Il privilegio spettante ai tributi locali
13 Dicembre 2017
Il privilegio per IMU e TASI per immobili commerciali (Categoria catastale D) è successivo rispetto a quello per IVA?
Il privilegio previsto per i crediti degli Enti locali per IMU e TASI è subordinato rispetto a quello dello Stato per l'IVA.
Riferimenti normativi - Artt. 2752 e 2778 Codice Civile.
Premessa - L'art. 2752, comma 3, del Codice Civile estende il privilegio generale anche ai crediti per imposte, tasse e tributi dei Comuni e delle Province previsti dalla legge per la finanza locale nonché dalle norme relative all'imposta comunale sulla pubblicità ed ai diritti sulle pubbliche affissioni. Tali crediti trovano collocazione al 20° grado ex art. 2778 Codice Civile (“Ordine degli altri privilegi sui mobili”). Recentemente il legislatore, prendendo atto dell'orientamento della Cassazione, ha chiarito che il “riferimento alla legge per la finanza locale si intende effettuato a tutte le disposizioni che disciplinano i singoli tributi comunali e provinciali” (art. 13, comma 13, del d.l. 6 dicembre 2011, n. 201). Tra questi vi sono l'IMU e la TASI. Effettivamente la giurisprudenza di legittimità aveva da tempo chiarito che il comma 3 dell'art. 2752 c.c. andava interpretato in senso ampio, nel senso cioè che il privilegio doveva intendersi accordato anche ai tributi locali non espressamente indicati dalla legge per la finanza locale del 1931. In particolare, secondo la Cassazione, l'espressione "legge per la finanza locale" va interpretata come un richiamo non solo alle disposizioni del T.U. degli Enti locali, ma anche alla normativa successivamente emanata in materia. Tale considerazione si fonda sulla necessità di assicurare agli Enti locali la provvista dei mezzi economici per l'adempimento dei compiti istituzionali. Questo orientamento è stato confermato anche recentemente con riferimento alla tassa automobilistica provinciale (Cass. Civ. Sent. 21007 dell'8 settembre 2017). Posto dunque che non vi è più alcun dubbio sull'esistenza del privilegio per IMU e TASI, è lecito chiedersi ora se vi è un grado di subordinazione di questi tributi locali rispetto al privilegio previsto dal comma 2 dell'art. 2752 per l' IVA. In termini sostanziali il problema si pone nel caso in cui, in sede di riparto fallimentare, l'attivo disponibile non consentisse l'integrale soddisfacimento dei crediti per IVA e Tributi locali. Lo stesso comma 3 dell'art. 2752 Cod. Civ. viene in aiuto per dirimere la questione. La norma dispone infatti che i tributi degli enti locali “hanno lo stesso privilegio, subordinatamente a quello dello Stato”. Ne deriva pertanto che i crediti vantati dagli Enti locali per tributi non versati devono essere soddisfatti solo dopo quelli dello Stato per l'IVA.
La risposta al quesito - i crediti vantati dagli Enti Locali nei confronti del fallimento per IMU e TASI sono assistiti dal medesimo grado di privilegio dei crediti dello Stato per IVA, ma sono destinati ad essere soddisfatti in via subordinata rispetto al credito IVA.
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