Notifica a mezzo Pec: il sistema notificazioni telematiche garantisce l'affidabilità della procedura

Redazione Scientifica
27 Dicembre 2017

Per provare l'omessa notificazione a mezzo Pec di un decreto di citazione a giudizio non è sufficiente la mera deduzione di incompletezza o non corrispondenza all'originale scansionato poiché l'affidabilità della procedura di notifica è garantita dal Sistema Notificazioni Telematiche (S.N.T.).

Il caso. La parte ricorrente ha presentato ricorso per cassazione deducendo l'omessa notifica al difensore e all'imputato del decreto di citazione in giudizio nell'atto di appello. I suoi difensori, infatti, affermavano di aver ricevuto a mezzo PEC la notifica per la celebrazione dell'udienza dell'8 luglio 2016, apprendendo però, nello stesso giorno, che il processo era già stato celebrato il 24 aprile 2016, con la partecipazione di un difensore d'ufficio e senza che fosse stato notificato alcun avviso.

La complessa procedura del S.N.T. garantisce l'affidabilità della notifica. Secondo la Suprema Corte, per risolvere casi, come quello in esame, ove il destinatario della notificazione a mezzo Pec proveniente da un ufficio giudiziario deduca che il documento allegato abbia contenuto diverso da quello che si ritiene essergli stato trasmesso ovvero che gli sia stato recapitato un atto completamente diverso ovvero ancora un file corrotto o non leggibile, è necessario distinguere la posta certificata “ordinaria” da quella utilizzata per la notifica degli atti processuali: la prima non certifica il contenuto dei messaggi inviati e di eventuali allegati, mentre la seconda richiede l'utilizzo di un sistema specificatamente dedicato allo scopo, il Sistema Notificazioni Telematiche (S.N.T.). Per effettuare la notifica del documento tramite il sistema S.N.T. l'utente deve seguire una dettagliata procedura la cui complessità rende evidente come anche tale modalità di acquisizione del documento allegato sia sorretta da adeguate garanzie di affidabilità, che non possono essere certo superate attraverso la mera deduzione della incompletezza o non corrispondenza all'originale scansionato, considerato che sembra comunque sempre possibile procedere ad una verifica a posteriori presso l'ufficio che ha effettuato la notifica dell'atto.

Nel caso di specie, pertanto, risultano del tutto insufficienti le allegazioni al ricorso presentate dal ricorrente e costituite da una stampa dell'archivio della casella di posta elettronica di uno dei difensori e dell'avviso di udienza che si assume esservi stato allegato, poiché i suoi difensori avrebbero potuto effettuare opportune verifiche presso la cancelleria della Corte di appello ottenendo le necessarie attestazioni riguardanti il documento notificato e il suo effettivo contenuto.

La Cassazione, quindi, dichiara inammissibile il ricorso.

Fonte: ilprocessotelematico.it

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