Regolamento - 18/12/2008 - n. 4 art. 7 - Forum necessitatisForum necessitatis Qualora nessuna autorità giurisdizionale di uno Stato membro sia competente ai sensi degli articoli 3, 4, 5 e 6, in casi eccezionali le autorità giurisdizionali di uno Stato membro possono conoscere della controversia se un procedimento non può ragionevolmente essere intentato o svolto o si rivela impossibile in uno Stato terzo con il quale la controversia ha uno stretto collegamento. La controversia deve presentare un collegamento sufficiente con lo Stato membro dell’autorità giurisdizionale adita. InquadramentoUn ulteriore titolo di giurisdizione sussidiario è previsto all'art. 7 del regolamento (CE) n. 4/2009 il quale, allorquando la giurisdizione di uno Stato membro non possa trovare fondamento negli artt. 3, 4, 5 e 6, consente (nella prospettiva di chiarofavorper il creditore di alimenti) di radicare la giurisdizione di uno Stato membro sulla base del c.d. «forum necessitatis», cioè di un criterio di giurisdizione di carattere eccezionale destinato ad assicurare al singolo l'accesso alla giustizia nel caso in cui, con riferimento ad una determinata controversia, sia impossibile identificare un giudice competente o non sia possibile individuare un giudice davanti al quale il giudizio possa essere ragionevolmente promosso. La norma in esame, modellata sulle previsioni di competenza «necessaria» rinvenibili in alcuni sistemi nazionali di diritto internazionale privato come quelli svizzero, austriaco, portoghese e dei Paesi bassi (Franzina, 2009, 1122), costituisce una significativa novità rispetto al regolamento (CE) n. 44/2001 che non contempla un simile titolo di giurisdizione. Peraltro, nonostante il Libro verde COM (2009) 175 def. sulle modifiche al regolamento (CE) n. 44/2001 prevedesse l'opportunità di introdurre un simile foro, il regolamento (UE) n. 1215/2012 non contempla fori esorbitanti nazionali, lasciando (secondo quanto risulta dall'art. 6) ai singoli Stati membri la regolamentazione di simili fori. Maggior fortuna ha avuto invece il titolo di giurisdizione in esame nella materia successoria; l'art. 11 del regolamento (UE) n. 650/2012 contiene infatti una disposizione speculare a quella dell'art. 7 del regolamento qui in esame. Nel complesso, al pari dell'art. 6 (che, pure, come detto, costituisce un foro sussidiario), anche il foro necessario vale a delineare, con riferimento alla giurisdizione, una disciplina autosufficiente e completa dell'obbligazione alimentare transfrontaliera; disciplina impermeabile alla possibilità che la cognizione della controversia da parte del giudice di uno Stato membro possa essere fondata su titoli differenti da quelli uniformi (Pesce, 2013, 145). La forte discrezionalità che, come si dirà, caratterizza il forum necessitatis rende peraltro l'istituto qui in esame meno in grado, rispetto alla competenza sussidiaria disciplinata all'art. 6, di assicurare un elevato grado di prevedibilità del foro competente. I caratteri di novità del forum necessitatisLa lettera della norma espressamente prevede che il forum necessitatis trova applicazione solo ove la giurisdizione di uno Stato membro non possa essere radicata alla luce degli ulteriori (prevalenti) titoli di giurisdizione disciplinati a partire dall'art. 3 del regolamento. La disposizione è chiara anche nel senso di connotare come eccezionale il titolo di giurisdizione in esame. Tale carattere è del resto evidente ove si consideri che il forum necessitatis è destinato ad operare quale strumento correttivo di sistemi fondati su criteri di giurisdizione predeterminati e non flessibili e, pertanto, può trovare applicazione solo in situazioni patologiche nelle quali si registrino conflitti negativi di giurisdizione (Rossolillo, 2010, 405). In dottrina si è rilevata l'innovatività del metodo impiegato nell'elaborazione dell'art. 7 del regolamento in materia di obbligazioni alimentari. La norma, infatti, consente di individuare il giudice competente non (o, almeno, non in prima battuta) sulla base della possibilità di localizzare nel foro necessario, alla luce di parametri sostanziali o processuali, la situazione controversa o la domanda giudiziale ad essa relativa. La giurisdizione è invece individuata in considerazione della necessità di somministrare la tutela giurisdizionale e, quindi, di evitare un diniego di giustizia. In definitiva, l'art. 7 trova fondamento non in una logica spaziale, ma in esigenze di natura materiale (Franzina, 2009, 1122). Proprio alla luce di tale differente fondamento il forum necessitatis si distingue dal c.d. forum non conveniens (istituto conosciuto negli ordinamenti di common law e che la Corte di giustizia — Corte giustizia CE, 1 marzo 2005, C-281/02, Andrew Owusu c. N. B. Jackson - ha ritenuto non compatibile con la convenzione di Bruxelles del 1968, in quanto in contrasto con quella prevedibilità del foro competente che costituisce principio basilare del sistema di competenza giurisdizionale in materia civile e commerciale) il quale consente al giudice di parametrare la decisione sulla propria giurisdizione sulla base di valutazioni di opportunità relative al caso concreto. Ed infatti, fermo restando che entrambi gli istituti sono destinati ad operare sulla base di valutazioni di opportunità, a differenza del foro di necessità (per il quale, come meglio si dirà, il collegamento spaziale assume rilievo solo quale criterio di delimitazione residuale della giurisdizione), il forum non conveniens presuppone comunque l'esistenza di un collegamento spaziale tra il giudice e la lite, in quanto tende a correggere le implicazioni che da un simile collegamento derivano (Franzina, 2009, 1123). Il forum necessitatis, invece, non partecipa della logica localizzatrice alla quale, di regola, sono ispirate le norme sulla giurisdizione, ma a tale logica si affianca, integrandone l'operare alla luce di valutazioni essenzialmente materiali, senza pretendere che, per ragioni di necessità, sia sottratta ad un determinato giudice la cognizione di una lite che a lui spazialmente competa (Franzina, 2009, 1123). Da ultimo, l'art. 7 presenta significativi spunti di novità anche perché si presenta quale norma che pone un coordinamento (sia pur peculiare ed in negativo) tra il sistema di cooperazione giudiziaria europea e l'esercizio della funzione giurisdizionale in Stati terzi. La disposizione in esame, infatti, è indice di come l'esercizio (meglio, il possibile esercizio) della giurisdizione da parte di Stati terzi possa fondare la giurisdizione di uno Stato membro (Franzina, 2009, 1128). I presupposti del forum necessitatisLa giurisdizione fondata sull'art. 7 del regolamento (CE) n. 4/2009 presuppone la ricorrenza di due presupposti. La norma da ultimo citata fa riferimento, in primis, ad un requisito negativo (la mancata idoneità dello Stato terzo — al quale la controversia sarebbe strettamente collegata — ad assicurare una tutela giudiziale effettiva) e, in secundis, ad un requisito positivo (l'esistenza di un «collegamento sufficiente» tra la controversia e lo Stato membro pur non competente ai sensi degli artt. 3, 4, 5 e 6 del regolamento). Non v'è dubbio che la formulazione della norma sia connotata da una particolare elasticità. Non a caso, il forum necessitatis evoca un criterio di ordine pubblico processuale strettamente collegato al diritto di accesso al giudice che è riconosciuto anche dall'art. 47 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea oltre che dall'art. 6 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e dalle tradizioni costituzionali dei singoli Stati membri. Peraltro, l'elasticità della formulazione rischia di creare applicazioni non uniformi della norma, essendo demandata ai giudici dei singoli Stati membri una valutazione fortemente (e, si ritiene, inevitabilmente) discrezionale sia con riferimento alla componente negativa della disposizione (la mancata possibilità che un'azione possa «ragionevolmente» essere promossa in uno Stato terzo), sia con riferimento alla componente positiva (il collegamento «sufficiente»). La segnalata, elevata discrezionalità può peraltro portare più giudici di differenti Stati membri a ritenersi competenti con riferimento alla medesima domanda (ipotesi rispetto alla quale il coordinamento tra i distinti giudizi non potrà che avvenire alla luce della disciplina della litispendenza e della connessione posta agli articoli 12 e, rispettivamente, 13 del regolamento in materia di obbligazioni alimentari transnazionali). Ferma la difficoltà di individuare preventivamente tutti i casi in cui il forum necessitatis consente di radicare la giurisdizione di uno Stato membro, non può non rilevarsi, quanto all'evocato requisito negativo, che l'impossibilità di promuovere il giudizio in uno Stato terzo può essere apprezzata tanto alla luce di motivi di diritto (è il caso in cui, ad esempio, il giudice dell'unico Stato con il quale sussiste un collegamento stretto sia dichiarato incompetente), quanto alla luce di elementi di fatto. Con riferimento a questa ultima ipotesi il considerando 16 del regolamento, nel tentativo di concretizzare i presupposti di applicazione dell'art. 7, fa riferimento al caso di guerra civile nello Stato terzo ove il giudizio dovrebbe essere radicato o a quello in cui non si possa ragionevolmente confidare nell'instaurazione o prosecuzione — da parte del soggetto che assume leso il proprio diritto — di un giudizio nello Stato terzo; ipotesi, quest'ultima, che può ricorrere in caso di persecuzioni razziali (Villata, 2011, 753) o politiche nei confronti dell'attore. Ancora, nell'esaminare l'istituto del forum necessitatis in generale (e, quindi, non con specifico riferimento alla disposizione qui esaminata), si è fatto riferimento al caso in cui siano richieste misure di urgenza ed esigenze temporali non consentano di rivolgersi al giudice che sarebbe ordinariamente competente o al caso in cui l'azione avanti al giudice ordinariamente competente abbia costi o tempi eccessivi (Rossolillo, 2010, 407). In ogni caso, come osservato in dottrina, stante la logica materiale alla base della norma in esame, l'interpretazione del requisito negativo deve essere svolta alla luce dell'esigenza di tutela del creditore quale percepita nel foro (Franzina, 2009, 1125 — 1126). Ciò, prosegue l'autore da ultimo citato, significa che, il giudice del foro necessitato non potrà non tener presenti i principi ed i valori propri dello spazio giudiziario europeo e comuni agli Stati membri, ivi compresi, quelli risultanti dall'art. 47 della Carta dei diritti fondamentali e dall'art. 6 CEDU. A tal proposito occorre peraltro rilevare come ci si sia chiesti se l'art. 7 risulti applicabile nei soli casi in cui l'instaurazione o la prosecuzione di un giudizio analogo a quello promosso innanzi al foro necessario sia impossibile o irragionevole in uno Stato terzo o, anche, nei casi in cui pur essendo possibile promuovere o proseguire tale giudizio in uno Stato terzo spazialmente collegato alla controversia, in tale Stato terzo il giudizio sia destinato a concludersi con il rigetto della domanda o, comunque, con una decisione non utile alle ragioni del creditore (nel senso ampio accolto, come visto, all'art. 2 del regolamento CE n. 4/2009). Attenta dottrina (Franzina, 2009, 1127- 1128) ha ritenuto preferibile la soluzione più restrittiva precisando tuttavia che il diniego di giustizia in presenza del quale è applicabile il foro di necessità sussiste anche quando la pronuncia di merito che il giudice dello Stato terzo può adottare sia manifestamente priva di qualsiasi effettività in quanto del tutto inidonea a riconoscere all'attore una qualche tutela (pur assai diversa per intensità da quella accordabile dal foro di necessità). Da ultimo è appena il caso di precisare come, ove la controversia presenti un collegamento stretto con più Stati terzi, l'impossibilità o l'irragionevolezza dovrà sussistere con riferimento a ciascuno di tali Stati terzi (Pocar — Viarengo, 2009, 817). Accanto al requisito negativo, l'art. 7 richiede anche — come detto — l'esistenza di un requisito positivo: il «collegamento sufficiente» con lo Stato membro del giudice adito. L'esistenza di un simile requisito non contraddice quanto detto con riferimento alla logica materiale che permea l'istituto in esame. In proposito si è infatti osservato come, fermo restando che la necessità del foro deve essere valutata alla luce dell'esigenza di assicurare sul piano sostanziale la protezione del diritto invocato dall'attore, la previsione di un collegamento spaziale (contemplato da una proposizione successiva rispetto a quella principale e contenente un riferimento assai poco rigoroso, quale quello di un collegamento «sufficiente») serve solo a qualificare la necessità, cioè a precisare in quali circostanze la necessità di protezione dell'attore consenta l'esercizio della giurisdizione da parte di un giudice altrimenti incompetente (Rossolillo, 2010, 409; Franzina, 2009, 1125). In dottrina (Pocar — Viarengo, 2009, 818) si è osservato che «sufficiente» dovrebbe essere un collegamento meno forte di quello «stretto» (il quale ultimo avrebbe infatti giustificato l'adozione di un titolo di giurisdizione primario e non sussidiario). Nell'apprezzabile tentativo di concretizzazione dei presupposti applicativi del forum necessitatis il considerando 16 del regolamento fa riferimento, quanto al requisito qui in analisi, al caso in cui sia adito il giudice dello Stato membro del quale una sola delle parti ha la cittadinanza. In dottrina si è fatto anche riferimento alla semplice presenza (sprovvista di quella stabilità idonea a ravvisare una residenza abituale) sul territorio dello Stato membro del creditore della prestazione alimentare; tanto avuto riguardo all'interesse dello Stato a che il creditore di alimenti veda realizzato il proprio diritto, al fine di evitare che il medesimo soggetto possa accedere a strumenti di assistenza pubblica con conseguenti oneri a carico dell'erario (Pocar — Viarengo, 2009, 818). Gli stessi autori da ultimo citati hanno inoltre osservato che, essendo il forum necessitatis preordinato a tutelare in modo particolare l'attore, anche l'interesse dell'alimentando (specie ove questi sia minorenne) potrebbe integrare il collegamento sufficiente (Pocar — Viarengo, 2009, 818). Non v'è dubbio che una simile, assai ampia, accezione di «collegamento sufficiente» consente di valorizzare quella forte connotazione dell'art. 7 quale norma destinata a salvaguardare diritti fondamentali della persona (nel senso della rilevanza che le norme di diritto internazionale privato hanno anche con riferimento alla tutela dei diritti fondamentali si vedano, almeno, i contributi di Carrella e Pirrone sopra citati). Corte giustizia, 1 agosto 2022, C-501/20, MPA c. LCDNMT ha chiarito che l'articolo 7 del regolamento n. 4/2009 deve essere interpretato nel senso che: “- nel caso in cui la residenza abituale di tutte le parti della controversia in materia di obbligazioni alimentari non si trovi in uno Stato membro, la competenza fondata, in casi eccezionali, sul forum necessitatis, di cui a detto articolo 7, può essere constatata se nessuna autorità giurisdizionale di uno Stato membro è competente ai sensi degli articoli da 3 a 6 del regolamento in parola, se il procedimento non può ragionevolmente essere intentato o svolto nello Stato terzo con il quale la controversia ha uno stretto collegamento, o si rivela impossibile in esso, e se tale controversia presenta un collegamento sufficiente con lo Stato membro dell'autorità giurisdizionale adita; –per ritenere, in casi eccezionali, che un procedimento non possa ragionevolmente essere intentato o svolto in uno Stato terzo, occorre che, al termine di un'analisi circostanziata degli elementi addotti in ciascun caso di specie, l'accesso alla giustizia in tale Stato terzo sia, in diritto o in fatto, ostacolato, in particolare mediante l'applicazione di condizioni procedurali discriminatorie o contrarie alle garanzie fondamentali dell'equo processo, senza che occorra che la parte che si avvale di detto articolo 7 sia tenuta a dimostrare di aver intentato, o cercato di intentare, invano tale procedimento dinanzi ai giudici del medesimo Stato terzo; e -per ritenere che una controversia debba presentare un collegamento sufficiente con lo Stato membro dell'autorità giurisdizionale adita, è possibile fondarsi sulla cittadinanza di una delle parti”. BibliografiaBiagioni, Alcuni caratteri generali del forum necessitatis nello spazio giudiziario europeo, in Cuadernos de Derecho Transnacional, 2012, 4, 20 ss.; Carrella, Diritti umani, conflitti di legge e conflitti di civilizzazione, Bari, 2011; Castellaneta - Leandro, Il regolamento CE n. 4/2009 relativo alle obbligazioni alimentari, in Nuove leggi civ. comm., 2009, 1051 ss.; Franzina, Sul forum necessitatis nello spazio giudiziario europeo, in Riv. dir. internaz., 2009, 1121 ss.; Giacomelli, La competenza giurisdizionale nelle controversie in materia di obbligazioni alimentari, in Sangiovanni (a cura di), Obbligazioni alimentari nelle controversie familiari transfrontaliere, Roma, 2014; Milano, 2010; Pesce, Le obbligazioni alimentari tra diritto internazionale e diritto dell'Unione europea, Roma, 2013; Pirrone, I diritti umani e il diritto internazionale privato e processuale tra scontro e armonizzazione, in Pirrone, Circolazione dei valori giuridici e tutela dei diritti e delle libertà fondamentali, Torino, 2011, 3 ss.; Pocar - Viarengo, Il regolamento (CE) n. 4/2009 in materia di obbligazioni alimentari, in Riv. dir. int. priv. e proc. 2009, 805 ss.; Rossolillo, Forum necessitatis e flessibilità dei criteri di giurisdizione nel diritto internazionale privato nazionale e dell'Unione europea, in Cuadernos de Derecho Transnacional, 2010, 2, 403 ss; Villata, Obblighi alimentari e rapporti di famiglia secondo il regolamento n. 4/2009, in Riv. dir. internaz. 3, 2011, 731 ss.. |