Decreto ministeriale - 23/12/2013 - n. 163 art. 9 - Notificazione e deposito degli atti

Aurelio Parente

Notificazione e deposito degli atti

Art. 9

1. Il ricorso e gli altri atti del processo tributario, nonche' quelli relativi al procedimento attivato con l'istanza di reclamo e mediazione, sono notificati utilizzando la PEC secondo quanto stabilito dall'articolo 5.

2. Il deposito presso la segreteria della Commissione tributaria del ricorso e degli altri atti di cui al comma 1, unitamente alle relative ricevute della PEC, avviene esclusivamente mediante il S.I.Gi.T.

3. Le controdeduzioni e gli altri atti del processo tributario, unitamente alle relative ricevute della PEC, sono depositati presso la segreteria della Commissione tributaria mediante il S.I.Gi.T.

Inquadramento

Esaminando gli artt. 2 e 3 abbiamo appreso che tutti gli atti e provvedimenti del processo tributario devono essere trasmessi, comunicati, notificati e depositati a mezzo del S.I.Gi.T. sotto forma di documenti informatici, sottoscritti con firma elettronica qualificata o firma digitale e che il sistema rilascia le attestazioni concernenti tali operazioni.

Negli articoli 8 e 9 si aggiunge la precisazione che il ricorso e gli altri atti del processo tributario, nonché quelli relativi al procedimento attivato con l'istanza di reclamo e mediazione, sono notificati (tra le parti processuali) utilizzando la PEC, con l'ulteriore specifica che, a seguito dell'utilizzo di tale mezzo di notifica, il deposito degli stessi presso la segreteria della Commissione, unitamente alle relative ricevute della PEC, avviene esclusivamente mediante il S.I.Gi.T.. Ai fini della decorrenza dei termini processuali nelle notifiche con il canale telematico non cambia pressoché nulla rispetto a quanto stabilito per quelle dei documenti analogici, in quanto qualunque comunicazione o notificazione dei documenti informatici, tramite PEC, si considera effettuata, per il mittente, al momento dell'invio al proprio gestore attestato dalla relativa ricevuta di accettazione e, per il destinatario, al momento in cui la comunicazione o notificazione dei documenti informatici è resa disponibile nella casella di posta elettronica certificata. (Chindemi-Parente, 28).

Le disposizioni di cui al secondo e terzo comma anticipano l'obbligo sancito dal successivo art. 10 per la costituzione in giudizio del ricorrente e del resistente, in quanto viene precisato che ricorso e gli altri atti del processo tributario, nonché quelli relativi al procedimento attivato con l'istanza di reclamo e mediazione ed anche le controdeduzioni, se notificati con le modalità del comma 1, ossia a mezzo Posta Elettronica Certificata, dovranno essere depositati presso la segreteria della Commissione tributaria esclusivamente mediante il S.I.Gi.T. ed unitamente alle relative ricevute della Posta Elettronica Certificata; il mancato rispetto di tale disposizione comporta la nullità del deposito, sia per decisione del giudice di ritenere di applicare tale effetto per la violazione della norma in esame, e sia, secondo il consolidato orientamento della giurisprudenza di merito e di legittimità, per la mancata dimostrazione del perfezionamento della notifica a mezzo Posta Elettronica Certificata derivante dalla eventuale assenza delle ricevute di accettazione e/o consegna. (Cass. sez. trib., n. 14861/2012)

Natura giuridica e ratio legis

L'articolo in commento, composto di tre commi, individua le modalità con cui avvengono, in via telematica, gli adempimenti di notificazione e deposito del ricorso e degli atti processuali.

La norma individua la condotta da tenersi a cura delle parti, che devono, ai fini della regolarità e validità degli adempimenti, attenersi alle modalità di notificazione mediante PEC e di deposito degli atti in Segreteria attraverso la piattaforma offerta dal SIGIT; si tratta di una norma, pur formulata in maniera descrittiva con un certo livello di dettaglio, di natura imperativa, la cui inosservanza genera invalidità di quanto compiuto.

La ratio della norma si rinviene nella necessità di ancorare lo svolgimento degli adempimenti inerenti la notificazione ed il deposito degli atti, ad uno standard di condotta, indicando in maniera espressa e chiara quali modalità debbano ispirare l'operato delle parti al fine del corretto utilizzo degli strumenti telematici.

Modalità di notifica del ricorso e degli altri atti del processo tributario

L'efficacia giuridica della Posta Elettronica Certificata, quale strumento di comunicazione, è disciplinata dal Testo Unico sulla documentazione amministrativa (d.P.R. 28 dicembre 2000 n. 445), dal Codice dell'Amministrazione Digitale (d.lgs. 7 marzo 2005, n. 82) e dal Codice di Procedura Civile, le disposizioni dei quali stabiliscono che tale strumento di comunicazione è parificato, quanto al valore giuridico, alla posta cartacea raccomandata con ricevuta di ritorno.

Il suo funzionamento è regolato dal d.P.R. 11 febbraio 2005, n. 68, il quale stabilisce che la Posta Elettronica Certificata è un sistema di posta elettronica nel quale è fornita al mittente documentazione elettronica, con valenza legale, attestante l'invio e la consegna di documenti informatici. La trasmissione del documento informatico si intende spedito dal mittente se inviato al proprio gestore, e si intende consegnato al destinatario se reso disponibile all'indirizzo elettronico da questi dichiarato, nella casella di posta elettronica del destinatario messa a disposizione dal gestore (ex art. 3 comma 1 d.P.R. n. 68/2005 e art. 14, comma 1, d.P.R. n. 445/2000).

La posta elettronica certificata consente l'invio di messaggi, la cui trasmissione è valida agli effetti di legge, in quanto il gestore utilizzato dal mittente fornisce al mittente stesso la ricevuta di accettazione che contiene i dati di certificazione, i quali costituiscono prova dell'avvenuta spedizione del messaggio. Il gestore del destinatario fornisce all'indirizzo elettronico del mittente la ricevuta di avvenuta consegna e quest'ultima fornisce al mittente prova che il suo messaggio di posta elettronica certificata è effettivamente pervenuto all'indirizzo elettronico dichiarato dal destinatario e certifica il momento della consegna tramite un testo, leggibile dal mittente, contenente i dati di certificazione.

Come avviene anche per la notifica cartacea a mezzo posta raccomandata ai fini del suo perfezionamento non è necessaria la conoscenza da parte del destinatario del contenuto dell'atto notificato, ma è sufficiente la prova della sua messa a disposizione di quest'ultimo; difatti la ricevuta di avvenuta consegna della PEC è rilasciata contestualmente alla consegna del messaggio, indipendentemente dall'avvenuta lettura da parte del soggetto destinatario ed è emessa esclusivamente a fronte della ricezione di una busta di trasporto valida. Quando il messaggio non risulta consegnabile, il gestore comunica al mittente, entro le 24 ore successive all'invio, la mancata consegna tramite un avviso secondo le modalità previste dalle regole tecniche di cui all'articolo 17 del d.P.R. n. 68/2005. Le ricevute rilasciate dai gestori di posta elettronica certificata sono sottoscritte dai medesimi mediante una firma elettronica avanzata, generata automaticamente dal sistema di posta elettronica. (articolo 9, comma 1 d.P.R. n. 68/2005).

In base ai suddetti requisiti riconosciuti dal legislatore al sistema di Posta Elettronica Certificata, l'art. 9 in esame del Decreto ha previsto che le notificazioni (come le comunicazioni) telematiche sono eseguite mediante la trasmissione dei documenti informatici all'indirizzo di PEC dichiarato dalle parti nel ricorso o nel primo atto difensivo ed è riportato nella nota di iscrizione a ruolo.

La notifica del ricorso o appello è, in effetti, una attività non ancora strettamente «processuale», in quanto a tale fase potrebbe non seguire il deposito presso la commissione tributaria, vuoi per accoglimento del reclamo/mediazione che per rinuncia della parte o per cessata materia del contendere per ogni altro motivo, tuttavia il Regolamento ne disciplina i contorni e gli effetti, in quanto da questo atto, se eseguito ai sensi del primo comma in esame, discende per la parte processuale l'obbligo di utilizzare il Processo Tributario Telematico, come si evince dal disposto dei commi seguenti e dal contenuto del successivo art. 10.

Le regole che il notificante deve seguire, perché la notifica sia valida per le attività successive relative al Processo Tributario Telematico, sono quelle stabilite dall'art. 5 del decreto n. 163/2013 per le comunicazioni di segreteria, che a sua volta rinvia all'art. 7 del medesimo.

Secondo la lettura combinata degli articoli richiamati la notifica del ricorso all'ente impositore che ha emesso l'atto impugnato dovrà avvenire all'indirizzo di PEC da questi esposto nel pubblico registro IPA (individuato dall'art. 47, comma 3, del d.lgs. 7 marzo 2005, n. 82), oppure, in alternativa a quello indicato nell'atto stesso dall'Ente; nel giudizio di appello se a notificare è l'Ente, allora la notifica dovrà avvenire all'indirizzo di PEC che la controparte aveva indicato nel primo atto di ricorso, il quale, se il ricorrente rientra tra i soggetti di cui ai commi 2 e 4 del citato art. 7 del d.lgs. n. 163/2013, dovrà coincidere con quello comunicato ai rispettivi ordini o collegi o pubblicato nel pubblico registro INI-PEC.

In ogni caso, ai sensi del menzionato art. 5, secondo comma, affinché la notifica possa intendersi perfezionata ed aver raggiunto lo scopo, processualmente indispensabile, di aver portato la controparte a conoscenza dell'impugnazione effettuata e del contenuto della stessa, al ricorso medesimo dovrà essere allegata la ricevuta di avvenuta consegna generata dal gestore di Posta Elettronica Certificata del destinatario, la quale produce gli effetti di cui agli articoli 45 e 48 del d.lgs. 7 marzo 2005, n. 82.

Ampia è già la giurisprudenza di merito e legittimità in materia di notificazione a mezzo PEC nel processo tributario; recentemente è stato affermato dalla corte di legittimità il principio (valevole fino al 15 luglio 2017 stante l'estensione da tale data del Processo Tributario Telematico a tutto il territorio nazionale) che le notificazioni degli atti processuali tributari effettuate a mezzo della Posta Elettronica Certificata hanno valore unicamente se nell'ambito di competenza della Commissione Tributaria adita risulta attivato il d.lgs. n. 163/2013, essendo, in mancanza, la notifica non sanabile perché inesistente Secondo i giudici della Suprema Corte la notifica tramite Posta Elettronica Certificata, effettuata dal ricorrente alla controparte della sentenza della Commissione Tributaria, non è idonea a far decorrere il termine breve per la proposizione del ricorso per cassazione ai sensi del combinato disposto dell'art. 51, comma 1 del d.lgs. 31 dicembre 1992, n. 546 in relazione all'art. 38, che a sua volta richiama l'art. 16 del decreto medesimo, norma che non contemplava la previsione della notifica del ricorso a mezzo PEC, viceversa ad oggi prevista dal nuovo art. 16-bis, il cui terzo comma però non è ancora applicabile, se non dal 1° dicembre 2015 per le sole notifiche tramite PEC degli atti nel processo tributario telematico dinanzi alle Commissioni tributarie nelle quali quest'ultimo sia progressivamente attivato, a partire dal dicembre 2015.

La Corte ha ritenuto, pertanto, la notifica effettuata a mezzo PEC, in assenza della previsione delle regole tecniche di attuazione, giuridicamente inesistente, non essendo nella fattispecie ipotizzabile alcuna forma di sanatoria, considerata, oltretutto, la possibile compromissione del diritto di difesa determinato da una compressione dei termini di impugnazione (Cass., ord., n. 17941/2016).

Deposito telematico del ricorso, delle controdeduzioni e degli altri atti del processo tributario

Il secondo e terzo comma dell'articolo 9 individuano la condotta da tenersi a cura delle parti ai fini della regolarità e validità degli adempimenti, le quali, se hanno eseguito la notificazione mediante Posta Elettronica Certificata, devono effettuare il deposito degli atti in Segreteria attraverso la piattaforma offerta dal SIGIT; come dettosi tratta di una norma la quale, pur formulata in maniera descrittiva, assume carattere imperativo, la cui inosservanza genera invalidità di quanto compiuto.

La disposizione trova ragione nella necessità di ancorare lo svolgimento degli adempimenti inerenti la notifica ed il deposito degli atti, ad uno standard di condotta, indicando in maniera tassativa quali modalità debbano ispirare l'operato delle parti al fine del corretto utilizzo degli strumenti del Processo Tributario Telematico.

Il successivo articolo 10, richiamando quello in esame, amplierà l'obbligo anzidetto dal semplice deposito alla più specifica attività della costituzione in giudizio; in ambedue i casi un vincolo rimane ben saldo: il ricorso notificato (tra le parti processuali) utilizzando la PEC, per essere validamente depositato mediante il S.I.Gi.T. presso la segreteria della Commissione Tributaria, dovrà essere accompagnato dalle relative ricevute di accettazione e di consegna rilasciate dal gestore della Posta Elettronica Certificata, rispettivamente, del mittente e del destinatario; evidente è la necessità cui tale obbligo provvede, ossia di mettere in condizione la parte di dimostrare ed il giudice di verificare l'avvenuto rispetto dei termini processuali per la notifica del ricorso (art. 21 del d.lgs. 31 dicembre 1992, n. 546) ed il suo perfezionamento con la messa a disposizione della controparte del documento ad essa indirizzato.

Bibliografia

Chindemi-Parente, Guida pratica al Processo Tributario Telematico, Milano, 2016; Melis-Salvini (a cura di) Il processo tributario telematico: l'introduzione delle nuove tecnologie informatiche e telematiche nel contenzioso tributario, Roma, 2013.

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