Il principio di correlazione tra accusa e sentenza. Alcune puntualizzazioni da parte della Cassazione

Redazione Scientifica
22 Febbraio 2018

La Corte di cassazione, Sez. II, con sentenza n. 7462, depositata il 15 febbraio 2017 ha affermato il seguente principio di diritto: «Sebbene la qualificazione giuridica possa essere mutata, nel rispetto del principio del contradditorio e del diritto di difesa in ogni grado di giudizio, quando l'assegnazione di una nuova qualifica ...

La Corte di cassazione, Sez. II, con sentenza n. 7462, depositata il 15 febbraio 2017 ha affermato il seguente principio di diritto:

«Sebbene la qualificazione giuridica possa essere mutata, nel rispetto del principio del contradditorio e del diritto di difesa in ogni grado di giudizio, quando l'assegnazione di una nuova qualifica richiede l'effettuazione di valutazioni di merito, le stesse non possono essere proposte per la prima volta in cassazione, dovendo essere sottoposto al controllo della tenuta logica della motivazione offerta al riguardo».

Nel caso di specie, la Corte d'appello di Bologna aveva confermato la condanna degli imputati per i reati di furto aggravato e ricettazione, così riqualificata l'originaria contestazione di furto aggravato dall'essere stato consumato in una privata dimora.

Gli imputati sono dunque ricorsi in Cassazione lamentando il difetto di correlazione tra accusa e sentenza e la violazione del diritto di difesa in relazione alla qualifica assegnata d'ufficio al fatto contestato. Il Supremo Collegio ha dichiarato il ricorso inammissibile: «la violazione del principio di correlazione tra l'accusa e l'accertamento contenuto in sentenza si verifica solo quando il fatto accertato si trovi, rispetto a quello contestato, in rapporto di eterogeneità o di incompatibilità sostanziale tale da recare un reale pregiudizio dei diritti della difesa pertanto l'indagine volta ad accertare la violazione del principio suddetto non va esaurita nel pedissequo e mero confronto letterale fra contestazione e sentenza, perché, vertendosi in materia di garanzie e di difesa, la violazione non sussiste se l'imputato, attraverso l'iter del processo, sia venuto a trovarsi nella condizione concreta di difendersi in ordine all'oggetto dell'imputazione. Con specifico riguardo alla riqualificazione del furto in ricettazione (e viceversa) il collegio condivide inoltre la giurisprudenza secondo cui Nel caso in cui nel capo di imputazione siano contestati gli elementi fondamentali idonei a porre l'imputato in condizioni di difendersi dal fatto poi ritenuto in sentenza, non sussiste violazione del principio di correlazione tra l'accusa e la sentenza e ciò tanto nell'ipotesi di riqualificazione del furto in ricettazione, quanto in quella opposta di riqualificazione della ricettazione come. Nel caso di specie, come evidenziato dalla Corte di appello, la condotta di ricezione era contenuta nella descrizione del fatto come originariamente contestato, il che escludeva ogni possibile violazione del diritto di difesa».

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