Quali sono gli indicatori per stabilire la residenza abituale del minore? La parola alle Sezioni Unite

Redazione Scientifica
12 Aprile 2018

Al fine di determinare la residenza abituale del minore, presupposto per l'individuazione del Giudice competente in tema di affidamento, è necessario considerare indicatori proiettivi quali l'iscrizione all'asilo e l'incardinamento nel sistema sanitario pediatrico.

Il caso. Parte ricorrente ha presentato ricorso per cassazione avverso il provvedimento con cui la Corte di appello, nell'ambito di un procedimento relativo all'affidamento della figlia minore, aveva confermato il difetto di giurisdizione del Giudice italiano in favore del Giudice del Regno Unito, luogo dove la madre aveva trasferito la residenza propria e della bambina.

Criteri proiettivi per stabilire la residenza abituale del minore. Secondo la Suprema Corte, non è rilevante ai fini della determinazione della giurisdizione il mancato consenso espresso del padre all'espatrio, essendo incontestata sia la residenza de iure della madre a Londra sia la collocazione della minore presso quest'ultima, in attesa della decisione sull'affidamento. Infatti, al fine di stabilire la residenza abituale della minore, stante la tenera età della stessa nonché la mancanza di fattori di radicamento esterni ai nuclei familiari materno e paterno, infatti, devono essere valorizzati «indicatori di natura proiettiva, quali l'iscrizione all'asilo a Londra e l'incardinamento nel sistema sanitario pediatrico inglese della minore» in coerenza con il regime giuridico applicabile in quanto figlia nata fuori dal matrimonio e in assenza di statuizioni specifiche sul punto assunte consensualmente o giudizialmente. Tali parametri devono considerarsi prevalenti rispetto agli altri elementi fattuali presentati dal ricorrente a sostegno delle sue ragioni (quali i lunghi periodi di vacanza trascorsi dalla figlia in Italia presso i nonni materni e paterni).

Pertanto, «in mancanza di elementi univocamente contrastanti la pluralità d'indicatori relativi alla residenza abituale a Londra», la Suprema Corte rigetta il ricorso.

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