Codice Civile art. 380 - Contabilità dell'amministrazione.

Annachiara Massafra

Contabilità dell'amministrazione.

[I]. Il tutore deve tenere regolare contabilità della sua amministrazione e renderne conto ogni anno al giudice tutelare [46 1 att.].

[II]. Il giudice può sottoporre il conto annuale all'esame del protutore e di qualche prossimo parente o affine del minore.

Inquadramento

Il tutore è tenuto a regolare contabilità della amministrazione del patrimonio del pupillo ed annualmente deve presentare il conto al Giudice tutelare. Attraverso il controllo del rendiconto il Giudice tutelare verifica quindi la corretta gestione delle risorse patrimoniali del pupillo ed in caso di mala gestio può sospendere o rimuovere il tutore dall'esercizio della funzione o adottare altri provvedimenti necessari od opportuni nell'interesse del pupillo (in merito Pazè, 318, Dell'Oro, 250; De Cupis, 501).

La disposizione in commento si differenzia rispetto a quella relativa alla presentazione del conto finale, per la quale il legislatore ha previsto sia una tempistica determinata (due mesi decorrenti dalla cessazione della funzione), un procedimento ad hoc e la necessità della formale approvazione (o negazione dell'approvazione) da parte del Giudice tutelare (in merito Trib. Milano, 19 novembre 2002, in Giur. mer., 2003, 1749).

Il rendiconto annuale non ha una forma predeterminata ma deve essere tale da consentire all'Autorità giudiziaria di verificare la corretta gestione del patrimonio del beneficiario. Nella prassi, pertanto, la maggior parte dei Tribunali d'Italia ha predisposto un proprio modello al fine semplificare la lettura dei dati contabili contenuti nei rendiconti (talune volte particolarmente complessi) ed al fine di agevolare l'autorità giudiziaria nell'esame di centinaia o migliaia di rendiconti presentati annualmente.

La norma nulla dice in merito ma, ove si tratti di persona sprovvista di patrimonio, o percettore di somme modeste necessarie, icto oculi, al soddisfacimento di esigenze di carattere primario, il rendiconto potrà ridursi alla mera attestazione da parte del tutore di aver gestito le entrate mensili nell'interesse del pupillo.

All'assenza di forme specifiche per la redazione del rendiconto si accompagna l'assenza di un procedimento volto alla verifica delle risultanze contabili; ne consegue che il Giudice può acquisire tutte le informazioni di cui necessiti senza formalità di procedura oltre che chiedere chiarimenti allo stesso tutore, in forza di quanto previsto dall'art. 44 disp. att. c.c.

L'obbligo di presentare il rendiconto annuale, di cui alla norma in commento, costituisce chiara manifestazione della necessità che la sorveglianza sull'attività complessiva del tutore in ordine al patrimonio amministrato debba essere periodica (in questo senso Dell'oro, 252). Deve essere peraltro evidenziato che non è prevista, con specifico riferimento al rendiconto annuale, né la necessità di una formale approvazione del rendiconto da parte del Giudice tutelare, sebbene opportuna, né una specifica sanzione in caso di negazione dell'approvazione. Con riferimento a tale ultima circostanza si evidenzia, tuttavia, che spetterà al Giudice tutelare valutare il contenuto del rendiconto e finanche rimuovere il tutore ex art. 384 c.c., nei casi in cui dall'esame del contenuto emerga una gestione negligente del patrimonio del pupillo.

Il rendiconto, inoltre, a seconda delle circostanze concrete, può essere a discrezione dell'Autorità giudiziaria sottoposto all'esame del protutore e di qualche parente prossimo o affine del minore.

L'esame da parte di un parente o affine si giustifica in base alla circostanza che chi è più vicino al minore normalmente è anche colui che ha maggiore conoscenza della sua situazione e può aiutare il Giudice nel valutare la correttezza della gestione del patrimonio da parte del tutore (De Cupis, 502). La disposizione in commento, da ultimo, deve essere coordinata con quella contenuta nell'art. 46 disp. att. c.c. che prevede l'esenzione del rendiconto da tasse di bollo e di registro.

Bibliografia

Bucciante, La potestà dei genitori, la tutela e l'emancipazione, in Rescigno (diretto da), Trattato di diritto privato, Torino, 1997; De Cupis, Della tutela dei minori, sub Artt. 343-389, in Cian-Oppo Trabucchi (diretto da), Commentario al diritto italiano della famiglia, Padova, 1992; Dell'Oro, Tutela dei minori, in Comm. S.B., Bologna- Roma, 1979; Jannuzzi, Manuale della volontaria giurisdizione, Milano, 2000; Pazè, La tutela e la curatela dei minori, in Zatti (diretto da), Trattato di diritto di famiglia, Milano, 2012; Santarcangelo, Manuale della volontaria giurisdizione, Milano, 2003.

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