Atto di citazione di risarcimento del danno non patrimoniale differenziale per infortunio sul lavoro

Andrea Penta
aggiornata da Francesco Agnino

Inquadramento

Con l'atto di citazione, il lavoratore infortunatosi sul lavoro, dopo aver conseguito dall'INAIL una rendita, agisce in giudizio nei confronti del datore di lavoro responsabile per non aver adottato idonee misure di sicurezza, al fine di conseguire, all'esito della quantificazione del danno secondo i criteri tabellari, il danno differenziale.

Formula

TRIBUNALE DI ....

ATTO DI CITAZIONE 1

La Sig. ...., nata a .... il .... (C.F. n. .... 2), residente in ...., alla via .... n....., ed elettivamente domiciliato 3 in ...., alla via .... n. ...., presso lo studio dell'Avv. .... (C.F. .... 4 - fax .... 5 - PEC .... 6), che lo rappresenta e difende, in forza di procura speciale in calce (oppure a margine) del presente atto;

-attore-

CONTRO

Sig. ...., residente in .... (oppure) [Società ...., in persona del suo legale rappresentante pro tempore in carica 7 Dott. ...., con sede in .... ( ....), alla via/p.za .... n. ...., C.F ....P.I.: ....)] ;

-convenuto-

Espone 8 quanto segue:

IN FATTO

1. in data ...., alle ore ...., in ...., presso la stazione ferroviaria, nella zona denominata ...., l'attore, quale .... 9, dopo aver .... 10, veniva travolto dallo stesso, il quale improvvisamente si era mosso;

2. il datore di lavoro era il proprietario del carrello e la macchina per rimuoverlo era difettosa e mal funzionavano i blocchi meccanici, anche prima dell'evento;

3. il predetto difetto era stato già denunciato da altri dipendenti, i quali lo avevano sollecitato a predisporre le opportune cautele;

4. a causa del sinistro, riportava .... e veniva ricoverato presso l'ospedale di ...., dove veniva sottoposto ad intervento di .... (c.f.r. doc. 1);

5. a seguito delle dimissioni, seguiva un lungo ciclo di cure psico-terapeutiche (c.f.r. doc. 1-bis);

6. l'istante denunciava l'infortunio in itinere all'INAIL; (c.f.r. doc. 2)

7. sottoposto a visita medico-legale da parte dei fiduciari dell'istituto, gli veniva riconosciuto un grado di invalidità permanente conseguente al sinistro per cui è causa di grado complessivo pari al ....%;

8. l'INAIL corrispondeva, quindi, all'attore l'importo 11 di Euro .... (di cui Euro .... per danno biologico ed Euro ....per danno patrimoniale) (doc. 3);

9. inviata formale richiesta di risarcimento al datore di lavoro, non è stato possibile addivenire ad un bonario componimento; (c.f.r. doc. 4) 12;

10. la dinamica del sinistro è stata descritta dal consulente tecnico del PM, nominato nell'ambito del procedimento penale radicato dinanzi al Tribunale di .... e non ancora concluso (doc. 6);

11. in data .... è stato esperito con esito negativo il procedimento di negoziazione assistita di cui all' art. 3 del d.l. 12 settembre 2014, n. 132, convertito in l. 10 novembre 2014, n. 162, come risulta dalla diffida inviata in data .... con raccomandata a.r. n. ...., in cui l'attore ha espressamente invitato la controparte a stipulare una convenzione di negoziazione con le seguenti modalità .... 13;

12. tale invito non è stato seguito da adesione (oppure) è stato seguito da rifiuto entro trenta giorni dalla sua ricezione (oppure) è decorso il periodo di tempo di cui all'articolo 2, comma 2, lettera a), del d.l. n. 132/2014 citato, come risulta da ....

Sicché, allo stato, altra soluzione non è offerta all'attore, se non quella di far accertare, in sede giudiziale, la fondatezza dei propri assunti. Il tutto alla stregua delle seguenti ragioni di

DIRITTO

La responsabilità del datore di lavoro, ex art. 2087 c.c., è di carattere contrattuale, atteso che il contenuto del contratto individuale di lavoro risulta integrato per legge, ai sensi dell' art. 1374 c.c., dalla disposizione che impone l'obbligo di sicurezza e lo inserisce nel sinallagma contrattuale, cosicché il riparto degli oneri probatori nella domanda di danno da infortunio sul lavoro si pone negli stessi termini dell' art. 1218 c.c. circa l'inadempimento delle obbligazioni, da ciò discendendo che il lavoratore il quale agisca per il riconoscimento del danno differenziale da infortunio sul lavoro deve allegare e provare l'esistenza dell'obbligazione lavorativa, l'esistenza del danno ed il nesso causale tra quest'ultimo e la prestazione, mentre il datore di lavoro deve provare la dipendenza del danno da causa a lui non imputabile e, cioè, di aver adempiuto interamente all'obbligo di sicurezza, apprestando tutte le misure per evitare il danno.

Non è lecito porre a carico del lavoratore infortunato (in una situazione nella quale sono pacifiche l'esistenza dell'obbligazione lavorativa, l'esistenza del danno ed il nesso causale tra quest'ultimo e la prestazione) l'onere di indicare le misure che il datore di lavoro avrebbe dovuto adottare, la cui osservanza avrebbe impedito l'evento infortunistico (Cass. sez. lav., n. 28205/2011).

Nel caso di specie, mentre l'esistenza del rapporto di lavoro è desumibile da ...., il nesso causale tra la prestazione (in relazione alla quale non è stato osservato l'obbligo di sicurezza) ed il pregiudizio e l'esistenza di quest'ultimo si evincono da ....

Nel caso di specie, il datore ha avuto un comportamento negligente, perché non ha apprestato le adeguate tutele antinfortunistiche (c.f.r. le in equivoche risultanze dell'attività peritale svolta in sede penale). Invero, nonostante i ripetuti richiami da parte di altri addetti suoi subordinati, non si è assicurato il corretto funzionamento di .... Secondo constante giurisprudenza, sono a carico del datore di lavoro i danni cagionati al dipendente da un incidente che poteva essere evitato con la predisposizione di dispositivi di sicurezza sul macchinario utilizzato dal lavoratore ( Cass. III, n. 4718/2008).

Provata la responsabilità del datore di lavoro, sussistono tutti i presupposti legittimanti il risarcimento del danno differenziale, patrimoniale e non patrimoniale.

A tal riguardo, al danneggiato deve ritenersi riconoscibile il cosiddetto “danno differenziale” tutte le volte in cui l'applicazione delle consuete tabelle di liquidazione conduca il giudice a riconoscere la sussistenza di un credito risarcitorio maggiore di quello liquidato dall'Istituto. Diversa, infatti, è la natura delle erogazioni, atteso che, mentre l'indennizzo garantito dall'INAIL ha un'evidente finalità sociale, in quanto mira a garantire all'assicurato continuità nella sussistenza di mezzi adeguati alle esigenze di vita, il risarcimento si fonda sulla tutela della salute come fondamentale diritto dell'individuo alla propria integrità biologica. In particolare, mentre l'assicurazione INAIL garantisce una liquidazione indennitaria del danno subito dal lavoratore, anche per propria colpa, nell'ambito del rapporto di lavoro, nell'ipotesi in cui l'infortunio sia stato cagionato in conseguenza della violazione da parte del datore di lavoro delle norme di protezione contro gli infortuni, rimane in capo allo stesso la responsabilità dell'illecito compiuto e quindi il dovere di risarcire l'intero danno provocato.

Inoltre, quanto al pregiudizio non patrimoniale, il danno indennizzato dall'INAIL è esclusivamente il danno alla salute in senso stretto (si tratta di un danno quantificato oggettivamente a parità di sesso, età e menomazione, esulando dalla tutela indennitaria INAIL qualsiasi rilevanza soggettiva del danno, le cd. componenti dinamiche del danno biologico, le conseguenze pregiudizievoli - anche di tipo morale - che il danno ha sulla singola persona), il danno che il lavoratore può chiedere in sede civilistica come danno complementare si estende a tutto ciò che non è compreso nella copertura assicurativa, e cioè: il danno biologico temporaneo, il danno biologico fino al 5%, il danno morale e tutta la componente strettamente soggettiva del danno biologico. Pertanto, bisogna mantenere distinti i pregiudizi derivanti dalla lesione all'integrità psicofisica (c.d. danno biologico) da quelli che integrano un turbamento dello stato d'animo della vittima, concretizzandosi in dolore e disagio interiore. Non rappresenta, quindi, una duplicazione del medesimo danno quello derivante dalla riduzione dell'integrità psicofisica ed il turbamento causato da un evento violento e traumatico, che è un'intima sofferenza connessa alla menomazione psicofisica, ma da questa ben distinta.

Per quanto le SSUU del 2008 abbiano affermato il principio di tendenziale unicità della categoria del danno non patrimoniale, ritenendo inammissibile la suddivisione in varie “sottocategorie”, si ammette la risarcibilità di plurime voci di danno non patrimoniale, se allegate e provate specificamente, come è avvenuto nel caso di specie.

In quest'ottica, per calcolare il c.d. “danno biologico differenziale', spettante alla vittima nei confronti dei terzo civilmente responsabile, dall'ammontare complessivo del danno biologico deve essere detratto non già il valore capitale dell'intera rendita costituita dall'INAIL, ma solo il valore capitale della quota di essa destinata a ristorare il danno biologico ( App. Torino III, 6 luglio 2016, n. 1091).

Ciò debitamente premesso, sul versante patrimoniale, ai fini risarcitori rileva la diminuita capacità di produrre reddito in rapporto causale con il fatto illecito. Nel caso di specie liquidabile, poiché, a seguito del sinistro, vi è stata una diminuzione di reddito futuro. Le lesioni accertate infatti, sono macrolesioni di elevata entità, tali da incidere sulla capacità lavorativa futura del soggetto, sotto forma di danno da lucro cessante. A causa dei postumi riportati, infatti, la menomazione fisica ha inciso in maniera irreparabile sulla capacità lavorativa del danneggiato e questa, a sua volta, sulla capacità di guadagno. In particolare, in seguito all'infortunio agli arti superiori, la vittima non potrà più attendere alla propria attività o ad altri lavori confacenti alle sue attitudini e condizioni personali.

La stima di questo danno patrimoniale deve far riferimento anche alla situazione economica futura del muratore, da valutare con il progredire dell'età, considerando altresì che l'età lavorativa va elevandosi.

Sul versante del danno non patrimoniale, occorre valutare il danno morale soggettivo, che è il pregiudizio determinato dal fatto illecito di cui è causa, e dal quale deriva il turbamento dello stato d'animo della vittima. Nel caso di specie, tale pregiudizio ....

Considerando che l'attore, nato il ...., all'epoca del sinistro verificatosi il .... aveva .... anni, il credito residuo vantato nei confronti del datore di lavoro a titolo di risarcimento del danno si può così riassumere e quantificare 14:

I.P. ....% anni ....Euro ....

I.T.A. gg. .... Euro ....

I.T.R. ....% gg. ....Euro ....

Totale Euro ....

Danno patrimoniale ....

Danno morale ....

Spese mediche documentate Euro .... (doc 5)

Indennizzo INAIL Euro ....

Risarcimento datore di lavoro Euro ....

Residuo dovuto Euro ....

Sulle intere somme da liquidare, infine, decorrono gli interessi legali.

Per tutto quanto precede, ...., come sopra rappresentato e difeso

CITA

 

Il Sig. ...., datore di lavoro15, con sede in ...., in persona del titolare/legale rappresentante p.t., a comparire innanzi il Tribunale ordinario di ...., Sezione e Giudice Istruttore a designarsi ai sensi dell'art. 168-bis c.p.c., all'udienza del ...., ora di rito, con invito alla parte convenuta a costituirsi nel termine di settanta giorni prima dell'udienza indicata ai sensi e nelle forme stabilite dall'articolo 166 e a comparire, nell'udienza indicata, dinanzi al giudice designato ai sensi dell'articolo 168-bis,

AVVERTE

il convenuto che:

  • la costituzione oltre i suddetti termini implica le decadenze di cui agli articoli 38 e 167 c.p.c.,
  • la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi davanti al tribunale, fatta eccezione per i casi previsti dall'articolo 86 c.p.c. o da leggi speciali,
  • la parte, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato;
  • per ivi sentire accogliere le seguenti conclusioni:

CONCLUSIONI

Voglia il Tribunale, rigettata ogni contraria domanda, eccezione, richiesta e deduzione, sia di merito che istruttoria,

NEL MERITO

— Accertare e dichiarare la responsabilità del convenuto ex 2087 c.c. per omessa adozione delle misure necessarie a tutelare l'integrità del lavoratore;

— per effetto, condannarlo al risarcimento dei danni differenziale e complementare costituiti dall'ulteriore danno alla capacità lavorativa specifica, dall'ulteriore danno biologico, dal danno per invalidità temporanea ed assoluta e dal danno morale. Ciò al netto della somma di Euro .... già percepita dall'INAIL e così per un importo residuo pari ad Euro .... ovvero negli importi diversi minori o maggiori ritenuti di giustizia, oltre rivalutazione monetaria ed interessi nella misura di legge sulle somme rivalutate;

— in ogni caso, con vittoria di spese, competenze ed onorari del presente giudizio, con rimborso delle spese generali al 12,5%, maggiorati dei contributi fiscali e previdenziali, come per legge.

IN VIA ISTRUTTORIA

— Si richiede l'interrogatorio formale del convenuto sui seguenti capitoli: Vero che il datore di lavoro era stato avvertito del cattivo funzionamento dei blocchi metallici dei carrelli?

— Si richiede l'ammissione della prova per testi sui seguenti capitoli: Vero che ( ....). Si indicano come testimoni i signori: ( ....)

Nella denegata ipotesi di ammissione della prova eventualmente ex adverso articolata, si richiede sin da ora di essere ammessi a prova contraria con termine per l'indicazione dei testi.

Inoltre si chiede che il Giudice adito voglia disporre la nomina di CTU, al fine di ( ....).

Con riserva di ulteriori argomentazioni, precisazioni e modificazioni, nonché di deduzioni istruttorie, anche alla luce delle eventuali istanze difensive della controparte, nei termini previsti dall' art. 183, comma 6, c.p.c., dei quali si chiede sin d'ora la concessione.

Si allegano in copia i seguenti documenti:

1) Verbale di Pronto Soccorso e successiva documentazione medica

2) denuncia INAIL;

3) comunicazione INAIL del ....

4) lettera del .... al datore di lavoro

5) spese mediche

6) consulenza peritale del consulente del PM

7) Informativa exd.lgs. n. 28/2010

8) Richiesta di negoziazione assistita con esito negativo.

Il sottoscritto procuratore dichiara che il valore della presente cause è ....

Luogo e data ....

Firma Avv. .... 16

PROCURA ALLE LITI

Io sottoscritto ...., residente in ...., informato ai sensi del d.lgs. n. 28/2010 della possibilità di ricorrere al procedimento di mediazione e dei benefici fiscali ivi previsti, come da atto allegato, delego l'Avv ...., a rappresentarmi e difendermi in tutto il giudizio, conferendogli ogni potere e facoltà di legge. Eleggo domicilio, ai fini del presente processo, presso il mio difensore, con studio in ...., alla via .... Dichiaro di aver ricevuto tutte le informazioni previste dal d.lgs. n. 196/2003 e presto il consenso al trattamento dei dati personali per l'espletamento del mandato conferito.

Luogo e data ....

Firma ....

La firma è autografa

Firma Avv. ....

[1] [1] In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio ( art. 23, comma 50, d.l. 6 luglio 2011, n. 98, conv., con modif., dalla l. 15 luglio 2011, n. 111).

[2] [2] In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio ( art. 23, comma 50, d.l. 6 luglio 2011, n. 98, conv., con modif., dalla l. 15 luglio 2011, n. 111).

[3] [3] L'elezione di domicilio nel Comune in cui ha sede il Tribunale adito è obbligatoria: essa individua il luogo legale ove effettuare le comunicazioni e notificazioni inerenti al processo: artt. 165 e 170 c.p.c.

[4] [4] L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall' art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione sopra citata.

[5] [5] L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall' art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione citata sub nota 2. Ai sensi dell' art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, come modificato dalla disposizione testè ricordata, «Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ...ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale .... il contributo unificato è aumentato della metà».

[6] [6] A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3 bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dall' art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif., dalla legge n. 114/2014.

L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall' art. 125 c.p.c. e dall'art. 13, comma 3 bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dall' art. 45-bis d.l. n. 90/2014, conv. con modif., dalla legge n. 114/2014.

[7] [7] Quando attore o convenuto sia “una persona giuridica, un'associazione non riconosciuta o un comitato, la citazione deve contenere la denominazione o la ditta, con l'indicazione dell'organo o ufficio che ne ha la rappresentanza in giudizio”: art. 163, comma 3, n. 2.

[8] [8] L'esposizione dei fatti e degli elementi di diritto costituenti le ragione della domanda dell'attore rappresenta un elemento essenziale della citazione. L'indicazione della causa petendi, e cioè del titolo della domanda, è richiesto dall' art. 163 comma 3, n. 4 c.p.c. Tuttavia solo la mancanza dell'indicazione dei fatti posti a fondamento della domanda produce la nullità della citazione a norma dell' art. 164, comma 4, c.p.c.

[9] [9] Indicare le mansioni dell'attore.

[10] [10] Descrivere analiticamente la dinamica dell'incidente.

[11] [11] Se l'invalidità viene accertata ad una percentuale inferiore al 6%, l'istituto non paga nulla.

Con un'invalidità dal 6% al 16% escluso, l'Inail versa non una pensione, bensì un capitale una tantum, che può andare da un minimo di 2.788 fino a un massimo di 26.138 Euro. L'importo dipende dall'entità del danno e dall'età dell'infortunato, ed è stabilito da un'apposita tabella dell'Inail. Per esempio, se la vittima dell'infortunio ha 65 anni con il danno minimo del 6%, l'Inail verserà 2.788 Euro. Se si tratta di un giovane di 20 anni che riporta il 15% di invalidità, l'importo versato dall'Istituto sarà di 26.138 Euro. Gli altri casi si muovono all'interno di questa forbice. Qualunque sia il danno, comunque, una volta percepita la somma dovuta, l'Inail non versa più nulla.

Per chi subisce un infortunio che causi un'invalidità dal 16% in poi, fino al 100%, l'Inail riconosce una rendita, che viene erogata per tutta la vita, come una vera e propria pensione. Il calcolo di questo importo viene fatto in questo caso basandosi su due fattori: la componente biologica, che dipende dalla percentuale di invalidità, e la componente patrimoniale, ovvero il reddito percepito fino al momento dell'accertamento dell'invalidità. La componente biologica viene misurata da una scala di valori che va da 1.161 Euro l'anno netti, per un danno del 16%, fino a 16.550, se l'invalidità è del 100%. Questa scala di valori non dipende dall'età, ma solo dal grado di invalidità, stabilita dal medico legale. Alla componente biologica bisogna aggiungere quella patrimoniale. Anche in questo caso c'è una forbice, che va da 14.600 a 27.200 Euro. Ad esempio, se si percepisce un reddito di 12.000 Euro, nel calcolo si ottiene un bonus e si utilizza il limite di 14.6000 Euro. Al contrario, se si percepisce, ad esempio, 30.000 Euro, il valore usato nel calcolo è di 27.200 Euro. Se il reddito è all'interno di questo range, si considera quanto percepito dall'interessato. L'importo va moltiplicato per un coefficiente di menomazione stabilito sempre da una tabella Inail in relazione alla percentuale di invalidità: si va da un coefficiente dello 0,4% per un'invalidità del 16%, all'1% per un'invalidità dall'80% in su. Facendo la somma delle due componenti, si ottiene l'importo della pensione Inail.

[12] [12] La citazione deve contenere l'indicazione dei documenti che si offrono in comunicazione, a norma dell' art. 163, comma 3, n. 5, c.p.c. L'eventuale mancanza di tale indicazione, tuttavia, non è tale da rendere nulla la citazione, a norma del successivo art. 164 c.p.c.

[13] [13] È obbligatorio il ricorso alla procedura di negoziazione assistita (che costituisce condizione di procedibilità della domanda giudiziale) nelle ipotesi in cui la somma pretesa non superi l'importo di 50.000 euro ( art. 3 d.l. n. 132/2014, conv. con modif. in l. n. 162/2014) e dovrà essere prodotta la relativa documentazione. Va, in proposito, ricordato che la negoziazione è prescritta, quando si intende proporre in giudizio una domanda di pagamento a qualsiasi titolo di somme non eccedenti 50.000 euro, ad eccezione delle controversie assoggettate alla disciplina della c.d. mediazione obbligatoria (in altri termini, la procedura di negoziazione assistita non opera quando è prevista la mediazione obbligatoria). Ebbene, quest'ultima non è prescritta in subiecta materia, se si fa eccezione per il risarcimento del danno derivante da responsabilità medica. In ogni caso, la negoziazione non è condizione di procedibilità della domanda giudiziale (e, quindi, è sempre e solo volontaria) per le controversie concernenti obbligazioni contrattuali derivanti da contratti conclusi tra professionisti e consumatori (art. 3 legge n. 162/2014).

[14] [14] Una volta provato il danno dell'infortunato risarcibile, bisognerà evidenziare le voci di danno biologico e patrimoniale da cui sottrarre gli importi corrispondenti alla rendita capitalizzata nel complesso percepita dall'attore, così verificando la sussistenza o meno di un danno differenziale da liquidare.

[15] [15] Solo se il datore di lavoro è responsabile (civilmente e penalmente), può essere convenuto in giudizio dal lavoratore per il danno cd. differenziale (e, se del caso, in regresso dall'INAIL).

[16] [16] La sottoscrizione dell'avvocato è richiesta a pena di nullità dall' art. 125 c.p.c. Egli deve essere munito di procura che può essere rilasciata in calce o a margine dell'atto di citazione. In questo caso e l'autenticità della sottoscrizione deve essere autenticata dal difensore. Se la procura è, invece, rilasciata in un atto separato, la citazione deve farne menzione (art. 163, comma 4, n. 6) e deve essere autenticata da notaio.

Commento

Nel richiamare la formula dedicata al danno differenziale patrimoniale, vanno qui formulate alcune considerazioni integrative.

In primo luogo, i miglioramenti delle condizioni di salute dell'infortunato, sino a quando il diritto al risarcimento del danno non sia quesito, riverberano effetti non solo sulla misura dell'indennizzo dovuto dall'INAIL, ma anche sul credito risarcitorio civilistico. Pertanto, in mancanza di una diversa allegazione e prova, il giudice di merito deve presumere che anche il danno biologico si sia ridotto e che, quindi, non muti il danno differenziale ( Cass. III, n. 22862/2016).

Come è noto, l'INAIL versa agli assistiti un capitale, quando l'infortunio abbia causato postumi permanenti inferiori al 16%, ed una rendita, quando abbia causato postumi permanenti superiori a questa percentuale. In questa seconda eventualità il calcolo del danno differenziale va effettuato sottraendo dal credito risarcitorio civilistico l'importo capitalizzato della rendita dovuta dal- l'I-N-A-I-L- al momento del danno. Le prestazioni dell'assicuratore sociale possono, tuttavia, modificarsi nel caso di miglioramento o peggioramento delle condizioni di salute dell'infortunato. In tali casi si può far luogo ad aumento della rendita, riduzione della rendita, o soppressione della rendita (in particolare, qualora l'invalidità residuata dal sinistro scenda al di sotto del 16%, l'I-N-A-I-L- sospende l'erogazione della rendita e corrisponde all'infortunato unicamente un capitale). Se tali variazioni intervengono prima che il diritto al risarcimento del danno diventi “quesito” (e dunque prima della sentenza definitiva, ovvero prima della transazione o dell'adempimento), di esse si deve tenere conto nel calcolo del danno differenziale, sempre che la circostanza sia stata tempestivamente e provata nel corso del giudizio. Tuttavia, il miglioramento delle condizioni di salute dell'infortunato, sino a quando il diritto non sia quesito, riverbera, come detto, effetti non solo sulla misura dell'indennizzo dovuto dall'INAIL, ma anche sul credito risarcitorio civilistico.

In secondo luogo, l'indennizzo erogato dall'Istituto non esaurisce il diritto al risarcimento del danno biologico in capo all'assicurato, in quanto la norma di cui all' art. 13 d.lgs. n. 38/2000 non ha lo scopo di fissare in via generale ed omnicomprensiva tutti gli aspetti risarcitori del danno biologico.

In particolare, mentre il fondamento dell'indennizzo va individuato nella finalità solidaristica prevista dall' art. 38 Cost., il risarcimento del danno biologico trova il suo fondamento nella lesione della salute, diritto costituzionalmente protetto dall' art. 32 Cost., tanto che l'indennizzo viene erogato a prescindere dalla sussistenza di un fatto illecito, presupposto indispensabile per accedere al risarcimento del danno, e cessa con la morte del lavoratore assicurato, a differenza del risarcimento del danno che si trasmette iure hereditario. In effetti, ai fini della determinazione del grado di inabilità permanente parziale derivato da infortunio sul lavoro, mentre l'accertamento effettuato dall'INAIL in sede amministrativa tiene conto del sistema tabellare che considera astrattamente le singole menomazioni del lavoratore, con riguardo alla incapacità generica ed in base a coefficienti di valutazione predeterminati, l'accertamento del danno da responsabilità civile ex art. 2043 c.c., essendo finalizzato alla completa reintegrazione del danneggiato, fa invece riferimento alle concrete condizioni soggettive dell'offeso in rapporto alle sue attitudini specifiche ed alle sue esigenze di vita (Cass. ord. n. 22280/2012), tanto che la valutazione dell'invalidità, effettuata rispettivamente ai fini del danno civile e dell'indennizzo da infortunio, è vincolante soltanto nell'ambito dei relativi procedimenti. Del resto, il danno alla salute indennizzato dall'INAIL è il danno alla salute in senso stretto, con la conseguenza che tale tutela non copre gli aspetti soggettivi del danno e, quindi, le componenti dinamiche dello stesso, mancando infatti la cd. personalizzazione.

In terzo luogo, il lavoratore conserva il diritto al risarcimento del danno biologico differenziale, pur in assenza di condanna penale per l'infortunio patito dal lavoratore, in quanto l'esonero del datore di lavoro dalla responsabilità civile per i danni occorsi al lavoratore infortunato e la limitazione dell'azione risarcitoria di quest'ultimo al cosiddetto danno differenziale non riguarda il danno alla salute o biologico e il danno morale di cui all' art. 2059 c.c., entrambi di natura non patrimoniale, al cui integrale risarcimento il lavoratore ha diritto ove sussistano i presupposti della relativa responsabilità del datore di lavoro ( Cass. n. 777/2015).

Nel panorama descritto si è di recente inserito, sul piano normativo, l'art. 1, comma 1126, della l. n. 145/2018, il quale ha, di fatto, modificato le modalità di regresso degli enti sociali (vale a dire, di quelli che assistono i danneggiati in infortuni anche sul lavoro) verso il responsabile del fatto, prevedendo (all'art. 10, commi 6, 7 e 8, del TU n. 1124 del 31 giugno 1965) che “Non si fa luogo a risarcimento, qualora il giudice riconosca che questo complessivamente calcolato per i pregiudizi oggetto di indennizzo non ascende a somma maggiore dell'indennità che a qualsiasi titolo ed indistintamente per effetto del presente decreto è liquidata all'infortunato o ai suoi aventi diritto”. Da ciò consegue, in concreto, che svanisce per legge qualsiasi meccanismo che prima portava a distinguere “per poste” il credito risarcitorio dal credito indennitario. Inoltre, posto che l'INAILl non risarcisce mai la componente del danno “morale” subìto dalla parte infortunata, quella somma non potrà mai essere sottratta alla vittima attraverso il meccanismo di surroga.

In particolare In tema di danno differenziale, la diversità strutturale e funzionale tra l'erogazione INAIL ex art. 13 d.lg. n. 38 del 2000 ed il risarcimento del danno secondo i criteri civilistici non consente di ritenere che le somme versate dall'istituto assicuratore possano considerarsi integralmente satisfattive del pregiudizio subito dal soggetto infortunato o ammalato, con la conseguenza che il giudice di merito, dopo aver liquidato il danno civilistico, deve procedere alla comparazione di tale danno con l'indennizzo erogato dall'INAIL secondo il criterio delle poste omogenee, tenendo presente che detto indennizzo ristora unicamente il danno biologico permanente e non gli altri pregiudizi che compongono la nozione pur unitaria di danno non patrimoniale; pertanto, occorre dapprima distinguere il danno non patrimoniale dal danno patrimoniale, comparando quest'ultimo alla quota INAIL rapportata alla retribuzione e alla capacità lavorativa specifica dell'assicurato; successivamente, con riferimento al danno non patrimoniale, dall'importo liquidato a titolo di danno civilistico vanno espunte le voci escluse dalla copertura assicurativa (danno morale e danno biologico temporaneo) per poi detrarre dall'importo così ricavato il valore capitale della sola quota della rendita INAIL destinata a ristorare il danno biologico permanente (Cass. n. 3680/2023).

Alla domanda di danno differenziale da infortunio sul lavoro si applica la disciplina sul riparto degli oneri probatori prevista nell'art. 1218 c.c. sull'inadempimento delle obbligazioni motivo per cui il lavoratore deve allegare e provare l'esistenza dell'obbligazione lavorativa, del danno ed il nesso causale di questo con la prestazione, mentre il datore di lavoro deve provare che il danno è dipeso da causa a lui non imputabile e cioè di avere adempiuto al suo obbligo di sicurezza, apprestando tutte le misure per evitare il danno (Cass. 30327/2023).

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