Legge - 1/12/1970 - n. 898 art. 12

Giuseppe Pagliani
aggiornato da Francesco Maria Bartolini

Art. 12.

1. Le disposizioni del codice civile in tema di riconoscimento del figlio nato fuori del matrimonio si applicano, per quanto di ragione, anche nel caso di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio (1).

(1) Articolo inizialmente sostituito dall'articolo 15, comma 1, della Legge 6 marzo 1987, n. 74 e successivamente modificato dall'articolo 98, comma 1, lettera c), del D.Lgs. 28 dicembre 2013, n. 154.

Inquadramento

La disposizione dettata dall'art. 12 trovava ragione nell'introduzione dell'istituto del divorzio nel nostro ordinamento. Il venir meno del vincolo matrimoniale veniva a porre la questione della disciplina giuridica cui sottoporre i figli dei genitori divorziati. La prole, già legittima in forza del matrimonio, con lo scioglimento di questo veniva a trovarsi in una situazione che non aveva ancora ricevuto una regolamentazione giuridica: venivano a trovarsi privati di quel titolo (l'esser nati in costanza di matrimonio) che, soltanto, conferiva loro uno status preciso, quello di figlio legittimo. Per questa ragione essi furono equiparati ai figli non legittimi in quanto nati fuori dal matrimonio e tuttavia riconosciuti da uno dei genitori o da entrambi (per averne il cognome e per esserne certa paternità e maternità).

In seguito varie riforme del diritto della filiazione hanno raccolto la normativa ad essa relativa nel capo II del titolo IX del libro primo del codice civile; e l'art. 12 rinvia per questo alle norme in tale capo contenute (artt. 250 e ss.).

La norma in commento (lasciata vigente dalla riforma del processo civile di cui al d.lgs. n. 149/2022) era collegata al disposto dell'art. 7 della stessa l. n. 898/1970, la quale coordinava le disposizioni riguardanti il riconoscimento dei figli nati fuori dal matrimonio con le norme sul divorzio. Essa chiariva che il riconoscimento era consentito anche al genitore che al tempo del concepimento era unito in matrimonio ove il matrimonio fosse stato sciolto, oltre che per morte del coniuge, per pronuncia di scioglimento o di cessazione degli effetti civili conseguenti alla trascrizione del matrimonio religioso. L'art. 7 è divenuto superfluo dopo le modifiche apportate dal d.lgs. 28 dicembre 2013, n. 154, al testo dell'art. 12.

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