Atto di citazione per risarcimento in forma specificaInquadramentoCon l'atto di citazione, il proprietario danneggiato da lavori condominiali eseguiti in violazione del regolamento condominiale cd. contrattuale chiede la riduzione in pristino dello stato dei luoghi a spese della ditta che aveva eseguito i lavori, formulando, solo in via subordinata, la domanda di risarcimento per equivalente. FormulaTRIBUNALE DI .... 1 PER il Sig. ...., nato a ...., il ...., C.F. .... 5, e la Sig.ra .... nata a ...., il ...., C.F. ...., entrambi residente in ...., rappresentati e difesi, come da procura in calce (oppure, a margine) del presente atto, dall'Avv. ...., C.F. ...., presso il cui studio elettivamente domiciliano in .... Si dichiara di volere ricevere tutte le comunicazioni relative al presente procedimento al fax ...., ovvero all'indirizzo PEC .... 6 CONTRO Società ...., C.F./P.I ...., in persona del legale rapp.te p.t., Sig. ...., C.F. ...., con sede legale in ...., via ....; PREMESSO CHE — gli istanti sono proprietari dell'unità immobiliare, individuata al catasto ...., foglio ...., particella .... facenti parte del condominio ...., sita in ...., via ....; — in data ...., la società convenuta, proprietaria di altre unità immobiliari all'interno del suddetto condominio, iniziava lavori di integrale ristrutturazione dei detti beni, in violazione del regolamento condominiale contrattuale, che vietava ogni modificazione architettonica dell'edificio, nonché con pregiudizio della sua stabilità; — per tale motivo, con ricorso ex art. 1171 c.c., innanzi al Tribunale di ...., depositato in data ...., gli attori chiedevano la sospensione dei citati lavori di ristrutturazione; — con ordinanza del ...., n. ...., il Tribunale di ...., in accoglimento del ricorso, ordinava alla società convenuta la sospensione dei lavori; — che le opere eseguite nel frattempo dalla convenuta, un porticato realizzato sul lato .... del condominio, avevano determinato un grave pregiudizio alla statica dell'edificio, comportandone anche una modificazione dell'andamento architettonico del complesso immobiliare, in contrasto con l'art. .... del regolamento condominiale contrattuale, che vieta qualsiasi modificazione della struttura architettonica del fabbricato; — essendo materialmente possibile il ripristino dello stato dei luoghi e non essendo tra l'altro il risarcimento in forma specifica eccessivamente oneroso per la convenuta, con racc. a/r del ...., gli istanti chiedevano l'abbattimento del detto porticato, tuttavia senza avere alcun riscontro. Tutto ciò premesso, il Sig. .... e la Sig.ra ...., come sopra rappresentati, difesi e domiciliati, CITANO Società ...., C.F./P.I ...., in persona del legale rapp.te p.t., Sig. ...., C.F. ...., con sede legale in ...., via ...., a comparire innanzi: — all'Ill.mo Tribunale di ...., Giudice istruttore designando ai sensi dell' art. 168-bis c.p.c., all'udienza del ...., ore di rito, con invito ex art. 163 c.p.c. a costituirsi, nelle forme e nei modi di cui all' art. 166 c.p.c., 20 giorni prima dell'udienza su indicata, ovvero di quella fissata a norma dell' art. 168-bis, ultimo comma, c.p.c.., entro 70 giorni prima dell'udienza su indicata, e con l'avvertimento che la costituzione oltre i suddetti termini comporterà le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c., che la difesa tecnica è obbligatoria in tutti i giudizi dinanzi al Tribunale, fatta eccezione per i casi previsti dall'art. 86 o da leggi speciali e che la parte, sussistendone i presupposti di legge può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio gratuito a spese dello stato e che, non costituendosi, si procederà, ugualmente, in sua contumacia, per ivi sentire accogliere le seguenti conclusioni: — accertare e dichiarare la illegittimità delle suddette opere realizzate dalla convenuta e per l'effetto condannarla, ai sensi dell' art. 2058 c.c., alla reintegrazione in forma specifica, mediante la demolizione del porticato realizzato sul lato .... del condominio, in violazione del regolamento condominiale, dei criteri di stabilità e delle caratteristiche architettoniche dell'edificio — in subordine, condannare la convenuta al risarcimento del danno per equivalente, quantificabile in euro ...., ovvero a seguito di CTU estimativa. Con vittoria di spese ed onorari ed attribuzione in favore del procuratore antistatario. IN VIA ISTRUTTORIA (indicazione dei mezzi istruttori di cui si intende valere): (ESEMPIO) Si chiede ordinarsi, ex art. 210 c.p.c., alla Società .... l'esibizione delle certificazioni concessorie rilasciate dal Comune di ...., per l'esecuzione delle opere, oltre alla eventuale deliberazione condominiale autorizzativa delle stesse. Si chiede, altresì, che venga disposta apposita C.T.U. tecnica (consulenza tecnica d'ufficio) al fine di verificare la violazione dell'art. .... del regolamento condominiale contrattuale, della incidenza delle citate opere sulla stabilità dell'edificio e sulla violazione delle caratteristiche architettoniche dell'edificio. Si chiede, inoltre, di essere ammesso alla provea per testimoni sulle circostanze indicate (in premessa/in punto di fatto) ovvero sulle seguenti circostanze (formulare i capi di prova preceduti dalla locuzione “Vero che ....”) ....A tal fine si indicano come testimoni i Sig.ri: 1) Sig. ...., residente in ....; 2) Sig. ...., residente in .... Si deposita copia dei seguenti documenti, con riserva di ulteriori produzioni ed articolazioni di richieste istruttorie: 1) ....; 2) ....; 3) .... Ai sensi del d.P.R. n. 115/2002 e successive modificazioni, si dichiara che il valore del presente procedimento è pari ad Euro .... e, pertanto, all'atto di iscrizione a ruolo della causa, viene versato un contributo unificato pari ad Euro .... Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA ISTANZA DI NOTIFICA [1] [1] Il foro stabilito dall' art. 20 c.p.c., per le cause relative a diritti di obbligazione concorre con i fori generali di cui agli art. 18 e 19 c.p.c. e l'attore può liberamente scegliere di adire uno dei due fori generali, oppure il foro facoltativo dell' art. 20 c.p.c. La norma - infatti - stabilisce che per le cause relative a diritti di obbligazione (tra le quali rientrano anche le obbligazioni scaturenti da responsabilità extracontrattuale) è anche competente il giudice del luogo in cui è sorta o deve eseguirsi la obbligazione. In particolare, in tema di obbligazioni nascenti da fatto illecito, l'azione di risarcimento sorge nel luogo in cui l'agente ha posto in essere l'azione produttiva del danno (forum commissi delicti) e in relazione a tale luogo deve essere determinata la competenza territoriale ex art. 20 c.p.c. (Cass. II, n. 13223/2014). [2] [2] È obbligatorio il ricorso alla procedura di negoziazione assistita (che costituisce condizione di procedibilità della domanda giudiziale) nelle ipotesi in cui la somma pretesa non superi l'importo di 50.000 Euro ( art. 3 d.l. n. 132/2014, conv. con modif. in l. n. 162/2014) e dovrà essere prodotta la relativa documentazione. Va, in proposito, ricordato che la negoziazione è prescritta, quando si intende proporre in giudizio una domanda di pagamento a qualsiasi titolo di somme non eccedenti 50.000 Euro, ad eccezione delle controversie assoggettate alla disciplina della c.d. mediazione obbligatoria (in altri termini, la procedura di negoziazione assistita non opera quando è prevista la mediazione obbligatoria). Ebbene, quest'ultima non è prescritta in subiecta materia, se si fa eccezione per il risarcimento del danno derivante da responsabilità medica. In ogni caso, la negoziazione non è condizione di procedibilità della domanda giudiziale (e, quindi, è sempre e solo volontaria) per le controversie concernenti obbligazioni contrattuali derivanti da contratti conclusi tra professionisti e consumatori (art. 3 legge n. 162/14). Ai sensi dell'art. 163 c.p.c., novellato dal D.lgs 149/2022, nell'atto introduttivo l'attore deve indicare di aver assolto agli oneri previsti per il superamento della condizione di procedibilità della domanda; [3] In seguito alle modifiche apportate al codice di procedura civile dal D.lgs. 149/2022, in particolare agli artt. 316 ss c.p.c., la domanda davanti al Giudice di pace si propone con ricorso. [4] [3] In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio ( art. 23, comma 50, d.l. 6 luglio 2011, n. 98, conv., con modif., dalla l. 15 luglio 2011, n. 111). [5] [4] L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall' art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv. con modif. dalla l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1, c.p.c., come modificato dall' art. 4, comma 8, d.l. n. 193/2009 conv. con modif. dalla legge n. 24/2010. A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3 bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dall' art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif., dalla l. n. 114/2014. [6] Con il d.lgs. n. 164/2024 viene meno l'obbligo per il difensore di indicare il proprio numero di fax nel corpo degli atti del processo. Nell'art. 125 c.p.c. vengono, infatti, soppresse le parole “Il difensore deve altresì indicare il proprio numero di fax” . L'omissione di tale indicazione era sanzionata dall'art. 13, comma 3-bis, TUSG (DPR 115/2002) con un aumento pari alla metà del contributo unificato. Anche il comma 3-bis dell'art. 13 cit. è stato oggetto di modifica, essendo state ivi soppresse le parole “il proprio numero di fax ai sensi dell'articolo 125, primo comma, del codice di procedura civile”. CommentoFondamento Il risarcimento in forma specifica è la diretta rimozione della lesione e delle sue conseguenze. Si badi che non la situazione materiale antecedente all'illecito va ripristinata, bensì quella che si sarebbe avuta senza tale illecito: va, quindi, tenuto conto delle vicende modificative della realtà materiale da ripristinare che, in ogni caso, si sarebbero prodotte (si pensi ad es. agli eventi naturali che avrebbero, comunque, colpito una piantagione danneggiata o distrutta, per la quale sia richiesto il risarcimento in forma specifica). Trattasi, in ogni caso, di un rimedio risarcitorio e, dunque, di una forma di reintegrazione dell'interesse del danneggiato, che si attua mediante una prestazione diversa e succedanea rispetto al contenuto del rapporto obbligatorio o del dovere di rispetto altrui. La forma specifica non costituisce una ipotesi eccezionale di risarcimento, né una forma sussidiaria, ma uno dei modi in cui, a scelta del creditore danneggiato, il pregiudizio può essere risarcito. La domanda di risarcimento in forma specifica può, alternativamente, consistere nella pretesa che il debitore stesso provveda al ripristino della situazione materiale da restaurare di cui trattasi, ovvero nella domanda di pagamento di una somma di denaro corrispondente alle spese necessarie per tale ripristino, cui il creditore intenda provvedere ex se. Sul piano processuale, è bene precisare che, per giurisprudenza costante, costituisce una mera “emendatio libelli”, consentita anche in sede di precisazione delle conclusioni, la richiesta di risarcimento per equivalente avanzata in corso di giudizio, nonostante nell'atto introduttivo dello stesso fosse stato domandato il risarcimento in forma specifica ( Cass. III, n. 22223/2014). Fattispecie ricorrenti La giurisprudenza ha utilizzato il rimedio in esame in svariate ipotesi. Si è, ad es., fondata sul 2058 c.c. la condanna alla prestazione di una cosa uguale a quella distrutta, ovvero alla restituzione di una cosa illecitamente sottratta, ovvero, ancora, alla distruzione di quanto illecitamente fatto. Sono state, altresì, classificati, quali ipotesi di risarcimento in forma specifica, la pubblicazione sui giornali di una sentenza che scagioni il soggetto dalla responsabilità addebitatagli e l'ordine giudiziale rivolto ad una società di cancellare da una delibera le espressioni lesive della reputazione degli amministratori. Costituisce, poi, ipotesi di risarcimento in forma specifica quella che consente al proprietario confinante di ottenere il ripristino della situazione antecedente al verificarsi dell'illecito in caso di violazione delle distanze tra costruzioni previste dal codice civile e dalle norme integrative dello stesso (sul tema v. funditus nella formula dedicata al danno da violazione di distanze). Il risarcimento del danno in forma specifica, stante il principio generale fissato dall' art. 2058 c.c., è, altresì, applicabile anche alle obbligazioni contrattuali, in quanto rimedio alternativo al risarcimento per equivalente pecuniario: può, pertanto, ottenere la reintegrazione in forma specifica il condomino il cui diritto sia leso per effetto di violazione del regolamento pattizio (così v. Cass. II, n. 12582/2015); ancora, è stato affermato che il notaio il quale, chiamato a stipulare un contratto di compravendita immobiliare, ometta di accertare l'esistenza di iscrizioni ipotecarie pregiudizievoli sull'immobile, può essere condannato al risarcimento del danno in favore del venditore in forma specifica, mediante la cancellazione del vincolo, con il pagamento della somma necessaria a tal fine per il compimento delle richieste formalità, e ciò a prescindere dal consenso del terzo creditore ipotecario (v. Cass. III, n. 15305/2013). Integra ipotesi di risarcimento in forma specifica, in tema di demansionamento illegittimo (laddove venga accertata l'esistenza di comportamento contrario all' art. 2103 c.c.), la condanna del datore di lavoro a rimuovere gli effetti che derivino dal provvedimento di assegnazione delle mansioni inferiori, tramite l'affidamento al lavoratore dell'originario incarico, ovvero di un altro di contenuto equivalente. In tale ipotesi, l'obbligo del datore di lavoro è derogabile solo nel caso in cui questi provi l'impossibilità di ricollocare il lavoratore nelle mansioni precedentemente occupate, o in altre equivalenti, per inesistenza in azienda di tali ultime mansioni o di mansioni ad esse equivalenti (si rinvia, per approfondimenti, alla formula sul risarcimento del danno da demansionamento illegittimo). Il risarcimento in forma specifica assume, poi, un ruolo prioritario di fronte alla lesione del bene ambiente per espressa disposizione dell' art. 18 l. n. 349/1986 (v. approfondimenti sul tema nella formula dedicata al risarcimento del danno per illecito ambientale). Può, da ultimo, concernere i diritti della personalità ed, in particolare: a) una diretta rimozione del danno personale può, innanzitutto, configurarsi con riguardo alle cure mediche, sebbene la pratica giudiziaria ignori richieste di condanna del responsabile a provvedere a tali cure; b) una riparazione delle lesioni all'identità personale o all'onore può realizzarsi tramite la pubblicazione della rettifica o della risposta del soggetto leso, ovvero mediante la pubblicazione della sentenza che accerta l'intervenuta lesione. Limiti: possibilità ed eccessiva onerosità Per risolvere il problema della possibilità si deve guardare alla effettiva ed oggettiva possibilità di ripristinare il bene leso; l'impossibilità potrà essere materiale (es. distruzione del bene unico) o giuridica (si pensi ad es. all'ipotesi della doppia alienazione immobiliare). Si ha eccessiva onerosità quando il sacrificio economico necessario per il risarcimento in forma specifica superi in misura “eccessiva”, date le circostanze del caso, il valore da corrispondere in base al risarcimento per equivalente. Va, dunque, esclusa, in base al secondo comma dell' art. 2058 c.c., la legittimità del ricorso alla reintegrazione in forma specifica qualora le spese necessarie ad essa siano superiori rispetto alla somma cui avrebbe diritto il danneggiato ex art. 2056 c.c., in quanto, in tal caso, si verrebbe a verificare una ingiustificata locupletazione (v. Cass. III, n. 15875/2013). Nel valutare l'eccessività, si potrà tenere conto anche della difficoltà per il debitore di procurarsi un bene equivalente a quello danneggiato o perduto (tanto accade ad es. in periodi di rarefazione di certe merci o prodotti), come pure, in qualche misura, dell'interesse anche non patrimoniale del leso a vedere ripristinato proprio quel bene che è stato danneggiato. In ipotesi di risarcimento del danno subito da un veicolo a seguito di incidente stradale, la domanda che abbia ad oggetto la somma necessaria per effettuare la riparazione va qualificata ai sensi dell' art. 2058 c.c., conseguendone il potere del giudice di non darvi ingresso e condannare il danneggiante al risarcimento per equivalente, allorché il costo delle riparazioni superi notevolmente il valore di mercato del bene (v. Cass. VI, n. 24718/2013). Giova evidenziare che, in base alla recente giurisprudenza della S.C., i limiti previsti dall' art. 2058 comma 2 c.c. non trovano applicazione in materia di tutela di diritti reali. Questa, infatti, oltre a trovare la propria disciplina specifica negli artt. 948 e 949 c.c. “esige la rimozione del fatto lesivo” (da ultimo v. Cass. S.U., n. 10499/2016 nonché Cass. I, n. 14609/2012), di tal che soltanto la domanda del creditore danneggiato di risarcimento del danno per equivalente consente di bypassare la tutela in forma specifica. Distinzione da figure similari a) Risarcimento in forma specifica e tutela inibitoria Parte della dottrina ritiene che la norma dell' art. 2058 c.c. possa costituire il fondamento per condanne reintegrative - inibitorie atte a ricostruire le normali condizioni di esercizio di un'attività giuridicamente protetta o le condizioni di godimento di un bene. Tuttavia, l'opinione prevalente contesta la validità della detta ricostruzione, evidenziando come la tutela inibitoria possa essere accordata anche in assenza di una condotta dolosa o colposa del danneggiante e di un danno effettivo, esulando pertanto dal contesto applicativo dell' art. 2058 c.c. che ha quale finalità quella di operare la traslazione del costo dell'accadimento dannoso dalla vittima al danneggiante quale soggetto imputabile. Invero, la norma in questione presuppone un danno già verificatosi ed ha per effetto la reintegra dello status quo in rapporto ai danni, e non, invece, alla lesione del diritto. b) Esecuzione in forma specifica e risarcimento in forma specifica Se si riconosce all'esecuzione in forma specifica la funzione di eliminare le conseguenze negative derivanti dall'illecito contrattuale, appare piuttosto evidente la comunanza di scopo con un provvedimento del giudice che realizzi la riparazione in natura. Nondimeno, la prevalente dottrina conserva la distinzione tra rimedio risarcitorio e esecuzione in forma specifica, quest'ultima definita come l'insieme delle norme e degli strumenti finalizzati a realizzare l'interesse del creditore in assenza di una cooperazione spontanea del debitore, allorché sussista un titolo esecutivo che preveda per il debitore l'obbligo di compiere una prestazione diversa dalla dazione di una somma di danaro. c) Risarcimento del danno in forma specifica ed azione di esatto adempimento Parte della dottrina aveva ipotizzato che il compratore potesse chiedere, indipendentemente da un impegno in tal senso del venditore, la condanna di costui all'eliminazione dei vizi, sub specie di risarcimento del danno in forma specifica. Si tratterebbe, in particolare, di un'azione insita nel diritto di garanzia, come tale soggetta alla prescrizione annuale. La S.C. a Sezioni Unite, con la sentenza n. 19702/2012, ha evidenziato come detto assunto sia incompatibile con il disposto dell' art. 1494 c.c., che configura come risarcimento “per equivalente” quello che compete al compratore, poiché lo collega alla riduzione del prezzo o alla risoluzione del contratto, che presuppongono la mancata riparazione del bene. Il compratore, quindi, non dispone - neppure a titolo di risarcimento del danno in forma specifica - di un'azione “di esatto adempimento” per ottenere dal venditore l'eliminazione dei vizi della cosa venduta, rimedio che gli compete soltanto in particolari ipotesi di legge (garanzia di buon funzionamento, vendita dei beni di consumo) o qualora il venditore si sia specificamente impegnato alla riparazione del bene. |