Codice Civile art. 47 - Elezione di domicilio.

Luca Stanziola

Elezione di domicilio.

[I]. Si può eleggere domicilio speciale per determinati atti o affari [103, 2839 2 n. 2, 2890; 30, 141, 366, 480, 543 2 n. 3 c.p.c.].

[II] Questa elezione deve farsi espressamente per iscritto [1350].

Inquadramento

Il domicilio generale (art. 43) è tendenzialmente unico, dato che attiene alla sede «principale», che è in tal senso unica, dei affari ed interessi di ogni individuo (così Tedeschi, 197, secondo cui «un solo luogo può venire in considerazione, quello della sede principale»; conforme Montuschi, 58; nel medesimo senso anche Forchelli, 849, e Candian, 110, secondo cui il concetto di «sede principale» sottende «una scelta comparativa fra le possibili sedi del soggetto che conduca ad attribuire solamente ad una di esse la qualifica di domicilio»; contra, però, Dogliotti - Figone, 210, in cui si ammette la possibile coesistenza di più centri di affari o interessi inerenti alla medesima persona; in quest'ultimo senso anche Dogliotti, 430 che ammette l'esistenza di una pluralità di domicili o di residenze anche arg. ex art. 45 comma 2 c.c.). Al contrario, il domicilio speciale può essere plurimo, essendo consentita l'elezione di domicilio speciale per «determinati atti o affari», potendo questi ultimi addirittura richiedere più elezioni per ogni affare o atto (art. 47 c.c.). Con l'atto di elezione di domicilio speciale si determina la sostituzione, per l'affare per cui il domicilio speciale è stato eletto, di tutti gli altri parametri di individuazione spaziale della persona (residenza, dimora, domicilio generale) con il luogo specificamente indicato.

In questo senso, in dottrina si osserva come il domicilio speciale abbia carattere «non esclusivo», nel senso che esso non si sostituisce ma si aggiunge al domicilio generale (che è l'unico referente per il legittimo affidamento dei terzi, salvo che il domicilio speciale sia stato eletto espressamente con il carattere di esclusività, ed i terzi lo abbiano accettato altrettanto espressamente: Bianca, 248). Con l'elezione di domicilio speciale, insomma, si vuole sostituire, ai normali parametri di localizzazione della persona, un unico domicilio (in tal senso speciale) con il carattere dell'univocità, soprattutto nei confronti dei terzi.

Secondo la dottrina (Dogliotti, 437) la ratio della norma è da individuarsi nell'esigenza di maggior sicurezza dei traffici giuridici e di maggior speditezza nelle contrattazioni, dal momento che laddove il soggetto abbia eletto domicilio per un determinato atto o affare tale scelta dovrebbe estendersi a tutti gli atti conseguenti, e, in particolare, agli effetti litigiosi ed esecutivi.

Sulla natura dell'atto di elezione di domicilio generale si rimanda al commento sub art. 43.

L'atto di elezione di domicilio

In ogni caso non vi sono limiti all'autonomia privata, se non quelli di forma prescritti dallo stesso art. 47: si richiede, in particolare, che l'elezione di domicilio speciale venga fatta con forma scritta ad substantiam, per evidenti esigenze di tutela del legittimo affidamento dei terzi in buona fede. Il requisito della forma scritta conferma l'autonomia dell'atto di elezione, che avviene generalmente attraverso l'apposizione di una clausola al contratto in cui è inserita (Vitucci, 900, definisce l'atto di elezione di domicilio come «atto autonomo con effetti sostanziali e processuali di varia portata»).

Inoltre, si ritiene in giurisprudenza che, atteso il carattere formale dell'atto di elezione di domicilio, deve escludersi che il medesimo possa compiersi per facta concludentia (Cass. II, n. 25647/2008 ).

Dai requisiti di carattere formale imposti dalla norma è, poi, dato inferire che la volontà di eleggere domicilio speciale deve risultare in modo espresso ed inequivoco, in quanto con tale manifestazione di volontà si deroga alle regole generali dettate in tema di localizzazione della persona fisica: ne deriva che dall'atto in questione deve risultare l'esplicita intenzione di voler eleggere un dato luogo quale proprio domicilio speciale, in sostituzione della residenza, della dimora, o addirittura del proprio domicilio generale.

Così per Cass. III, n. 3286/2006 , l'elezione di domicilio speciale deve effettuarsi per iscritto e risultare in modo espresso, esplicito ed in equivoco, di modo che se ne possa desumere in modo univoco la chiara volontà della parte di riferirsi al luogo prescelto come destinazione non fungibile di tutti gli atti del processo che – la riguardano, trattandosi di una deroga alle regole generali sul domicilio. Conforme la Cass. I, n. 11037/1997 , secondo cui l'atto di elezione di domicilio speciale, che ha, come funzione, la sostituzione, per l'affare in questione, di tutti gli altri parametri di individuazione spaziale della persona (residenza, dimora, domicilio generale) con il luogo specificamente indicato, e, come conseguenza, il dipanarsi degli effetti di cui all' art. 141 c.p.c. , deve connotarsi secondo caratteri di incontroversa univocità, onde desumerne la chiara volontà della parte di riferirsi al luogo prescelto come destinazione non fungibile di tutti gli atti del processo che la riguardino (conf. T.A.R. Sicilia (Catania) II, n. 2208/2002 e Cass. VI, n. 14937/2013 ).

Dall'atto di elezione di domicilio speciale derivano effetti sia sostanziali che processuali.

In questo modo, ad es., si radica la competenza territoriale di un giudice diverso da quello inizialmente competente, ai sensi dell'art. 30 c.p.c.; nell'atto di precetto, inoltre, il creditore indica la residenza o elegge domicilio nel comune ove ha sede il giudice competente per l'esecuzione (art. 480 c.p.c.) mentre il creditore ipotecario è tenuto ad eleggere domicilio nella circoscrizione del tribunale in cui ha sede l'ufficio dei registri immobiliari (art. 2839 c.c.); con l'elezione di domicilio l'eligendo indica inesorabilmente il luogo dove dovranno essere effettuate le comunicazioni e le notificazioni che lo riguardano – nel corso del processo le comunicazioni e le notificazioni devono essere effettuate nei confronti del procuratore costituito, presso il quale il soggetto ha eletto domicilio (art. 170 c.p.c.) – le quali dovranno essere ricevute dal domiciliatario. Il domiciliatario, cioè colui che è tenuto a ricevere le comunicazione dirette al domiciliato, si impegna a ricevere e trasmettere al destinatario tutte le comunicazione ricevute, in virtù di un rapporto di mandato o comunque di un negozio di gestione intercorrente tra i due (Montuschi, 62; contra, relativamente all'accostamento con il mandato a carattere rappresentativo, Mazzoni - Piccinni, 254, secondo cui «la situazione meramente passiva in cui si trova il domiciliatario, ossia quella per cui le notificazioni fatte a lui sono valide come se fossero state fatte direttamente a colui che elegge domicilio» è radicalmente diversa dall'ipotesi della rappresentanza, dove invero il rappresentante gode di più ampi poteri).

Accosta l'elezione di domicilio alla procura anche la Cass. III, n. 18518/2003 , secondo cui l'elezione di domicilio ha la stessa ampiezza della procura, salvo che espressamente non sia posta una limitazione ad un solo grado o fase del giudizio.

Natura giuridica dell'atto di elezione di domicilio

Secondo la dottrina dominante, a differenza dell’elezione del domicilio generale, l’atto con cui si provvede ad eleggere il domicilio speciale assume natura negoziale, in quanto trattasi di atto con cui si dispone direttamente della propria sfera giuridica (così Bianca, 249, anche in virtù della considerazione dell’impegnatività sul piano sociale di tale dichiarazione; Tedeschi, 201, trattandosi di un atto a valenza sia sostanziale che processuale, ritiene trattarsi di un negozio di diritto sostanziale con effetti processuali; ne esalta l’elemento soggettivo anche Forchelli, 848; così anche Dogliotti, 439, che parla di atto giuridico unilaterale, di carattere formale, sempre revocabile con esclusione dei casi in cui l’elezione è obbligatoria per legge, peraltro trasmissibile in via ereditaria arg. ex art. 2842 c.c.; anche per Riva, 220, si tratta di un atto unilaterale non recettizio per il cui compimento è richiestala capacità di agire), con preminente rilievo della volontà (ed eventualmente, dei suoi vizi). Per altra opinione, invece, trattasi di mero atto giuridico non negoziale, a carattere unilaterale (così Vitucci, 900, secondo cui l’elezione di domicilio speciale, quale atto giuridico in senso stretto, è «mero presupposto di conseguenze che la legge predetermina, e che esso si limita a liberare dal loro involucro»).

Si concorda, invece, sul carattere unilaterale dell’atto in questione (anche se una parte della dottrina osserva che nel caso in cui l’elezione sia parte di un contratto, essa inevitabilmente assume carattere bilaterale: Montuschi, 66; contra Dogliotti, 439), con soluzioni differenti, però, in merito alla suo carattere recettizio.

Coloro che propendono per la natura negoziale dell’atto, ammettono che esso abbia carattere recettizio, in virtù dell’applicazione dell’art. 1334 c.c. in tema di negozi giuridici unilaterali (Tedeschi, 173; Riva, 222). Al contrario, coloro i quali sono persuasi dalla tesi opposta, ritenendo l’atto non avente carattere negoziale, negano la sua recettizietà (così Vitucci, 906, che, qualificando l’atto in questione quale «atto unilaterale, privo degli effetti propri del negozio, non recettizio», ritiene quindi sufficiente la mera conoscibilità).

Si discute pure in merito alla capacità richiesta per l’elezione, poiché chi propende per la natura negoziale dell’atto richiede, di conseguenza, la capacità d’agire in capo all’agente mentre, d’altro canto, se si predica la natura di mero atto giuridico sarà sufficiente la capacità di intendere e di volere (rif. in Montuschi, 67).

Anche una parte della giurisprudenza aderisce all’impostazione secondo cui l’elezione di domicilio speciale (art. 47 c.c. e 141 c.p.c.) è un atto giuridico unilaterale, a carattere negoziale, idoneo a produrre i suoi effetti indipendentemente dal consenso o dall’accettazione del domiciliatario (Cass. pen. IV, 21 dicembre 1988, secondo cui l’elezione di domicilio appartiene agli atti a forma vincolata e ha natura negoziale e valore costitutivo, in quanto consiste nella manifestazione di volontà di designare un luogo diverso dall’abitazione effettiva ed una persona fiduciariamente scelta, al fine della notificazione degli atti processuali).

in questo senso, si è pronunciata anche la successiva giurisprudenza di legittimità, a partire da Cass. I, n. 15673/2007, secondo cui l’elezione di domicilio speciale può essere validamente fatta, secondo la regola stabilita nell’art. 141 c.p.c., anche in mancanza di un rapporto tra il domiciliatario e l’autore dell’elezione concernente l’onere di far pervenire a quest’ultimo l’atto notificato; e che, essendo l’elezione di domicilio un atto giuridico unilaterale idoneo a produrre i suoi effetti indipendentemente dal consenso o dall’accettazione del domiciliatario, l’altro contraente può legittimamente fare affidamento sull’elezione di domicilio dichiarata nel contratto, anche in assenza di quel rapporto. Così in precedenza anche Cass. I, n. 1219/2003, secondo cui l’elezione di domicilio deve ritenersi atto unilaterale idoneo a produrre i suoi effetti indipendentemente dal consenso e dall’accettazione del domiciliatario (nella specie, pur avendo il ricorrente lamentato la mancata sottoscrizione della procura da parte dell’avvocato presso il quale la parte aveva dichiarato di eleggere domicilio, è stato ritenuto che l’iscrizione a ruolo della causa da parte del domiciliatario comprovava l’accettazione della procura da parte dello stesso).

Recentemente, Cass. III, n. 13243/2014, per cui l’elezione di domicilio è un atto giuridico unilaterale che spiega efficacia indipendentemente dal consenso o accettazione del domiciliatario: ne consegue che, fino a quando non intervenga la revoca dell’elezione, la facoltà del soggetto, nei cui confronti si è eletto domicilio, di notificare validamente gli atti al domiciliatario è indipendente dalla concreta esistenza dell’accordo, che costituisce soltanto un rapporto interno tra eleggente e domiciliatario

Non v’è unità di vedute nemmeno in merito alla revocabilità dell’atto, poiché a fronte di coloro che sostengono la generale irrevocabilità (così Coviello, 180, in adesione alla tesi della natura contrattuale dell’atto), vi è anche chi ritiene l’atto revocabile per mutuo dissenso, ovvero pienamente revocabile (in quest’ultimo senso Vitucci, 900, il quale però, ritenendo l’atto di revoca non recettizio, distingue: nel caso di domicilio speciale concorrente, la sua revoca «comporta il ripristinarsi, quale luogo di destinazione delle comunicazioni, del domicilio generale»; in caso, invece, di domicilio speciale esclusivo per volontà delle parti, «l’irrevocabilità di esso si pone come conseguenza della immutabilità, da parte di uno solo dei soggetti (l’eligente), degli effetti del contratto con cui si prevede l’elezione; solo il mutuo dissenso potrà variare quella conseguenza, facendo parte l’elezione dell’assetto d’interessi previsto da un contratto»).

Per altri (Dogliotti, 439) l’atto è sempre revocabile, trattandosi di atto unilaterale, ad eccezione, tuttavia, dei casi in cui l’elezione è richiesta obbligatoriamente dalla legge (precisa Riva, 223, che la regola della recettizieità vale a tutelare principalmente i terzi di buona fede, dal momento che la revoca produrrà i propri effetti sono quando portata a loro conoscenza, dovendo altrimenti ritenersi che la revoca non sarebbe a loro opponibile).

Ovviamente, la revoca dovrà essere fatta nella stessa forma pretesa per l’atto revocando (forma scritta), dovendo essere portata a conoscenza dei terzi.

Il domicilio del consumatore, al contrario, non è rimesso alla volontà negoziale delle parti, ma è legislativamente (lart. 33, comma 2, lett. u, d.lgs. n. 206/2005) individuato nel luogo residenza o domicilio elettivo del consumatore (c.d. foro del consumatore), a pena di vessatorietà della clausola che eventualmente disponesse in senso contrario.

In giurisprudenza, Cass. VI, n. 181/2015, secondo cui Il domicilio elettivo del consumatore, ai sensi dell’art. 33, secondo comma, lett. u), del d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, il quale, insieme alla residenza dello stesso consumatore al momento della domanda, costituisce foro esclusivo ed inderogabile (a meno che la previsione di altri fori nel contratto sia stata oggetto di trattativa individuale), è esclusivamente quello che il consumatore può eleggere nel contratto all’atto della sua conclusione per tutte le vicende attinenti al contratto stesso, come stabilito dall’art. 47 c.c., sicché non ha rilevanza l’individuazione del domicilio effettivo del consumatore in base al luogo di svolgimento della sua attività lavorativa.

Sul punto, più di recente, anche Cass. VI, n. 10278/2021, secondo cui in tema di competenza per territorio, ove la parte avvalendosi del foro speciale di cui al d.lgs. n. 206/2005, art. 33, comma 2, lett. u), lo individua nella propria residenza, essa è costituita non già nella elezione di domicilio dalla stessa effettuata ex art. 47 c.c. successivamente ed unilateralmente prima della introduzione del giudizio ovvero con lo stesso atto introduttivo dello stesso, ma va risolto a favore della residenza abituale al momento della conclusione del contratto ovvero della scadenza dell’obbligazione, in quanto di competenza esclusiva, che prevale su ogni altra, in virtù delle esigenze di tutela, anche sul terreno processuale, che sono alla base dello statuto del consumatore.

Domicilio telematico

Mentre le ipotesi di cui all'art. 47 attengono al domicilio speciale a carattere volontario, vi sono altre ipotesi in cui all'elezione di domicilio speciale provvede la stessa legge (artt. 103; 2839, comma 2 n. 2; 2842; 2843, comma 2; 2890, comma 2 c.c.). A parte l'ipotesi poc'anzi citata del foro del consumatore, appartiene a quest'ultima categoria anche il c.d. domicilio fiscale, che non è altro che un domicilio speciale legale.

Circa l'elezione del domicilio telematico, si veda l' art. 16-sexies, d.l. n. 179/2012 , conv. in l. n. 221/2012 , introdotto dall' art. 52, d.l. n. 90/2014 , conv. in l. n. 114/2014 , il quale accosta al concetto di domicilio quello dell'indirizzi di posta elettronica certificata (PEC). La disciplina è stata parzialmente incisa dal recente d.lgs. n. 149/2022.

Secondo Cass. I, n. 2460/2021 , a seguito dell'istituzione del cd. «domicilio digitale», di cui all' art. 16-sexies del d.l. n. 179/2012 , convertito con modificazioni in l. n. 221/2012 , come modificato dal d.l. n. 90/2014 , convertito con modificazioni in l. n. 114/2014 , le notificazioni e comunicazioni degli atti giudiziari, in materia civile, sono ritualmente eseguite – in base a quanto previsto dall'art. 16-ter, comma 1, del d.l. n. 179/2012, modificato dall'art. 45-bis, comma 2, lettera a), numero 1), del d.l. n. 90/2014, convertito, con modificazioni, dalla l. n. 114/ 2014, e successivamente sostituito dall' art. 66, comma 5, del d.lgs. n. 217/2017 , con decorrenza dal 15 dicembre 2013 – presso un indirizzo di posta elettronica certificata estratto da uno dei registri indicati dagli artt. 6- bis , 6- quater e 62 del d.lgs. n. 82/2005 , nonché dall'articolo 16, comma 12, dello stesso decreto, dall'articolo 16, comma 6, del d.l. n. 185/ 2008, convertito, con modificazioni, dalla l. n. 2/ 2009, nonché dal registro generale degli indirizzi elettronici, gestito dal Ministero della Giustizia e, quindi, indistintamente, dal registro denominato Ini-PEC e da quello denominato Re.G.Ind.E. ; nello stesso senso, Cass. III., n. 9232/2022.

Quanto, invece, al domicilio digitale, previsto dall'art. 1, comma 1, lett. n-ter) del d.lgs. 7 marzo 2005, n. 82 (cd. Codice dell'Amministrazione Digitale ) esso è un indirizzo elettronico eletto presso un servizio di posta elettronica certificata o un servizio elettronico di recapito certificato qualificato, come definito dal regolamento (UE) 23 luglio 2014 n. 910 del Parlamento europeo e del Consiglio in materia di identificazione elettronica e servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno, valido ai fini delle comunicazioni elettroniche aventi valore legale. Si aggiunge, inoltre, che le comunicazioni tramite i domicili digitali sono eseguite agli indirizzi risultanti dagli elenchi di cui agli artt. 6-bis, 6-ter e 6-quater o al domicilio speciale eletto e che le stesse producono i medesimi effetti giudici delle comunicazione a mezzo raccomandata ed equivalgono alla notificazione a mezzo posta, salvo che la legge disponga diversamente (art. 6 del codice dell'amm. Digitale).

Peraltro, l'art. 3-bis della l. n. 53/1994 in tema di notificazioni – profondamente inciso dal d.lgs. n. 149/2022 – sancisce che le notificazioni alle pubbliche amministrazioni sono effettuate all'indirizzo di posta istituzionale individuato ai sensi dell' art. 16-ter, d.l. n. 179/2012 , conv. in l. n. 221/2012 e quindi al domicilio digitale risultante nell'elenco di cui all'art. 6-ter del codice dell'amm. Digitale.  

Bibliografia

Candian, voce Domicilio, residenza, dimora, in D. disc. priv., sez. civ., VII, Torino, 1991, 110; Cattaneo, voce Emancipazione, in D. disc. priv., sez. civ., VII, Torino, 1991, 416; Costanza, voce Domicilio, residenza, dimora (dir. priv.), in Enc. giur., XII, Roma, 1989; Coviello, Manuale di diritto civile italiano, Milano, 1929; De Ruggiero, Istituzioni di diritto civile, vol. I, Messina-Milano, 1934; Dogliotti - Figone, sub artt. 43-78, in Comm. al c.c., diretto da Cendon, Torino, 1991; Dogliotti, Persone fisiche. Capacità, status, diritti, vol. II, in Tratt. dir. civ., diretto da Bessone, Torino, 2014; Forchielli, voce Domicilio, residenza e dimora (dir. priv.), in Enc. dir., XIII, Milano, 1964, 842; Giardina, Le persone fisiche, in Dir. civ., vol. I, 1, Le fonti e i soggetti, Milano, 2009, 330; Mazzoni - Piccinni, La persona fisica, in Tr. I.Z., Milano, 2016; Messineo, Manuale di diritto civile e commerciale, vol. I, Milano, 1957; Montuschi, Del domicilio e della residenza, sub artt. 43-47, in Comm. S.B., I, Delle persone e della famiglia, Roma - Bologna, 1970; Morozzo Della Rocca, Il diritto alla residenza: un confronto tra principi generali, categorie civilistiche e procedure anagrafiche, in Dir. fam. e pers. 2003, 4, 1013; Riva, Domicilio e residenza, in Comm. S., Milano, 2015; Santoro Passarelli, voce Atto giuridico (dir. priv.), in Enc. dir., IV, Milano, 1959, 203; Tedeschi, voce Domicilio, residenza e dimora, in Nss. Dig. It., IV, Torino, 1967; Vitucci, voce Domicilio speciale (elezione di), in Enc. dir., XIII, Milano, 1964, 897.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario