Niente più prove indispensabili in appello

Redazione scientifica
29 Novembre 2017

Nel giudizio di appello, la nuova formulazione dell'art. 345, comma 3, c.p.c. pone il divieto assoluto di ammissione di nuovi mezzi di prova e di produzione di nuovi documenti, a prescindere dalla circostanza che abbiano o meno quella carattere di “indispensabilità”, fatto salvo che la parte dimostri di non aver potuto proporli o produrli nel giudizio di primo grado per causa ad essa non imputabile.

Il caso. Dinanzi al giudice di pace di Roma veniva proposta opposizione avverso una cartella di pagamento emessa da Equitalia per la riscossione di entrate di natura non tributaria, deducendo l'omessa notificazione dei relativi avvisi di accertamento. Nel giudizio di appello, introdotto dall'attrice soccombente, gli appellati si costituivano depositando copia ritualmente notificata degli avvisi di accertamento. Il Tribunale di Roma rigettava l'opposizione nel merito.

Nullità processuale. Contro tale decisione la soccombente propone ricorso per cassazione, con il quale denuncia una nullità processuale per violazione e falsa applicazione dell'art. 345 c.p.c., nella formulazione risultante dalla modifica apportata con il d.l. n. 83/2012, conv. in l. n. 134/2012.

Secondo la ricorrente, il giudice d'appello, ritenendo ammissibile la produzione documentale depositata dagli opposti per la prima volta in appello, avrebbe violato il divieto assoluto di nuova produzione documentale previsto ex art. 345 c.p.c..

Divieto assoluto di nuova produzione documentale in appello. I Giudici di legittimità si trovano d'accordo con quanto sostenuto dalla ricorrente, proprio perché, per effetto della citata novella, è venuta meno l'ipotesi della indispensabilità della prova quale eccezione al divieto dei nova in appello. Pertanto, anche la giurisprudenza posta a sostegno della decisione d'appello «non è calzante» perché si riferisce ad una formulazione della norma citata non più vigente.

Principio di diritto. Data l'importanza della questione trattata, la Suprema Corte ritiene necessario affermare il seguente principio di diritto: «nel giudizio di appello, la nuova formulazione dell'art. 345, comma 3, c.p.c. – quale risulta dalla novella di cui al dal d.l. n. 83/2012, conv. in l. n. 134/2012, applicabile nel caso in cui la sentenza conclusiva del giudizio di primo grado sia stata pubblicata dal giorno 11 settembre 2012 in poi – pone il divieto assoluto di ammissione di nuovi mezzi di prova e di produzione di nuovi documenti, a prescindere dalla circostanza che abbiano o meno quella carattere di “indispensabilità” che, invece, costituiva criterio selettivo nella versione precedente della medesima norma, fatto comunque salvo che la parte dimostri di non aver potuto proporli o produrli nel giudizio di primo grado per causa ad essa non imputabile».

Alla luce delle considerazioni svolte, il Collegio accoglie il ricorso, cassa la sentenza impugnata e, non essendo necessari ulteriori accertamenti di fatto, decide nel merito. Infatti, i documenti dei quali si discute avevano carattere decisivo, e la loro inutilizzabilità comporta il definitivo accoglimento dell'opposizione proposta dall'originaria attrice.

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