Comparsa di costituzione del convenuto per contestare la responsabilità del coordinatore per la sicurezza nei cantieri edili

Giovanna Nozzetti

Inquadramento

Costituendosi in giudizio per resistere all'azione risarcitoria promossa dal congiunto di un operaio deceduto nel corso dell'esecuzione di lavori edili all'interno di un cantiere, il convenuto contesta la propria responsabilità negando colpevoli omissioni in relazione agli obblighi propri del coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione

Formula

TRIBUNALE 1 DI ...

COMPARSA DI COSTITUZIONE 2

Dell'ing. ... (C.F. ...) 3 , nato a ... il .../.../..., residente in ... alla via ... n. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ... 4 (C.F. ...) 5 , con domicilio eletto in ..._ alla via ... n. ... presso il suo studio ..., fax ... 6 , PEC: ...@..., giusta procura ... 7

convenuto

Contro

la Sig.ra ...-, nata a ... il ... e residente a ... in via ..., rappresentata e difesa come in atti

-ATTRICE-

E nei confronti di

Sig. ... n.q. di titolare dell'omonima impresa (P.I....),

CONVENUTO

PREMESSO 8

Col l'atto di citazione notificato il ..., la Sig.ra ..., agendo iure proprio, ha chiesto accertarsi la responsabilità dell'impresa datrice di lavoro della vittima e dell'odierno comparente, quale coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione, per l'infortunio mortale occorso al marito ..., il giorno ..., mentre, alle dipendenze dell'impresa ..., eseguiva ... nel cantiere sito in ... via ...,

A tal fine, esponeva l'istante che, alle ore..., durante alcuni lavori di demolizione del fabbricato ed in particolare di un balcone sito al secondo piano del medesimo, il sig.... era rimasto schiacciato dai lastroni di cemento a causa dell'improvviso cedimento del manufatto riportando trauma cranico e ........., per i quali era immediatamente soccorso e trasferito a mezzo ambulanza all'Ospedale di ... ove tuttavia era deceduto, in conseguenza delle gravissime lesioni riportate, in data ...

Deduceva, inoltre, che l'evento dannoso fosse imputabile all'odierno esponente, per aver omesso di verificare la corretta esecuzione, da parte dell'impresa esecutrice dei lavori, delle disposizioni contenute nel piano di sicurezza ed, in particolare, per aver omesso di sospendere i lavori di demolizione dell'edificio, attese le modalità operative adottate dall'impresa esecutrice in difformità da quelle indicate nel piano di sicurezza e di coordinamento.

Con il presente atto si costituisce il Sig...., chiedendo il rigetto della domanda attorea, in quanto infondata in fatto e in

DIRITTO

Giova in primo luogo evidenziare che, ancorché il coordinatore per la sicurezza rivesta certamente una posizione di garanzia, affinché un evento gli sia imputabile, con ciò configurandone la responsabilità, è necessario che sussista una colpa riconducibile a quelli che sono i suoi specifici obblighi e non agli obblighi di altro soggetto garante.

Orbene, nel caso di specie, l'evento non è imputabile al Sig.... il quale, in qualità di coordinatore per la sicurezza 'in fase di progettazione' è incaricato ex art. 90, comma 3, del d.lgs. 81/2008 della sola individuazione e valutazione dei rischi connessi all'attività e quindi della redazione, in funzione degli stessi, di un piano di sicurezza e coordinamento che individui le procedure da seguire e le attrezzature più adeguate.

Diversamente, non rientra tra i suoi compiti quello di verificare la corretta applicazione da parte della impresa delle disposizioni del piano di sicurezza, né a maggior ragione quello di sospendere, in caso di pericolo grave ed imminente, le singole lavorazioni; compiti che rientrano, piuttosto, nell'incarico del responsabile per l'esecuzione dei lavori ex art. 92 del d.lgs. 81/2008.

Sul punto, la giurisprudenza di legittimità ha avuto modo di precisare che non si può richiedere al coordinatore per la sicurezza (neppure a quello in fase esecutiva) un tipo di vigilanza continua e diretta che spetta, invece, ad altre figure e, in primo luogo, al datore di lavoro'.

E' il datore di lavoro che è 'titolare di una posizione di garanzia nei confronti dei lavoratori, ed ha, pertanto, l'obbligo di predisporre e fare osservare i presidi di sicurezza richiesti dalla legge per l'esecuzione dei predetti lavori, a nulla rilevando la compresenza di un coordinatore della sicurezza in fase di progettazione e di un coadiutore della sicurezza in fase di esecuzione, a loro volta titolari di autonome e concorrenti posizioni di garanzia' (Cass. IV, n. 18149/2010).

Ne deriva, pertanto, che l'evento morte del Sig.... non può in alcun modo imputarsi all'odierno esponente, in quanto come si è ampiamente precisato la vigilanza sulla corretta esecuzione dei lavori e la sospensione degli stessi in caso di violazione del piano di sicurezza non rientrano tra i compiti del coordinatore per la sicurezza.

Né alcun addebito è stato mosso al Sig...., riguardo la correttezza del piano di sicurezza e coordinamento da lui predisposto. Tanto è vero che il procedimento penale nei confronti dell'odierno comparente è stato archiviato per le motivazioni esposte nel decreto del GIP di ... che si deposita (vds. all. ...).

Tanto premesso e considerato, ..., rappresentato e difeso come in epigrafe, rassegna le seguenti

CONCLUSIONI

Voglia l'On.le Tribunale adito, disattesa ogni contraria istanza, eccezione, richiesta e conclusione, rigettare la domanda avversaria perché infondata in fatto e in diritto, con vittoria di spese e compensi.

condannare l'attrice al pagamento delle spese di lite 9 .

In via istruttoria 10 :

si chiede di essere ammesso alla prova per testimoni sulle seguenti circostanze a) vero è che ... ; b) vero è che ...; c) vero è che ... con i Sigg.ri: 1) il Sig ..., residente in ...; 2) il Sig ..., residente in ...

si deposita copia dei seguenti documenti, con riserva di ulteriori produzioni ed articolazioni di richieste istruttorie: 1) procura; 2) atto di citazione notificato; 2) incarico professionale; 3) piano di sicurezza; 4) fascicolo delle indagini ...

si dichiara che il valore della domanda riconvenzionale è di Euro ... 11 per il quale è previsto il pagamento del contributo unificato pari a Euro ... 12

Luogo e data ... ... ...

Firma Avv ... ... ...

PROCURA AD LITEM

(se non a margine o su documento informatico separato)

[1] [1] Per l'orientamento prevalente in giurisprudenza (Cass. III, 21/10/2005 n. 20355; idem, 20/02/2006 n. 3650) non rientra nelle controversie di lavoro ai sensi dell'art. 409 c.p.c. la domanda avente ad oggetto il risarcimento dei danni subiti iure proprio dai congiunti del lavoratore deceduto

[2] [2] Il convenuto che intenda chiamare in causa un terzo deve, a pena di decadenza, costituirsi a mezzo del procuratore o personalmente nei casi consentiti dalla legge, almeno venti giorni prima dell'udienza fissata nell'atto di citazione, o almeno dieci giorni prima nel caso di abbreviazione dei termini a norma del secondo comma dell'art. 163 bis c.p.c., ovvero almeno venti giorni prima dell'udienza fissata ai sensi dell'art. 168 bis c.p.c., depositando il proprio fascicolo contenente la comparsa di risposta di cui all'art. 167 c.p.c., farne dichiarazione nella medesima comparsa e chiedere contestualmente al Giudice lo spostamento della prima udienza allo scopo di con sentire la citazione del terzo nel rispetto dei termini di cui all'art. 163 bis c.p.c., come previsto dall'art. 269 co. 2 c.p.c.

[3] [3] Ai sensi dell'art. 23, comma 50, d.l. 6 luglio 2011, n. 98, conv., con modif., nella l. 15 luglio 2011, n. 111, in tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio.

[4] [4] A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3 bis, d.P.R. 115/2002 modificati dall'art. 45-bis d.l. 90/2014 conv., con modif., nella legge 114/2014.

[5] [5] L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione citata sub nota 3.

[6] [6] L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione citata sub nota 3. Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. 115/2002, come modificato dalla disposizione testè ricordata, «Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ...ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale ... il contributo unificato è aumentato della metà».

[7] [7] La procura può essere apposta in calce o a margine della citazione (art. 83 c.p.c.). Può anche trattarsi di una procura generale alle liti, i cui estremi vanno in tal caso menzionati. In questo caso è preferibile produrre copia della procura. La procura speciale, invece, può essere apposta in calce o a margine della citazione. Nell'ipotesi di scelta di deposito telematico della citazione (art. 16-bis comma 1-bis d.l. 179/2012) occorrerà indicare la seguente dicitura: 'giusta procura allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto di citazione ai sensi dell'art. 83 comma 3 c.p.c.'.

[8] [8] Nella memoria di costituzione il convenuto deve prendere posizione, in maniera precisa e non limitata ad una generica contestazione, circa i fatti affermati dall'attore a fondamento della domanda e proporre tutte le sue difese in fatto e in diritto

[9] [9] La disciplina delle spese di giudizio segue quella ordinaria prevista dall'art. 91 c.p.c., secondo cui vanno poste a carico della parte soccombente o comunque di quella che ha dato causa alla lite.

[10] [10] L'indicazione specifica dei mezzi istruttori di cui ci si intende avvalere e dei documenti che vanno contestualmente depositati va fatta a pena di decadenza nella memoria difensiva tempestivamente depositata (art. 416 ult. co. c.p.c.)

[11] [11] Determinabile in base agli artt. 10 ss. c.p.c.

[12] [12] L'ultimo comma dell'art. 14 DPR 115/02 impone alla parte che modifica la domanda o che propone domanda riconvenzionale o formula chiamata in causa o svolge intervento autonomo, cui consegue l'aumento del valore della causa, a farne espressa dichiarazione e a procedere al contestuale pagamento integrativo. L'inosservanza di quest'obbligo è sanzionata dall'art. 13 ult. co. dello stesso DPR a tenore del quale «se manca la dichiarazione di cui all'articolo 14, il processo si presume del valore indicato al comma 1, lettera g)», ossia quello dello scaglione più elevato (i.e. superiore a 520.000,00 Euro) con conseguente obbligo di versamento del corrispondente contributo unificato.

Commento

Le posizioni di garanzia all'interno dei cantieri complessi

In caso di esecuzione di lavori in cantieri complessi (sono considerati cantieri complessi quelli nei quali è prevista la presenza di più imprese esecutrici, anche non contemporanea, qualora vi si svolgano attività di notevole entità che richiedono il coinvolgimento di numerosi addetti o comportino rischi per la sicurezza particolarmente elevati) la disciplina antinfortunistica di derivazione comunitaria (d.lgs. 14 agosto 1996 n. 494, di attuazione della direttiva 92/57/CEE, poi trasfuso nel d.lgs. 9 aprile 2008), allo scopo di incrementare la prevenzione e la sicurezza sul lavoro in situazioni di maggior rischio, ha ridefinito le posizioni di garanzia e le connesse sfere di responsabilità correlate alle misure minime di sicurezza da attuare nei cantieri temporanei o mobili, affiancandole a quella del committente, allo scopo di consentire a quest'ultimo di delegare, a soggetti qualificati, funzioni e responsabilità di progettazione e coordinamento, altrimenti su di lui ricadenti, implicanti particolari competenze tecniche.

Il committente, il quale assume l'iniziativa della realizzazione dell'opera, provvedendo a programmarla e a finanziarla - pur affidandone in tutto o in parte l'esecuzione a terzi - ha dunque una quota di responsabilità in materia di prevenzione antinfortunistica, essendo obbligato a coordinare i lavori all'interno del cantiere al fine di evitare che l'interferenza tra i dipendenti propri e quelli dell'appaltatore, ovvero tra quelli di più imprese appaltatrici e i lavoratori autonomi presenti in cantiere possa generare rischi per la sicurezza del lavoro.

Ai profili tecnici di tali compiti, infatti, il committente può attendere, anche per il tramite del responsabile dei lavori, mediante le figure del coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione e del coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione (art. 90 d.lgs. 81/08), la cui nomina, a differenza di quella del responsabile dei lavori, è normativamente obbligatoria.

Tali figure professionali devono essere dotate di particolari requisiti (art. 98 d.lgs. 81/08) ed assolvono compiti delicati, quali, per il coordinatore in fase di progettazione, redigere il piano di sicurezza e di coordinamento e predisporre il fascicolo contenente le informazioni utili per la prevenzione e la protezione dai rischi (art. 4 cit. d.lgs.); per il coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione: 1) verificare l'applicazione, da parte delle imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi, delle disposizioni loro pertinenti contenute nel piano di sicurezza e coordinamento e la corretta applicazione delle relative procedure di lavoro; 2) verificare l'idoneità del piano operativo di sicurezza redatto dal datore di lavoro dell'impresa esecutrice come piano di dettaglio, ed assicurarne la coerenza col Piano di Sicurezza e di Coordinamento (P.S.C.); 3) adeguare il P.S.C. e il fascicolo di valutazione dei rischi in relazione all'evoluzione dei lavori e all'eventuali modifiche intervenute; 4) organizzare tra i datori di lavoro operanti nello stesso cantiere, ivi compresi i lavoratori autonomi, la cooperazione ed il coordinamento delle attività all'interno del cantiere, nonché la loro reciproca informazione; 5) infine segnalare al committente o al responsabile dei lavori le inosservanze delle disposizioni di legge riferite ai datori di lavoro o ai lavoratori autonomi (artt. 94 95,96 e 97 co. 1), previa contestazione scritta alle imprese ed ai lavoratori autonomi interessati, proponendo la sospensione dei lavori, l'allontanamento delle imprese o dei lavoratori autonomi dal cantiere o la risoluzione del contratto in caso di inosservanza, dare comunicazione di eventuali inadempienze all'Azienda Sanitaria Locale e alla Direzione Provinciale del Lavoro, sospendere, in caso di grave ed imminente pericolo, direttamente riscontrato, le singole lavorazioni fino alla verifica degli avvenuti adeguamenti effettuati dalle imprese interessate.

Le posizioni di garanzia dei coordinatori per la sicurezza non si sovrappongono a quelle degli altri soggetti responsabili nel campo della sicurezza sul lavoro, ma ad esse si affiancano per realizzare, attraverso la valorizzazione di una figura unitaria con compiti di coordinamento e controllo, la massima garanzia dell'incolumità dei lavoratori (Cass. pen. IV, n. 443/2013; Cass. n. 18149/2010; Cass. n. 1490/2009; Cass. n. 13917/2008).

Nel settore dei lavori edili, è infatti innanzitutto il datore di lavoro il titolare di una posizione di garanzia nei confronti dei lavoratori, ed è questi, pertanto, ad avere l'obbligo di predisporre e fare osservare i presidi di sicurezza richiesti dalla legge per l'esecuzione dei predetti lavori, a nulla rilevando la compresenza di un "coordinatore della sicurezza in fase di progettazione" e di un "coadiutore della sicurezza in fase di esecuzione", a loro volta titolari di autonome e concorrenti posizioni di garanzia17634/2009).

Al committente, compete, invece, una funzione tecnica di "alta vigilanza" sulla sicurezza del cantiere che riguarda la generale configurazione delle lavorazioni e non il puntuale e continuo controllo di esse, né la specificità di determinati rischi connessi alla particolarità o complessità della lavorazione (Cass. IV, n. 22622/2008), controlli facenti capo ad altri soggetti, destinatari di ben più pregnanti obblighi di protezione, quali il datore di lavoro, il preposto, il direttore di cantiere.

Con la nomina dei coordinatori per la sicurezza, il committente trasferisce tale funzione di alta vigilanza a dette figure che assumono gli obblighi al medesimo facenti carico, di modo che costui rimane titolare di una posizione di garanzia limitata alla verifica che il tecnico nominato adempia al suo obbligo . Difatti, a norma dell'art. 93 co. 1 d.lgs. 9 aprile 2008 n. 81 " il committente è esonerato dalle responsabilità connesse all'adempimento degli obblighi limitatamente all'incarico conferito al responsabile dei lavori" mentre il comma secondo chiarisce che la designazione del coordinatore per la progettazione e del coordinatore per l'esecuzione dei lavori, non esonera il committente o il responsabile dei lavori dalle responsabilità connesse alla verifica dell'adempimento degli obblighi di cui agli articoli 91, comma 1, e 92, comma 1, lettere a), b), c), d ed e).

La chiave di volta sta dunque nell'ampiezza ed intensità del dovere di controllo del committente sul coordinatore secondo i canoni propri della delega di funzioni sui quali tuttavia si registrano opinioni dissonanti in giurisprudenza: se infatti in passato nella ripartizione delle responsabilità tra committente e tecnici si valorizzava la spiccata qualificazione professionale di questi ultimi, identificandosi il dovere di controllo del primo nella verifica dell'effettiva adozione del piano, la giurisprudenza più recente ha riaffermato il concorso di responsabilità del responsabile dei lavori e del coordinatore per la sicurezza, essendo il primo tenuto, insieme al datore di lavoro, a mantenere costante il canale informativo con i coordinatori allo scopo di rilevare con tempestività l'insorgenza di rischi e predisporre le necessarie misure preventive (Cass. pen. 20 febbraio 2008, Mandalari).

Parte della dottrina ha invece evidenziato che il fatto che le responsabilità dei diversi soggetti garanti siano concorrenti e debbano tutte contribuire ad assicurare la incolumità del lavoratore non contrasta con l'affermazione che ciascun garante può essere riconosciuto responsabile soltanto se gli sia imputabile una qualche forma di colpa riconducibile ai suoi specifici obblighi.

Pertanto, il controllo sull'operato del coordinatore da parte del committente non potrebbe che limitarsi ad una supervisione generale ma atecnica, salvi i casi in cui il coordinatore proceda alla segnalazione allo stesso, previa contestazione scritta alle imprese e ai lavoratori autonomi interessati, delle inosservanze alle disposizioni di cui agli artt. 94, 95, 96, 97 co. 1 e alle prescrizioni del piano di cui all'art. 100.

L'esigenza di delimitare l'ambito di ciascuna posizione di garanzia si pone anche relativamente alla distinzione dei doveri del coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione e di quelli del cd. datore di lavoro dell'impresa esecutrice (In base al principio generale espresso dall'art. 7, § 2 della Dir. n.92/57/CEE, secondo il quale il datore di lavoro dell'impresa esecutrice è obbligato ad adempiere agli obblighi di sicurezza inerenti alla propria azienda).

La giurisprudenza di legittimità (Cass. pen. IV, n. 46820/2001; Cass. pen. IV, n. 5473/2012) ha tendenzialmente assunto una posizione rigorosa, propendendo per un'interpretazione dell'art. 92 TUSL secondo la quale il coordinatore per l'esecuzione avrebbe il compito di controllare l'adempimento di tutte le obbligazioni prevenzionistiche gravanti sui datori di lavoro delle imprese esecutrici.

Secondo questo indirizzo, dunque, al coordinatore per l'esecuzione dei lavori non è assegnato esclusivamente il compito di organizzare il lavoro tra le diverse imprese operanti nello stesso cantiere, bensì anche quello di vigilare sulla corretta osservanza da parte delle stesse delle prescrizioni del piano di sicurezza e sulla scrupolosa applicazione delle procedure di lavoro a garanzia dell'incolumità dei lavoratori. Spetta al coordinatore per l'esecuzione dei lavori la titolarità di un'autonoma posizione di garanzia che, nei limiti degli obblighi specificamente individuati dalla legge, si affianca a quelle degli altri soggetti destinatari delle norme antinfortunistiche, e comprende, non solo l'istruzione dei lavoratori sui rischi connessi alle attività lavorative svolte e la necessità di adottare tutte le opportune misure di sicurezza, ma anche la loro effettiva predisposizione, nonché il controllo continuo ed effettivo sulla concreta osservanza delle misure predisposte al fine di evitare che esse siano trascurate o disapplicate, nonché infine, il controllo sul corretto utilizzo, in termini di sicurezza, degli strumenti di lavoro e sul processo stesso di lavorazione (Cass. IV, n. 19382/2013; Cass. IV, n. 26664/2009; Cass. IV, n. 21485/2006).

Tale posizione di garanzia gli impone, nell'ambito dei cantieri temporanei o mobili contrassegnati da lavori appaltati, di assicurare il collegamento tra impresa appaltatrice e committente al fine della migliore organizzazione del lavoro sotto il profilo della tutela antinfortunistica: in particolare sono a suo carico i compiti di adeguare il piano di sicurezza in relazione allo stato di avanzamento dei lavori, di vigilare sul rispetto dello stesso e di sospendere le singole lavorazioni in caso di pericolo grave ed imminente.

Le funzioni del coordinatore non si limitano a compiti organizzativi e di raccordo o di collegamento tra le eventuali varie imprese che collaborano nella realizzazione dell'opera, ma, in conformità al dettato normativo sopra citato, si estendono anche al compito di vigilare sulla corretta osservanza da parte delle imprese o della singola impresa delle prescrizioni del piano di sicurezza e ciò a maggior garanzia dell'incolumità dei lavoratori (v. in tal senso IV, n. 32142/2011, Goggi).

La presenza in cantiere del coordinatore per la sicurezza non va intesa come stabile presenza in cantiere, ma secondo il significato che consegue dalla posizione di garanzia di cui lo stesso è titolare nei limiti degli obblighi specificamente individuati dal citato d.lgs. n. del 1999 (ora del citato d.lgs. n. 81 del 2008), che comprendono anche poteri a contenuto impedivo in situazioni di pericolo grave ed imminente (Cass. pen. IV, n. 26289/2015).

In controtendenza si pongono, al contrario, le decisioni secondo le quali il coordinatore per l'esecuzione riveste un ruolo di vigilanza che riguarda la generale configurazione delle lavorazioni e non la puntuale e stringente osservanza, momento per momento, demandate ad altre figure operative, ossia al datore di lavoro, al dirigente e al preposto (Cass. pen. IV, n. 3809/2015; Cass. pen. IV, n. 7960/2015; Cass. pen. IV n. 18149/2010).

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