Recesso dal contratto di collaborazione coordinata e continuativa (con preavviso)

Paola Salazar
aggiornato da Alessandra Croce

Inquadramento

Il contratto di collaborazione coordinata e continuativa è un tipico rapporto di lavoro caratterizzato dalla parasubordinazione, ossia da una prestazione personale resa dal collaboratore con carattere di continuità, senza vincolo di subordinazione e con la previsione di un coordinamento delle attività da parte del Committente in funzione degli obiettivi definiti dalle parti nel contratto.

Formula

RACCOMANDATA A/R

Egregio Sig/Gent. Sig.ra

Con la presente le comunichiamo che, tenendo conto dei termini di preavviso concordati nel contratto da lei sottoscritto in data .... la scrivente Società intende risolvere il rapporto di collaborazione coordinata e continuativa in essere per i seguenti motivi .... [1]

Il contratto cesserà, quindi con la data del ..../al completamento delle attività in corso prevista per il .... [2].

In ragione di quanto sopra il corrispettivo pattuito le verrà corrisposto fino a tutto il mese di .... [3].

La ringraziamo per la preziosa collaborazione e ci auguriamo di poterci avvalere nuovamente in futuro della sua prestazione e delle sue competenze.

Distinti saluti

La Società

....

[1]Possono essere motivazioni legate al venir meno dei presupposti per avvalersi di un collaboratore nella gestione di una determinata attività, motivazioni di tipo economico etc.

[2]Dare indicazione di un termine di disdetta che potrebbe essere di 30 giorni/60 giorni dalla ricezione della comunicazione, anche tenendo conto delle attività in corso e sulla base di quanto previsto nel contratto.

[3]Tenere conto del periodo di preavviso ed eventualmente dell'utilità ricevuta dal Committente in relazione alle attività del Collaboratore iniziate e non ancora completate. Il corrispettivo del preavviso, pertanto, potrebbe essere commisurato ai termini di preavviso concordati oppure essere anche più alto.

Commento

La disciplina del recesso nei contratti di collaborazione coordinata e continuativa è aspetto piuttosto delicato perché il recesso ad iniziativa unilaterale del committente senza il riconoscimento di un congruo preavviso viene considerata dalla legge abusiva e priva di effetto nel quadro delle tutele di carattere generale previste oggi in materia di lavoro autonomo non imprenditoriale (art. 3 della l. n. 81/2017). Per questo è necessario regolare il recesso all'interno del contratto. Nei casi di risoluzione anticipata del contratto è utile prevedere anche il diritto per il collaboratore ad una quota parte del corrispettivo pattuito proporzionale al risultato utile conseguito dal committente fino al momento della risoluzione. In questo caso può trovare applicazione analogica la disposizione dell'art. 2227 c.c. previste per il contratto di prestazione d'opera.

Nei casi di risoluzione del rapporto di collaborazione ad iniziativa del committente trovano applicazione le disposizioni dell'art. 32 l. n. 183/2010 in materia di impugnazione del recesso. La legge ha introdotto dei termini molto stringenti per l'avvio dell'eventuale contenzioso che dovesse scaturire dalla cessazione dei rapporti di collaborazione coordinata e continuativa (in analogia con quanto avviene nel rapporto di lavoro subordinato per i casi di licenziamento) estendendo anche a tale forma di contratto un onere di impugnazione del recesso entro il termine di 60 dalla cessazione del contratto. Il termine per proporre l'azione –  in via giudiziale – pena l'inefficacia dell'impugnazione, è fissato, come per le ipotesi di licenziamento, nei 180 gg successivi all'impugnazione (art. 6, l. n. 604/1966 e art. 32, comma 3 lett. b, l. n. 183/2010).

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