Declaratoria di inefficacia parziale del contratto e risarcimento per equivalente per la parte residua dell’appalto già eseguita

Redazione Scientifica
14 Dicembre 2017

Ai sensi dell'art. 122 c.p.a., quando non si verte in uno dei casi indicati dall'articolo...

Ai sensi dell'art. 122 c.p.a., quando non si verte in uno dei casi indicati dall'art. 121, comma 1, e dall'art. 123, comma 3, una volta annullata l'aggiudicazione definitiva, occorre stabilire se dichiarare inefficace il contratto stipulato anche se questo ha già avuto esecuzione ma è in corso, sussistendo altresì l'opzione di prosecuzione per ulteriori dodici mesi.

In dette ipotesi, il giudice amministrativo può escludere che possa essere pronunciata l'inefficacia del contratto per la parte in cui questo ha avuto esecuzione, fermo restando che se viene richiesta dalla parte vittoriosa la riaggiudicazione, quest'ultima domanda va accolta, atteso che il vizio dell'aggiudicazione non comporta l'obbligo di rinnovare la gara, soprattutto nel caso in cui si versi nell'ipotesi di un servizio frazionabile, nella cui esecuzione ben può succedersi per il restante periodo contrattuale e per quello ulteriore, in caso di esercizio dell'opzione di prosecuzione.

Per la parte restante dell'appalto ormai eseguito, sempre che sia stata formulata apposita domanda in tal senso, deve essere concessa la reintegrazione del danno per equivalente nei soli limiti del lucro cessante e del danno curriculare.

Quanto a quest'ultimo, tuttavia, necessita di autonoma prova (cfr. Cons. Stato, Sez. VI, 21 settembre 2010, n. 7004 e V, 31 dicembre 2014, n. 6453), ed almeno la presentazione di qualche specifico elemento idoneo a fondarne quanto meno la prova presuntiva per consentirne la liquidazione equitativa (cfr. Cons. Stato, Sez. V, 19 novembre 2012, n. 5846).

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