Codice Civile art. 109 - Celebrazione in un comune diverso (1).Celebrazione in un comune diverso (1). [I]. Quando vi è necessità o convenienza di celebrare il matrimonio in un comune diverso da quello indicato nell'articolo 106, l'ufficiale dello stato civile, trascorso il termine stabilito nel primo comma dell'articolo 99, richiede per iscritto l'ufficiale del luogo dove il matrimonio si deve celebrare. [II]. La richiesta è menzionata nell'atto di celebrazione e in esso inserita. Nel giorno successivo alla celebrazione del matrimonio, l'ufficiale davanti al quale esso fu celebrato invia, per la trascrizione, copia autentica dell'atto all'ufficiale da cui fu fatta la richiesta [130, 137 1, 138]. (1) V. artt. 50 ss. d.P.R. 3 novembre 2000, n. 396. V. d.m. 27 febbraio 2001 (G.U. 20 marzo 2001, n. 66) in tema di tenuta dei registri dello stato civile nella fase antecedente all'entrata in funzione degli archivi informatici. InquadramentoIl matrimonio deve essere celebrato nella casa comunale davanti all'ufficiale dello stato civile al quale fu fatta la richiesta di pubblicazione (art. 106 c.c.); giova ricordare che la richiesta di pubblicazione deve essere rivolta all'ufficiale dello stato civile del comune dove uno degli sposi ha la residenza (art. 94 c.c.). Ciò nondimeno, l'art. 109 c.c. abilita la celebrazione in un Comune diverso da quello che sarebbe competente in caso di necessità o convenienza. Celebrazione in un comune diversoNei casi in cui il matrimonio deve essere celebrato in un Comune diverso da quello competente, l'ufficiale di stato civile, decorso il termine per le pubblicazioni (art. 99 c.c.), richiede per iscritto l'ufficiale del luogo dove il matrimonio si deve celebrare. La richiesta è menzionata nell'atto di celebrazione e in esso inserita. Nel giorno successivo alla celebrazione del matrimonio, l'ufficiale davanti al quale l'unione è stata celebrata, invia, per la trascrizione, copia autentica dell'atto all'ufficiale da cui fu fatta la richiesta. L'art. 67 del d.P.R. n. 396/ 2000, avverte che l'ufficiale dello stato civile che, valendosi della facoltà concessa dall'articolo 109 del codice civile, richieda un altro ufficiale per la celebrazione del matrimonio, deve esprimere nella richiesta il motivo di necessità o di convenienza che lo ha indotto a fare la richiesta stessa. I documenti sono tenuti dall'ufficiale richiedente per essere poi inseriti negli archivi di cui all'articolo 10 d.P.R. cit. con le modalità di cui all'articolo 21, comma 1 d.P.R. n. 396/ 2000. La norma è stata oggetto di studio da parte della Dottrina che ha escluso, nel caso in esame, la configurabilità di una ipotesi di delega di funzione. La delega di funzioni amministrative ha ad oggetto una attività di pubblica amministrazione e comporta il trasferimento di un potere amministrativo (che compete al delegante) al delegatario. Tuttavia, nell'istituto enucleato nell'art. 109 si realizza semplicemente una deroga alla competenza poiché l'ufficiale celebrante (del Comune diverso da quello competente) è titolare jure proprio della funzione che è chiamato a svolgere (Ferrando, 337). Necessità, convenienzaLa formulazione dell'art. 109 esprime una elasticità applicativa riferendosi a concetti generici come quelli di necessità e convenienza: si tratta di motivi che devono riguardare gli sposi ma possono tradursi anche in meri inconvenienti di fatto. Si ritiene che anche motivazioni di carattere personale possano dare la stura all'applicazione dell'art. 109 (come ad es., il desiderio di celebrare la cerimonia in un certo Comune piuttosto che un altro); ciò nondimeno, l'art. 109 non si spinge a essere interpretato fino a includervi scelte meramente discrezionali. Pertanto, la necessità e la convenienza, pur potendo essere agganciate a circostanze semplici, devono avere comunque un contenuto apprezzabile: ad es., potrà ricevere tutela ex art. 109 il desiderio di celebrare il matrimonio nel Comune di origine, quindi per motivazioni legate alla identità personale, ma non anche il desiderio di svolgere la cerimonia in un dato Comune, sol perché particolarmente famoso o noto. BibliografiaBenedetti, Il procedimento di formazione del matrimonio e le prove della celebrazione, in Tr. ZAT, I, Milano, 2011; Bianca C. M., Istituzioni di diritto privato, Milano, 2014; Cian, Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Ferrando, L'invalidità del matrimonio in Tr. ZAT, I, Milano 2002; Grondona, Il matrimonio per procura, in Trattato di diritto di Famiglia, Milano, 2002; Lipari, Del matrimonio celebrato davanti all'ufficiale dello stato civile in Comm. Dif., II, Padova, 1992; Perlingieri, Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015; Spallarossa, Le condizioni per contrarre matrimonio, in Tr. ZAT, I, Milano, 2011. |