comunitario, sulla scorta del principio della libera concorrenza, viene garantito alle imprese assicurative estere la possibilità di operare nel territorio nazionale. Dunque, nelle ipotesi in cui il cittadino italiano sia rimasto coinvolto in un sinistro all'estero, potrà esercitare la sua azione di risarcimento del danno in Italia, dinanzi al Giudice del luogo dove la società assicurativa estera, ha una sua filiale. L'azione espletata trova il suo fondamento nell'art. 18 del Regolamento CE 864/2007 e dell'art. 62 l. n. 218/1995. Nel caso in cui l'impresa estera operi secondo una libera prestazione di servizi, il danneggiato potrà avanzare la sua richiesta di risarcimento nei confronti del mandatario addetto alla liquidazione dei sinistri; in assenza, però, di un criterio di collegamento di cui all'art. 3 della l. n. 218/1995, potrà domandare il risarcimento al mandatario per la liquidazione dei sinistri ma, non potrà esperire azione di risarcimento nel territorio italiano. Nel presente atto un cittadino italiano, coinvolto in un sinistro mentre era all'estero ( investimento da parte di un veicolo straniero, mentre procedeva in sella ad una bicicletta), cita dinanzi al Giudice Italiano ( individuato secondo le regole dell'ordinaria competenza) la società mandataria della gestione del sinistro della compagnia assicuratrice del veicolo investitore straniero per ottenere il risarcimento dei danni. L'atto si sofferma, in particolare, sulla legittimazione passiva di tale compagnia italiana, nella sua qualità di mandataria anche processuale della lite, e sul fondamento normativo interno e comunitario di tale facoltà prevista dal Codice delle Assicurazioni agli artt. 151 e ss. d.lgs. n. 209/2005. FormulaTRIBUNALE CIVILE DI .... [1] ATTO DI CITAZIONE Per il Sig. ...., nato a .... il ...., residente in .... alla via .... n. .... [2], C.F. ...., elettivamente domiciliato in .... alla via .... n. .... presso lo studio dell'Avv. .... [3], C.F. .... [4] che lo rappresenta e difende in virtù di procura in calce del presente atto, il quale dichiara di voler ricevere le comunicazioni al n. di fax .... [5] o all'indirizzo di posta elettronica ....@ .... [6] espongono quanto segue FATTO [7] 1) In data ..../..../.... il Sig. .... si trovava nella nota località estera ...., in Via ...., in ...., nei pressi dell'incrocio con la Via ...., a bordo della propria bicicletta. 2) In tali circostanze di tempo e di luogo veniva urtato nella parte posteriore della propria bicicletta dal veicolo tipo .... tg. ...., assicurato con la .... Spa e condotto dal Sig. ...., residente in ...., il quale, violando le più comuni regole di diligenza imposte dal codice della strada, lo investiva. 3) In conseguenza di tale incidente, il Sig. .... rovinava al suolo e veniva prontamente portato al pronto soccorso, dove gli veniva diagnosticato ...., come da documentazione medica versata in atti (doc. 1); 4) Con lettera raccomandata a/r del ..../..../.... ricevuta il ..../..../.... (doc. 2) l'attore provvedeva a mettere in mora, ai sensi e per gli effetti dell'art. 145 d.lgs. n. 209/2005, il Sig. .... e la società ...., quale “mandatario per la liquidazione dei sinistri” nominato per l'Italia dalla ...., ai sensi dell'art. 153 d.lgs. n. 209/2005 (codice delle assicurazioni), la quale non si dichiarava disposta a risarcire all'istante. 5) Con lettera raccomandata a/r del ..../..../.... ricevuto il ..../..../.... (doc. 3), inoltre, l'attore provvedeva a invitare il Sig. .... e la società ...., quale “mandatario per la liquidazione dei sinistri” nominato per l'Italia dalla ...., ai sensi dell'art. 153 d.lgs. n. 209 del 2005 (codice delle assicurazioni), al procedimento di negoziazione assistita [8]; la richiesta, tuttavia, rimaneva inevasa. DIRITTO 1) Sulla legittimazione passiva del rappresentante ex lege dell'assicuratore del responsabile La giurisprudenza di legittimità ha riconosciuto che il mandatario per la liquidazione dei sinistri di cui all'art. 152 cod. ass. è un mandatario con rappresentanza ex lege dell'assicuratore del responsabile. Egli, di conseguenza, può agire ed essere convenuto in giudizio in nome e per conto del mandante, nel rispetto delle regole sulla giurisdizione e sulla competenza, per ottenere una sentenza eseguibile nei confronti del mandante [9]. Tale conclusione è stata ritenuta coerente sia con la normativa nazionale che con la normativa sovranazionale. E invero, la figura del “mandatario per la liquidazione dei sinistri” è stata introdotta nel nostro ordinamento dal d.lgs. n. 190/2003 in attuazione della Direttiva 2000/26/ CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 maggio 2000 (cd. quarta direttiva assicurazione autoveicoli). Tali previsioni sono poi confluite negli artt. 151 e ss. del codice delle assicurazioni. Ai sensi dell'art. 130, comma 2, cod. ass., il mandatario deve essere obbligatoriamente nominato da qualsiasi impresa intenda esercitare l'attività assicurativa nel ramo della responsabilità civile autoveicoli, anche se soltanto al di fuori dell'Italia. Ai sensi dell'art. 152, comma 3, cod. ass., egli opera per conto dell'impresa mandante. I suoi compiti consistono nell'acquisire informazioni e adottare tutte le misure necessarie per liquidare i danni causati da sinistri stradali provocati da veicoli assicurati dall'impresa mandante, immatricolati nell'Unione Europea, ma avvenuti in Paesi diversi dall'Italia ed in danno di persone residenti in Italia. Ai sensi dell'art. 153 cod. ass. la vittima ha il diritto di chiedere il risarcimento del danno al mandatario, il quale ha l'obbligo di formulare un'offerta o motivare per iscritto il proprio rifiuto, entro tre mesi dalla ricezione della richiesta. La disciplina è completata dall'art. 153, comma 2, cod. ass., dall'attribuzione alla vittima di un sinistro avvenuto all'estero della facoltà di richiedere il risarcimento direttamente all'assicuratore straniero del responsabile, ovvero all'organismo di indennizzo italiano di cui all'art. 298 cod. ass. Facendo applicazione del principio ubi ius ibi remedium, se l'art. 153, comma 1, cod. ass. attribuisce alla vittima del sinistro avvenuto all'estero il diritto di richiedere il risarcimento del danno al mandatario designato nel territorio della Repubblica, tale attribuzione di un diritto sostanziale necessariamente implica il potere di agire in giudizio a tutela di quel diritto. Essendo il mandatario un rappresentante ex lege dell'impresa mandante, lo stesso deve necessariamente avere anche il potere rappresentativo processuale attivo e passivo e, quindi, può agire ed essere convenuto in giudizio, in nome e per conto del mandante, per l'adempimento delle obbligazioni inerenti l'oggetto del mandato. Tale ricostruzione della disciplina nazionale è coerente anche con l'interpretazione letterale delle norme comunitarie le quali hanno chiaramente concepito il mandatario come rappresentante sostanziale dell'assicuratore del responsabile, come dimostra l'art. 4, comma 5, della Direttiva 2000/26/CE. Diversamente opinando, sarebbe violato altresì il principio dell'effetto utile della norma comunitaria, che impone che alla normativa comunitaria sia data un'interpretazione idonea a consentire il perseguimento degli obiettivi sottesi alla stessa. Gli obiettivi della Direttiva 2009/103/CE furono indiscutibilmente quelli di rafforzare la tutela della vittima di sinistri stradali avvenuti all'estero e agevolare la liquidazione dei danni da essa patiti. Posto tale obiettivo previsto e voluto dalla Direttiva, l'esclusione della possibilità per la vittima di convenire in giudizio il mandatario in nome e per conto dell'impresa mandante frustrerebbe gli intenti del legislatore comunitario. Ne consegue che l'unica interpretazione possibile degli artt. 151 e ss. cod. ass. consiste nel ritenere che la vittima di un sinistro transfrontaliero, per ottenere il risarcimento del danno, possa convenire in giudizio il Mandatario in nome e per conto dell'impresa mandante. Inoltre, poiché l'assicuratore straniero del responsabile d'un sinistro stradale può essere convenuto in giudizio dinanzi al giudice italiano dalla vittima residente in Italia, ai sensi del combinato disposto degli artt. 9 e 11 Reg. 44/2001, anche il Mandatario può essere convenuto, nella suddetta qualità di rappresentante, dinanzi al giudice italiano. Nel caso di specie il giudizio risulta, quindi, correttamente instaurato nei confronti del Sig. .... e della società ...., quale “mandatario per la liquidazione dei sinistri” nominato per l'Italia dalla ...., ai sensi dell'art. 153 d.lgs. n. 209/2005 (codice delle assicurazioni). Nel merito, l'esclusiva responsabilità nella causazione dell'incidente in capo al Sig. .... risulta evidente dalla condotta assolutamente in contrasto con le comuni regole di prudenza dettate dal codice della strada. Tanto premesso, l'attore, come rappresentato e difeso, CITA Il Sig. ...., (C.F. ....), residente in ...., Via ...., n. ...., nonché la Società ...., (C.F. ..../ P.I. ....) in persona del suo legale rapp.te p.t., con sede in ...., Via ...., n. ...., quale “mandatario per la liquidazione dei sinistri” nominato per l'Italia dalla ...., ai sensi dell'art. 153 d.lgs. n. 209/2005 (codice delle assicurazioni), a comparire dinanzi al Tribunale di Civile di ...., nella nota sede, Sez. e Giudice designandi, all'udienza che ivi sarà tenuta il giorno ...., ore di rito, con l'invito a costituirsi, ai sensi e nelle forme stabilite dall'art. 166 c.p.c., nel termine di 20 giorni prima dell'udienza indicata nel presente atto oppure di quella fissata, ai sensi dell'art. 168-bis, ultimo comma, c.p.c. dal Giudice designato, con l'avvertimento che la costituzione oltre i suddetti termini implica le decadenze di cui all'art.167 c.p.c. e, inoltre, con avviso che in caso di mancata costituzione si procederà in sua contumacia per ivi sentir accogliere le seguenti CONCLUSIONI Voglia l'On.le Tribunale adito, respinta ogni contraria istanza: Dichiarare la esclusiva responsabilità del Sig. .... nella causazione del sinistro per cui è causa e, per l'effetto, condannare il Sig. .... e la società ...., quale “mandatario per la liquidazione dei sinistri” nominato per l'Italia dalla ...., ai sensi dell'art. 153 d.lgs. n. 209 del 2005 (codice delle assicurazioni), in solido tra loro, al risarcimento integrale dei danni subiti da parte attrice, complessivamente quantificati in Euro ....,...., oltre interessi legali e rivalutazione. Con vittoria di spese, competenze ed onorari di giudizio. In via istruttoria chiede: A) ammettersi prova per testi sui fatti di causa con testi da indicarsi. Ulteriori mezzi di prova riservati con salvezza dei termini e delle deduzioni di cui agli artt. 183 e 184 c.p.c. compresa la richiesta di documenti ex art. 210 c.p.c. ed informazioni ex art. 213 c.p.c. Deposita: 1) documentazione medica; 2) raccomandata a/r del ..../..../.... di messa in mora; 3) raccomandata a/r del ..../..../.... di invito alla negoziazione assistita. Ai sensi della l. n. 488/1999 e successive modifiche, dichiarano che il valore della presente domanda è di valore indeterminato. Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA AD LITEM Nella qualità, conferisco il potere di rappresentanza e difesa, in ogni fase, stato e grado del giudizio ed atti inerenti, conseguenti e successivi, ivi compresa l'eventuale fase esecutiva ed il giudizio di opposizione, all'Avv. ...., ivi compreso il potere di proporre domande riconvenzionali, chiedere provvedimenti cautelari, chiamare terzi in causa, farsi sostituire, transigere, conciliare, abbandonare il giudizio e rilasciare quietanze. L'autorizzo, ai sensi dell'art. 13 d.l. n. 196/2003, ad utilizzare i dati personali per la difesa dei miei diritti e per il perseguimento delle finalità di cui al mandato, nonché a comunicare ai Colleghi i dati con l'obbligo di rispettare il segreto professionale e di diffonderli esclusivamente nei limiti strettamente pertinenti all'incarico conferitoLe. Ratifico sin d'ora il Suo operato e quello di eventuali Suoi sostituti. Eleggo domicilio presso il Suo studio in ....(indicare la città), via .... n. .... Dichiaro di essere stato informato ai sensi dell'art. 4, comma 3, del d.lgs. n. 28/2010 della possibilità di ricorrere al procedimento di mediazione ivi previsto e dei benefici fiscali di cui agli artt. 17 e 20 del medesimo decreto, come da specifico atto separato. Luogo e data .... Sig. .... È autentica Firma Avv. .... [1] Il foro stabilito dall'art. 20 c.p.c., per le cause relative a diritti di obbligazione concorre con i fori generali di cui agli artt. 18 e 19 c.p.c. e l'attore può liberamente scegliere di adire uno dei due fori generali, oppure il foro facoltativo dell'art. 20 c.p.c. La norma - infatti - stabilisce che per le cause relative a diritti di obbligazione (tra le quali rientrano anche le obbligazioni scaturenti da responsabilità extracontrattuale) è anche competente il giudice del luogo in cui è sorta o deve eseguirsi la obbligazione. In particolare, in tema di obbligazioni nascenti da fatto illecito, l'azione di risarcimento sorge nel luogo in cui l'agente ha posto in essere l'azione produttiva del danno (forum commissi delicti) e in relazione a tale luogo deve essere determinata la competenza territoriale ex art. 20 c.p.c. (Cass. II, n. 13223/2014). [2] In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., dalla l. n. 111/2011). [3] L'elezione di domicilio nel Comune in cui ha sede il Tribunale adito è obbligatoria: essa individua il luogo legale ove effettuare le comunicazioni e notificazioni inerenti al processo: artt. 165 e 170 c.p.c. [4] L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione sopra citata. [5] L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione citata sub nota 2. Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, come modificato dalla disposizione testè ricordata, «Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ...ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale .... il contributo unificato è aumentato della metà». [6] A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif., dalla l. n. 114/2014 [7] L'esposizione dei fatti e degli elementi di diritto costituenti le ragione della domanda dell'attore rappresenta un elemento essenziale della citazione. L'indicazione della causa petendi, e cioè del titolo della domanda, è richiesto dall'art. 163 comma 3, n. 4 c.p.c. Tuttavia solo la mancanza dell'indicazione dei fatti posti a fondamento della domanda produce la nullità della citazione a norma dell'art. 164, comma 4, c.p.c. [8] È obbligatorio il ricorso alla procedura di negoziazione assistita e costituisce condizione di procedibilità della domanda giudiziale) nelle ipotesi in cui la somma pretesa non superi l'importo di 50.000 euro (art. 3 d.l. n. 132/2014, conv. con modif. in l. n. 162/2014) e dovrà essere prodotta la relativa documentazione. Va, in proposito, ricordato che la negoziazione è prescritta, quando si intende proporre in giudizio una domanda di pagamento a qualsiasi titolo di somme non eccedenti 50.000 euro, ad eccezione delle controversie assoggettate alla disciplina della c.d. mediazione obbligatoria (in altri termini, la procedura di negoziazione assistita non opera quando è prevista la mediazione obbligatoria). Ebbene, quest'ultima non è prescritta in subiecta materia, se si fa eccezione per il risarcimento del danno derivante da responsabilità medica. In ogni caso, la negoziazione non è condizione di procedibilità della domanda giudiziale (e, quindi, è sempre e solo volontaria) per le controversie concernenti obbligazioni contrattuali derivanti da contratti conclusi tra professionisti e consumatori (art. 3 l. n. 162/2014). [9] Cfr. Cass. III, n. 10124/2015. CommentoÈ evidente come i commi 1 e 4 dell'art. 151 cod. ass. delimitino in modo analitico l'ambito applicativo della normativa, circoscrivendolo alle ipotesi di danni a persone o cose che derivino da sinistri avvenuti in Stati terzi (i cui uffici nazionali abbiano aderito al sistema della “Carta Verde”) o da incidenti provocati da veicoli di Stati terzi ammessi a circolare nel territorio italiano e assicurati secondo modalità e forme dell'art. 125 del Codice della Strada (gradualità ed equivalenza patente di guida). Il concetto di stabilimento attuale Per stabilimento attuale si “intende alternativamente il territorio dello Stato in cui il veicolo è immatricolato e, dove l'immatricolazione non sia prevista ma il veicolo abbia targa o altro segno distintivo, o lo Stato che ha rilasciato la targa stessa o altro segno distintivo. Infine, nel caso in cui un veicolo, soggetto all'obbligo di immatricolazione, sia sprovvisto di targa o porti un numero di targa che non corrisponde a quello del veicolo che ha cagionato il sinistro, si considera il territorio dello Stato dove si è verificato il sinistro” (Dir. 2009/103/CE). Disciplina Sebbene vi sia una particolare previsione normativa in ordine alla responsabilità civile dei singoli Stati, a regolare il risarcimento per un sinistro avvenuto all'estero e causato da veicolo italiano assicurato, è la legge del luogo in cui si è verificato il sinistro. In particolare, è stato di recente puntualizzato dalla Corte di Giustizia che “L'art. 27 regolamento (CE) n. 864/2007 dev'essere interpretato nel senso che l'art. 28 Direttiva 2009/103/CE, concernente l'assicurazione della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli e il controllo dell'obbligo di assicurare tale responsabilità, come trasposto nel diritto nazionale, non costituisce una disposizione di diritto dell'UE che disciplini i conflitti di leggi in materia di obbligazioni extracontrattuali, ai sensi di tale art. 27. Nella fattispecie il giudice di rinvio portoghese aveva respinto le richieste di risarcimento per i danni indiretti subiti dal ricorrente portoghese in un sinistro avvenuto in Spagna e provocato da uno spagnolo, perché prescritte ai sensi della legge spagnola, applicabile al nostro caso. La legge portoghese prevede, come detto, un termine più favorevole alla parte lesa e quindi, per il ricorrente, era ritenuta applicabile ex Direttiva 2009/103. Spetterà al giudice di rinvio confermare o meno la sua decisione sul punto, dirimendo il conflitto di leggi, alla luce dei criteri sopra enunciati” (CGUE VI, 31 gennaio 2019, n. 149). Come delineato dalla “Carta Verde”, non risulta necessario intraprendere azioni giudiziarie nello Stato dove si è verificato il sinistro, essendo possibile ottenere il risarcimento diretto in Italia. Per i sinistri di veicoli italiani che si verificano all'estero i soggetti aventi diritto possono richiedere il risarcimento all'impresa che copre la responsabilità civile del soggetto responsabile. Chi è rimasto vittima di sinistro in uno dei Paesi della Carta Verde causato da veicolo immatricolato e assicurato in uno degli Stati dello Spazio Economico Europeo, può richiedere il risarcimento al rappresentante “mandatario” nominato in Italia dalla Compagnia che ha causato il sinistro. Se il sinistro si è verificato in uno dei Paesi della Carta Verde, ma il veicolo non è assicurato in uno degli Stati dello Spazio Economico Europeo, la richiesta può farsi direttamente alla compagnia assicuratrice del veicolo responsabile o al Boreau nazionale del Paese in cui si è verificato il sinistro, e ciò anche se il veicolo è immatricolato in Stato terzo. Qualora invece l'incidente, invece, si sia verificato in uno dei Paesi dello Spazio Economico Europeo ma con veicolo non identificato o non assicurato o di cui non si possa identificare la compagnia entro due mesi dall'evento si può fare richiesta all'UCI, Ufficio Centrale Italiano. Per determinare, poi, la responsabilità e la quantificazione del danno si applica - come anticipato - la norma dello Stato dove si è verificato il sinistro. La figura del mandatario e la legittimazione processuale Il mandatario avrà il compito di procedere alla liquidazione dei sinistri, ovvero di assicurare ai soggetti lesi o danneggiati dopo sinistri occorsi in Stati diversi da quello di residenza, la massima tutela. È per questo che l'art. 152 cod. ass. prevede che ogni compagnia di assicurazione comunichi al centro di informazione di ogni Stato membro, ragione sociale e indirizzo del proprio mandatario per la liquidazione dei sinistri designato per ogni Stato. Quanto ai poteri conferiti al mandatario dalla lettura dell'art. 152 (cfr. in particolare al quarto comma che prevede che la nomina del mandatario non escluda comunque la facoltà del soggetto danneggiato di rivolgere richiesta di risarcimento danni direttamente al soggetto responsabile civile e alla sua compagnia assicurativa) molti hanno dedotto che il suo potere sarebbe limitato alla fase stragiudiziale. Il mandatario, in sintesi, assurgerebbe a figura esclusivamente di mediatore e interlocutore, che ha tre mesi di tempo da quando riceve la richiesta per formulare motivata offerta di risarcimento o per esporre motivi per cui ha ritenuto trattare la vertenza non concedendo alcun risarcimento. Senonché, di recente ed in un caso concernente proprio la richiesta risarcitoria di un italiano coinvolto in un sinistro all'estero (Spagna), la Cassazione civile (Cass. III, n. 10124/2015) ha proposto una lettura più ampia ( di cui fa menzione anche l'atto in commento) della figura del mandatario assumendo che “Il “mandatario per la liquidazione dei sinistri” di cui all'art. 152 cod. ass. è un mandatario con rappresentanza ex lege dell'assicuratore del responsabile. Egli, di conseguenza, può agire ed essere convenuto in giudizio in nome e per conto del mandante, nel rispetto delle regole sulla giurisdizione e sulla competenza, per ottenere una sentenza eseguibile nei confronti del mandante”. Avendo agito la parte attrice nei confronti della mandataria per la gestione del sinistro in Italia della compagnia spagnola, in entrambe le fasi di merito, infatti, i giudici avevano ritenuto insussistente la legittimazione del “mandatario per la liquidazione dei sinistri” ad essere convenuto davanti ad un giudice italiano, alla luce sia del diritto interno che di quello comunitario. Il Supremo Collegio, invece, di contrario avviso alle corti di merito afferma il principio or ora menzionato, traendolo dall'interpretazione sia dalle norme di diritto interno che da quelle europee e dalle funzioni alla figura propriamente affidate. Per quanto attiene alle fonti interne, la Cassazione ricorda come la figura del mandatario per la liquidazione dei sinistri sia stata introdotta nel nostro ordinamento dal d.lgs. n. 190/2003, di recepimento della Direttiva 2000/26/CE (c.d. «quarta assicurazione autoveicoli»), le cui previsioni sono poi state trasfuse negli artt. 151 ss. cod. ass. e come, in sintesi, la relativa disciplina preveda che il mandatario debba essere obbligatoriamente nominato da qualsiasi impresa intenda esercitare l'attività assicurativa nel ramo responsabilità civile autoveicoli. Orbene, evidenzia la Corte, se il mandatario ha l'obbligo di “acquisire informazioni e adottare tutte le misure necessarie” per liquidare i danni causati da sinistri stradali provocati da veicoli assicurati dall'impresa mandante, ma avvenuti in Paesi diversi dall'Italia ed in danno di persone residenti in Italia (art. 152, comma 3, d.lgs. n. 209/2005, cod. ass.); se la vittima abbia diritto di chiedere a tale figura il risarcimento del danno (art. 153 cod. ass.) ma conservi la facoltà (e non l'obbligo) di richiedere il risarcimento direttamente all'assicuratore straniero del responsabile ovvero, in caso di renitenza o inesistenza del mandatario, all'Organismo di indennizzo italiano di cui all'art. 298 cod. ass. (così l'art. 153, comma 2, cod. ass.), dalla lettura congiunta di queste norme se ne deve dedurre che la vittima di un sinistro avvenuto all'estero possa convenire in giudizio, in Italia, il mandatario, in nome e per conto della mandante. E ciò in quanto, nel nostro ordinamento non è ammissibile la tutela di un diritto sostanziale (il risarcimento del danno ex art. 153, comma 1, cod. ass.) senza la relativa tutela processuale ed ancora, per la configurabilità in capo al mandatario di una forma di rappresentanza sostanziale ( ad esempio il pagamento del risarcimento stragiudiziale libera il debitore principale, ovvero la compagnia estera, ed il responsabile del sinistro nei confronti della vittima del sinistro) con la conseguenza che si pone come rappresentante ex lege dell'impresa mandante, visto che colui al quale la legge assegna un potere rappresentativo sostanziale, ha necessariamente anche il potere rappresentativo attivo e passivo. Infine, la negazione della possibilità di convenire in giudizio il mandatario da parte della vittima significherebbe svuotare di qualsivoglia significato l'art. 152 cod. ass.; né in contrario, potrebbe valere la circostanza che il legislatore consente alla vittima di convenire in giudizio l'assicuratore del responsabile (art. 152, comma 4, cod. ass.) o quella di convenire in giudizio l'Organismo di indennizzo italiano (art. 153, comma 2, cod. ass.), in quanto entrambe le disposizioni a fondamento di tali azioni prevedono delle mere facoltà, e non degli obblighi. Da tale legittimazione del mandatario a stare in giudizio in nome e per conto della mandante, deriva che la domanda sarà regolata dalle norme generali di diritto internazionale privato relative a competenza giurisdizionale e legge applicabile tanto che la giurisdizione spetterà al giudice italiano, ai sensi del combinato disposto degli artt. 9, comma 1, lett. b) ed 11, comma 2, del Regolamento CE n. 44/2001, oggi trasfusi nel Regolamento UE n. 1215/2012 e che la legge applicabile andrà individuata in base alle regole di diritto internazionale privato di cui all'art. 4 del Regolamento CE n. 864/2007 (c.d. «Roma II»). Tale interpretazione risponde anche - e soprattutto - alla ratio sottesa alle direttive comunitarie di rendere più semplice e rafforzare la tutela rispetto a sinistri avvenuti all'estero dei soggetti stranieri cfr. Corte giust. Ue, 19 dicembre 2012, C-325/11; Corte giust. Ue, 11 giugno 2009, C-564-07). Di recente il principio è stato confermato dalla sentenza della Suprema Corte di Cassazione III, 13 novembre 2019, n.29352 “In tema di risarcimento del danno derivante da incidente stradale avvenuto all'estero, la vittima del sinistro può convenire in giudizio il mandatario designato dalla compagnia straniera assicuratrice del responsabile civile, essendo il mandatario titolare di una legittimazione passiva sostanziale non limitata alla fase stragiudiziale”. La previsione della legittimazione processuale della mandataria è stata, però, dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, assunta come non retroattiva: “L'art. 153 d.lgs. n. 209/2005, che, nell'ambito della nuova disciplina dettata dal codice delle assicurazioni private, riconosce ai danneggiati residenti in Italia che abbiano subito un danno derivante da sinistro stradale verificatosi in uno degli Stati aderenti al sistema della «carta verde», e causato da veicoli ivi abitualmente circolanti ed assicurati, il diritto di richiedere il risarcimento del danno anche al mandatario designato dall'impresa assicuratrice straniera nel territorio della Repubblica, non è applicabile retroattivamente, in mancanza di una norma ad hoc che tale retroattività preveda; peraltro, la suddetta disposizione necessita di una normativa secondaria - funzionale a disciplinare, tra l'altro, anche il diritto del danneggiato a rivolgersi al mandatario nazionale della compagnia assicuratrice estera - emanata solo con il d.P.R. n. 254/2006, ed applicabile con le decorrenze ivi (art. 15) espressamente previste” (Cass. S.U., n. 10665/2009). I Paesi coinvolti Quanto ai Paesi che hanno sottoscritto il sistema “Carta Verde” valga la pena rammentarli: Albania; Andorra; Austria; Belgio; Bielorussia; Bosnia Erzegovina; Bulgaria; Repubblica Ceca; Cipro; Croazia; Danimarca; Estonia; Finlandia; Francia; F.Y.R.O.M. (ex Repubblica Jugoslava della Macedonia); Germania; Grecia; Iran; Irlanda; Islanda; Israele; Italia; Lituania; Lettonia; Lussemburgo; Malta; Marocco; Moldavia; Norvegia; Paesi Bassi; Polonia; Portogallo; Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda del Nord; Romania; Serbia e Montenegro; Rep. Slovacca; Slovenia; Spagna; Svezia; Svizzera; Tunisia; Turchia; Ucraina; Ungheria;Stati membri: secondo le previsioni dell'art. 1 del codice delle assicurazioni per tali si intendono tutti i Paesi dell'Unione Europea (Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria) e tutti quelli aderenti allo Spazio Economico Europeo (i 28 dell'Unione Europea oltre a Islanda, Norvegia e Liechtenstein). Il ruolo della CONSAP La CONSAP rappresenta l'istituto italiano erogatore dell'indennizzo, in concomitanza con l'Ufficio Centrale Italiano (UCI). L'UCI, come da regolamento, deve risarcire gli aventi diritto che abbiano residenza in Italia per danni a cose o persone che derivano da sinistro avvenuto in altro Paese membro provocati da veicolo assicurato tramite stabilimento situato in altro Stato membro e che staziona in altro Stato membro, da veicolo di cui è impossibile identificare la targa e di veicolo di cui entro 2 mesi non si sono reperite informazioni. I residenti italiani, danneggiati da sinistri che vedono coinvolti autoveicoli assicurati in altri Stati membri indicato dalla Carta Verde, come supra rammentato possono richiedere il risarcimento non solo al responsabile del sinistro ma anche alla compagna di assicurazione con cui è assicurato il veicolo che ha causato il sinistro o al suo mandatario designato. Se questi non è stato indicato, il soggetto danneggiato può rivolgersi all'organismo di indennizzo diretto. La richiesta di risarcimento La richiesta di risarcimento da inviare all'impresa mandataria, richiede inderogabili e determinate caratteristiche: — nazionalità, tipo, modello e targa del veicolo estero, cognome, nome e indirizzo del proprietario dei veicoli coinvolti nell'incidente e dei conducenti, estremi dell' autorità eventualmente intervenuta dopo l'incidente (Polizia Stradale, Carabinieri, Polizia Municipale), estremi delle polizze di assicurazione, descrizione dell'incidente ed allegata copia della constatazione amichevole d'incidente, se disponibile. Qualora dall'incidente emergano danni a veicoli o cose, occorre indicare il luogo, i giorni e le ore in cui le cose danneggiate sono disponibili per l'ispezione diretta ad accertare l'entità del danno. Di converso, se l'incidente ha provocato lesioni personali, occorre indicare l'età, l'attività, il reddito, l'entità delle lesioni, l'attestazione medica comprovante l'avvenuta guarigione con o senza postumi permanenti. Se l'assicuratore estero, o il mandatario per la liquidazione dei sinistri nominato in Italia, non forniscono un'offerta di risarcimento motivata ovvero non indicano i motivi per i quali non ritengono di formulare l'offerta entro tre mesi dalla ricezione della richiesta di risarcimento, il danneggiato può chiedere l'intervento della CONSAP. Offerta risarcitoria insufficiente Nel richiamo di una pronuncia del Tribunale di Milano del 15 maggio 2013, va affermato che “nel caso in cui tutte le procedure stragiudiziali, di cui si può avvalere la vittima italiana non sortissero l'effetto di far ottenere alla stessa il giusto risarcimento dei danni patiti, per il rifiuto della richiesta o per l'insufficienza dell'offerta risarcitoria, sarà necessario intraprendere un'azione giudiziaria. Il danneggiato italiano potrà sempre chiamare in giudizio davanti al giudice italiano l'assicuratore del responsabile civile del sinistro, secondo quanto previsto dall'art. 18 del Regolamento CE n. 864 del 2007, ma non potrà chiamare davanti a questo giudice anche il responsabile dell'incidente”. Ancora sul punto, così come ripreso da una decisione della Corte di Giustizia della Comunità Europea, è prevista la possibilità per il danneggiato, “di esperire azione diretta nei confronti dell'assicuratore del responsabile civile dinanzi al giudice del luogo dello Stato membro ove è domiciliato il danneggiato qualora una siffatta azione diretta sia consentita e l'assicuratore sia domiciliato nel territorio di uno Stato membro (CGCE 13 dicembre 2007, n. 463)”. La facoltà di agire in giudizio contro la compagnia straniera ed il responsabile civile: la sentenza C 463-01 della Corte di Giustizia Come chiarito, accanto alla possibilità di citare in giudizio la mandataria in Italia per la gestione della lite, rimane ferma la facoltà per il danneggiato italiano di instaurare nel nostro Paese il giudizio risarcitorio avverso la compagnia estera ed il responsabile civile. Così la Corte di Giustizia Europea che con la decisione n. C463-01 ha assunto che “Il cittadino italiano che abbia subito danni o lesioni personali in un sinistro derivante dalla circolazione dei veicoli verificatosi in uno Stato membro della Comunità Europea può domandare, in via stragiudiziale, il risarcimento alla società all'uopo designata in Italia dall'assicuratore straniero del responsabile civile (ex art. 153, comma 1, del Codice delle Assicurazioni). Ha altresì la facoltà di convenire in giudizio, con un'azione diretta e sempre in Italia, l'assicuratore della responsabilità civile (RCA) del cittadino straniero. Ciò è possibile nel caso in cui l'azione diretta sia prevista dal diritto nazionale (e in Italia lo è) e l'assicuratore abbia un domicilio nel territorio dello Stato membro”. La pronuncia della Corte di Giustizia, è stata ripresa ed applicata nel territorio italiano, nello specifico, dal Giudice di Pace di Salerno, che con ordinanza del 29 marzo 2012, ha inteso affermare tale orientamento. Così da ultimo anche Tribunale Parma, 23 giugno 2015, n. 1041, per cui “Per ottenere il risarcimento dei danni patiti a seguito del sinistro stradale avvenuto in Romania, sussiste la giurisdizione del giudice italiano in quanto l'attrice è società italiana, in Italia è prevista l'azione diretta del danneggiato contro l'assicurazione del mezzo danneggiante (art. 144 Codice Assicurazioni) e la convenuta è società che ha sede in uno stato membro dell'Unione Europea. Inoltre la Quinta Direttiva r.c.a. (direttiva 2005/14/CE cui è stata data attuazione con il d.lgs. n. 198/07) ha previsto che la parte lesa possa citare in giudizio l'assicuratore nello stato membro in cui essa è domiciliata e l'art. 153 del Codice Assicurazioni prevede un'azione diretta contro l'assicuratore” e la sentenza del Tribunale Varese, 13/01/2012, n. 55, per cui “In tema di risarcimento danni a persone derivanti da sinistro stradale avvenuto in uno Stato membro (nella specie Spagna) diverso da quello di residenza abituale del soggetto danneggiato, quest'ultimo può scegliere, ai sensi dell'art. 14 del Regolamento Ce n. 864/2007, cd. Roma II, che venga applicato il diritto italiano per la disciplina dell'obbligazione risarcitoria”. |