Atto di citazione per il risarcimento dei danni da cancellazione voli aerei

Andrea Penta
aggiornata da Francesco Agnino

Inquadramento

Negli ultimi anni, a seguito del recepimento di direttive comunitarie e dell'applicazione di Regolamenti europei ed internazionali, la tutela offerta al trasportato dalla legislazione italiana si è ampliata in modo consistente.

Basti pensare:

a) alla Convenzione per l'unificazione di alcune regole relative al trasporto aereo internazionale, firmata a Montreal il 28 maggio 1999;

c) al Regolamento CE n. 2027/1997 del Consiglio, recante norme sulla responsabilità del vettore aereo con riferimento al trasporto aereo dei passeggeri e dei loro bagagli, come modificato dal Regolamento CE n. 889/2002 del Parlamento Europeo e del Consiglio;

d) al Regolamento CE n. 261/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio, ancora sul trasporto aereo, istitutivo di regole comuni in materia di compensazione ed assistenza ai passeggeri in caso di negato imbarco, di cancellazione del volo o di ritardo prolungato.

Va, peraltro, evidenziato che Il danno da "vacanza rovinata" ha natura contrattuale e non può essere utilizzato nel caso di contratto di trasporto aereo, poiché a quest'ultimo non applica la disciplina del codice del consumo. Con il contratto di trasporto, infatti, il vettore assume l'obbligo a trasferire le persone e i loro bagagli da un luogo ad un altro, non rilevando in alcun modo la finalità del viaggio, mentre nei contratti stipulati con i tour operator la motivazione di svago e di vacanza rientra nel contenuto del contratto, costituendo la causa in concreto di esso, caratterizzando, altresì, l'obbligazione del venditore, che deve garantire la fruizione della vacanza pena l'inadempimento ed il consequenziale risarcimento del danno (Trib. Palermo 8 giugno 2010).

Con il contratto di trasporto la compagnia aerea si obbliga a portare il passeggero alla destinazione convenuta, senza che assuma rilievo la ragione del viaggio. I fini del passeggero, ovvero la ragione del viaggio, rimangono indifferenti per il vettore aereo, né lo stesso assume alcun impegno circa il buon esito del soggettivo e personale fine del passeggero. Allo stesso, pertanto, non può essere richiesto il risarcimento del danno per vacanza rovinata (Trib. Roma IX, giugno 2010, n. 12523).

Due coniugi invocano il risarcimento dei danni, patrimoniali e non, derivati dalla cancellazione di alcuni voli prenotati e dalla mancata assistenza a terra, evidenziando che tra le circostanze eccezionali che escludono il diritto al ristoro non possono essere incluse le situazioni legate ad un problema tecnico inerente al normale esercizio dell'attività del vettore aereo.

Formula

TRIBUNALE DI .... 1 2

ATTO DI CITAZIONE 3

PER

I Signori:

1) ...., nato a ...., il ...., C.F. .... 4, residente in .... 5;

e

2) ...., nata a ...., il ...., C.F. ...., residente in ....;

rappresentati e difesi dall'Avv. ...., in virtù di mandato 6 a margine del (o in calce al) presente atto e presso il cui studio elettivamente domiciliano in ...., con espressa avvertenza di voler ricevere, ai sensi degli artt. 133,134 e 176 del c.p.c. le comunicazioni al numero di telefax ....,

PREMESSA IN FATTO

1. In data .... (doc. n. 1), gli odierni attori, al fine di trascorrere un fine settimana di vacanza dalle rispettive attività lavorative, avevano acquistato dalla .... (di seguito, anche la “Compagnia” o il “Vettore”) ciascuno:

— un biglietto aereo con partenza da .... il giorno .... ed arrivo previsto a .... alle ore .... (Volo n. ....); e

— un biglietto aereo con partenza da .... il giorno .... alle ore .... ed arrivo previsto a .... alle ore .... (volo n. ....).

2. Giunti tempestivamente all'aeroporto di partenza, gli attori apprendevano che il volo di andata (volo n. .... ) veniva cancellato per causa .... e venivano, pertanto, costretti a partire il giorno successivo .... alle ore .... con il volo n. ...., che giungeva a ....alle ore ....

3. A seguito della cancellazione del volo ...., il Vettore non offriva alcuna forma di assistenza ai sensi del Regolamento. Per tale ragione, gli odierni attori si trovavano costretti a provvedere a proprie spese al pernottamento a ...., data la distanza dell'aeroporto dalle rispettive città di residenza. Essi, inoltre, subivano il mancato godimento di un pernottamento nell'albergo di ...., da essi già regolarmente pagato, nonché il sacrificio di una giornata di vacanze.

4. Il giorno ...., pronti ad affrontare il ritorno in ...., gli odierni attori si recavano tempestivamente all'aeroporto di ...., dove apprendevano che il volo n. .... era stato cancellato, senza ottenere alcuna spiegazione in merito. Essi venivano contestualmente avvisati che la partenza per .... sarebbe avvenuta solo il giorno successivo alle ore ...., con volo n. ...., il cui arrivo a ....era previsto per le ore ....

5. Nonostante il disagio ad esso imputabile, il Vettore non forniva alcuna forma di assistenza ai sensi del Regolamento CE n. 261/20047 (di seguito, per brevità, il Regolamento). Per tale ragione, gli odierni attori venivano costretti a trascorrere un'altra notte in albergo a ...., con spese interamente a loro carico (doc. n. 2).

6. L'indomani, al fine di non incorrere in ulteriori disagi e, in particolare, di non perdere altri giorni di lavoro a causa dei disservizi imputabili al Vettore, gli attori si vedevano costretti a rientrare in .... con il primo volo disponibile, vale a dire il volo operato dalla ...., n. .... del giorno ...., ore ...., con arrivo a .... (doc. n. 3), facendosi altresì carico delle spese trasferimento in taxi dall'aeroporto di ...., presso cui erano atterrati, a quello di ...., presso il quale sarebbero dovuti atterrare secondo l'originario piano di viaggio (doc. n. 4).

7. Con lettera raccomandata del giorno ...., ricevuta dal Vettore in data .... (doc. n. 5), gli odierni attori, esposti in sintesi i fatti che precedono, diffidavano il Vettore a provvedere, ai sensi del Regolamento, alla compensazione pecuniaria per la cancellazione dei voli ...., .... e ...., al rimborso delle spese sostenute a causa dei disservizi e della mancata assistenza della Compagnia, nonché al ristoro di ogni ulteriore danno. Copia di tale comunicazione veniva inviata, per i profili di competenza, all'ENAC, ente di vigilanza per la tutela dei diritti dei passeggeri ai sensi dell'art. 16 del Regolamento.

8. Il Vettore riscontrava le precedenti raccomandate con comunicazione via e-mail del .... (doc. n. 7). Senza fare alcun riferimento alla cancellazione del volo di andata n. ...., la Compagnia informava che “il volo .... è stato cancellato causa ceneri vulcaniche. Per questo motivo sono spiacente di dover rifiutare il pagamento dell'indennizzo europeo”. Con riferimento alle spese sostenute dagli attori, il Vettore chiedeva l'invio della “seguente documentazione non inclusa nella raccomandata: - ricevuta di pagamento e biglietti aerei .... per la tratta .... effettuata in data .... ; ricevuta trasporto taxi dall'hotel all'aeroporto di .... data .... ; eventuale ricevuta per pernottamento in .... a .... tra la notte del .... e del .... e per la notte in più trascorsa a .... tra il .... e l' ....”.

9. Con e-mail dello stesso .... (doc. n. 8), gli istanti ribadivano le proprie ragioni, reiterando le precedenti richieste. Essi, inoltre, provvedevano all'invio della ricevuta, richiesta dal vettore, relativa al volo di rientro con la compagnia ...., di importo complessivo pari ad Euro .... Gli attori non mancavano di evidenziare, altresì, come la politica del Vettore in materia di cancellazione dei voli, esplicitata nella comunicazione della Compagnia sopra citata, era già stata oggetto di censura da parte dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che, con provvedimento n. .... del ...., ne aveva evidenziato la contrarietà al Regolamento nonché alla normativa in materia di pratiche commerciali scorrette (d.lgs. n. 206/2005).

10. Il Vettore, con comunicazione via e-mail del .... (doc. n. 9), informava che, per i costi sostenuti all'acquisto del trasporto sostitutivo, sarebbero stati rimorsati Euro .... a titolo di differenza pagata in più per il volo .... rispetto all'importo di Euro .... relativo al volo della Compagnia del Vettore cancellato e non utilizzato. Quanto all'annullamento del primo volo, sosteneva che lo stesso era stato necessario a causa di uno sciopero non ufficiale indetto in ...., che aveva portato a diversi ritardi risultanti nella cancellazione della tratta ...., e che questa circostanza rientrava nelle condizioni straordinarie non evitabili (essendo la causa della cancellazione la conseguenza di un evento straordinario non controllabile dal vettore), con conseguente esclusione del diritto al pagamento di un indennizzo.

IN DIRITTO

(A) Come è noto, il Regolamento CE n. 261/04 del Parlamento Europeo e del Consiglio ha istituito regole comuni in materia di compensazione pecuniaria ed assistenza ai passeggeri in partenza da un aeroporto situato nel territorio di uno Stato membro, finalizzate a garantire loro un elevato livello di protezione in caso di negato imbarco, di cancellazione del volo o di ritardo prolungato. Detto Regolamento ha abrogato la precedente disciplina, contemplata nel Regolamento del Consiglio 295/91/CEE del 4 Febbraio 1991, che stabiliva”norme comuni relative ad un sistema di compensazione per negato imbarco nei trasporti aerei di linea” ed avente una sfera di applicazione decisamente più ristretta di quello vigente, in quanto riconosceva diritti ai passeggeri solo ed esclusivamente in caso di rifiuto d'imbarco, nulla prevedendo, viceversa, con riferimento ai voli “cancellati o ritardati”.

(B) Ai sensi dell'art. 5 del Regolamento vigente, in caso di cancellazione del volo, ai passeggeri interessati:

a. è offerta l'assistenza del vettore operativo a norma dell'articolo 8;

b. è offerta l'assistenza del vettore operativo a norma dell'articolo 9, ai sensi del quale il passeggero ha diritto, a

titolo gratuito:

i. a pasti e bevande in congrua relazione alla durata dell'attesa;

ii. alla sistemazione in albergo, ove necessario;

iii. al trasporto tra l'aeroporto e il luogo di sistemazione; nonché

iv. ad effettuare a titolo gratuito due chiamate telefoniche o messaggi via telex, fax o posta elettronica.

c. spetta la compensazione pecuniaria del vettore aereo operativo a norma dell'articolo 7, pari ad Euro 250 per tutte le tratte aeree inferiori o pari a 1.500 chilometri, precisando che tale compensazione non è dovuta:

i. quando i passeggeri siano stati informati con almeno una settimana di anticipo, alle condizioni di cui all'art. 7, par. 1, lett. c), non ricorrenti nel caso di specie;

ii. ai sensi dell'art. 5, par. 3, se il Vettore può dimostrare che la cancellazione del volo è dovuta a circostanze eccezionali che non si sarebbero comunque potute evitare anche se fossero state adottate tutte le misure del caso. Tale dimostrazione non è avvenuta nel caso di specie.

La detta compensazione può essere ridotta del 50% solo “se ai passeggeri è offerto di raggiungere la loro destinazione finale imbarcandosi su un volo alternativo a norma dell'articolo 8, il cui orario di arrivo non supera di due ore, per tutte le tratte aeree pari o inferiori a 1.500 km”, circostanza,questa, non concretatasi nella fattispecie de qua.

(C) Invero, nel caso che ci occupa, gli odierni attori:

a. in relazione alla tratta aerea ...., di distanza inferiore ai Km 1.500, hanno subito la cancellazione del volo .... del ....;

b. in relazione alla tratta aerea ...., di distanza inferiore ai Km 1.500, hanno subito la cancellazione del volo .... del ....;

senza ricevere fino ad oggi, nonostante le reiterate e documentate istanze, alcuna somma a titolo di compensazione pecuniaria cui hanno diritto ai sensi degli articoli 5 e 7 del Regolamento, pari ad Euro 250,00 cadauno per ciascuna delle dette cancellazioni, per un totale di Euro 1.000,00.

(D) Gli odierni attori, inoltre, non hanno ricevuto l'assistenza prevista dall'art. 9 del Regolamento nelle seguenti circostanze:

a. a seguito della cancellazione del volo .... del .... sono stati costretti a fronteggiare, a proprie spese, tutte le esigenze conseguenti al rinvio della partenza al giorno successivo, per un importo complessivamente quantificabile in Euro ....;

b. a seguito della cancellazione del volo .... del .... hanno dovuto provvedere, a proprie spese, a tutte le necessità conseguenti al rinvio della partenza al giorno successivo, incluso il pernottamento in albergo a ...., per un importo quantificabile in Euro ...., ed al successivo trasferimento in taxi all'aeroporto di ...., per un importo di Euro ....;

c. a seguito della cancellazione del volo .... del .... hanno dovuto provvedere, a proprie spese, all'acquisto a proprie spese di un volo di ritorno in Italia con vettore alternativo. Le spese vive affrontate e non rimborsate possono essere quantificate in Euro ....;

d. al momento dell'arrivo in Italia, contrariamente a quanto previsto dall'art. 9 del Regolamento, essi hanno dovuto provvedere, a proprie spese, al trasferimento in taxi dall'aeroporto di .... - luogo di destinazione del volo alternativo di rientro in Italia - a quello di ...., destinazione originaria del viaggio acquistato con il vettore. L'importo per tale trasferimento è stato pari ad Euro ....

Le spese di cui ai precedenti punti a), b), c), d), sono state individuate in via equitativa, in quanto non documentabili a causa delle difficoltà del momento in cui sono incorsi gli attori.

(E) A causa della cancellazione del volo di andata .... del ...., gli odierni attori non hanno potuto godere di un pernottamento, regolarmente pagato, presso l'albergo .... (indirizzo) per un importo pari ad Euro ....

(F) Gli attori sono altresì incorsi in ulteriori spese generali a causa della reiterata corrispondenza con la Compagnia, quantificabili in Euro ....

(G) Ai sensi dell'art. 12 del Regolamento, è fatto salvo il diritto dei passeggeri a risarcimenti supplementari. Nel caso di specie, gli odierni attori hanno perduto complessivamente due giornate lavorative (giorni .... ) ed hanno subito notevoli stati d'ansia e stress a causa dei continui disservizi provocati dal Vettore. In ragione delle circostanze del caso, il danno esistenziale subito da ciascun attore è quantificabile in Euro ....

Tanto premesso ed esposto, gli attori, ut supra domiciliati, rappresentati e difesi,

CITANO

 

(Vettore) .... in persona del legale rappresentante pro tempore con sede in ...., con sede secondaria in Italia alla via .... presso ....

a comparire innanzi il Tribunale ordinario di ...., Sezione e Giudice Istruttore a designarsi ai sensi dell'art. 168-bis c.p.c., all'udienza del .... , ora di rito, con invito alla parte convenuta a costituirsi nel termine di settanta giorni prima dell'udienza indicata ai sensi e nelle forme stabilite dall'articolo 166 e a comparire, nell'udienza indicata, dinanzi al giudice designato ai sensi dell'articolo 168-bis,

AVVERTE

il convenuto che:

  • la costituzione oltre i suddetti termini implica le decadenze di cui agli articoli 38 e 167 c.p.c.,
  • la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi davanti al tribunale, fatta eccezione per i casi previsti dall'articolo 86 c.p.c. o da leggi speciali,
  • la parte, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato;

per ivi sentir accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

Piaccia all'ill.mo Giudice di pace adito, in accoglimento della domanda attorea, accertare e dichiarare l'inadempimento del vettore .... e, per l'effetto, condannare lo stesso al risarcimento di tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali subiti dagli attori, ed in loro favore, nella misura di Euro ...., oltre interessi e svalutazione monetaria dalla domanda e comunque, nei limiti di Euro 5.000,00, a quella diversa somma ritenuta equa e di giustizia dall'ill.mo Giudicante

Vittoria di spese, diritti ed onorari di avvocato in causa, con attribuzione al sottoscritto procuratore per anticipo fattone.

In via istruttoria chiede che parte attorea venga ammessa a rendere interrogatorio formale in merito alle circostanze di cui ai punti 2)-3)-4)-6) della premessa del presente atto, che qui debbono intendersi per ripetuti e trascritti integralmente, preceduti dalla locuzione “vero è che” con riserva di indicare i testi.

Si offrono in comunicazione, mediante deposito in cancelleria, i seguenti documenti 8:

1) n. .... biglietti aerei volo n. .... del .... e n. .... biglietti aerei volo n. .... del ....;

2) fattura per pernottamento a ....;

3) n. .... biglietti aerei dalla ....del giorno ...., ore ...., con arrivo a ....;

4) ricevuta taxi per il trasferimento dall'aeroporto di ...., presso cui erano atterrati, a quello di ...., presso il quale sarebbero dovuto atterrare secondo l'originario piano di viaggio;

5) lettera raccomandata del giorno ...., ricevuta dal Vettore in data ....;

6) lettera raccomandata di diffida del giorno ...., ricevuta dal Vettore in data ....,

7) comunicazione via e-mail del Vettore datata .... a riscontro delle precedenti raccomandate degli istanti;

8) e-mail del .... con la quale gli odierni attori ribadivano le proprie ragioni, reiterando le precedenti richieste;

9) comunicazione via e-mail del .... con la quale il Vettore informava di non poter provvedere al rimborso delle spese di taxi e di pernottamento in hotel in mancanza della relativa documentazione;

10) comunicazione Enac del ....

Ai sensi del d.P.R. n. 114/2002 si dichiara che il valore della presente controversia è di Euro ....

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

PROCURA ALLE LITI

Io sottoscritto .... nato il ...., in ...., residente in ...., C.F. .... nomino e costituisco mio difensore e procuratore nel presente giudizio l'Avv. .... del Foro di ...., con studio in ...., C.F ...., conferendogli ogni più ampio potere e facoltà, compresa quella di transigere e conciliare, riscuotere e quietanzare, rinunciare agli atti del giudizio, deferire giuramento, accettare rinunce, appellare sentenze, riassumere la causa, proseguirla, iscrivere e cancellare ipoteche, farsi rappresentare, assistere e sostituire. Eleggo domicilio presso lo studio del suddetto procuratore in via ....

Dichiaro, ai sensi e per gli effetti di cui al d.lgs. n. 196/2003 e s.m.i., di essere stato informato che i miei dati personali, anche sensibili, verranno utilizzati per le finalità inerenti al presente mandato, autorizzando sin d'ora il rispettivo trattamento.

Luogo e data ....

Firma ....

La firma è autentica ed apposta in mia presenza

Firma Avv. ....

[1] La competenza per valore spetta al Giudice di Pace ove la somma richiesta sia inferiore ad euro venticinquemila e la relativa domanda si propone con ricorso chiedendo la fissazione, ai sensi dell'art. 2814 undecies comma 2 c.p.c., con decreto emesso entro cinque giorni dalla designazione del Giudice, l'udienza di comparizione delle parti, con concessione del termine per la notificazione del ricorso e del decreto di fissazione di udienza e assegnazione del termine per la costituzione dei convenuti che dovrà avvenire non oltre dieci giorni prima dell'udienza, con avvertimento che la mancata costituzione o la costituzione oltre i termini comporterà le decadenze di cui agli artt. 38,167 e 281 undecies, comma 3 e 4 c.p.c., che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi davanti al tribunale, fatta eccezione per i casi previsti dall'articolo 86 o da leggi speciali, e che esso convenuto, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato, che in caso di mancata costituzione si procederà in sua legittima e dichiaranda contumacia. Territorialmente è competente alternativamente:

- ai sensi dell'articolo 19 c.p.c., il giudice del luogo in cui la compagnia aerea ha sede, dove la compagnia ha uno stabilimento e un rappresentante autorizzato a stare in giudizio;

- ai sensi dell'articolo 20 c.p.c., il giudice del luogo in cui l'obbligazione è sorta (ossia il luogo in cui è stato acquistato il biglietto aereo) o in cui deve eseguirsi (ossia, rispettivamente, il luogo di partenza o di atterraggio);

- ai sensi dell'articolo 63 del Codice del Consumo, il giudice del luogo di residenza o domicilio elettivo del passeggero.

[2] La previsione di cui al comma 1 dell'art. 28 della convenzione di Varsavia del 12 ottobre 1929 - secondo cui l'azione di responsabilità per danni derivanti dal trasporto aereo internazionale dovrà essere promossa, a scelta dell'attore, nel territorio di uno Stato contraente innanzi al tribunale del domicilio del vettore, ovvero della sede principale del suo esercizio ovvero del luogo in cui il vettore possiede una organizzazione a cura della quale sia stato concluso il contratto, oppure, infine, innanzi al tribunale del luogo di destinazione - ha predisposto solo il criterio di collegamento al fine di determinare lo Stato aderente ove è giustificato radicare la giurisdizione su tali controversie, e non vale come criterio attributivo della competenza interna dello Stato aderente del quale è stata determinata la giurisdizione (Cass. S.U., n. 22035/2014).

[3] Il contenuto dell'atto di citazione è, essenzialmente, quello di cui all'art. 163 c.p.c., ma risulta, stante la particolarità del rito, notevolmente semplificato (dal momento che il medesimo contiene, per espressa previsione normativa, meno indicazioni di un atto redatto nelle forme e con le modalità di cui all'art. 163 c.p.c.). La domanda può essere proposta anche verbalmente ed in tal caso il giudice di pace fa redigere al cancelliere un verbale che sarà poi notificato dall'attore al convenuto con citazione a comparire ad udienza fissa.

[4] La mancata indicazione del codice fiscale delle parti e dell'avvocato firmatario dell'atto (d.l. n. 193/2009, conv, con modif. nella l. n. 24/2010), non comporta alcun vizio di nullità dell'atto, ma al più può sollecitare l'intervento del giudice a regolarizzare atti e documenti che riconosce difettosi ai sensi dell'art. 182, comma 1.

[5] Le parti debbono dichiarare la residenza o eleggere domicilio nel comune in cui ha sede l'ufficio del giudice

[6] Le parti possono farsi rappresentare da persona munita di mandato scritto in calce alla citazione o in un atto separato. Il mandato a rappresentare davanti al giudice di pace comprende sempre il potere di transigere e conciliare. Le parti possono stare in giudizio di persona quando la causa non supera i 1.100,00 Euro. Entro questo limite le parti possono farsi rappresentare da una persona che può anche non essere un avvocato legalmente esercente. Oltre questo limite è necessaria la difesa tecnica.

[7] Il Regolamento (CE) n. 261/2004 non si applica ai passeggeri che viaggiano gratuitamente o ad una tariffa ridotta non accessibile, direttamente o indirettamente, al pubblico.

Inoltre, affinché siano applicabili le tutele previste dal legislatore comunitario, sono necessari due requisiti:

- il passeggero deve possedere un biglietto aereo oppure un biglietto aereo emesso nel quadro di un programma Frequent Flyer o di altri programmi commerciali dei vettori aerei o dagli operatori turistici;

- il passeggero deve avere una prenotazione confermata e presentarsi all'accettazione nei modi e nei tempi indicati per iscritto dal vettore aereo, dall'operatore turistico o da un agente di viaggio autorizzato, oppure, qualora non sia indicata l'ora, presentarsi all'accettazione al più tardi quarantacinque minuti prima dell'orario di partenza pubblicato.

Il Regolamento (CE) n. 261/2004 si applica a tutti i voli (di linea e non di linea) in partenza da:

- un aeroporto comunitario, compresi Islanda, Norvegia e Svizzera;

- un aeroporto situato in un paese terzo con destinazione un aeroporto comunitario (compresi Islanda, Norvegia e Svizzera), nel caso in cui la compagnia aerea che effettua il volo sia comunitaria e salvo che non siano stati erogati i benefici previsti dalla normativa locale (ad esempio: assistenza, compensazione pecuniaria, riprotezione su volo alternativo).

[8] È necessario elencare i documenti prodotti avendo cura di rispettare l'ordine con cui saranno allegati nel fascicolo di parte.

Commento

Gli inadempimenti imputabili al vettore aereo: la cancellazione del volo

I principali obblighi che sono a carico di un vettore aereo sono quelli di assicurare la tempestività del volo e l'arrivo dei bagagli (oltre che, ovviamente, del passeggero) a destinazione.

Quanto al primo profilo, il vettore che ritarda il volo per motivi tecnici è tenuto a corrispondere un indennizzo ai passeggeri danneggiati se non dimostra che si sia verificata una circostanza eccezionale e imprevedibile. Tra le circostanze eccezionali non possono essere incluse le situazioni legate ad un problema tecnico inerente al normale esercizio dell'attività del vettore aereo. Il vettore deve corrispondere l'indennizzo al passeggero e può poi agire in via di regresso nei confronti del fabbricante del prodotto difettoso (CGUE IX, 17 settembre 2015, n. 257).

In relazione all'an della responsabilità, in caso di ritardo nella prestazione di trasporto aereo, le norme internazionali prevedono una presunzione di responsabilità del vettore, spettando a quest'ultimo dare la prova liberatoria, dimostrando cioè di avere adottato tutte le misure idonee per evitare il danno, oppure che era impossibile adottarle, con una formulazione molto simile a quella prevista dal nostro ordinamento interno per qualsivoglia responsabilità contrattuale (Trib. Firenze 21 settembre 2014).

L'art. 5, par. 3, del regolamento (CE) n. 261 del 2004 del Parlamento europeo e del Consiglio dell'11 febbraio 2004, che istituisce regole comuni in materia di compensazione ed assistenza ai passeggeri in caso di negato imbarco, di cancellazione del volo o di ritardo prolungato e che abroga il regolamento (CEE) n. 295 del 1991, deve essere interpretato nel senso che un evento quale, ad es., l'urto di una scaletta mobile d'imbarco di un aeroporto contro un aeromobile non può essere qualificato come “circostanza eccezionale”, atta ad esonerare il vettore aereo dal suo obbligo di versare una compensazione ai passeggeri in caso di ritardo prolungato di un volo operato da detto aeromobile (così CGUE V, 14 novembre 2014, n. 394, in un caso di ritardo di un volo di oltre tre ore), in quanto deve considerarsi un evento inerente al normale esercizio dell'attività del vettore aereo.

In forza del diritto dell'Unione, i vettori aerei sono tenuti a versare una compensazione pecuniaria ai passeggeri in caso di cancellazione di un volo o di ritardo di oltre tre ore. In particolare, il diritto dell'Unione prevede che, in caso di cancellazione del loro volo, i passeggeri possano ricevere una compensazione forfettaria di importo compreso tra 250 e 600 Euro. Tuttavia, come anticipato, il vettore aereo è esonerato se può dimostrare che la cancellazione o il ritardo sono dovuti a circostanze eccezionali che non si sarebbero comunque potute evitare anche se fossero state adottate tutte le misure del caso (cfr. i considerando 14 e 15 del regolamento n. 261/2004). Tali circostanze possono, in particolare, ricorrere in caso di instabilità politica (si pensi ad un atto di sabotaggio o di terrorismo), condizioni meteorologiche incompatibili con l'effettuazione del volo in questione, rischi per la sicurezza, improvvise carenze del volo sotto il profilo della sicurezza e scioperi che si ripercuotono sull'attività di una compagnia aerea. Tuttavia, non tutte le circostanze eccezionali comportano un esonero e spetta al vettore aereo che vuole avvalersene dimostrare che esse non si sarebbero comunque potute evitare con misure adeguate alla situazione, ossia mediante le misure che, nel momento in cui si sono verificate tali circostanze eccezionali, rispondono, in particolare, a condizioni tecnicamente ed economicamente sopportabili per il vettore aereo.

In tema di trasporto aereo internazionale, gli artt.  5  e 7 del Regolamento CE n. 261 del 2004, nel prevedere a favore dei passeggeri un ristoro  indennitario  per il caso di cancellazione del volo (nonché, secondo la giurisprudenza europea, per il caso di ritardo superiore a tre ore), indipendentemente dall'esistenza di un effettivo pregiudizio, configurano una disciplina speciale che si applica, ai sensi dell'art. 3, par. 1, del regolamento medesimo, ai passeggeri in partenza da un aeroporto situato nel territorio di uno Stato membro e a quelli in partenza da un aeroporto situato in un paese terzo con destinazione in un aeroporto situato nel territorio di uno Stato membro, se il vettore aereo operativo è un vettore dell'Unione; pertanto, la suddetta disciplina non è analogicamente estensibile oltre i predetti casi, al di fuori dei quali resta applicabile il principio generale di cui agli artt. 1223 e 2697 c.c., secondo cui il debitore inadempiente risponde (solo) dei danni che costituiscono conseguenza immediata e diretta dell'inadempimento, mentre il creditore è onerato della prova tanto delle conseguenze dannose quanto del loro collegamento causale con la condotta del debitore, secondo il nesso di cd. causalità giuridica. Applicando tale principio, Cass. III, n. 9474 /2021 ha cassato la sentenza di merito che, in accoglimento della domanda risarcitoria di due passeggeri, aveva ritenuto analogicamente applicabile la disciplina  eurounitaria  in un caso in cui il vettore aereo, responsabile del ritardo, proveniva da un paese non facente parte dell'Unione europea.

Nella sentenza Sturgeon (CGUE del 19 novembre 2009, C-402/07 e C-432/07) la Corte di Giustizia ha considerato che i passeggeri di voli ritardati possono essere assimilati ai passeggeri di voli cancellati per quanto riguarda il loro diritto ad una compensazione pecuniaria. La Corte ha così dichiarato che se essi raggiungono la loro destinazione finale tre ore o più dopo l'orario di arrivo originariamente previsto, possono chiedere alla compagnia aerea una compensazione forfettaria, salvo che il ritardo non sia dovuto a circostanze eccezionali.

La frequenza di un problema tecnico non ha alcuna rilevanza per stabilire l'eccezionalità di una situazione. Né, peraltro, il rispetto dei requisiti minimi di manutenzione di un aeromobile è di per sé sufficiente per dimostrare che il vettore abbia adottato tutte le misure del caso ai sensi dell'art. 5 Reg. Ce n. 261/04, e tale, pertanto, da liberare il detto vettore dall'obbligo di pagare una compensazione pecuniaria, previsto dagli art. 5 n. 1, lett. c) e 7 n. 1, del citato regolamento (CGUE, IV, 22 dicembre 2008, n. 549).

Ha diritto alla compensazione pecuniaria prevista per la cancellazione del volo il passeggero che sia giunto alla destinazione finale con un ritardo di quasi ventiquattro ore rispetto all'orario di arrivo originariamente programmato, a nulla rilevando che il vettore si sia attivato per assicurare un volo alternativo, né potendosi considerare circostanza eccezionale l'avaria occorsa al motore del veicolo (Trib. Palermo 17 gennaio 2013).

È nulla, in quanto in contrasto con l'art. 33 n. 2 (b) del codice di consumo, la clausola contenuta nelle condizioni generali di contratto che esclude il diritto del passeggero al risarcimento del danno nel caso di annullamento del viaggio per fatti imputabili al vettore, limitandolo alla restituzione del doppio del prezzo del biglietto (Trib. Palermo 7 luglio 2008).

Il vettore aereo risponde del ritardo che abbia causato il mancato imbarco su di altro volo operato dal medesimo (Trib. Mondovi' 22 maggio 2008).

La Corte di giustizia, cui era stata sottoposta la questione se la nozione di «cancellazione del volo» di cui all'art. 2, lett. l), del medesimo Regolamento si riferisca esclusivamente all'ipotesi in cui l'aereo non sia affatto partito, oppure se essa comprenda anche il caso in cui l'aereo, pur essendo partito, sia stato costretto a rientrare all'aeroporto di partenza a causa di un guasto tecnico [ciò ai fini della “compensazione pecuniaria” da riconoscersi ai passeggeri sulla base del combinato disposto degli artt. 5 e 7 del Regolamento (CE) n. 261/2004 (fino a concorrenza dell'importo forfettario di Euro 250 pro capite)], ha rilevato che, alla luce dell'art. 2, lett. l), del citato Regolamento, che definisce la «cancellazione del volo» come “la mancata effettuazione di un volo originariamente previsto e sul quale sia stato prenotato almeno un posto”, affinché un volo possa essere considerato come effettuato è necessario che esso raggiunga la propria destinazione come da itinerario previsto (cfr. cause riunite C-402/07 e C-432/07, p.to 30); pertanto, “la circostanza che il decollo sia stato garantito, ma che l'aereo sia poi rientrato all'aeroporto di partenza senza aver raggiunto la destinazione prevista dall'itinerario, fa sì che il volo, così come era inizialmente previsto, non può essere considerato effettuato” (causa C-83/10, p.to 28). Pertanto, la nozione di «cancellazione del volo», come definita dall'art. 2, lett. l), del Regolamento (CE) n. 261/2004, “non si riferisce esclusivamente all'ipotesi in cui l'aereo in questione non sia affatto partito, bensì comprende anche il caso in cui tale aereo è partito, ma, per una qualsivoglia ragione, è stato poi costretto a rientrare all'aeroporto di partenza, e i passeggeri di detto aereo sono stati trasferiti su altri voli” (causa C-83/10, p.to 35).

In tema di trasporto aereo internazionale, la limitazione del debito ad una somma determinata rappresenta la disciplina generale che assiste la responsabilità presunta del vettore per il danno alle merci, che può essere superata - con conseguente elisione del limite quantitativo - nell'ipotesi di condotta dello stesso vettore, o di un suo preposto, dolosa ovvero sorretta da "colpa con previsione", che spetta al danneggiato dedurre e provare, trattandosi dei casi in cui, ai sensi dell'art. 25 della Convenzione di Varsavia del 12 ottobre 1929, nel testo di cui al Protocollo di modifica dell'Aja del 28 settembre 1955 (recepiti nell'ordinamento italiano rispettivamente con la legge 19 maggio 1932, n. 841, e con la legge 3 dicembre 1962, n. 1832), sono escluse le limitazioni di responsabilità per i danni alle cose, previste in generale dall'art. 22 della Convenzione medesima (Cass. III, n. 19406/2013).

Il ritardo nella consegna dei bagagli

Con riferimento all'arrivo a destinazione dei bagagli, ai sensi della Convenzione di Montreal del 28 maggio 1999 in materia di trasporto aereo internazionale, ratificata e resa esecutiva in Italia con legge n. 12/2004, ove il vettore aereo internazionale si renda responsabile del ritardo nella consegna al passeggero del proprio bagaglio (art. 19 della Convenzione), la limitazione della responsabilità risarcitoria dello stesso vettore, fissata dall'art. 22, n. 2, della Convenzione nella misura di mille diritti speciali di prelievo per passeggero (corrispondenti a Euro 1.164,00), opera in riferimento al danno di qualsiasi natura patito dal passeggero medesimo e, dunque, non solo nella sua componente meramente patrimoniale, ma anche in quella non patrimoniale (cfr., nella giurisprudenza comunitaria, sentenza 6 maggio 2010, in C-63/09, Walz c. Clickair SA), da risarcire, ove trovi applicazione il diritto interno, ai sensi dell'art. 2059 c.c., quale conseguenza seria della lesione grave di diritti inviolabili della persona, costituzionalmente tutelati (Cass. III, n. 14667/2015, nel caso di una viaggiatrice che durante il viaggio di nozze si era vista smarrire il bagaglio che le era stato recapito dopo 14 giorni). La limitazione citata è valida sia nel caso di perdita del bagaglio e sia nel caso di ritardo nella consegna del bagaglio.

Invero, la Convenzione di Montréal del 1999, pur non stabilendo essa stessa di risarcire il danno non patrimoniale, utilizzando una nozione generica di danno, circoscrive il suo ammontare in un limite assoluto entro il quale è da includere ogni tipologia o manifestazione dello stesso, la cui scomposizione, in ragione del tipo di pregiudizio (materiale o 'morale'), potrà aver luogo, o meno, in base alle regole poste dai singoli ordinamenti degli Stati aderenti.

La Convenzione di Montréal lascia, cioè, ai singoli Stati la libertà di prevedere o meno il risarcimento del danno non patrimoniale. Avendo utilizzato, come detto, una nozione di danno onnicomprensiva, tocca, quindi, ai singoli ordinamenti decidere se risarcire o meno, oltre al danno materiale, il danno non patrimoniale. Non essendovi una previsione normativa espressa di risarcibilità del danno non patrimoniale, né vertendosi in ipotesi di fatto illecito astrattamente configurabile come reato, si tratta di vedere, di volta in volta, se siano stati in concreto lesi diritti inviolabili della persona, oggetto di tutela costituzionale. Si tende, peraltro, ad escludere che il ritardo nella consegna del bagaglio provochi 'stress' e 'disagi psicologici' (conseguenti alla indisponibilità di oggetti personali) ristorabili.

Qualora i bagagli affidati al vettore aereo vengano smarriti e riconsegnati con ritardo ai passeggeri partiti per un periodo di vacanza, il vettore è tenuto a risarcire i danni patrimoniali e morali, liquidando un importo nel complesso non superiore alla soglia prevista dalla convenzione di Montreal del 28 maggio 1999, applicabile a tutte le tipologie di danno (Trib. Paola 26 giugno 2008 ha riconosciuto ai passeggeri una somma pari al limite massimo, a fronte delle spese sostenute per il vestiario, dello stress causato dall'inutile ricerca dei bagagli e dalla necessità di acquistare indumenti, nonché del tempo sottratto alla vacanza).

Cass. III, n. 4996/2019, ha ribadito, nel richiamare la Convenzione di Montreal del 28 maggio 1999 sul trasporto aereo, che nell'ambito del danno da smarrimento del bagaglio è incluso quello non patrimoniale, pur rilevando la mancanza della dichiarazione di interesse alla consegna (conf. Cass. III, n. 14667/2015).

La nozione di “risarcimento complementare”

La nozione di "risarcimento supplementare", di cui all'art. 12 del regolamento n. 261/2004, deve essere interpretata nel senso che consente al giudice nazionale di concedere il risarcimento del danno, incluso quello di natura morale, occasionato dall'inadempimento del contratto di trasporto aereo, alle condizioni previste dalla convenzione per l'unificazione di alcune norme relative al trasporto aereo o dal diritto nazionale (CGUE III, n. 83/2011).

Le misure adottate ai sensi del regolamento (Ce) n. 261/2004 "non ostano di per sé a che i passeggeri interessati, nel caso in cui lo stesso inadempimento del vettore aereo dei suoi obblighi contrattuali causi loro anche danni che facciano sorgere un diritto a indennizzo, possano intentare comunque le azioni di risarcimento dei danni alle condizioni previste dalla convenzione di Montreal" (causa C-344/04, p.to 47), i cui artt. 19, 22 e 29 - applicabili, a norma dell'art. 3 n. 1, regolamento (Ce) 2027/97, alla responsabilità di un vettore aereo stabilito sul territorio di uno Stato membro e relativi alle azioni di risarcimento esperibili dai passeggeri nei confronti del vettore aereo inadempiente - includono tanto i danni di natura materiale quanto quelli di natura morale (causa C-63/09, p.to 29). Pertanto, la nozione di "risarcimento supplementare", di cui all'art. 12 regolamento n. 261/2004, deve essere interpretata nel senso che consente al giudice nazionale, alle condizioni previste dalla convenzione di Montreal o dal diritto nazionale, di concedere il risarcimento del danno, incluso quello di natura morale, occasionato dall'inadempimento del contratto di trasporto aereo". Per contro, il giudice nazionale non può condannare un vettore aereo a rimborsare ai passeggeri a titolo di "risarcimento supplementare" le spese che i passeggeri hanno dovuto sostenere a causa dell'inadempimento da parte di tale vettore aereo degli obblighi di sostegno e di assistenza ad esso incombenti in virtù degli art. 8 e 9 del Regolamento in parola. Tali domande risarcitorie, infatti - sebbene la Corte precisi che quando un vettore viene meno a tali obblighi, i passeggeri "possono legittimamente far valere un diritto al risarcimento sulla base degli elementi di cui ai citati articoli" (causa C-83/10, p.to 44) - non si possono considerare rientranti nella nozione di "risarcimento supplementare" di cui all'art. 12 Regolamento (CE) n. 261/2004 (CGUE III, 13 ottobre 2011, n. 83).

In tema di ritardo nella riconsegna del bagaglio nel trasporto aereo, il termine annuale di prescrizione dei diritti, dettato dagli art. 2951 c.c. e 418 cod. nav., decorre dal giorno in cui sarebbe dovuta avvenire la riconsegna del bagaglio (Trib. Roma 17 febbraio 2012).

In definitiva, salvo il caso in cui venga offerta prova liberatoria, va riconosciuto l'inadempimento imputabile al vettore aereo in relazione alle obbligazioni dal medesimo assunte con il contratto di trasporto e, conseguentemente, va risarcito il danno sofferto dal passeggero, sia in caso di ritardata riconsegna del bagaglio rispetto alla data di arrivo a destinazione, sia in caso di ritardo del volo che comporti la perdita della coincidenza: nell'ambito del contratto di trasporto aereo, che costituisce una tipologia del contratto di trasporto definito dall'art. 1679 c.c., ove l'uso del mezzo aereo è elemento distintivo, l'obbligazione essenziale del vettore non è limitata all'impegno di trasferire nello spazio persone o cose ma si specifica nell'obbligo di far giungere a destinazione nelle stesse condizioni in cui si trovavano alla partenza passeggeri, bagagli e merci (Trib. Busto Arsizio 6 settembre 2011).

In caso di trasporto aereo, al momento del check in il viaggiatore affida il proprio bagaglio al vettore aereo, il quale risponde quale custode, salvo prova circa l'adozione di tutte le possibili misure per evitare eventuali danni. La responsabilità, secondo la convenzione di Montreal nasce nel momento in cui viene rilasciato al passeggero lo scontrino identificativo del bagaglio consegnato. La lettera di trasporto aereo ed il relativo scontrino per il bagaglio, costituiscono la prova della conclusione di un contratto (Trib. Salerno II, 16 giugno 2010, n. 1410).

La responsabilità del vettore aereo per i danni alla persona del trasportato e per la mancata assistenza a terra

In tema di responsabilità del vettore aereo internazionale per i danni derivanti da lesioni personali o morte del trasportato, regolata dalla Convenzione di Montreal del 28 maggio 1999 (ratificata e resa esecutiva in Italia con legge n. 12/2004), per "evento" deve intendersi solo quello esterno al passeggero, inusuale e inatteso rispetto alle normali condizioni di operatività del trasporto, la prova del quale grava sempre in capo all'attore, e il cui accertamento fa sorgere a carico del vettore l'onere di provare il fatto del danneggiato ovvero, se i danni superano i centomila diritti di prelievo, la non riferibilità alla propria organizzazione ed attività dell'evento lesivo (cfr. Cass. n. 14666/2015, cit., che, in un caso di danni subiti da un passeggero, caduto dalla scaletta durante operazioni di sbarco eseguite sotto la pioggia, ha escluso il risarcimento, poiché l'evento non era avvenuto in un contesto di anomalia operativa e, dunque, non dipendeva da un fattore esterno al passeggero).

Il fondamento normativo per il risarcimento del danno non patrimoniale, derivante da violazione degli obblighi di assistenza a terra dei passeggeri non può, parimenti, reperirsi direttamente nella fonte sovranazionale, ed in particolare né nell'art. 9 né nell'art. 12 del regolamento Ue n. 261 del 2004, ma deve farsi riferimento alla convenzione di Montreal del 1999 se applicabile o comunque alle norme dell'ordinamento interno e ai limiti da questo fissati al risarcimento stesso. E quindi, nel caso di passeggero con volo cancellato o lungamente ritardato, soggetto ad una prolungata permanenza in aeroporto durante la quale la compagnia aerea non gli abbia prestato l'assistenza prescritta dall'art. 9 del regolamento UE n. 261 del 2004, la sua domanda di risarcimento del danno non patrimoniale derivante dal disagio subito a causa della mancata assistenza va incontro ai limiti interni alla risarcibilità del danno non patrimoniale, fissati da Cass. S.U. n. 26972/2008; di conseguenza essa deve escludersi, non essendo neppure ipotizzata né ipotizzabile una ipotesi di reato, non rientrando in una ipotesi di danno non patrimoniale risarcibile espressamente prevista dalla legge (interna o sovranazionale) e non essendo riconducibile alla lesione di diritti inviolabili della persona, come tali oggetto di tutela costituzionale (Cass. III, n. 12088/2015).

In una fattispecie particolare, Cass., Sez. 3, Ordinanza n. 34776 del 12 dicembre 2023, ha affermato che, in materia di trasporto aereo internazionale, alla pretesa di risarcimento dei danni nei confronti della Aeroflot Russian Airlines S.p.A. (società aperta di diritto russo) non sono applicabili né la Convenzione di Montreal del 28 maggio 1999, in quanto non ancora ratificata dalla Federazione Russa, né il Regolamento CE n. 261/2004, non essendo Federazione Russa parte dell'UE, bensì la Convenzione di Varsavia del 12 ottobre 1929 .

La responsabilità del vettore marittimo nei confronti del trasportato e dei terzi

In tema di trasporto marittimo di persone l'art. 274 cod. nav. («Responsabilità dell'armatore») detta una disposizione speciale e, come tale, prevalente rispetto a quella, parallela, di cui all'art. 2049 c.c., senza, peraltro, esaurire del tutto il tema della disciplina della responsabilità dell'armatore, che rimane soggetta alle norme del c.c. (artt. 2049 ss.) per ogni ipotesi non espressamente contemplata dal codice della navigazione, dovendosi includere fra tali ultime ipotesi anche il generico obbligo di prudenza e di perizia nella gestione della navigazione ed in particolare quello di effettuare correttamente le manovre della nave ivi compresa quella di attracco. A quest'ultimo riguardo trova applicazione la presunzione di responsabilità, recata dall'art. 1681 c.c. e dall'art. 409 cod. nav. («Responsabilità del vettore per danni alle persone»), per cui il vettore resta liberato dalla responsabilità presunta a suo carico, qualora dimostri che l'evento dannoso, verificatosi a causa del trasporto (quando cioè il sinistro è posto in diretta, e non occasionale, derivazione causale rispetto all'attività di trasporto), sia dovuto a fatto non prevedibile suo o dei suoi preposti o dipendenti, ovvero di non averlo potuto evitare nonostante l'uso della dovuta diligenza, mentre il viaggiatore ha l'onere di provare il nesso eziologico esistente tra l'evento dannoso ed il trasporto medesimo. Pertanto, occorre che, nonostante l'avvenuto rilascio del certificato di navigabilità, il giudice di merito accerti nel caso concreto le modalità dell'incidente occorso al passeggero e controlli se detto incidente sia o meno rapportabile a colpa del vettore o dei dipendenti o preposti di lui. In conclusione, il vettore, sia quello terrestre che quello marittimo ed aereo, è tenuto a predisporre e ad adottare tutte quelle misure che di volta in volta si presentano necessarie per assicurare, secondo una normale diligenza e prudenza, la piena incolumità dei viaggiatori o passeggeri, per modo che la sua responsabilità viene meno soltanto quando rimanga accertata la mancanza di colpa, da parte sua e da parte dei suoi dipendenti e preposti, ovvero la mancanza del nesso causale con l'evento dannoso (Cass. VI, n. 24347/2014).

Ai fini dell'accertamento della responsabilità verso terzi di un sinistro avvenuto su di un'imbarcazione non si applica la regola prevista dall'art. 414 del codice della navigazione, secondo cui incombe sul danneggiato la prova del dolo o della colpa grave del vettore o dei suoi dipendenti nel trasporto amichevole di persone o bagagli, ma l'art. 47 della l. n. 50/1971, secondo la quale, per espresso rinvio all'art. 2054 c.c., è il conducente di natanti e imbarcazioni da diporto il responsabile dei danni verso terzi, se non prova di avere fatto tutto il possibile per evitarli (Cass. III, n. 13224/2015; Trib. Massa 8 ottobre 2015, n. 1034).

In tema di trasporto internazionale marittimo, ed alla stregua della disciplina desumibile sia dalla Convenzione di Bruxelles del 25 agosto 1924, che dall'art. 422 cod. nav., le operazioni di caricamento e stivaggio della merce riguardano attività accessorie al trasporto e rientrano nella sfera di rischio, costo e responsabilità del vettore, potendo eventuali clausole derogatrici (quali, nella specie, quella "free in, liner out") incidere sulle spese, e non sulla responsabilità, di quest'ultimo (Cass. III, n. 12087/2015).

In tema di trasporto marittimo di cose, la sola circostanza che l'avente diritto alla riconsegna delle merci trasportate provi che le relative condizioni risultano difformi rispetto a quelle rilevate al momento del carico è di per sé sufficiente, sotto il profilo della cd. "colpa commerciale" di cui all'art. 422 cod nav., ad integrare una presunzione di colpa da parte del vettore marittimo, che risulta conseguentemente gravato dell'onere di individuare la causa del danno e di provare che lo stesso non è imputabile a sua colpa ovvero a colpa dei suoi preposti (Cass. III, n. 10600/2010).

La Convenzione relativa al contratto di trasporto internazionale di merci su strada (stipulata a Ginevra il 19 maggio 1956 e resa esecutiva in Italia con la l. n. 1621 del 1960) richiede, per la sussistenza della responsabilità illimitata del vettore, che la colpa dello stesso sia equiparata al dolo dalla legge dello Stato del giudice adito, di modo che, in virtù del principio per cui, in tema di responsabilità contrattuale, le conseguenze giuridiche della colpa grave sono trattate allo stesso modo di quelle della condotta dolosa, va esclusa qualsiasi limitazione della responsabilità contrattuale del vettore (ai sensi dell'art. 29 di detta Convenzione) nel caso in cui sia rimasta accertata una straordinaria ed inescusabile imprudenza e l'omessa osservanza anche della minima diligenza, da parte di costui o dei suoi dipendenti o preposti, dovendosi, peraltro, accertare tale responsabilità in concreto, senza che possa invocarsi la presunzione del minor grado di colpa sufficiente ad integrare l'inadempimento del vettore, tenuto conto che la piena equiparazione degli stati soggettivi di dolo e colpa, disposta dalla citata Convenzione, lungi dal rispondere ad un principio generale dell'ordinamento, è eccezionale e, come tale, insuscettibile di estensione analogica (Cass., Sez. 3, Ordinanza n. 32166 del 20 novembre 2023) .

Il trasporto marittimo: la responsabilità nelle operazioni di imbarco e sbarco

In tema di contratto di trasporto marittimo di cose, il compenso di controstallia ha natura di liquidazione forfettaria dei danni e delle spese cagionate dalla mancata cooperazione del ricevitore al compimento delle operazioni di sbarco della merce da parte del vettore e svolge, pertanto, una funzione analoga a quella della penale, la cui pattuizione, rispondendo alle finalità di stabilire in via preventiva la prestazione dovuta per il caso d'inadempimento o ritardo, con l'effetto di determinare e limitare a tale prestazione il risarcimento dovuto, dispensa il creditore dall'onere di fornire la prova dell'esistenza e dell'ammontare del danno sofferto (Cass. I, n. 12711/2012).

Nel caso di danni subiti da una vettura nel corso delle operazioni di imbarco su una nave traghetto sussiste, in base all'art. 1681 c.c., la presunzione di responsabilità del vettore (Trib. Messina 14 giugno 2012).

Quanto al trasporto aereo, indipendentemente dal fatto se l'operatore dei servizi aeroportuali sia o meno un ausiliario del vettore aereo, quando il sinistro sia ascrivibile a responsabilità concorrente di entrambi, il danneggiato può pretendere il risarcimento integrale da uno qualsiasi tra i due responsabili in virtù del principio generale della solidarietà tra i coautori di un fatto illecito. Tale principio è applicabile al caso del passeggero che cade dalla scaletta di sbarco dell'aeromobile, perché il fatto dannoso è imputabile sia a responsabilità del vettore aereo, per aver consentito (o non impedito) l'impiego di una scala inidonea per lo sbarco in sicurezza dei passeggeri, sia del fornitore del servizio di terra, per l'omessa manutenzione che ha reso pericolosa la scala (App. Roma 11 settembre 2012).

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