Viene prima il diritto alla detrazione che l’osservanza degli obblighi dichiarativi

La Redazione
22 Dicembre 2017

È possibile chiedere la detrazione IVA anche in giudizio, nonostante l'errore commesso in dichiarazione. Questa la decisione presa dalla Corte con l'ordinanza n. 29555/2017.

Viene prima il diritto alla detrazione che l'osservanza degli obblighi dichiarativi: è pertanto possibile chiedere la detrazione IVA anche in giudizio, nonostante l'errore commesso in dichiarazione. È questo quanto affermato dai giudici della Suprema Corte di Cassazione con l'ordinanza dell'11 dicembre 2017, n. 29555.

Con l'ordinanza depositata ieri, i giudici di legittimità hanno accolto il ricorso di una società. «Secondo i principi enunciati da questa Corte – si legge in ordinanza – nel complesso normativo e nel formante giurisprudenziale dell'UE, emerge che il fatto costitutivo del rapporto tributario col Fisco nazionale è ravvisato dalla effettività e liceità dell'operazione, mentre obblighi di registrazione, dichiarazione e consimili hanno una diversa funzione meramente illustrativa e riepilogativa dei dati contabili, finalizzata ad agevolare i controlli dell'Amministrazione finanziaria per l'esatta riscossione dell'imposta». Ciò detto, dunque, va riconosciuto l'esercizio del diritto di detrazione dell'eccedenza IVA, a fronte di una reale operazione sottostante; è, invece, poco rilevante «l'osservanza degli obblighi dichiarativi».

Il contribuente può quindi opporsi alla pretesa del Fisco allegando errori od omissioni incidenti sull'obbligazione tributaria. Questi principi – hanno osservato i Giudici – valgono «nell'imposizione sul valore aggiunto, attesa la comunanza della disciplina dichiarativa e rettificativa nazionale fissata dall'art. 8, comma 6, del d.P.R. n. 322/1998».

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