Comparsa di risposta per esonero responsabilità per danno derivante da caso fortuitoInquadramentoConvenuta in giudizio dalla vittima di un sinistro stradale, l'impresa assicuratrice del danneggiante invoca l'esimente del caso fortuito sostenendo l'ascrivibilità dell'incidente alla presenza di una macchia d'olio sul fondo stradale, non visibile né evitabile dall'assicurato. FormulaTRIBUNALE DI .... R.G. N. .... G.I. DOTT. .... COMPARSA DI COSTITUZIONE E RISPOSTA [1] La .... Ass.ni, C.F. ...., in persona del legale rapp.te p.t. Sig. ...., con sede legale in .... alla via ...., n. ...., rappresentata e difesa, come da procura in calce, dall'Avv. .... (C.F. .... [2] ), con domicilio eletto in .... alla via .... n. .... presso lo studio dell'Avv. ...., giusta procura in calce al presente atto e reso su foglio separato, dichiarando di voler ricevere tutte le comunicazioni e gli avvisi di cui agli artt. 133 comma 3, 134 comma 3, 170 comma 4 e 176 comma 2 c.p.c., anche al seguente numero di fax .... [3], ovvero al seguente indirizzo di PEC: ....@ .... [4]. -convenuta- CONTRO Il Sig. ...., C.F. ...., nato a .... e residente in ...., alla via .... n. ...., rappresentato e difeso dall'Avv. .... ed elettivamente domiciliati presso il suo studio in ....; -attore- FATTO Con atto di citazione notificato il ...., il Sig. .... agiva nei confronti dell'odierna comparente, in quanto compagnia assicuratrice della responsabile civile, ai sensi dell'art. 144 cod. ass., deducendo che: a) in data ...., alle ore ...., alla guida del veicolo .... tg. ...., era stato investito dal furgone .... tg. ...., condotto da .... ed assicurato con la scrivente, che, provenendo dal senso opposto di marcia sulla strada statale ...., all'altezza del km ...., nell'affrontare una curva destrorsa, aveva invaso la sua corsia di percorrenza; b) la responsabilità del sinistro era ascrivibile in via esclusiva al conducente il veicolo antagonista, laddove nessuna colpa era a lui addebitabile, tenuto conto che egli procedeva alla velocità di soli .... km/h, tenendo rigorosamente il margine destra della carreggiata; c) nonostante un tentativo di manovra estrema, lo scontro era stato inevitabile ed il furgone aveva colpiva con la sua parte anteriore sinistra la parte posteriore destra dell'autovettura, scaraventandola contro il guard-rail laterale; d) era sopraggiunta sul luogo dell'incidente un'Unità Radiomobile della Polizia Municipale di ...., la quale aveva operato i rilievi tecnici, riscontrando, tra l'altro, il punto d'urto .... cm oltre la linea di mezzeria della strada (v. copia conforme verbale Pol. Stra. del ....); e) il Sig. .... era stato trasportato presso il pronto soccorso dell'Ospedale .... di ...., ove gli erano stati riscontrati vari traumi e lesioni personali, per le quali si era reso necessario il ricovero con diagnosi di " ...."; f) all'esito del sinistro, aveva riportato gravi lesioni personali, consistenti in ...., e si era sottoposto ad interventi chirurgici, nonché a lunghe terapie riabilitative; g) in conseguenza dell'incidente erano residuati postumi permanenti nella percentuale del .... %, cui andava aggiunta una personalizzazione, nella misura del .... %, a titolo di sofferenza morale e, nella misura del .... %, a titolo di ripercussioni esistenziali; h) non avendo avuto esiti fruttuosi le richieste stragiudiziali di ristoro del danno, si era visto costretto ad attivare la procedura di negoziazione assistita [5] e, successivamente, a proporre domanda giudiziale di risarcimento dei danni conseguenti al sinistro stradale; Con il presente atto si costituisce in giudizio la .... Ass.ni, chiedendo il rigetto della domanda per i seguenti motivi di DIRITTO É palese, l'infondatezza della domanda, in quanto il sinistro è stato causato dal caso fortuito e cioè un elemento imprevisto e imprevedibile che, inserendosi nel processo causale al di fuori di ogni possibile controllo umano, rende inevitabile il verificarsi dell'evento, ponendosi come unica causa efficiente di esso. Invero, lo sbandamento del furgone assicurato dalla deducente è stato provocato da una macchia oleosa presente sulla strada - dispersa probabilmente da altro automezzo - a causa della quale, in presenza della pioggia, il ...., che procedeva a bassa velocità, scivolava. In tema di circolazione stradale, l'art. 2054, comma 2, c.c. stabilisce che, nel caso di scontro tra veicoli, si presume, fino a prova contraria, che ciascuno dei conducenti abbia concorso ugualmente a produrre il danno patito dai singoli veicoli. È, peraltro, pacifico che per liberarsi dalla responsabilità di cui all'art. 2054, c.c., occorre innanzitutto provare di aver condotto il veicolo diligentemente, osservando tutte le prescrizioni del codice della strada, ivi compresa quella di adeguare l'andatura del mezzo alle condizioni di tempo e di luogo della rete viaria ed inoltre di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno, ovverosia che esso si è prodotto indipendentemente dal comportamento soggettivo dell'agente e deve essere imputato al caso fortuito o ad altra causa efficiente nel processo causale. Orbene, l'unica causa determinativa dell'evento individuata è idonea senz'altro a superare la presunzione di colpa di cui all'art. 2054 c.c., atteso che il conducente del ...., che teneva una bassa velocità, nulla avrebbe potuto fare per evitarlo. Invero, in tema di risarcimento danni derivanti dalla circolazione stradale, il caso fortuito, al pari della colpa del danneggiato o del terzo e della forza maggiore, qualora rappresenti l'unica causa che abbia determinato l'evento dannoso, fa venir meno la presunzione di colpa stabilita dall'art. 2054 c.c., in quanto non si può rispondere per colpa extracontrattuale di un fatto non preveduto che, secondo la comune esperienza e il normale svolgersi degli eventi, non sia neppure prevedibile. La prova del fortuito può essere fornita dal danneggiante anche a mezzo di presunzioni, purché gravi, precise e concordanti (Cass. n. 13268/2006). Va esclusa la responsabilità del conducente che abbia perduto il controllo della propria vettura sbandando e poi sconfinando nella corsia opposta ove sia avvenuto l'impatto, allorquando sia provato presuntivamente - sulla base delle perfette condizioni della vettura e della velocità moderata della stessa - che l'impatto sia avvenuto a seguito ed a causa di un evento fortuito del tutto autonomo rispetto alla condotta dell'asserito danneggiante. Nel caso di specie è di palmare evidenza che il sinistro è dovuto al caso fortuito dato che il Sig. .... guidava a velocità moderata ed aveva da poco sostituito tutti i pneumatici del suo furgone. ******* Per tali ragioni, si chiede che l'Ecc.mo Tribunale adìto Voglia, respinta ogni contraria istanza, eccezione e difesa, accogliere le seguenti CONCLUSIONI - rigettare, per tutti i motivi esplicitati in narrativa, la domanda attorea, siccome infondata in fatto e in diritto; Con vittoria di spese, diritti ed onorari di causa, oltre IVA e CPA come per legge. In via istruttoria, in caso di ammissione di prova testimoniale dedotta da parte attrice, senza alcuna inversione dell'onere della prova, chiede prova contraria sui capitoli formulati da controparte. Inoltre, al momento dell'iscrizione della causa a ruolo, si offriranno in comunicazione i seguenti documenti: 1) procura ad litem; 2) rapporto della Polizia Municipale sull'incidente stradale del ....; 3) atto di citazione del ....; Con riserva di ulteriormente articolare ed istruire la controversia, anche all'esito del contegno processuale di controparte. Si dichiara, infine, ai soli fini del contributo unificato, che il valore del presente giudizio è indeterminato, pertanto, il contributo unificato dovuto è pari ad Euro .... Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA AD LITEM [6] Il Sig. .... legale rapp.te p.t. della .... Ass.ni (P.I. .... ), con sede legale in .... alla via ...., informato ai sensi dell'art. 4, comma 3, del d.lgs. n. 28/2010 della possibilità di ricorrere al procedimento di mediazione ivi previsto e dei benefici fiscali di cui agli artt. 17 e 20 del medesimo decreto, con la presente conferisco incarico all'Avv. .... (C.F. .... ) a rappresentarmi e difendermi nel giudizio da promuovere dinanzi al Giudice di pace / Tribunale di ...., ivi comprese le fasi esecutive e di impugnazione che da questo conseguono, con ogni più ampia facoltà di legge; a tal uopo conferisco, altresì, al nominato procuratore ogni facoltà di legge, comprese quelle di conciliare, incassare, quietanzare, rinunziare e transigere, con promessa di rato e fermo del suo operato; lo autorizzo, infine, al trattamento dei miei dati personali, conformemente alle norme del d.lgs. n. 196/2003 e limitatamente alle finalità connesse all'esecuzione del presente mandato. Eleggo domicilio presso il suo studio in ....alla via ...., n. .... Luogo e data .... Sig. ....n.q. rapp.te legale p.t. È autentica Firma Avv. .... [1] Il convenuto deve costituirsi a mezzo del procuratore, o personalmente nei casi consentiti dalla legge [82, 86 c.p.c.], almeno venti giorni prima dell'udienza di comparizione fissata nell'atto di citazione, o almeno dieci giorni prima nel caso di abbreviazione di termini a norma del secondo comma dell'articolo 163bis ovvero almeno venti giorni prima dell'udienza fissata a norma dell'articolo 168-bis, quinto comma, depositando in cancelleria il proprio fascicolo contenente la comparsa di cui all'articolo 167 con la copia della citazione notificata, la procura e i documenti che offre in comunicazione. [2] L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. [3] L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis: «ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ...ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale .... il contributo unificato è aumentato della metà». [4] A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore, è sufficiente l'indicazione del numero di fax, poiché l'indirizzo PEC è un dato ormai acquisito nei rapporti con la cancelleria: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis, d.P.R. 115/2002, modificati dalla l. n. 114/2014. [5] Per quanto concerne la questione dei rapporti tra la condizione di procedibilità di cui alla legge n. 162/2014 e la condizione di proponibilità della domanda di cui all'art. 145, commi 1 e 2, d.lgs. n. 209/2005 (c.d. Codice delle assicurazioni), i due istituti sembrano potere convivere. La raccomandata con la quale si chiede il risarcimento del danno alla compagnia di assicurazioni è sì imposta normativamente (così come è imposta l'attesa di 60 o 90 giorni prima di potere proporre la domanda giudiziale), ma non è affatto diversa da tutte quelle altre raccomandate contenenti le più svariate richieste che normalmente precedono l'instaurazione di un giudizio. Anche quella in tema di sinistri stradali dovrà essere seguita, in caso di silenzio o di risposta negativa del destinatario della richiesta extragiudiziale, dal procedimento di negoziazione assistita prima di poter (eventualmente) pervenirsi alla lite giudiziale. Peraltro, un supporto testuale alla soluzione appena indicata si rinviene nell'art. 3, comma 5, del decreto legge, che prevede, all'esito delle modifiche introdotte in sede di conversione dalla legge n. 162/2014, che: “restano ferme le disposizioni che prevedono speciali procedimenti obbligatori di conciliazione e mediazione, comunque denominati. Il termine di cui ai commi 1 e 2, per materie soggette ad altri termini di procedibilità, decorre unitamente ai medesimi”. In questo modo si è voluto evitare che la proposizione della domanda giudiziale potesse subire eccessivi rallentamenti a causa della necessità di attendere, per il ricorso alla negoziazione assistita, che fossero prima decorsi i termini di procedibilità previsti da altre normative. In altri termini, sembra possibile, al contempo, inviare una raccomandata alla compagnia di assicurazioni contenente la richiesta risarcitoria e l'invito per la stipula della convenzione di negoziazione, non essendo richiesto che le due condizioni (di proponibilità e di procedibilità) debbano sussistere in sequenza l'una rispetto all'altra. Peraltro, la citazione, mentre non può essere notificata prima del decorso dei 60 o 90 giorni previsti per la condizione di proponibilità di cui all'art. 145 cod. ass., può essere notificata anche prima dell'instaurazione del procedimento di negoziazione assistita o anche prima del decorso del termine di tre mesi (prorogabile di 30 giorni) di durata massima di quest'ultimo. [6] La procura può essere generale o speciale (art. 83 c.p.c.). Nel caso di procura generale alle liti, redatta per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, dovranno esserne indicati gli estremi. La procura speciale, invece, può essere apposta in calce o a margine del ricorso. Nell'ipotesi di scelta di deposito telematico del ricorso (art. 16-bis, comma 1-bis, d.l. n. 179/2012) occorrerà indicare la seguente dicitura: «giusta procura allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente ricorso ai sensi dell'art. 83, comma 3, c.p.c.». CommentoLa rilevanza del caso fortuito quale causa di esonero del conducente Il caso fortuito si realizza quando un fattore causale, sopravvenuto, concomitante o preesistente e indipendente dalla condotta del soggetto renda eccezionalmente possibile il verificarsi di un evento, assolutamente non prevedibile e non evitabile. Nel codice civile, il richiamo al caso fortuito è operato in modo espresso nel testo di disposizioni in tema di fatto illecito (es. artt. 2051, 2052 c.c.) che, anche per tale ragione, sono comunemente ritenute espressione di regole oggettive di responsabilità. La nozione di caso fortuito è spesso associata logicamente a quella di forza maggiore, la quale postula l'intervento, nella serie causale dell'evento dannoso, di un fattore derivante dalla natura o dal fatto dell'uomo che non può essere vinto né impedito. Nel nostro ordinamento i due concetti sono richiamati nell'art. 45 c.p. quali esimenti della responsabilità dell'autore della condotta lesiva e sono espressione del generale principio per cui non si può essere ritenuti responsabili di un fatto dannoso quando questo sia dipeso esclusivamente da un fattore estraneo alla sfera soggettiva dell'autore ed idoneo ad interrompere il nesso causale tra l'azione e l'evento. Caso fortuito e forza maggiore si differenziano tuttavia per il fatto che la forza maggiore possiede una connotazione esterna, di tipo oggettivo e fenomenico, di facile constatazione in considerazione della imponenza ed irresistibilità della vis coattiva che presenta (vis maior cui resisti non potest); il caso fortuito consiste invece in un quid imponderabile ed imprevedibile che si inserisce d'improvviso nell'azione del soggetto, soverchiando ogni possibilità di resistenza e di contrasto. Sebbene il codice civile non vi faccia espresso riferimento in materia di circolazione stradale, la giurisprudenza è concorde nel ritenere che il caso fortuito, al pari della colpa del danneggiato o del terzo o della forza maggiore, qualora rappresenti l'unica causa che abbia determinato l'evento dannoso, fa venir meno la presunzione di colpa stabilita dall'art. 2054 c.c. in tema di danni derivanti dalla circolazione: non si risponde infatti per colpa extracontrattuale di un fatto non preveduto che, secondo la comune esperienza e il normale svolgersi degli eventi, non sia neppure prevedibile (Cass. III, n. 13268/2006; Cass. III, n. 5667/1986). La presunzione stabilita dal secondo comma dell'art. 2054 c.c. non configura a carico del conducente una ipotesi di responsabilità oggettiva, ma una responsabilità presunta da cui il medesimo può liberarsi esclusivamente dando la prova di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno. Detta prova liberatoria va intesa non nel senso di dover dimostrare l'impossibilità o la diligenza massima, bensì di avere osservato, nei limiti della normale diligenza, un comportamento esente da colpa e conforme alle regole del codice della strada, da valutarsi dal giudice con riferimento alle circostanze del caso concreto (Cass. III, n. 10031/2006). È dunque onere del danneggiante allegare e provare di essere esente da colpa dimostrando che l'evento si è verificato per l'intervento di un fattore eccezionale ed imprevedibile che, inserendosi nel processo causale, al di fuori di ogni possibilità di controllo umano, abbia reso inevitabile l'evento, ponendosi quale unica causa di esso. Se il presupposto della responsabilità del conducente è la sua colpa, il limite alla risarcibilità del danno è costituita pur sempre dalla ordinaria diligenza; l'imprevedibilità del fattore causale integrante il fortuito attiene dunque sia all'indagine sull'elemento soggettivo - rilevando ai fini del giudizio sulla conformità della condotta del soggetto allo standard medio di diligenza; sia all'indagine sul nesso causale, e sotto questo profilo si propende per una nozione di prevedibilità in senso oggettivo, che finisce col coincidere con la probabilità del verificarsi del danno, in considerazione delle circostanze in cui il soggetto è venuto a trovarsi. Alcune ipotesi ricorrono più frequentemente nella casistica giurisprudenziale e meritano di essere esaminate in dettaglio. L'incendio di veicolo in sosta Si registra uniformità nella giurisprudenza di merito e di legittimità (Cass. III, n. 5032/2000; Cass. III, n. 4575/1998; Cass. III, n. 5146/1997) nell'escludere l'operatività della presunzione di cui all'art. 2054 c.c. e della disciplina in tema di assicurazione obbligatoria nell'ipotesi in cui l'incendio del veicolo in fase di circolazione statica sia dipeso dall'azione dolosa di terzi, reputandosi integrato in tale situazione il caso fortuito. Con riguardo all'incendio sviluppatosi indipendentemente dall'azione dolosa di terzi, ad un orientamento maggiormente rigoroso che, ai fini dell'applicazione delle norme in materia di assicurazione obbligatoria richiede che l'incendio propagatosi fosse comunque riconducibile alla circolazione (es., per surriscaldamento del motore, “ritorno di fiamma”, etc.; cfr. Cass. III, n. 17626/2003), si è contrapposto un altro indirizzo che ritiene esperibile in questi casi l'azione diretta dei danneggiati nei confronti dell'assicuratore, escludendo dunque la ricorrenza del fortuito (Cass. III, n. 14998/2004; Cass. III, n. 23202/2004). Chi aderisce a questo secondo indirizzo ritiene infatti che, in assenza di prova, la quale deve essere fornita dal proprietario del veicolo, circa la ricorrenza del caso fortuito (ad es. l'azione dolosa di terzi ma anche altro eccezionale ed imprevedibile fattore), l'incendio deve presumersi riconducibile ad avaria del mezzo, anche per cause diverse dalla circolazione (quali l'usura di esso e di sue componenti meccaniche) (così Cass. 11 febbraio n. 3108/2010). Scoppio di un pneumatico La foratura e lo sgonfiamento improvvisi del pneumatico, per poter operare come caso fortuito, non devono essere causalmente collegati alla colpa concorrente del conducente e a difetti di manutenzione del mezzo, perché in tal caso difetterebbero i requisiti dell'assoluta imprevedibilità ed inevitabilità. (si rinvia alla formula “sinistro avvenuto per difetto di manutenzione”) Malore improvviso del conducente La giurisprudenza penale inquadra piuttosto queste ipotesi nell'ambito delle situazioni che escludono l'imputabilità cagionando la perdita di coscienza e volontà (art. 42 c.p.) e la conseguente ingovernabilità della condotta. Si è affermato al riguardo che il giudice del merito possa disattendere la tesi del malore improvviso - da inquadrarsi nella nozione di infermità incidente sulla capacità volitiva ed intellettiva del soggetto - in assenza di elementi concreti, capaci di renderlo plausibile e in presenza di elementi idonei, per converso, a far ritenere che la perdita di controllo sia stata determinata da altro fattore non imprevedibile, quale un improvviso colpo di sonno dovuto ad uno stato di spossatezza per lunga veglia che avrebbe dovuto indurre il conducente a desistere dalla guida (Cass. pen. IV, n. 24132/2016). Non integra dunque caso fortuito il colpo di sonno se la natura e la causa di esso siano fisiologiche, né il malore improvviso quando fosse stato preceduto da segni premonitori (ad es. anomalie cardiache in soggetto cardiopatico) che avrebbero dovuto indurre il conducente ad astenersi prudentemente e diligentemente dal porsi alla guida (Cass. pen. n. 11142/2015 ha escluso che la dedotta crisi ipoglicemica dovuta al diabete mellito di tipo 2 di cui era affetto l'imputato potesse condurre all'esclusione della responsabilità per il sinistro occorso, essendo al medesimo ascrivibile la responsabilità di essersi posto alla guida proprio nelle ore in cui era più alto il rischio del verificarsi della menzionata crisi ipoglicemica tra l'altro viaggiando anche a velocità elevata). Solo il malessere dovuto all'insorgenza improvvisa e non prevedibile di cause patologiche può costituire ipotesi di fortuito, ove rigorosamente allegato e dimostrato da chi invoca l'esimente. Slittamento per macchia d'olio La condizione della strada in cui si verifica l'evento condiziona la condotta di guida del conducente il quale dunque non può esimersi da responsabilità invocando ad esimente la presenza di situazioni prevedibili ed evitabili con le dovute diligenza e prudenza, quali la sdrucciolevolezza dell'asfalto a causa della pioggia o di terriccio (vds. Cass. pen. n. 10823/2010). La presenza di una chiazza oleosa sul fondo stradale può integrare il caso fortuito in presenza di una condotta di guida conforme alle prescrizioni del codice della strada e ai canoni di comune prudenza e diligenza correlata alla non visibilità ed evitabilità della sostanza viscida. Manovre d'emergenza Sono state ritenute rientranti nell'esimente le c.d. manovre d'emergenza alle quali un conducente sia costretto dalla necessità di evitare errori altrui o condotte di guida del tutto abnormi, non presagibili né evitabili con la diligenza e la perizia richieste all'utente della strada. Abbagliamento da raggi solari I giudici penali escludono che l'abbagliamento da raggi possa essere invocato quale causa di esonero da responsabilità per i danni derivati dal sinistro alle persone, sul rilievo che in simili casi il conducente sia tenuto ad interrompere la marcia, adottando opportune cautele onde non creare intralcio alla circolazione ovvero l'insorgere di altri pericoli, fino al ripristino di appropriate condizioni di visibilità (Cass. pen. IV, n. 52649/2014). Eventi atmosferici eccezionali Possono integrare il caso fortuito precipitazioni e raffiche di vento di eccezionale intensità ed altri fenomeni atmosferici esorbitanti dalla normalità qualora, alla stregua degli elementi concreti da valutarsi caso per caso, si pongano come causa determinante dell'evento dannoso, non prevedibile né fronteggiabile dall'azione umana. Condotta del danneggiato Anche la condotta assolutamente abnorme del danneggiato può assumere efficacia liberatoria nei confronti del conducente. In particolare, nel caso di investimento di un pedone la responsabilità del conducente è esclusa quando risulti provato che non vi era, da parte di quest'ultimo, alcuna possibilità di prevenire l'evento, situazione ricorrente allorché il pedone abbia tenuto una condotta imprevedibile ed anormale, sicché l'automobilista si sia trovato nell'oggettiva impossibilità di avvistarlo e comunque di osservarne tempestivamente i movimenti. Tanto si verifica quando il pedone appare all'improvviso sulla traiettoria del veicolo che procede regolarmente sulla strada, rispettando tutte le norme della circolazione stradale e quelle di comune prudenza e diligenza (così, da ultimo Cass. VI, ord. n. 4551/2017; cfr. anche, Cass. III, n. 21249/2006). |