Decreto ministeriale - 23/12/2013 - n. 163 art. 10 - Modalita' di costituzione in giudizioModalita' di costituzione in giudizio Art. 10 1. La costituzione in giudizio del ricorrente, nel caso di notifica del ricorso ai sensi dell'articolo 9, avviene con il deposito mediante il S.I.Gi.T del ricorso, della nota d'iscrizione a ruolo e degli atti e documenti ad esso allegati, attestato dalla ricevuta di accettazione rilasciata dal S.I.Gi.T. recante la data di trasmissione. 2. Successivamente alla costituzione in giudizio del ricorrente, il S.I.Gi.T. rilascia, altresi', il numero di iscrizione del ricorso nel registro generale di cui all'articolo 25 del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546. 3. La costituzione in giudizio e il deposito degli atti e documenti della parte resistente avviene con le modalita' indicate al comma 1. InquadramentoL'articolo 10 si occupa di definire i corretti adempimenti per la valida costituzione in giudizio del ricorrente e del resistente nel caso in cui il primo abbia inteso seguire le modalità telematiche; il legislatore con questa disposizione ha inteso limitare la discrezionalità di scelta della modalità telematica per la presentazione degli atti processuali, concessa dall'art. 2, primo comma, del Regolamento. Il primo comma, difatti, sancisce che, in applicazione delle disposizioni di cui al precedente art. 9, in caso di notifica del ricorso a mezzo PEC la costituzione in giudizio del ricorrente avviene con il deposito mediante il S.I.Gi.T del ricorso stesso, della nota d'iscrizione a ruolo e degli atti e documenti ad esso allegati, attestato dalla ricevuta di accettazione rilasciata dal S.I.Gi.T., contenente numero, data e ora della trasmissione, la quale verrà inviata anche all'indirizzo PEC del depositante. Secondo il successivo terzo comma, se il resistente ha inteso seguire le modalità di cui al primo comma, sarà tenuto ad eseguire gli stessi adempimenti prescritti per la parte ricorrente; al fine di consentire al S.I.Gi.T. l'inserimento degli atti trasmessi dal resistente nel corretto fascicolo processuale informatico, la parte (ai sensi dell'art. 8 del decreto direttoriale 4 agosto 2015, contenente le specifiche tecniche di attuazione del presente Regolamento ed adottato ai sensi dell'art. 3, comma 3, dello stesso) dovrà aver obbligatoria cura di indicare il numero di Registro Generale assegnato al ricorso introduttivo, se noto, o, qualora non ne sia in possesso, specificare al sistema i dati identificativi della controversia, ottenendo, in ogni caso, anch'esso la relativa ricevuta di accettazione. Il secondo comma stabilisce che con il rilascio della ricevuta di accettazione rilasciata al ricorrente la costituzione in giudizio non può considerarsi perfezionata ed il ricorrente dovrà attendere che il S.I.Gi.T. rilasci anche il numero di iscrizione del ricorso nel registro generale di cui all'articolo 25 del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546; occorre precisare che l'operazione potrà avvenire solo dopo che il sistema informativo abbia eseguito sui file degli atti in deposito gli ulteriori controlli previsti dall'art. 7 del già citato decreto direttoriale 4 agosto 2015, per confrontarne le caratteristiche tecniche con quelle obbligatorie stabilite dall'art. 10 del medesimo decreto ed indispensabili per assicurarne la corretta leggibilità, integrità e conservazione nel tempo. Solo in caso di esito positivo dei controlli verrà consentita l'iscrizione del ricorso al Registro Generale e la data della ricevuta di accettazione, rilasciata al momento della trasmissione, potrà attestare il momento dell'avvenuta costituzione in giudizio. Natura giuridica e ratio legisL'articolo in commento si ripartisce in tre commi, recanti la disciplina per la costituzione in giudizio del ricorrente e del resistente; il secondo comma, invece, correlaziona all'avvenuta costituzione del ricorrente il rilascio del numero di Ruolo Generale del ricorso. La norma di cui al primo comma è di natura eminentemente imperativa, ancorché formulata in maniera dettagliatamente descrittiva, in quanto individua quale debba essere la modalità di svolgimento degli oneri in capo al ricorrente affinché possa regolarmente svolgersi il deposito del ricorso con modalità telematica attraverso la piattaforma del SIGIT. Del medesimo tenore, pur presentando come carattere saliente una clausola di rinvio interno, è la norma di cui al comma terzo, in relazione agli oneri in capo al resistente. Quanto alla norma del comma secondo, la stessa pare sostanziarsi in una norma prevalentemente di coordinamento, in quanto in essa, anche in ragione del rinvio al d.lgs. 31 dicembre 1992 n. 546, viene ragguagliato il nesso tra deposito telematico ed attribuzione del Numero di Ruolo Generale. La ratio delle norme contenute nell'articolo in commento è strettamente collegata all'esigenza di individuare in maniera chiara quali siano le formalità prescritte per la regolare costituzione delle parti, non nell'ottica di un mero formalismo, ma per poter adeguatamente consentire la completa coesione del fascicolo telematico realizzando così una pienezza di contraddittorio tra le parti. In aggiunta rispetto all'operato del Segretario, il S.I. Gi.T. opera in automatico una valutazione circa i documenti informatici trasmessi e ne valuta la congruità o anomalia circa gli standard previsti dal Sistema stesso, ciò al fine di poter garantire oltre alla sicurezza del sistema, la provenienza, integrità, leggibilità e reperibilità dei documenti informatici depositati. Modalità di costituzione in giudizio telematicaLa parte processuale che ha notificato il ricorso utilizzando una Posta Elettronica Certificata si è, quindi, secondo quanto stabilito dal primo comma del presente articolo, obbligata ad utilizzare il Processo Tributario Telematico, rinunciando alla facoltà concessa dal terzo comma dell'art. 2 del medesimo decreto n. 163/2013, ed è tenuta a proseguire con tali modalità per l'intero grado del giudizio, nonché per l'appello, come sancito dal terzo comma del detto art. 2 . Il rinvio tra le disposizioni ricordate del decreto in esame costituisce, quindi, il limite che il legislatore ha inteso porre alla piena libertà di scelta del ricorrente di seguire una strada piuttosto che l'altra, magari utilizzandole alternativamente nel corso del processo ed inficiando, di fatto, in tal modo il fine, perseguito con la digitalizzazione del processo, di consentire da remoto il deposito e la consultazione degli atti e documenti del fascicolo processuale. Una volta eseguita la scelta, il ricorrente dovrà prestare attenzione alla esecuzione degli adempimenti previsti per il deposito mediante S.I.Gi.T., necessari per la corretta costituzione del fascicolo processuale, che l'art. 7 del decreto direttoriale 4 agosto 2015 individua essere la trasmissione al S.I.Gi.T. del ricorso, della ricevuta di PEC che attesta l'avvenuta notifica dello stesso, della procura alle liti, della documentazione comprovante il pagamento del contributo unificato tributario e degli eventuali allegati, previo inserimento dei dati richiesti dal sistema per l'iscrizione a ruolo, ossia la completa compilazione della Nota di Iscrizione a Ruolo (NIR). Poiché il decreto in disamina ha lo scopo di disciplinare unicamente le modalità telematiche di applicazione delle disposizioni processuali contenute nel d.lgs. 31 dicembre 1992, n. 546, che regolamenta invece il processo tributario, il ricorrente, per non incorrere in una possibile inammissibilità della costituzione in giudizio, dovrà avere sempre a mente quanto previsto al riguardo dall'art. 22 di quest'ultimo. In particolare, tutte le operazioni di cui si parla nell'art. 10 in analisi dovranno essere eseguite nei trenta giorni dalla proposizione del ricorso, a pena d'inammissibilità, e la nota di iscrizione a ruolo dovrà contenere l'indicazione delle parti, del difensore che si costituisce, dell'atto impugnato, della materia del contendere, del valore della controversia e della data di notificazione del ricorso (comma 1 dell'art. 22 d.lgs. n. 546/1992), senza dimenticare di inserire tra gli allegati la copia dell'atto impugnato (comma 4 dell'art. 22 d.lgs. n. 546/1992). Il terzo comma dell'anzidetto art. 22 del decreto n. 546/1992 stabilisce che in caso di consegna o spedizione a mezzo del servizio postale la conformità dell'atto depositato a quello notificato alla controparte è attestata dallo stesso ricorrente, precisando poi che se tale conformità non risultasse acclarata il ricorso è inammissibile, e si pone, pertanto, la necessità di dichiarare la stessa conformità anche nel ricorso trasmesso a mezzo del canale telematico, considerando questa modalità analoga a quella della trasmissione a mezzo posta, ovvero come modalità di costituzione in giudizio diversa dal deposito diretto presso la Segreteria della commissione tributaria adita. È impossibile aggiungere tale dichiarazione di conformità al documento informatico notificato quale ricorso alla controparte, attesa la immodificabilità dello stesso a seguito della apposizione della firma digitale, senza inficiarne l'integrità da quest'ultima assicurata; il ricorrente, quindi, per dichiarare la conformità del ricorso depositato a mezzo del S.I.Gi.T. dovrà provvedere ad allegare alla nota di iscrizione a ruolo con cui effettua il deposito stesso, un documento informatico, sempre sottoscritto con firma digitale, nel quale attesti che il ricorso, per il quale si sta procedendo congiuntamente al deposito, è copia conforme di quello notificato alla controparte, avendo cura di specificare la data ed il numero della di ricevuta di accettazione rilasciata dal proprio gestore di Posta Elettronica Certificata del messaggio con il quale la notifica è stata eseguita. Rilascio del numero di Registro GeneralePer ottenere il rilascio da parte del S.I.Gi.T. del numero di iscrizione al registro generale del ricorso depositato ai sensi del comma 1, come previsto dal comma 2, il ricorrente dovrà, in effetti, avere trasmesso quest'ultimo e tutti i documenti ad esso allegati nella stessa nota di iscrizione a ruolo, conformi alle caratteristiche prescritte dall'art. 10 del decreto direttoriale 4 agosto 2015 delle specifiche tecniche. Con il solo rilascio della ricevuta di accettazione del S.I.Gi.T. la costituzione in giudizio non può difatti considerarsi perfezionata ed il ricorrente dovrà attendere che il S.I.Gi.T. rilasci anche il numero di iscrizione del ricorso nel registro generale di cui all'articolo 25 del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546; tale operazione potrà avvenire solo dopo che il sistema informativo abbia eseguito sui file degli atti in deposito gli ulteriori controlli previsti dall'art. 7 del già citato decreto direttoriale 4 agosto 2015, per confrontarne le caratteristiche tecniche con quelle obbligatorie stabilite dall'art. 10 del medesimo decreto ed indispensabili per assicurarne la corretta leggibilità, integrità e conservazione nel tempo. Solo in caso di esito positivo dei controlli verrà consentita l'iscrizione del ricorso al Registro Generale, con trasmissione del numero di RG assegnato anche all'indirizzo di Posta Elettronica Certificata del ricorrente, e la data della ricevuta di accettazione, rilasciata al momento della trasmissione, potrà attestare il momento dell'avvenuta costituzione in giudizio. Costituzione in giudizio telematica del resistenteSecondo il terzo comma dell'art. 10 non vi sarebbero dubbi sulle modalità di costituzione in giudizio del resistente, in quanto esso rinvia a quelle indicate al comma 1; rimane tuttavia da chiarire se la modalità telematica di costituzione sia per il resistente una scelta o un obbligo e, se tale, quando esso sopravviene. Come ampiamente indicato dagli articoli del decreto esaminati, attualmente l'opzione telematica in via generale non è obbligatoria né per il ricorrente né per il resistente, con l'unico vincolo per chi scelga lo strumento informatico, di non modificare detta scelta sino alla conclusione della causa in appello, obbligo sancito dall'art. 2, comma 3, del presente decreto; il cosiddetto «doppio binario», ossia la possibilità di scegliere le modalità da seguire per la formazione degli atti e provvedimenti del processo tributario, nonché di quelli relativi al procedimento attivato con l'istanza di reclamo e mediazione, è contenuta nell'art. 2, comma 1 del Regolamento, il quale chiarisce che quella di formare gli atti e provvedimenti del processo tributario come documenti informatici, sottoscritti con firma digitale, rappresenta una mera facoltà della parte (ognuna di esse) e che, in tal caso, occorrerà seguire le modalità disciplinate dal Regolamento. Al riguardo occorre, però, prendere atto che le disposizioni dell'art. 9, combinate con quelle dell'art. 10, parrebbero comprimere, per il resistente, tale libertà connettendo l'utilizzo delle modalità telematiche da parte di quest'ultimo con la scelta effettuata in tal senso dal ricorrente. Il primo comma dell'art. 9 dispone, difatti, che il ricorso e gli altri atti del processo tributario sono notificati mediante l'utilizzo della posta certificata, secondo le regole di cui al precedente art. 5, combinate con quelle del 7; il secondo comma, a sua volta, specifica che i documenti di cui al primo comma, quindi notificati telematicamente, per essere depositati nella segreteria della Commissione Tributaria, unitamente alle ricevute della PEC utilizzata, devono passare esclusivamente attraverso il canale telematico del S.I.Gi.T.. Il termine è perentorio («esclusivamente») e crea un legame indissolubile tra notifica del ricorso a mezzo PEC e deposito telematico di quanto inserito nel messaggio di posta elettronica, legame che viene ribadito dal comma 1 del successivo art. 10, il quale dispone che, se il ricorrente ha notificato il ricorso ai sensi del detto art. 9 a mezzo PEC, la costituzione in giudizio avviene proprio attraverso il deposito dello stesso utilizzando la nota di iscrizione a ruolo telematica (NIR) ed il canale telematico S.I.Gi.T.; orbene, disponendo il terzo comma del citato art. 10 che la costituzione in giudizio del resistente avviene con le modalità indicate al primo comma sembrerebbe che esso estenda anche a quest'ultimo l'obbligatorietà della costituzione telematica in giudizio e deposito degli atti processuali nel momento in cui il ricorrente abbia utilizzato la PEC per notificare il ricorso. Invero, nel rispetto generale della libertà di scelta della modalità di costituzione in giudizio sancita in più parti dall'esaminando Regolamento, possiamo propendere, al contrario, per l'assenza di vincoli per il resistente, a prescindere dalle scelte del ricorrente, e ciò anche a mente del contenuto della Circolare Ministero dell'Economia e delle Finanze 11 maggio 2016, n. 2DF_LineeGuidaPTT, interpretativa del Decreto n. 163/2013, la quale all'art. 9 precisa che la costituzione in giudizio del resistente «può» avvenire mediante il deposito delle controdeduzioni e dei documenti allegati con modalità telematiche, senza stabilire o precisare alcun ulteriore vincolo o connessione con altre attività ad esso esterne. In aggiunta, ulteriore conferma ad un percorso obbligatorio per il ricorrente e facoltativo per il resistente, la rinveniamo nelle disposizioni del successivo art. 12, nel quale si prevede e si disciplina la presenza di documenti non informatici, ma espressamente in presenza di un fascicolo informatico; orbene, unica possibilità che sia presente un fascicolo informatico è quella in cui una parte abbia scelto il canale telematico ed unica possibilità della presenza di documenti cartacei da acquisire digitalmente è che per l'altra parte la costituzione in giudizio sia avvenuta in modalità tradizionale. BibliografiaChindemi-Parente, Guida pratica al Processo Tributario Telematico, Milano, 2016; Melis-Salvini (a cura di) Il processo tributario telematico: l'introduzione delle nuove tecnologie informatiche e telematiche nel contenzioso tributario, Roma, 2013. |