Irrisarcibilità del danno tanatologico ai genitori del neonato morto dopo un intervento chirurgico

Redazione Scientifica
05 Gennaio 2018

I genitori del bambino deceduto, a seguito di intervento chirurgico, poche ore dopo la nascita, non hanno diritto al risarcimento del danno da morte, qualora l'evento mortale in quanto tale risulti essere stato provocato dalla patologia non altrimenti evitabile.

I genitori del bambino deceduto, a seguito di intervento chirurgico, poche ore dopo la nascita, non hanno diritto al risarcimento del danno da morte, qualora l'evento mortale in quanto tale non sia imputabile causalmente alla mancata diagnosi della malattia, ma risulti essere stato provocato dalla patologia non altrimenti evitabile, anche a seguito di comportamento doveroso e corretto tenuto dai sanitari, che ha tuttavia aumentato nella percentuale del 25% l'elevata probabilità di decesso. Ne consegue che la condotta omissiva dei medici può dirsi incidente sull'evento mortale solo nei limiti di tale percentuale, nella misura in cui, avendone abbassato le possibilità di sopravvivenza, ha aumentato quelle del decesso, avendo reso l'intervento chirurgico più rischioso. Pertanto, trattandosi di una voce di danno che non può riconoscersi direttamente alla vittima primaria, a causa del suo decesso intervenuto in un arco temporale di meno di cinque ore dalla nascita, tale da non consentire il consolidamento entro il suo patrimonio del relativo diritto risarcitorio, la stessa deve essere riconosciuta ai genitori, ai quali dovrà essere liquidato in via equitativa il danno parentale da decesso della vittima primaria.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.