Codice Civile art. 448 - Cessazione per morte dell'obbligato.

Francesco Bartolini

Cessazione per morte dell'obbligato.

[I]. L'obbligo degli alimenti cessa con la morte dell'obbligato, anche se questi li ha somministrati in esecuzione di sentenza [50, 63].

Inquadramento

L'obbligazione di prestare gli alimenti ha natura personalissima e pertanto si estingue con il venir meno della persona fisica che è tenuta a versarli. Identico effetto ha la morte dell'avente diritto: evento non espressamente contemplato in una disposizione apposita per l'evidente superfluità di una menzione esplicita. Con la morte dell'alimentando cessa anche la situazione di bisogno nella quale egli era vissuto.

L'estinzione dell'obbligo alimentare, nei confronti dell'obbligato, esenta da esso gli eredi, i quali avrebbero dovuto subentrare se non fosse stata dettata l'esplicita norma che stabilisce il contrario. La regola così posta non vale per i ratei scaduti e non versati, il cui diritto ad ottenerli è entrato nel patrimonio dell'alimentando. Egli può chiedere questi ratei pregressi agli eredi, quali porzione dei rapporti debitori caduti nella successione (Dogliotti, 505). La cessazione del diritto agli alimenti avviene anche se l'obbligazione era stata stabilita con sentenza. Ciò viene inteso nel senso che l'estinzione avviene in modo automatico, senza necessità di un apposito provvedimento. Un nuovo provvedimento occorre, invece, per individuare altri soggetti che debbano subentrare nella posizione di debitore al defunto e per costituire dunque un nuovo obbligo di prestazione (Vincenzi Amato, 934).

La norma in esame concerne unicamente il caso della morte del soggetto obbligato a somministrare la prestazione alimentare. Per la situazione di assenza, dello stesso soggetto, manca una disposizione che provveda: e la dottrina ha fornito risposte diverse al quesito che ne sorge. Le opinioni prevalenti considerano permanente l'obbligo alimentare se esso era stato stabilito prima dell'assenza. Esso, si afferma, continua a gravare sul patrimonio dell'assente. Un elemento di convincimento in proposito è desunto dall'art. 51 c.c., per il quale il coniuge dell'assente, che si trovi in stato di bisogno, può chiedere l'assegno alimentare: lo stesso diritto non potrebbe essere negato al coniuge che abbia già diritto agli alimenti a carico dell'altro, poi dichiarato assente.

L'obbligo di provvedere con i beni del patrimonio dell'assente compete a coloro che sono stati immessi nel possesso di questi beni (Dogliotti, 506).

Bibliografia

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