L’inapplicabilità dell’art. 131-bis c.p. in caso di comportamento abituale passa indenne il vaglio della Consulta

Redazione Scientifica
29 Dicembre 2017

Il tribunale ordinario di Padova ha sollevato questione di legittimità costituzionale con riferimento all'inapplicabilità della causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto nel caso di abitualità del comportamento come disposto dall'art. 1, comma 1, lett. m) della legge delega 67/2014 e, di conseguenza, dall'art. 131-bis c.p.

Il tribunale ordinario di Padova ha sollevato questione di legittimità costituzionale con riferimento all'inapplicabilità della causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto nel caso di abitualità del comportamento come disposto dall'art. 1, comma 1, lett. m) della legge delega 67/2014 e, di conseguenza, dall'art. 131-bis c.p.

La Corte costituzionale, con ordinanza n. 279 depositata il 21 dicembre 2017, ha dichiarato la questione infondata per le seguenti ragioni:

  • il fatto particolarmente lieve di cui all'art. 131-bis c.p. è un fatto offensivo che il Legislatore ha deciso di non punire, da un lato, per riaffermare il principio dell'extrema ratio della pena e agevolare la rieducazione del condannato , dall'altro, per limitare il gravoso carico di contenzioso penale gravante sulla giurisdizione;
  • subordinare la non punibilità a un dato soggettivo, quale la non abitualità del comportamento penalmente illecito, non contrasta con l'art. 3 Cost. perché il trattamento diverso è collegato ad una situazione giuridica diversa;
  • l'art. 34 d.lgs. 274/2000 e l'art. 27 d.P.R. 448/1988 prevedono un requisito analogo, costituito dall'occasionalità del fatto, rispettivamente per il procedimento davanti al giudice di pace e davanti al tribunale dei minorenni;
  • un comportamento penalmente illecito con caratteristiche di abitualità, specie se costituite da una recidiva specifica e reiterata, così come può rilevare per determinare la pena, come indicato nell'art. 133 c.p., può rilevare analogamente per determinare punibilità di un fatto che, seppure di particolare tenuità, costituisce comunque reato;
  • che analoga ratio può rinvenirsi nella disciplina della sospensione condizionale della pena, che, a norma dell'art. 164 c.p. «è ammessa soltanto se, avuto riguardo alle circostanze indicate nell'art. 133 c.p., il giudice presume che il colpevole si asterrà dal commettere ulteriori reati» e non può essere concessa «a chi ha riportato una precedente condanna a pena detentiva per delitto».

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