Convenzione di tirocinio extra-curriculareInquadramentoI tirocini sono forme di inserimento temporaneo nell'organizzazione del lavoro, non costituiscono rapporto di lavoro e sono finalizzati unicamente a creare una opportunità di inserimento nel mondo del lavoro mediante un preliminare contatto diretto tra un soggetto ospitante e un tirocinante. I tirocini curriculari sono di stratta competenza regionale e vanno stipulati sulla base delle norme e dei modelli di convenzione previsti a livello regionale. I tirocini extra-curriculari sono invece rivolti a persone in cerca di occupazione. FormulaScarica il facsimile di convenzione CommentoDisciplina generale L'originaria disciplina in materia di stage e tirocini è contenuta nell'art. 18 l. 24 giugno 1997, n. 196 e nel regolamento di attuazione di cui al d.m. 25 marzo 1998, n. 142. Con il d.l. 13 agosto 2011, n. 138, convertito con modificazioni in l. 14 settembre 2011, n. 148 sono state apportate alcune restrizioni alla materia e, infine, con la l. n. 92/2012 il legislatore ha voluto procedere ad una sua revisione. In particolare la l. n. 92/2012 (art. 1, commi 34 e 35 l. n. 92/2012) ha previsto la revisione della materia riaffidando alle Regioni la competenza in materia per ambiti specifici (cfr. Accordo 99/CSR 5 agosto 2014 e Accordo 7/CSR 22 gennaio 2015) e prevedendo una più netta distinzione tra tirocini curriculari e tirocini extra-curriculari. Con riguardo specifico ai tirocini extra-curriculari regolati dapprima dall'Accordo Stato-Regioni 24 gennaio 2013 e oggi dall'Accordo 25 maggio 2017, la riforma del 2012 ha delineato i seguenti criteri guida: a) revisione della disciplina dei tirocini formativi, anche in relazione alla valorizzazione di altre forme contrattuali a contenuto formativo; b) previsione di azioni e interventi volti a prevenire e contrastare un uso distorto dell'istituto, anche attraverso la puntuale individuazione delle modalità con cui il tirocinante presta la propria attività; c) individuazione degli elementi qualificanti del tirocinio e degli effetti conseguenti alla loro assenza; d) riconoscimento di una congrua indennità, anche in forma forfetaria, in relazione alla prestazione svolta (che le Linee guida identificano in Euro 300 lordi mensili quale misura minima). La legge ha anche previsto l'introduzione di una sanzione specifica in caso di mancata corresponsione dell'indennità economica che va definita dalla convenzione di tirocinio. La mancata corresponsione comporta, infatti, a carico del trasgressore l'irrogazione di una sanzione amministrativa il cui ammontare è proporzionato alla gravità dell'illecito commesso, in misura variabile da un minimo di 1.000 a un massimo di 6.000 euro, conformemente alle previsioni di cui alla l. 24 novembre 1981, n. 689. Nell'intento, poi, di rendere più agevole la progettazione di forme di tirocinio, senza tuttavia impedire l'applicazione della specifica disciplina regionale di riferimento, il legislatore con il d.l. 28 giugno 2013, n. 76, convertito con modificazioni in l. 9 agosto 2013, n. 99 ha previsto la facoltà, per i datori di lavoro pubblici e privati con sedi in più Regioni, di poter fare riferimento alla sola normativa della Regione dove è fissata la sede legale, accentrando, altresì, le relative comunicazioni ai servizi per l'impiego (art. 2, comma 5-bis). I tirocini possono essere di due titpi: - Curriculari, promossi da Università, centri di formazione scolastica, Istituti professionali e in ogni caso previsti all'interno del percorso di studi. Tali forme di tirocinio rientrano oggi nel sistema di alternanza Scuola – Lavoro e vanno visti in stretto collegamento con i relativi ordinamenti di riferimento (Università e Scuola) che gestisce in forma autonoma la relativa modulistica sulla base delle indicazioni della legislazione regionale di riferimento; - Extra-curriculari, rivolti alle persone in cerca di occupazione e promossi al fine di favorire l'arricchimento del bagaglio di conoscenze, l'acquisizione di competenze professionali e l'inserimento o il reinserimento al lavoro. L'esposizione che segue si riferisce ai soli tirocini extra-curriculari. Le Linee Guida adottate in Conferenza Stato – Regioni nel 2013 (rinnovate il 25 maggio 2017) prevedono alcuni standard minimi per la regolazione della materia lasciando però “inalterata la facoltà per le Regioni e le Province autonome di fissare disposizioni di maggiore tutela”. Restano regolati dalla disciplina specifica di settore e sono quindi esclusi dalle Linee Guida 25 maggio 2017 le seguenti tipologie di tirocinio: - I tirocini curriculari anche nella modalità del tirocinio estivo perché rientranti nel percorso formativo previsto dalla singola istituzione (universitaria o scolastica). Tali tirocini non sono soggetti all'obbligo delle comunicazioni obbligatorie cui sono invece soggetti i tirocini extra-curriculari. - I tirocini previsti per l'accesso alle professioni ordinistiche e i periodi di pratica professionale. - I tirocini transnazionali svolti all'estero o presso un ente sovranazionale (rientrano in questa tipologia i tirocini da espletare all'esterno dei confini nazionali ma in territorio italiano, quali ad esempio i tirocini attivati presso le ambasciate, per i quali è necessario fare riferimento alla disciplina applicabile alle convenzioni attivate tra l'ambasciata e il soggetto promotore – cfr. Nota di risposta a Interpello Min. Lav. 14 giugno 2013, n. 20). - I tirocini per soggetti extracomunitari promossi all'interno delle quote (v. Accordo 99/CSR 5 agosto 2014). - I tirocini finalizzati all'inclusione sociale, all'autonomia delle persone e alla riabilitazone delle persone prese in carico dal servizio sociale professionale e/o dai servizi sanitari competenti (v. Accordo 7/CSR 22 gennaio 2015). I rapporti che i datori di lavoro privati e pubblici intrattengono con i soggetti ospitati in tirocinio non costituiscono rapporti di lavoro. Le Linee Guida 25 maggio 2017 precisano a riguardo che si tratta di “un periodo di pratica lavorativa di durata limitata, retribuito o no, con una componente di apprendimento e formazione, il cui obiettivo è l'acquisizione di un'esperienza pratica e professionale finalizzata a migliorare l'occupabilità e facilitare la transizione verso un'occupazione regolare”. Sono previsti dei limiti da parte della legislazione regionale (e delle Province autonome di Trento e Bolzano) per i datori di lavoro che vogliano ospitare tirocinanti. Limiti che non trovano applicazione con riguardo ai tirocini attivati in favore di soggetti disabili e svantaggiati. I limiti sono così previsti: a) unità operative senza dipendenti o con non più di cinque dipendenti a tempo indeterminato o di dipendenti a tempo determinato, purché la data di inizio del contratto sia anteriore alla dato di avvio del tirocinio e la scadenza posteriore alla data di fine del tirocinio, un tirocinante; b) unità operative con un numero di dipendenti a tempo indeterminato o di dipendenti a tempo determinato, purché la data di inizio del contratto sia anteriore alla dato di avvio del tirocinio e la scadenza posteriore alla data di fine del tirocinio compreso tra sei e venti: non più di due tirocinanti contemporaneamente; c) unità operative con più di venti dipendenti a tempo indeterminato o di dipendenti a tempo determinato, purché la data di inizio del contratto sia anteriore alla dato di avvio del tirocinio e la scadenza posteriore alla data di fine del tirocinio: tirocinanti in misura non superiore al dieci per cento dei suddetti dipendenti contemporaneamente, con arrotondamento all'unità superiore. Le Linee Guida 25 maggio 2017 introducono alcune novità in merito ai limiti numerici stabilendo che, con riguardo ai soggetti ospitanti che hanno unità operative con più di venti dipendenti a tempo indeterminato l'attivazione di nuovi tirocini, oltre la quota di contingentamento del 10% è subordinata alla stipula di un contratto di lavoro subordinato della durata di almeno 6 mesi (in caso di part-time, almeno pari al 50% delle ore settimanali previste dal CCNL applicato) secondo i seguenti parametri: - Un tirocinio se hanno assunto almeno il 20% dei tirocinanti attivati nei 24 mesi precedenti - Due tirocini se hanno assunto almeno il 50% dei tirocinanti attivati nei 24 mesi precedenti - Tre tirocini se hanno assunto almeno il 75% dei tirocinanti attivati nei 24 mesi precedenti - Quattro tirocini se hanno assunto almeno il 100% dei tirocinanti attivati nei 24 mesi precedenti. Questi tirocini aggiuntivi non si computano ai fini del raggiungimento della quota generale di contingentamento. Ai fini della determinazione dei limiti di contingentamento non si possono cumulare tirocini curriculari ed extracurriculari. I tirocini extra-curriculari di cui alle Linee Guida 25 maggio 2017 sono rivolti a: a) soggetti in stato di disoccupazione ai sensi dell'art. 19 d.lgs. n. 150/2015 – compresi coloro che hanno completato i percorsi di istruzione secondaria superiore e terziaria; b) lavoratori beneficiari di strumenti di sostegno del reddito in costanza di rapporto di lavoro; c) soggetti già occupati in cerca di altra occupazione; d) soggetti disabili e svantaggiati (disabili di cui all'art. 1, comma 1, della l. n. 68/99; persone svantaggiate ai sensi della l. n. 381/1991; richiedenti protezione internazionale e titolari di status di rifugiato e di protezione sussidiaria ai sensi del d.P.R. n. 21/2015; vittime di violenza e di grave sfruttamento da parte di organizzazioni criminali e soggetti titolari di permesso di soggiorno rilasciato per motivi umanitari, ai sensi del d.lgs. n. 286/1998; vittime di tratta ai sensi del d.lgs. n. 24/2014. Essi possono essere attivati da parte dei seguenti soggetti promotori: - Servizi per l'impiego e agenzie regionali per il lavoro; - Istituti di istruzione universitaria statali e non statali abilitati al rilascio di titoli accademici e dell'AFAM; - Istituzioni scolastiche statali e non statali che rilascino titoli di studio con valore legale - Fondazioni di istruzione tecnica superiore (ITS); - Centri pubblici o a partecipazione pubblica di formazione professionale e/o orientamento nonché centri operanti in regime di convenzione con la regione o la provincia competente, ovvero accreditati; - Comunità terapeutiche, enti ausiliari e cooperative sociali purché iscritti negli specifici albi regionali, ove esistenti; - Servizi di inserimento lavorativo per disabili gestiti da enti pubblici delegati dalla regione; - Istituzioni formative private, non aventi scopo di lucro, diverse da quelle indicate sopra munite di specifica autorizzazione della regione; - Soggetti autorizzati all'intermediazione dall'Agenzia Nazionale per le politiche attive del lavoro ai sensi dell'art. 9, comma 1, lett. h), d.lgs. n. 150/2015 ovvero accreditati ai servizi per il lavoro ai sensi dell'art. 12 del d.lgs. n. 150/2015; - Agenzia Nazionale per le politiche attive del lavoro (ANPAL). Per soggetto ospitante si intende qualsiasi soggetto, persona fisica o giuridica, di natura pubblica o privata presso il quale viene realizzato il tirocinio. Le Regioni e le Province autonome possono dettare specifici requisiti soggettivi e oggettivi. Il soggetto ospitante deve essere in regola con la normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro di cui al TU approvato con d.lgs. n. 81/2008 e successive integrazioni e modifiche e con la legge sull'inserimento al lavoro dei disabili di cui alla l. n. 68/1999 e successive integrazioni e modifiche. Il soggetto ospitante non deve avere in essere procedure di CIGS per attività equivalenti a quelle oggetto di tirocinio e nella medesima unità operativa, salvo diversa previsione degli accordi sindacali. Il soggetto ospitante, inoltre, non deve aver provveduto nei 12 mesi precedenti (fatti salvi specifici accordi sindacali), nella medesima unità operativa e per attività equivalenti a quelle oggetto di tirocinio a: licenziamenti collettivi; licenziamenti per giustificato motivo oggettivo; licenziamenti per superamento del periodo di comporto; licenziamenti per mancato superamento del periodo di prova; licenziamenti per fine appalto; a risoluzioni del rapporto di apprendistato per volontà del datore di lavoro. Convenzione di tirocinio In base alle indicazioni contenute nelle Linee Guida, le convenzioni devono contenere i seguenti elementi minimi: - obblighi del soggetto promotore e del soggetto ospitante; - modalità di attivazione; - valutazione e attestazione degli apprendimenti, secondo le modalità indicate nelle Linee Guida; - monitoraggio; - decorrenza e durata della convenzione. Alla Convenzione deve essere allegato uno specifico Piano Formativo Individuale (PFI) predisposto sulla base del Modello Allegato 1 alle Linee Guide 25 maggio 2017. L'attuazione del PFI è soggetta a specifico monitoraggio e tale obbligo va inserito nella Convenzione. L'attestazione del percorso di tirocinio viene effettuata attraverso la compilazione, anche in itinere, del Dossier Individuale (Allegato 2 alle Linee Guida 25 maggio 2017) e dall'Attestazione finale (Allegato 3 alle Linee Guida 25 maggio 2017). L'esperienza può svolgersi in più settori operativi della medesima organizzazione lavorativa. I soggetti promotori e il soggetto ospitante garantiscono la presenza di un tutore come responsabile didattico-organizzativo delle attività. Le due figure di tutor collaborano al fine di garantire il monitoraggio delle attività oggetto del tirocinio. La durata massima dei tirocini, stabilita nella convenzione e coerente con il Progetto formativo individuale gestito dall'ente promotore è prevista dalle stesse Linee Guida. In particolare: - non superiore a 12 mesi in via generale ; - per i soggetti disabili la durata complessiva può arrivare fino a 24 mesi. Le nuove Linee Guida identificano anche una durata minima di due mesi, ad eccezione dei tirocini attivati presso soggetti ospitanti che operano stagionalmente, per i quali la durata minima è ridotta a un mese. Entro i massimali così come sopra identificati, la durata complessiva del tirocinio deve trovare indicazione nel PFI. Nel PFI devono inoltre essere indicate le ore giornaliere e settimanali che il tirocinante è tenuto ad osservare con riferimento alle attività oggetto del percorso formativo, entro i limiti del CCNL applicato dal soggetto ospitante. Adempimenti e aspetti di gestione amministrativa Solo nell'ipotesi di tirocinio finalizzato alla successiva assunzione, la legge impone l'obbligo di effettuare la comunicazione obbligatoria ai servizi per l'impiego entro il giorno antecedente all'inserimento presso il soggetto ospitante. A seguito della cessazione del rapporto di tirocinio il datore di lavoro deve comunicare la cessazione ai competenti servizi per l'impiego entro 5 giorni dalla data di cessazione (art. 9-bis d.l. n. 510/1996, convertito con modificazioni in l. n. 608/1996 e art. 4-bisd.lgs. n. 181/2000). I soggetti promotori sono inoltre tenuti ad assicurare i tirocinanti contro gli infortuni sul lavoro presso l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), nonché presso idonea compagnia assicuratrice per la responsabilità civile verso terzi. Le coperture assicurative devono riguardare anche le attività eventualmente svolte dal tirocinante al di fuori dell'azienda e rientranti nel progetto formativo e di orientamento. Le regioni possono assumere a proprio carico gli oneri connessi a dette coperture assicurative. Si precisa che i tirocinanti sono equiparati ai lavoratori dal punto di vista dell'estensione delle tutele di cui al TU in materia di salute e sicurezza sul lavoro approvato con d.lgs. n. 81/2008 quando l'attività determini l'uso di laboratori, attrezzature di lavoro in genere e il rischio di esposizione ad agenti fisici, chimici e biologici (cfr. art. 2 d.lgs. n. 81/2008). Il tirocinante ha diritto alla sospensione del tirocinio per maternità, infortunio o malattia di lunga durata con riferimento ad eventi di durata pari o superiore a 30 giorni solari. Il tirocinio può inoltre essere sospeso durante le ferie collettive del soggetto ospitante e per le chiusure aziendali della durata di almeno 15 giorni solari. I periodi di sospensione non concorrono a determinare la durata complessiva del tirocinio e durante la sospensione non è dovuta la relativa indennità. In caso di interruzione del tirocinio ad iniziativa del tirocinante egli deve dare motivata comunicazione scritta della propria volontà al tutor del soggetto ospitante e al tutor del soggetto promotore. Il tirocinio può essere interrotto dal soggetto ospitante o dal soggetto promotore in caso di gravi inadempienze da parte dei soggetti coinvolti nonché in caso di impossibilità a conseguire gli obiettivi formativi del progetto. Sanzioni Le Linee Guida stabiliscono che, ferma restando la specifica sanzione amministrativa prevista per il mancato rispetto dell'obbligo di corrispondere al tirocinante l'indennità per la partecipazione al tirocinio (identificata dalle Linee Guida in Euro 300 lordi) (art. 1, comma 35, l. n. 92/2012) nonché le sanzioni amministrative previste per omissione delle comunicazioni obbligatorie (su cui cfr. Lettera di assunzione standard) ferme restando le competenze statali in materia di vigilanza in ordine alla corretta qualificazione dei rapporti di tirocinio, spetta alle Regioni e alle Province Autonome prevedere specifiche sanzioni in caso di mancato rispetto dei limiti e delle condizioni per l'attivazione del tirocinio con la possibilità di prevedere per il trasgressore (soggetto ospitante e/o soggetto promotore) l'interdizione da 12 mesi a 24 mesi dall'attivazione di nuovi tirocini. La verifica da parte del personale ispettivo anche della legislazione regionale è elemento utile ai fini delle valutazioni in merito alla genuinità del tirocinio. La Circ. INL n. 8/2018 stabilisce altresì che l'attivazione di un tirocinio per attività che non necessitano di un periodo formativo o l'assenza di uno degli elementi essenziali – quali ad esempio la convenzione di tirocinio o il Piano formativo individuale – come pure la violazione dei requisiti soggettivi previsti in capo al tirocinante, al soggetto ospitante e al promotore, si configurano come irregolarità che di per sé compromettono la natura formativa del rapporto, rendendo di fatto più agevole la ricostruzione della fattispecie in termini di rapporto di lavoro. La mancata comunicazione dell'attivazione del tirocinio ai Servizi per l'impiego comporta l'applicazione di una sanzione amministrativa da Euro 100,00 a Euro 500,00 per ciascun tirocinante interessato (art. 19, comma 3 d.lgs. n. 276/2003). |