Natura ordinatoria dei termini previsti del Regolamento unico in materia di esercizio del potere sanzionatorio da parte dell’ANAC

Redazione Scientifica
11 Dicembre 2017

Gli artt. 6, comma 1, lett. b), e 35, comma 1, lett. b) del Regolamento unico in materia di esercizio del potere sanzionatorio dal parte dell'ANAC, pur prevedendo una scansione temporale dell'attività...

Gli artt. 6, comma 1, lett. b), e 35, comma 1, lett. b) del Regolamento unico in materia di esercizio del potere sanzionatorio dal parte dell'ANAC, pur prevedendo una scansione temporale dell'attività dell'Autorità, non qualificano espressamente i termini previsti come perentori, né individuano ipotesi di decadenza dalla potestà sanzionatoria, né, infine, prevedono una specifica illegittimità del provvedimento tardivamente adottato. Da tanto discende la natura ordinatoria del termine, così che al superamento dello stesso non consegue l'esaurirsi del potere di provvedere in capo all'Amministrazione.

La presentazione di documentazione falsa in sede di richiesta di un'attestazione di qualificazione, legittima l'ANAC a formulare l'imputazione in termini di colpa grave. L'accertata omissione delle verifiche esigibili in base all'ordinaria diligenza legittima l'ANAC del tutto ragionevolmente, a formulare l'imputazione in termini di colpa grave, atteso che il criterio indicato dall'art. 40, comma 9 quater, del d.lgs. 163/2006, specifica che la colpa grave (così come il dolo) può essere desunta dalla rilevanza o dalla gravità dei fatti oggetto della falsa dichiarazione o della presentazione di falsa documentazione, con ciò evidenziando un concetto di “colpa” del tutto indipendente dall'elemento soggettivo e declinato unicamente sull'effetto e sulla portata della condotta dell'operatore economico.

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