Codice Civile art. 131 - Possesso di stato.

Giuseppe Buffone

Possesso di stato.

[I]. Il possesso di stato, conforme all'atto di celebrazione del matrimonio, sana ogni difetto di forma [238 2].

Inquadramento

Il possesso di stato, se conforme all'atto di celebrazione del matrimonio, sana ogni difetto di forma (art. 131 c.c.). La norma non menziona gli elementi costitutivi del possesso di stato che, però, possono essere ricavati dall'art. 237 c.c. ed afferiscono, dunque, all'assunzione de facto della qualità di coniuge, al riconoscimento dello status coniugale nel contesto sociale e familiare di riferimento, al riconoscimento ab esterno di questa qualità, in modo costante nel tempo e univoco. Gli elementi costitutivi lumeggiano la connotazione tipizzante il possesso di stato che risulta essere un godimento effettivo e socialmente riconosciuto della posizione di coniuge, e si esprime mediante il requisito del nomen, ossia dell'aver sempre assunto la qualità coniugale che si pretende di avere; il cd. tractatus, ossia che il coniuge sia stato trattato come tale, e che la famiglia abbia riconosciuto detta qualità; la fama, cioè la considerazione nei rapporti sociali sino a quel momento goduta.

Sanatoria

Il possesso di stato è una situazione di fatto che testimonia sul piano sociale l'esistenza del matrimonio (Finocchiaro, 226): si tratta di un elemento fattuale che non si sostituisce all'atto matrimoniale ma ha la funzione di rimuovere irregolarità formali sanando la celebrazione matrimoniale la quale è da considerarsi definitivamente valida. L'art. 131 c.c. precisa che il possesso di stato «sana ogni difetto di forma»: ovviamente la sanatoria non può riguardare norme di validità o efficacia (si pensi agli impedimenti al matrimonio) interessando esclusivamente le formalità propedeutiche alla celebrazione (es. le pubblicazioni), contestuali al matrimonio (es. mancanza del numero legale di testimoni prescritto) o successive (es. sottoscrizioni dei coniugi). La norma in rassegna ha vocazione generale e, pertanto, è applicabile anche là dove il matrimonio si sia formato in altri ordinamenti.

Sanatoria e inesistente

La verifica dell'eventuale sanatoria di vizi formali, secondo la previsione dell'art. 131 c.c., postula il preventivo riscontro dei requisiti minimi per la giuridica configurabilità del matrimonio medesimo, cioè della manifestazione di volontà matrimoniale, da parte di due persone ad un ufficiale celebrante, atteso che, in caso contrario, verificandosi una situazione di inesistenza, resta «in radice» esclusa ogni possibilità di assegnare effetti ad un fatto non riconducibile nello schema del rapporto matrimoniale (Cass. n. 1304/1990).

Bibliografia

Bianca C. M., Istituzioni di diritto privato, Milano, 2014; Cian, Trabucchi - a cura di -, Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Dogliotti, Gli effetti del matrimonio invalido. Il matrimonio putativo, in Tr. ZAT, I, Milano 2002; Ferrando, L'invalidità del matrimonio in Tr. ZAT, I, Milano 2002; Finocchiaro F., Matrimonio in Comm. S.B., artt. 84 - 158, Bologna - Roma, 1993; Lipari, Del matrimonio celebrato davanti all'ufficiale dello stato civile in Comm. Dif., II, Padova, 1992; Perlingieri, Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Sesta - a cura di -, Codice della famiglia, Milano, 2015.

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