Recesso dal contratto di collaborazione coordinata e continuativa per giusta causaInquadramentoIl contratto di collaborazione coordinata e continuativa è un tipico rapporto di lavoro caratterizzato dalla parasubordinazione, ossia da una prestazione personale resa dal collaboratore con carattere di continuità, senza vincolo di subordinazione e con la previsione di un coordinamento delle attività da parte del Committente in funzione degli obiettivi definiti dalle parti nel contratto. FormulaRACCOMANDATA A/R Egregio Sig/Gent. Sig.ra .... Con la presente le comunichiamo di voler risolvere il rapporto di collaborazione coordinata e continuativa in essere con effetto immediato e per i seguenti motivi .... [1] In ragione di quanto sopra, fatto salvo il diritto al risarcimento del maggior danno, il corrispettivo relativo alle attività in corso verrà calcolato fino alla data odierna e le verrà corrisposto con il cedolino del mese di .... [2]. Distinti saluti La Società .... [1]Possono essere motivazioni legate a comportamenti gravi posti in essere dal collaboratore, oppure un grave inadempimento connesso con le attività demandate al collaboratore come ad esempio danni a strumentazioni in uso, diverbio con altri collaboratori o con il personale del committente etc.. [2]Tenere conto dei tempi normalmente praticati per il calcolo, l'elaborazione e il pagamento dei cedolini dei collaboratori. CommentoLa disciplina del recesso nei contratti di collaborazione coordinata e continuativa è aspetto piuttosto delicato perché il recesso nei casi di giusta causa va regolato in analogia alle previsioni del codice civile valide nell'ambito del rapporto di prestazione d'opera (artt. 2222 e ss. c.c.) nel rispetto anche delle previsioni dell'art. 2236 c.c. il quale stabilisce che “se la prestazione implica la soluzione di problemi tecnici di speciale difficoltà, il prestatore d'opera non risponde dei danni, se non in caso di dolo o di colpa grave”. Nei casi di risoluzione del rapporto di collaborazione ad iniziativa del committente trovano applicazione le disposizioni dell'art. 32 l. n. 183/2010 in materia di impugnazione del recesso. La legge ha introdotto dei termini molto stringenti per l'avvio dell'eventuale contenzioso che dovesse scaturire dalla cessazione dei rapporti di collaborazione coordinata e continuativa (in analogia con quanto avviene nel rapporto di lavoro subordinato per i casi di licenziamento) estendendo anche a tale forma di contratto un onere di impugnazione del recesso entro il termine di 60 dalla cessazione del contratto. Il termine per proporre l'azione – in via giudiziale – pena l'inefficacia dell'impugnazione, è fissato, come per le ipotesi di licenziamento, nei 180 gg successivi all'impugnazione (art. 6, l. n. 604/1966 e art. 32, comma 3 lett. b, l. n. 183/2010). |