Codice Civile art. 381 - Cauzione.Cauzione. [I]. Il giudice tutelare, tenuto conto della particolare natura ed entità del patrimonio, può imporre al tutore di prestare una cauzione, determinandone l'ammontare e le modalità [131 trans.]. [II]. Egli può anche liberare il tutore in tutto o in parte dalla cauzione che avesse prestata. InquadramentoIl Giudice tutelare può imporre al tutore di prestare idonea cauzione. Tale provvedimento è meramente eventuale e discrezionale ed ha natura cautelativa. In particolare esso ha la finalità di fornire una garanzia patrimoniale per i crediti che sussistano o possano sussistere in favore del minore nei confronti del tutore (De Cupis, 502). Nel dettaglio, esso è volto a garantire il patrimonio dell'incapace da eventuali danni che il tutore possa cagionare nell'esercizio delle sue funzioni (Dell'Oro, 252, Santarcangelo, 507). La discrezionalità della valutazione è limitata dall'obbligo del giudice tutelare di tenere conto della particolare natura ed entità del patrimonio del minore (De Cupis, 503). La non obbligatorietà della cauzione dipende, peraltro, dalla possibilità riconosciuta al Giudice tutelare di esercitare il proprio potere di vigilanza anche mediante convocazioni del tutore, sicché, secondo taluni è superflua la prestazione della cauzione (De Cupis, 502). La cauzione può essere imposta sia contestualmente all'incarico che successivamente atteso che la disposizione in commento non contiene alcuna preclusione in merito, così come il Giudice può liberare il tutore dalla cauzione già prestata (Stella Richter-Sgroi, 456, Dell'Oro, 252, il quale evidenzia che solo dopo l'assunzione dell'incarico da parte del tutore il Giudice tutelare è in grado di verificare la necessità o meno della prestazione di una cauzione). Qualora il Giudice ritenga opportuna la prestazione della cauzione ne fissa l'ammontare e le modalità. La mancata prestazione della cauzione, qualora integri un vero e proprio rifiuto, può determinare responsabilità ai sensi dell'art. 382 c.c. e costituire condotta valutabile ai fini della rimozione ( in merito si vedano: Dell'Oro, 252, e Santarcangelo, 508, il quale specifica che il Giudice tutelare può anche sospendere il tutore dall'esercizio della tutela fino alla prestazione della cauzione). La disposizione in commento, infine, si applica solo al tutore e non al protutore, in considerazione delle funzione differenti svolte dai predetti (De Cupis, 503). Il provvedimento adottato dal Giudice tutelare ha la forma del decreto reclamabile dinanzi al Tribunale per i minorenni ex art. 45 disp. att. c.c. BibliografiaBucciante, La potestà dei genitori, la tutela e l'emancipazione, in Rescigno (diretto da) Trattato di diritto privato, Torino, 1997; De Cupis, Della tutela dei minori, sub Artt. 343-389, in Cian-Oppo Trabucchi (diretto da), Commentario al diritto italiano della famiglia, Padova, 1992; Dell'Oro, Tutela dei minori, in Comm. S.B., artt. 343-389, Bologna- Roma, 1979; Jannuzzi-Lorefice, Manuale della volontaria giurisdizione, Milano, 2004; Pazè, La tutela e la curatela dei minori, in Zatti (diretto da), Trattato di diritto di famiglia, Milano, 2012; Stella Richter- Sgroi, Delle persone e della famiglia, in Commentariodel codice civile, Torino, 1958. |