Atto di citazione per risarcimento del danno derivato a terzi da incendio di autoveicoloInquadramentoCon l'atto di citazione per risarcimento danni il proprietario di un immobile adibito ad attività commerciale richiede il ristoro dei pregiudizi subiti in conseguenza dell'incendio propagatosi da un autoveicolo in sosta dinanzi al locale, evocando dinanzi al giudice competente sia il proprietario del mezzo che la compagnia di assicurazione per la RC dello stesso. FormulaGIUDICE DI PACE DI ..../TRIBUNALE DI .... ATTO DI CITAZIONE PER il Sig. ...., nato a ...., il ...., C.F. ...., residente in ...., rappresentato e difeso, come da procura in calce (oppure, a margine) del presente atto, dall'Avv. ...., C.F. ...., presso il cui studio elettivamente domicilia in .... Si dichiara di volere ricevere tutte le comunicazioni relative al presente procedimento al fax ...., ovvero all'indirizzo PEC .... PREMESSO CHE - per atto di compravendita per Notar ...., del ...., repertorio .... (documento 1), l'istante è proprietario di un locale commerciale, identificato al catasto di ...., foglio ...., particella ...., sub ...., sito in ...., via ....; - in data ...., l'auto di proprietà del Sig. .... (documento 2), modello ...., targato ...., regolarmente in sosta su di un'area pubblica, prendeva improvvisamente fuoco; - l'incendio veniva spento grazie all'intervento dei vigili del fuoco solo dopo un'ora. Gli stessi, svolgendo i sopralluoghi, accertavano che la causa dell'incendio non dipendeva da terzi agenti, ma da problematiche relative al motore dell'automobile (documento 3); - l'incendio provocava gravi danni al locale commerciale dell'istante, allocato a pochi metri. In particolare, gli stessi vigili del Fuoco, intervenuti anche per sedare l'incendio nel locale, accertavano i seguenti danni .... (documento 4); - gli stessi, a seguito di perizia da parte di un tecnico incaricato dal Sig. .... venivano quantificati in complessivi Euro .... (documento 5); - il veicolo di proprietà del Sig. .... è assicurato per la RC Auto con l'Assicurazione .... con polizza n .... (documento 6); - in relazione al caso in esame sussiste la responsabilità solidale dei convenuti in relazione ai danni sofferti dall'istante. Invero, costituisce un dato ormai acquisito che la sosta su area pubblica o ad essa equiparata sia essa stessa circolazione, non potendo questa restrittivamente intendersi di veicolo in movimento. Tale convincimento trova ulteriore conferma nel d.lgs. n. 285/1992, art. 3, n. 9, che definisce la circolazione come "il movimento, la fermata e la sosta dei pedoni, dei veicoli e degli animali sulla strada". A tal proposito, è stato più volte ribadito che, in occasione di fermate o soste, sussiste la possibilità di incontro o comunque di interferenza con la circolazione di altri veicoli o di persone, di tal guisa anche in tali contingenze il conducente non può ritenersi esonerato dall'obbligo di assicurare l'incolumità dei terzi, sicché deve considerarsi relativo alla circolazione l'incendio propagatosi dal veicolo in sosta a meno che esso non sia stato appiccato dall'azione dolosa di terzi, la quale è da sola sufficiente ad escludere il nesso di causalità tra la circolazione e l'incendio stesso. In buona sostanza, la sosta è essa stessa circolazione e “comprende in sè il complesso delle situazioni dinamiche e statiche in cui è posto il veicolo sulla pubblica via”. Inoltre, anche la responsabilità per danni da vizio di costruzione o difetto di manutenzione del veicolo è prevista dall'art. 2054 c.c., allorché essa attiene ad eventi dannosi verificatisi durante la circolazione (ivi compresa la sosta, per le ragioni suddette) sulle pubbliche vie o aree equiparate, ed essa costituisce oggetto dell'assicurazione obbligatoria ai sensi del d.lgs. n. 209/2005, che si riporta a tutte le fattispecie di responsabilità di cui al c.c. art. 2054. Ne discende quale logico corollario l'applicabilità del c.c. 2054 e del d.lgs. n. 209/2005, con le seguenti conseguenze: a) sussiste l'azione diretta del danneggiato nei confronti dell'assicuratore del veicolo; b) in tema di onere della prova, spetta al proprietario del mezzo o all'assicurazione convenuta dimostrare che l'incendio sia avvenuto per fatto a lui non imputabile, compreso il fatto del terzo, o per il sopravvenire di una causa autonoma di per sé sufficiente a determinare l'evento dannoso. - sussiste pertanto il diritto dell'istante alla corresponsione della somma di euro .... per i danni patrimoniali sofferti, così come da allegata perizia; - con racc. a/r del ...., l'istante formulava richiesta di risarcimento dei danni, senza tuttavia avere alcun riscontro (documento 7); - con racc. a/r del ...., l'istante formulava inutilmente istanza di negoziazione assistita.
Tutto ciò premesso, il Sig. .... come sopra rappresentato, difeso e domiciliato, CITA -L'Assicurazione .... in persona del legale rapp.te p.t., C.F./P.I. ...., con sede legale in ...., via ....; - il Sig. .... nato a ...., il ...., C.F. ...., residente in ...., via ...., a comparire innanzi: - al Giudice di Pace di ...., all'udienza del ...., ore di rito, con l'invito a costituirsi nel termine e nelle forme stabilite dalla legge e che, in difetto, si procederà in sua contumacia; - all'Ill.mo Tribunale di ...., Giudice istruttore designando ai sensi dell'art. 168 bis c.p.c., all'udienza del ...., ore di rito, con invito ex art. 163 c.p.c. a costituirsi, nelle forme e nei modi di cui all'art. 166 c.p.c., 20 giorni prima dell'udienza su indicata, ovvero di quella fissata a norma dell'art. 168 bis, ultimo comma, c.p.c., e con l'avvertimento che la costituzione oltre i suddetti termini comporterà le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c. e che, non costituendosi, si procederà, ugualmente, in sua contumacia, per ivi sentire accogliere le seguenti conclusioni: - accertata e dichiarata la responsabilità dei convenuti, condannare questi ultimi in solido al risarcimento di tutti i danni subiti e subendi conseguenti all'incendio del veicolo di proprietà del sig. Sempronio, che si quantificano in complessivi euro ...., o in quella diversa, minore o maggiore, comunque ritenuta di giustizia, oltre rivalutazione monetaria ed interessi nella misura di legge sulla somma rivalutata. Con vittoria di spese ed onorari ed attribuzione in favore del procuratore antistatario. IN VIA ISTRUTTORIA (indicazione dei mezzi istruttori di cui si intende valere) Si chiede, inoltre, di essere ammesso alla prove per testimoni sulle circostanze indicate in premessa/in punto di fatto, dal numero .... al numero ...., preceduti dalla locuzione “Vero è che”, ovvero sulle seguenti circostanze (formulare i capi di prova preceduti dalla locuzione “Vero che...”)... A tal fine si indicano come testimoni i Sig.ri: 1) Sig. .... residente in....; 2) Sig. .... residente in .... In caso di contestazione, si chiede ammettersi CTU (Consulenza tecnica di ufficio) al fine di accertare la causa dell'incendio, il nesso di causalità con i danni riportati dal locale commerciale del sig. Caio e per la relativa quantificazione. Si allegano i documenti 1), 2), 3), 4) e 5) indicati nella narrativa del presente atto, riservandosi di produrne altri con le memorie di cui all'art. 183, comma 6, c.p.c., la concessione dei cui termini sin da ora viene richiesta. Ai sensi del d.P.R. n. 115/2002 e successive modificazioni, si dichiara che il valore del presente procedimento è pari ad Euro .... e, pertanto, all'atto di iscrizione a ruolo della causa, viene versato un contributo unificato pari ad Euro .... Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA CommentoInquadramento della problematica. La fattispecie in esame si presenta particolarmente spinosa in ragione, innanzitutto, della difficoltà di individuare la norma che i terzi possono invocare al fine di ottenere il risarcimento dei danni patiti nel caso di incendio di autoveicolo in sosta. Se debba trovare applicazione l'art. 2043, il 2051 ovvero il 2054 c.c. dipenderà, in primis, dal luogo (strada pubblica, strada privata aperta al pubblico, strada privata non aperta al pubblico, officina, cortile condominiale, ecc.) in cui l'incendio si sia verificato, nonché dalla riconduzione del concetto di “sosta” a quello di “circolazione” del veicolo. Giova evidenziare, in via preliminare, che esulano dall'ambito di applicazione dell'art. 2051 c.c., i beni per i quali il legislatore ha individuato una disciplina specifica, come accade per i mezzi adibiti al trasporto terrestre a guida libera, che rientrano nella cornice normativa dell'art. 2054 c.c. Occorre, d'altra parte, precisare che qualora il danno non sia in alcun modo collegabile, causalmente, alla circolazione stradale, intesa quale utilizzazione della via pubblica o della strada privata aperta al pubblico, compresa la sosta del mezzo, il regime della responsabilità sarà quello, generale, previsto per le cose in custodia, e non quello della disciplina specifica. Così, ad esempio, il proprietario risponderà, ex art. 2051 c.c. , in qualità di custode, dei danni causati a terzi dall'incendio propagatosi dalla propria autovettura in sosta in un'area chiusa al traffico. La giurisprudenza oscilla tra posizioni differenti: a fronte di pronunce che escludono la possibilità di ricondurre nell'ambito dell'art. 2054 c.c. la responsabilità per danni derivanti dall'incendio di un'auto in sosta (v. così Cass. III, n. 5032/2000 secondo cui “il danneggiamento di un immobile a causa dell'incendio di un'autovettura parcheggiata in prossimità dello stesso, fatta eccezione per l'ipotesi in cui venga individuato un particolare e specifico nesso eziologico tra un determinato avvenimento della circolazione stradale e l'incendio, non può considerarsi un evento prodotto da detta circolazione”), si registrano sentenze che si esprimono in termini totalmente contrari (v. Cass. III, n. 16895/2010). Secondo alcuni, poi, non è ricollegabile alla circolazione stradale l'incendio sprigionatosi da un veicolo in sosta, laddove lo stesso si sia sviluppato non già nell'esercizio di un'attività comportante l'utilizzo di una strada, ma nello stabile esercizio di un'attività commerciale solo strumentalmente svolta su un veicolo situato sulla pubblica via, come nel caso di un furgone adibito a servizio rosticceria mobile che prenda fuoco a causa della fuoriuscita di gas dall'impianto di cottura del cibo (così Trib. Reggio Emilia 12 giugno 1998). Costituisce, invece, pacifico orientamento quello in base al quale rientrano nell'ambito di operatività dell'art. 2054 c.c., le specifiche ipotesi di danni da incendio accidentale, non provocato dall'azione dolosa di un terzo rimasto ignoto, originato su un autoveicolo in sosta sulla pubblica via (v. così Cass. III, n. 5033/2000 nonché Cass. III, n. 4575/1998). La sosta del veicolo come ipotesi di circolazione. Costituisce ormai principio consolidato in giurisprudenza quello secondo cui il concetto di circolazione stradale di cui all'art. 2054 c.c. include anche la posizione di arresto del veicolo, in relazione sia all'ingombro sugli spazi addetti alla circolazione, sia alle operazioni propedeutiche alla partenza o connesse alla fermata, sia, ancora, a tutte le operazioni che il veicolo è destinato a compiere e per il quale può circolare sulle strade (cfr. Cass. III, n. 30723/2022; S.S.U.U., n. 8620/2015). Con la conseguenza che, dei danni derivati a terzi (nella specie, il conduttore di un immobile) dal relativo incendio (non determinato da fatto idoneo ad interrompere il nesso della sua derivazione causale dalla circolazione, degradandola a mera occasione del danno stesso) risponde anche l'assicuratore, indipendentemente dal lasso di tempo intercorso tra l'inizio della sosta e l'insorgere dell'incendio (v. così Cass. III, n. 14998/2004); dello stesso tenore, altra sentenza secondo cui “in tema di assicurazione obbligatoria della responsabilità civile per i veicoli (o natanti) a motore, l'assicurazione stipulata dal proprietario del veicolo è pienamente operativa, ex art. 1, comma 1, l. n. 990/1969, e 2054, comma 3, c.c., con riferimento ai danni provocati dalla circolazione del veicolo – ivi compresi quelli cagionati da veicolo in sosta – e, quindi, a maggior ragione, da veicolo che si sia messo spontaneamente in moto per una qualsiasi causa (nella specie, la tenuta difettosa dei freni v. Cass. III, n. 7767/2003). Anche la Corte Costituzionale ha riconosciuto che la disciplina della circolazione deve riguardare “per sua natura, non soltanto il movimento dei veicoli, ma anche la fermata o la sosta di questi, in quanto, seppur fermi, ostacolano o alterano il movimento degli altri veicoli” (Corte cost., n. 1969/1982). L'incendio del veicolo in sosta: casistica. Posto, dunque, che la sosta può essere intesa quale momento della “circolazione stradale”, occorre stabilire se il danno cagionato da un incendio sprigionatosi da un veicolo in sosta, lì dove il veicolo si trovasse in un luogo tale da consentire l'applicazione dell'art. 2054 c.c. (v. formula su nozione di circolazione stradale, sinistro su strada privata, nozione di scontro), possa essere considerato quale pregiudizio “prodotto dalla circolazione”. Prima di tutto, occorre distinguere il danno derivante dalla circolazione dei veicoli dal danno derivante dai veicoli in circolazione. Vale individuare il discrimen tra le fattispecie cui si riferisce l'art. 2054 c.c., che riguardano i danni prodotti dalla circolazione (comprensiva della sosta e della fermata) dei veicoli, e le fattispecie in cui si sia avuto un utilizzo del veicolo in maniera non corrispondente alla sua naturale destinazione. Si pensi, ad es. al caso in cui un'auto sia stata utilizzata, nel contesto di una rapina, al fine di sfondare le vetrine di un istituto bancario o all'ipotesi di utilizzo di un veicolo quale “autobomba”. In tali ipotesi non vi è dubbio che si possa parlare di un danno derivante da un veicolo in circolazione, e non, invece, di un danno derivante dalla circolazione dello stesso. L'auto, che è strumento di circolazione, viene infatti usata come arma impropria e con un fine diverso da quello abituale: in questi casi, il danno non deriva da un rapporto di causalità con la circolazione, bensì di semplice occasionalità; sicché, ai fini del risarcimento del danno, troverà applicazione l'art 2051 c.c., relativo al danno cagionato da cose in custodia, e non, invece, il 2054 c.c., escludendosi, di conseguenza, la possibilità di invocare la copertura assicurativa per la Rca. In particolare, la S.C. ha affermato che “deve considerarsi evento relativo alla circolazione stradale l'incendio propagatosi dal veicolo in sosta (con conseguente azione diretta del danneggiato verso l'assicuratore del veicolo), a meno che l'incendio stesso non derivi dall'azione dolosa di terzi” (così v. Cass. III, n. 13239/2008; Cass. III, n. 2302/2004, nonché Cass. III, n. 4575/1998); importante anche il principio affermato da Cass., 14998/2004 cit. secondo cui “la sosta di un veicolo a motore [...] integra, ai sensi e per gli effetti dell'art. 2054 c.c. e della l. n. 990/1969, anch'essa gli estremi della fattispecie "circolazione del veicolo", con la conseguenza che, dei danni derivati a terzi (nella specie, il conduttore di un immobile) dal relativo incendio (non determinato da fatto idoneo ad interrompere il nesso della sua derivazione causale dalla circolazione, degradandola a mera occasione del danno stesso) risponde anche l'assicuratore, indipendentemente dal lasso di tempo intercorso tra l'inizio della sosta e l'insorgere dell'incendio” . Si afferma, altresì, in dottrina che è ricollegabile alla circolazione stradale ex art. 2054 c.c. non solo l'incendio di un'autovettura che si sia sviluppato a seguito di un vero e proprio sinistro, ma anche quello ingeneratosi da un veicolo in sosta per le condizioni intrinseche del mezzo imputabili a vizi di costruzione o difetto di manutenzione; altresì, in caso di danni provocati dall'incendio di un autoveicolo, divampato in ore notturne per cause ignote, non è applicabile la presunzione di responsabilità di cui all'art. 2054 c.c. , non essendo ravvisabile alcun collegamento fra tali danni e la pericolosità specifica propria della circolazione dei veicoli. Sulla scorta di quanto ricavato dalla disamina della giurisprudenza e della dottrina che si sono occupate della tematica in oggetto, si può affermare che il presupposto per l'applicabilità dell'art. 2054 c.c è l'esistenza di un collegamento tra lo sviluppo dell'incendio e le condizioni intrinseche del mezzo, relative al suo utilizzo tipico ai fini della circolazione: ove questo nesso esista, non vi è dubbio che il danno debba essere considerato prodotto dalla circolazione del veicolo e, pertanto, sia da ricondurre alla fattispecie di cui agli artt. 2054 c.c. e del d.lgs. n. 209/2005. Sicché, ad es., il danno cagionato dall'incendio di un'auto, causato dall'imprudenza del conducente che abbia lasciato scaldare troppo il motore, è indubbiamente collegato causalmente alla circolazione del mezzo. Ancora, fenomeni quali il ritorno di fiamma, il corto circuito, lo scoppio del serbatoio della benzina rientrano nelle responsabilità del proprietario e del conducente di un veicolo per i danni derivanti da vizi di costruzione o da difetti di manutenzione, di cui al comma 4 dell'art. 2054 c.c. ; al contrario “le operazioni di carico e scarico del carburante costituiscono un'attività non riconducibile alla circolazione stradale e pertanto i danni cagionati (e derivanti dall'incendio prodottosi) durante dette operazioni non rientrano nella previsione dell'art. 2054 c.c. , con conseguente inapplicabilità della copertura assicurativa obbligatoria per la Rca”: così v. Cass. n. 5146/1997; in senso parzialmente difforme, cfr. Cass. III, n. 12284/2004 secondo cui “nell'ampio concetto di circolazione stradale indicato dall'art. 2054 c.c., come possibile fonte di responsabilità, deve essere ricompresa anche la posizione di arresto del veicolo e pertanto anche il veicolo sul quale sia in atto il compimento da parte del conducente di operazioni prodromiche alla messa in marcia” (nella specie la S.C. ha cassato la sentenza di merito che aveva ritenuto non afferente alla circolazione la chiusura intempestiva dello sportello da parte del conducente, che aveva arrecato danno ad un soggetto intento a salire sul veicolo). In mancanza del detto collegamento, troverà applicazione la norma di cui all'art. 2051 c.c., cosicché l'azione risarcitoria andrà rivolta nei confronti del proprietario del veicolo che potrà esimersi dall'addebito solo allorché dimostri il caso fortuito (in particolare, si veda Cass. III, n. 24755/2008 secondo cui “il proprietario di un veicolo a motore, dato dolosamente alle fiamme da un terzo durante la sosta, non risponde, in relazione al titolo di responsabilità previsto dall'art. 2051 c.c., dei danni causati dal propagarsi dell'incendio, in quanto la condotta del terzo - ove imprevista ed imprevedibile - recide il nesso di causalità tra la proprietà del veicolo ed i danni a terzi”). |