Comparsa di risposta per responsabilità del custode e concorso del fatto colposo del danneggiatoInquadramentoIl proprietario di un ristorante si costituisce nel giudizio promosso da una cliente procuratasi lesioni fisiche a seguito di una caduta provocata da sostanza scivolosa presente sul pavimento, deducendo che l'infortunio sia causalmente attribuibile in via esclusiva o concorrente all'incedere disattento ed incauto della stessa danneggiata, con conseguente esclusione o riduzione della propria responsabilità. FormulaGIUDICE DI PACE DI/TRIBUNALE .... R.G. N. .... G.I. DOTT. .... COMPARSA DI COSTITUZIONE E RISPOSTA [1] Il Sig. ...., C.F. ...., rappresentato e difeso, come da procura in calce [2], dall'Avv. .... (C.F. .... [3] ), con domicilio eletto in .... alla via .... n. .... presso lo studio dell'Avv. ...., giusta procura in calce al presente atto e reso su foglio separato, dichiarando di voler ricevere tutte le comunicazioni e gli avvisi di cui agli artt. 133 comma 3, 134 comma 3, 170 comma 4 e 176 comma 2 c.p.c., anche al seguente numero di fax .... [4], ovvero al seguente indirizzo di P.E.C.: ....@ .... [5]. -convenuta- CONTRO la Sig.ra ...., C.F. ...., nato a .... e residente in ...., alla via .... n. ...., rappresentato e difeso dall'Avv. .... -attrice- FATTO 1. In data ....la Sig.ra ...., si recava presso il ristorante ....sito in ....alla via ....n. ....; 2. Durante la cena, tra una pietanza ed un'altra, la Sig.ra .... - dopo aver consumato diversi bicchieri di vino - si accingeva a fumare una sigaretta nella veranda del locale e, percorrendo la sala con incerta andatura, scivolava su di una grande chiazza di acqua e grasso formatasi sotto uno dei condizionatori; 3. A seguito della caduta, la Sig.ra veniva immediatamente soccorsa ed accompagnata presso il Pronto Soccorso dell'Ospedale .... di ....dove le veniva diagnosticato un “ ....”; 4. Con atto di citazione notificato il .... la Sig.ra .... citava in giudizio l'odierno comparente nella qualità di proprietario del ristorante .... sito in .... alla via ...., per il risarcimento dei danni fisici patiti dalla Sig.ra .... quantificati in Euro ....; Con il presente atto si costituisce in giudizio il Sig. ...., chiedendo il rigetto della domanda per i seguenti motivi di DIRITTO Nell'atto di citazione, l'attrice sosteneva ingiustificatamente che la responsabilità della sua caduta fosse da addebitare al proprietario del ristorante, per non aver scongiurato il pericolo di incidenti non riparando il condizionatore guasto. Ma nel caso di specie, è palese che la richiesta risarcitoria debba essere respinta sulla base del fatto che la chiazza era visibile e dunque la caduta era «ben prevedibile ed evitabile dall'attore con l'uso della ordinaria diligenza»; circostanza che esclude la sussistenza dell'elemento oggettivo dell'illecito «essendo la caduta stessa eziologicamente riferibile, ai sensi dell'articolo 1227 comma 1 c.c., esclusivamente alla disattenta condotta del danneggiato». Dunque è da escludere ogni tipo di responsabilità per il ristoratore, in quanto la cliente non ha dato alcuna dimostrazione del nesso causale tra la condotta del proprietario del ristorante e la sua caduta. È principio consolidato che quantunque la fonte della responsabilità da custodia, «venga rinvenuta nell'art. 2054 c.c., il comportamento colposo del danneggiato può - secondo un ordine crescente di gravità - atteggiarsi come concorso causale colposo, valutabile ai sensi dell'articolo 1227 c.c. comma 1, ovvero addirittura giungere ad escludere del tutto la responsabilità del custode o del soggetto inadempiente». E nel caso di specie, la disattenzione e la superficialità della condotta mostrata dalla cliente del ristorante - che ha percorso quel tratto del corridoio nonostante la presenza di una sostanza in prossimità del climatizzatore fosse chiaramente visibile - è tale da escludere ogni responsabilità del ristoratore. Difatti, la giurisprudenza è concorde nel valutare che, «quanto più la situazione di pericolo è suscettibile di essere prevista e superata attraverso l'adozione delle normali cautele da parte del danneggiato, tanto più l'incidente deve considerarsi l'efficienza del comportamento imprudente del medesimo nel dinamismo causale del danno, fino a rendere possibile che detto comportamento interrompa il nesso eziologico tra fatto ed evento dannoso». In via subordinata, è innegabile che l'incedere disattento ed incerto dell'attrice, dovuto anche al consumo di sostanze alcooliche, abbia concorso in misura preponderante nella verificazione dell'infortunio, posto che nessun altro avventore era caduto in quel punto nel corso della serata e che la sostanza liquida avrebbe potuto essere diligentemente avvistata ed evitata dalla Sig.ra ....che avrebbe potuto agevolmente scansarla. ******* Per tali ragioni, si chiede che l'Ecc.mo Tribunale adìto Voglia, respinta ogni contraria istanza, eccezione e difesa, accogliere le seguenti CONCLUSIONI - accertare e dichiarare l'inammissibilità della domanda attorea per tutti i motivi suddetti, rigettando la stessa; Con vittoria di spese, diritti ed onorari di causa, oltre IVA e CPA come per legge. In via istruttoria, in caso di ammissione di prova testimoniale dedotta da parte attrice, senza alcuna inversione dell'onere della prova, chiede prova contraria sui capitoli formulati da controparte. Si chiede inoltre di ammettere prova testimoniale col sig. ....residente a ....sulle seguenti circostanze: 1) Vero è che la sera del ....attendevo al servizio ai tavoli del ristorante ....in qualità di cameriere; 2) Vero che al tavolo occupato dalla Sig.ra .... era seduta soltanto un'altra persona e che quella sera portai n. .... di vino; 3) Vero è che vidi alzare la Sig.ra ....e dirigersi verso ....con passo incerto; 4) Vero è che nel dirigersi verso .... la Sig.ra .... continuava a guardare la persona seduta al suo tavolo parlandole; Inoltre, al momento dell'iscrizione della causa a ruolo, si offriranno in comunicazione i seguenti documenti: 1. Atto di citazione del ....; 2. Procura ad litem Con riserva di ulteriormente articolare ed istruire la controversia, anche all'esito del contegno processuale di controparte. Si dichiara, infine, ai sensi dell'art. 14 d.P.R. n. 115/2002 che non sono proposte domande riconvenzionali. Luogo e data.... Firma Avv. .... PROCURA AD LITEM[6] Il Sig. .... legale rapp.te p.t. della società ....(P.I.: ....), con sede legale in .... alla via ...., informato ai sensi dell'art. 4, 3° comma, del d.lgs. n. 28/2010 della possibilità di ricorrere al procedimento di mediazione ivi previsto e dei benefici fiscali di cui agli artt. 17 e 20 del medesimo decreto, con la presente conferisco incarico all'Avv. .... (C.F.: ....) a rappresentarmi e difendermi nel giudizio da promuovere dinanzi al Giudice di pace/Tribunale di ...., ivi comprese le fasi esecutive e di impugnazione che da questo conseguono, con ogni più ampia facoltà di legge; a tal uopo conferisco, altresì, al nominato procuratore ogni facoltà di legge, comprese quelle di conciliare, incassare, quietanzare, rinunziare e transigere, con promessa di rato e fermo del suo operato; lo autorizzo, infine, al trattamento dei miei dati personali, conformemente alle norme del d.lgs. n. 196/2003 e limitatamente alle finalità connesse all'esecuzione del presente mandato. Eleggo domicilio presso il suo studio in ....alla via ...., n. .... Luogo e data .... Sig. ....n.q. rapp.te legale p.t. È autentica Firma Avv. .... [1] Il convenuto deve costituirsi a mezzo del procuratore, o personalmente nei casi consentiti dalla legge [82, 86 c.p.c.], almeno venti giorni prima dell'udienza di comparizione fissata nell'atto di citazione, o almeno dieci giorni prima nel caso di abbreviazione di termini a norma del secondo comma dell'articolo 163bis ovvero almeno venti giorni prima dell'udienza fissata a norma dell'articolo 168-bis, quinto comma, depositando in cancelleria il proprio fascicolo contenente la comparsa di cui all'articolo 167 con la copia della citazione notificata, la procura e i documenti che offre in comunicazione. Per effetto della modifica dell’art. 166 c.p.c. da parte del D. Lgs. 149/2022, nei procedimenti introdotti dopo il 28.2.2023, il convenuto deve costituirsi almeno settanta giorni prima dell’udienza di comparizione fissata nell’atto di citazione. [2] Vds. nota n. 6 [3] L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. [4] L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c.. Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis: «ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ...ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale .... il contributo unificato è aumentato della metà». [5] A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore, è sufficiente l'indicazione del numero di fax, poiché l'indirizzo PEC è un dato ormai acquisito nei rapporti con la cancelleria: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dalla l. n. 114/2014. [6] La procura può essere generale o speciale (art. 83 c.p.c.). Nel caso di procura generale alle liti, redatta per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, dovranno esserne indicati gli estremi. La procura speciale, invece, può essere apposta in calce o a margine del ricorso. Nell'ipotesi di scelta di deposito telematico del ricorso (art. 16-bis, comma 1-bis, d.l. n. 179/2012) occorrerà indicare la seguente dicitura: «giusta procura allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente ricorso ai sensi dell'art. 83, comma 3, c.p.c.». CommentoSi è ripetutamente affermato, da parte della giurisprudenza, che, ricorrendo la fattispecie della responsabilità da cosa in custodia, il comportamento colposo del danneggiato può - in base ad un ordine crescente di gravità - o atteggiarsi a concorso causale colposo (valutabile ai sensi dell'art. 1227 comma 1 c.c.), ovvero escludere il nesso causale tra cosa e danno e, con esso, la responsabilità del custode. Ove, dunque, il comportamento del danneggiato non sia di per sé idoneo ad integrare il caso fortuito ma possieda un'efficienza causale concorrente nella produzione dell'evento dannoso, il custode può dedurne e provarne la ricorrenza, con conseguente diminuzione della propria responsabilità secondo l'incidenza causale di tale colpa sull'evento dannoso, essendo detto concorso senz'altro configurabile anche nei casi di responsabilità presunta (Cass. III, n. 18317/2015; Cass. III, n. 999/2014; Cass. III, n. 6529/2011). L'ipotesi del concorso di colpa del danneggiato di cui all'art. 1227, primo comma, c.c. - al pari dell'allegazione del fatto del terzo o dello stesso danneggiato come idoneo ad integrare il caso fortuito - non concretando un'eccezione in senso proprio, ma una semplice difesa, dev'essere esaminata e verificata dal giudice anche d'ufficio (Cass. n. 12392/2016), attraverso le opportune indagini sull'eventuale sussistenza della colpa del danneggiato e sulla quantificazione dell'incidenza causale dell'accertata negligenza nella produzione dell'evento dannoso, indipendentemente dalle argomentazioni e richieste formulate dalla parte; pertanto, anche il giudice d'appello può valutare d'ufficio tale concorso di colpa nel caso in cui il danneggiante si limiti a contestare “in toto” la propria responsabilità (Cass. III, n. 6529/2011; Cass. III, n. 20619/2014). La dottrina più recente, condivisa dalla giurisprudenza di legittimità (Cass. S.U., n. 24406/2011; Cass. III, n. 10641/2002), ha, infatti, abbandonato l'idea che la norma in questione sia espressione del principio di autoresponsabilità, e vi ha ravvisato piuttosto un corollario del principio di causalità, che esclude la possibilità di considerare danno risarcibile quello che ciascuno procura a se stesso. L'art. 1227 c.c., nel disciplinare il concorso di colpa del creditore nella responsabilità contrattuale, applicabile anche alla responsabilità extra-contrattuale per l'espresso richiamo operato dall'art. 2056 c.c., distingue l'ipotesi in cui il fatto colposo del creditore o del danneggiato abbia concorso al verificarsi del danno (comma primo), da quella in cui il comportamento dei medesimi ne abbia prodotto soltanto un aggravamento, senza contribuire alla sua causazione (comma secondo). La colpa del danneggiato sussiste non solo in ipotesi di violazione da parte del creditore danneggiato di un obbligo giuridico, ma anche nella inosservanza della regola comportamentale della diligenza, sotto il profilo della colpa generica. L'applicazione dell'art. 1227 c.c. postula dunque che la condotta (omissiva o commissiva) del soggetto leso sia oggettivamente difforme da un parametro o modello sociale di condotta normalmente prudente e diligente, analogamente a quanto generalmente si ritiene con riguardo alla colpa del danneggiante. Concorre pertanto nella causazione del sinistro dovuto all'imperfezione della pavimentazione di un ambiente o del manto stradale l'utente o il pedone che, pur potendo agevolmente avvedersi della condizione del piano di calpestio, non abbia adottato, nel camminarvi, le cautele che le circostanze del caso avrebbero suggerito (Trib. Catanzaro, 4 maggio 2010 n. 184; Trib. Milano X, 25 febbraio 2008, n. 2391) o che non abbia optato per un percorso alternativo maggiormente sicuro (Trib. Monza, 1 settembre 2016 n. 2361; Trib. Catanzaro II, 2 febbraio 2012; v. anche Cass. III, n. 3416/1988, secondo la quale in ipotesi di danno cagionato da cose in custodia (art. 2051 c.c.), la conoscenza che il terzo abbia del difetto strutturale o funzionale della cosa medesima e quindi della pericolosità del suo uso in relazione al suo stato, anche se non apparente, rettamente viene tenuta presente dal giudice del merito e valutata unitamente alla varietà dei mezzi dei quali il terzo stesso (considerato il suo grado culturale e le sue esperienze di vita) disponga per entrare in contatto fisico con la “res” ed avvalersi di essa senza riceverne danno, al fine di stabilire se ed in quale misura la mancata adozione di cautele sia addebitabile a colpa del danneggiato e comparativamente diminuisca la responsabilità del custode exartt. 2056 e 1227, comma 1, c.c.). Con specifico riguardo all'uso dei beni demaniali e, segnatamente del demanio stradale, si è affermato che la diligenza dell'utente va valutata anche in relazione all'affidamento che era ragionevole porre nell'utilizzo ordinario di quello specifico bene, con riguardo alle specifiche condizioni di luogo e di tempo. La diligenza richiesta sarà, allora, diversa a seconda che si tratti di una strada campestre o del corso principale della città, in quanto il danneggiato - quale membro della collettività - fa affidamento su una diversa attività di controllo- custodia (che quindi ritiene esigibile) in relazione ai due tipi di strada dello stesso demanio (Cass. III, n. 15383/2006). In linea generale, la responsabilità della P.A. ai sensi dell'art. 2051 o 2043 c.c. in relazione alla pericolosità dei beni demaniali non è incompatibile con la possibilità che una concorrente condotta colposa della vittima contribuisca alla produzione del danno. Si è, inoltre, attribuita rilevanza causale all'esposizione volontaria del danneggiato ad un rischio gratuito, cioè non giustificato né necessitato dall'attività che si intende svolgere, ossia all''assunzione di un rischio che, sebbene non assolutamente straordinario o imprevedibile (nel qual caso si rientrerebbe nel fortuito), si pone tuttavia ingiustificatamente sopra la soglia della normalità. L'assunzione del rischio, generalmente conseguente all'inosservanza di una regola comportamentale che detto rischio si proponeva di scongiurare, rileva tuttavia non in sé ma se e in quanto contribuisca eziologicamente alla verificazione dell'evento. Componendo il contrasto venutosi a creare sull'ambito della prova liberatoria di cui è onerato l'ente pubblico - custode, le Sezioni Unite della Suprema Corte hanno fissato chiari principi statuendo che la condotta del danneggiato assurge a caso fortuito soltanto allorchè sia oggettivamente connotata da imprevedibilità ed inevitabilità e dotata di esclusiva efficienza causale nella produzione dell'evento. La sua incidenza causale va valutata, anche in sede di applicazione ufficiosa dell'art. 1227 co. 1 c.c., tenendo conto anche del dovere generale di ragionevole cautela riconducibile al principio di solidarietà espresso dall'art. 2 Cost. Pertanto, quanto più la situazione di possibile danno è suscettibile di essere prevista e superata attraverso l'adozione, da parte dello stesso danneggiato, delle cautele normalmente attese e prevedibili in rapporto alle circostanze, tanto più incidente deve considerarsi l'efficacia causale del comportamento imprudente del medesimo nel dinamismo causale del danno, fino a rendere possibile che detto comportamento interrompa il nesso eziologico tra fatto ed evento dannoso, quando lo stesso comportamento, benchè astrattamente prevedibile, sia da escludere come evenienza ragionevole o accettabile secondo un criterio probabilistico di regolarità causale (Cass. S.U. 20943/2022). |