Codice Civile art. 349 - Giuramento del tutore.

Annachiara Massafra

Giuramento del tutore.

[I]. Il tutore, prima di assumere l'ufficio, presta davanti al giudice tutelare giuramento di esercitarlo con fedeltà e diligenza [353].

Inquadramento

Il giuramento costituisce l'atto formale e solenne con il quale il tutore assume l'incarico conferitogli dal Giudice tutelare e costituisce testimonianza della funzione pubblicistica dell'istituto (Dall'Oro, 72; Santarcangelo, 499) realizzata attraverso un ufficio di diritto privato (in merito, Bucciante, 679, Bisegna, 927).

Come il tutore, anche il protutore è tenuto a prestare il giuramento di rito con le medesime modalità e per le stesse ragioni.

Diversamente, gli enti di assistenza non sono tenuti, secondo condivisibile dottrina, a prestare il giuramento di cui alla disposizione in commento, essendo titolari di una competenza assistenziale istituzionale che non può, per definizione, non essere svolta dall'ente nominato (Pazè, 336; Campese, 168).

Il procedimento che conduce all'esercizio della tutela, come visto, non è immediato. La nomina infatti può essere preceduta da attività di indagine così come può capitare che il giuramento venga posto in essere oltre i dieci giorni, non perentori, previsti dal legislatore.

Nel periodo che intercorre tra la nomina del tutore ed il successivo giuramento, tuttavia, potrebbe essere necessario compiere atti urgenti a tutela delpupillo: in questo caso il Giudice tutelare, anche d'ufficio, può adottare i provvedimenti ritenuti opportuni e necessari e, se del caso, autorizzare il compimento di atti urgenti in forza di quanto previsto dal successivo art. 361 c.c.

Per quanto concerne la natura, il giuramento costituisce un presupposto necessario per l'assunzione dell'ufficio ma gli effetti decorrono dalla data della nomina. Secondo parte di dottrina, in forza di un'interpretazione sistematica della disposizione in commento e di quella in tema di inventario, il tutore deve prestare il giuramento entro 10 giorni dalla notizia della nomina (in merito: Dell'Oro, 79; Bucciante, 707). Tale termine, peraltro, è meramente ordinatorio e ciò lo si desume dall'assenza di conseguenze derivanti dal suo mancato rispetto. Deve inoltre rilevarsi che il tutoreè tenuto a riscostruire il patrimonio del pupillo attraverso la redazione dell'inventario e, per far ciò, può necessitare, salvo che il minore sia titolare di un esiguo patrimonio, di un tempo ben superiore ai dieci giorni indicati dall'art. 362 c.c.

La funzione del tutore è unitaria: non è delegabile né tanto meno scomponibile, in poteri di carattere personale, patrimoniale, di rappresentanza interna o esterna. Sicché, dopo aver giurato, il tutore è tenuto ad assolvere, in prima persona, la funzione a lui attribuita nella sua totalità ed interezza.

Per quanto concerne l'assunzione dell'ufficio se ne evidenzia il carattere obbligatorio, non essendo difatti prevista l'accettazione della nomina da parte del destinatorio (nel passato si riteneva che il rifiuto integrasse il reato di cui all'art. 388 c.p., ovvero quello di cui all'art. 366 c.p., nei detti termini: Bucciante, 707, e Bisegna, 931). Ove si verifichino le fattispecie tipizzate dal legislatore agli artt. 350 e 351 c.c., l'interessato può però essere dispensato dall'ufficio.

Dopo aver prestato il giuramento, il tutore è quindi immesso nelle funzioni ed acquista la qualifica di pubblico ufficiale sicché, ove si appropri, ovvero utilizzi il denaro del minore (o dell'interdetto) per fini comunque estranei alla di lui tutela non è configurabile il delitto di appropriazione indebita bensì quello di peculato (in merito si veda Cass. pen. VI, n. 50754/2014, nello stesso senso anche Cass. pen.VI, n. 27570/2007, e, con riferimento alla materia dell'amministrazione di sostegno, Cass. pen. VI, n. 29617/2016).

La data in cui è prestato il giuramento deve infine essere annotata nel registro delle tutele, in forza di quanto previsto dall'art. 48 disp.att. c.c.

Bibliografia

Bisegna, Tutela e curatela, in Nss. D.I.., XIX, Torino, 1973; Bucciante, La potestà dei genitori, la tutela e l'emancipazione, in Rescigno (diretto da), Trattato di diritto privato, Torino 1997; Campese, Il Giudice tutelare e la protezione dei soggetti deboli, Milano, 2008; De Cupis, Della tutela dei minori, in Cian-Oppo Trabucchi (diretto da), Commentario al diritto italiano della famiglia, Padova, 1992; Dell'Oro, Tutela dei minori, in Comm. S.B., Bologna- Roma, 1979; Jannuzzi-Lorefice, Manuale della volontaria giurisdizione, Milano, 2004; Pazè, La tutela e la curatela dei minori, in Zatti (diretto da), Trattato di diritto di famiglia, Milano, 2012; Santarcangelo, La volontaria giurisdizione, Milano, 2013; Stella Richter- Sgroi, Delle persone e della famiglia, in Commentariodel codice civile, Torino, 1958.

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