Lettera di concessione al dipendente dell'autovettura per uso esclusivo in adempimento alle mansioni (art. 36 Cost.)

Paola Salazar, aggiornato da Alessandra Croce

Inquadramento

Il datore di lavoro può assegnare un'autovettura al dipendente in ragione (esclusivamente) delle mansioni svolte; l'assegnazione può anche avvenire per uso promiscuo ove e' dunque consentito l'utilizzo anche a titolo privato o anche per il solo uso privato.

Formula

Le viene assegnata, a decorrere dal … , per esclusivi motivi di servizio, l'autovettura … , modello … , cilindrata … , … CV, targata … , assicurata presso la seguente compagnia di assicurazione ……. con polizza ……….

Lei potrà disporre dell'autovettura entro i limiti necessari per l'espletamento delle Sue mansioni; non è consentito l'utilizzo privato dell'auto.

Nei giorni di lavoro Lei preleverà l'autovettura dal parcheggio aziendale ed al rientro la riporterà nell'apposito spazio assegnato; la stessa non potrà in ogni caso essere utilizzata per esigenze a noi estranee.

Per quanto concerne la polizza assicurativa, sarà cura dell'azienda provvedere al rinnovo e al pagamento di tutte le tasse.

L'azienda si riserva la facoltà di revocare l'utilizzo dell'autovettura nel caso le mansioni assegnate siano modificato; in ogni caso contestualmente alla cessazione del rapporto di lavoro, per qualsiasi causa, l'auto deve essere restituita all'azienda.

Lei sarà responsabile della conservazione in buono stato d'uso dell'autoveicolo; le riparazioni e la manutenzione saranno effettuate, salvi i casi di urgenza, presso i centri di assistenza che Le saranno indicati e soltanto a seguito di autorizzazione scritta dell'azienda.

Eventuali danni provocati all'autovettura per Sua colpa o negligenza, Le saranno addebitati e trattenuti dalla retribuzione.

Non le saranno rimborsate multe per infrazione al Codice della strada imputabili al conducente o a cattiva manutenzione della stessa non imputabili alla società.

Luogo e data…….

Il datore di lavoro …….

Luogo e data…….

Il lavoratore, per presa visione e accettazione……….

Commento

Il datore di lavoro può concedere al proprio dipendente l'utilizzo di un'autovettura ad “uso lavoro” oppure ad “uso promiscuo” (con o senza addebito a carico del lavoratore per l'uso privato dell'auto) o ancora per solo “uso privato” (con o senza addebito a carico del lavoratore).

La differenza nell'utilizzo dell'auto determina principalmente un differente trattamento del benefit a livello fiscale e previdenziale.

Tornando all'ultimo dei punti emarginati, a mente di quanto prescrive il TUIR, d.P.R. n. 917/1986 l'intero valore del benefit - nel caso di assegnazione ad uso solo privato - è soggetto a prelievo contributivo e fiscale sulla base del valore normale del bene (art. 9, comma 3, d.P.R. n. 917/1986), al netto di quanto eventualmente posto a carico del lavoratore.

Nel caso, invece, di utilizzo promiscuo, e per i contratti di assegnazione stipulati sino al 30 giugno 2020, si procede a valorizzare la retribuzione in natura forfettariamente ai fini dell'assoggettamento a prelievo fiscale e contributivo, assumendo come reddito imponibile il 30% dell'importo corrispondente ad una percorrenza annua convenzionale di 15.000 Km calcolato sulla base del costo chilometrico di esercizio indicato nelle tabelle Aci (pubblicate in G.U. alla fine di ogni anno), al netto degli importi eventualmente trattenuti al dipendente.

Inoltre, l'imponibile convenzionale annuo, divisibile per quote mensili, deve essere ragguagliato al periodo durante il quale il dipendente utilizza il veicolo, conteggiando il numero dei giorni per i quali esso è assegnato, a prescindere dall'effettivo impiego (circ. Agenzia Entrate 19 gennaio 2007, n. 1). Il valore convenzionale dell'auto ad uso promiscuo è forfettario in quanto prescinde da qualunque valutazione degli effettivi costi di utilizzo del mezzo e della percorrenza effettiva, dovendo fare esclusivo riferimento al totale costo di percorrenza esposto nelle tabelle elaborate dall'ACI.

L'art. 1, comma 632, della Legge di Bilancio 2020 (L. 27 dicembre 2019, n. 160), sostituendo l'art. 51, comma 4, lett. a) del T.U.I.R. ha previsto una tassazione variabile, in base alle emissioni inquinanti, dei veicoli concessi ad uso promiscuo con accordi successivi al 30 giugno 2020, mantenendo ferma l'applicazione della disciplina dettata dallo stesso art. 51, comma 4), lett. a) nel testo vigente al 31 dicembre 2019, per i veicoli concessi in uso promiscuo con contratti stipulati entro il 30 giugno 2020 (art. 1, comma 633 L.n. 160/2019).

Infine, se l'auto è concessa solo per motivi di lavoro, l'uso dell'auto non configura una retribuzione imponibile ne' ai fini previdenziali e neppure ai fini fiscali.

Da annotare, infine, che ove sia concessa la disponibilità di autoveicoli ai dipendenti e/o collaboratori e/o amministratori, per un periodo superiore a trenta giorni, il datore di lavoro deve obbligatoriamente comunicare i nominativi, presso l'archivio nazionale dei veicoli, al fine dell'annotazione sulle carte di circolazione.

Un altro punto di attenzione affrontato anche in seno alla giurisprudenza è l'identificazione della natura retributiva o meno: il valore dell'uso e della disponibilità, anche a fini personali, di un'autovettura concessa contrattualmente dal datore di lavoro al lavoratore come beneficio in natura, indipendentemente dalla effettiva utilizzazione, rappresenta il contenuto di un'obbligazione che, anche ove non ricollegabile ad una specifica prestazione, è suscettibile di essere considerata di natura retributiva, con tutte le relative conseguenze, se pattiziamente inserita nella struttura sinallagmatica del contratto di lavoro cui essa accede. Pertanto il controvalore in denaro deve essere computato nella base di calcolo dell'indennità di fine rapporto (Cass. n. 8086/2016; Cass. n. 16129/2002; Cass n. 4666/1987; Cass. n. 1428/1998; Cass. n. 8831/1992).

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario