Recesso per giusta causa dal contratto di agenziaInquadramentoIl rapporto di agenzia è un rapporto di lavoro autonomo tipico regolato dalle disposizioni speciali del Codice civile Sono elementi caratterizzanti del rapporto di agenzia: a) l'assunzione di un obbligo espressamente remunerato da parte dell'agente di promuovere degli affari per conto del preponente; b) la stabilità del rapporto; c) la determinazione di una zona. FormulaLuogo e data Al Sig … .. OGGETTO: RECESSO PER GIUSTA CAUSA EX ART. 2119 C.C. La … … .. [Preponente] ha avuto notizia, documentabile, delle seguenti circostanze: … [1] La Società Preponente ritiene che i fatti sopra descritti siano di gravità tale che non permettano la prosecuzione nemmeno provvisoria del contratto di agenzia. Per tali ragioni Le comunichiamo che il contratto è da considerarsi risolto per giusta causa (art. 1751 c.c. e art. 2119 c.c.), a far data dal ricevimento della presente. Alla luce di quanto sopra, così come già previsto nel contratto di agenzia al punto … , Lei dovrà consegnare immediatamente tutto quanto il materiale in suo possesso o disponibilità, nonché gli ordini da evadere, ed ogni altra forma di documentazione in Suo possesso relativa all'esercizio del Suo incarico. Le competenze di fine rapporto dovute in base al regolamento contrattuale ed esclusa ogni indennità di preavviso (art. 1751 c.c.) saranno regolarmente conteggiate e tempestivamente corrisposte. La … [Preponente] si riserva di tutelare nelle forme ritenute più opportune la propria posizione con riferimento al danno cagionato dalla sua condotta. Distinti saluti. Firma del preponente…… 1. Specificare puntualmente le circostanza che configurano un inadempimento talmente grave da non consentire la prosecuzione neppure temporanea del rapporto di agenzia. CommentoQuadro normativo Il contratto di agenzia è disciplinato dagli artt. 1742-1753 c.c. (Libro IV – delle obbligazioni – Capo X), come modificati dai d.lgs.10 settembre 1991, n. 303 e d.lgs.15 febbraio 1999, n. 65, con cui è stata recepita la Direttiva n. 86/653/CE del 18 dicembre 1986. Le norme del Codice civile sono, infatti, il punto di riferimento per la nozione e individuazione della fattispecie contrattuale (art. 1742 c.c.), del diritto di esclusiva (art. 1743 c.c.), del regime normativo in materia di potere di riscossione (art. 1744) e di rappresentanza (artt. 1745 e 1752 c.c.) dell'agente, degli obblighi (artt. 1746 e 1747 c.c.) e diritti (art. 1748 c.c.) dell'agente verso il preponente, degli obblighi di quest'ultimo nei confronti dell'agente (art. 1749 c.c.), della durata e recesso unilaterale con preavviso dal contratto (art. 1750 c.c.), dei casi e condizioni in cui spetta in via generale all'agente l'indennità di cessazione del rapporto (art. 1751 c.c.), del patto di non concorrenza (art. 1751-bis c.c.) e delle condizioni di applicabilità di tali norme agli agenti di assicurazione. Il rapporto di agenzia è anche regolato da normativa speciale. Tra questa va presa in considerazione la legge che prevede i requisiti richiesti per l'esercizio della professione di agente e i correlati obblighi di registrazione amministrativa (l. 3 maggio 1985, n. 204, come modificata dal d.lgs. 26 marzo 2010, n. 59 e d.m. 26 ottobre 2011) che regolano le modalità di iscrizione nel Registro delle Imprese e nel Repertorio delle notizie Economiche e Amministrative (c.d. REA) dei soggetti esercenti le attività di agente e rappresentante di commercio. Il quadro normativo di riferimento viene completato dalle norme che riguardano il trattamento previdenziale integrativo obbligatorio affidato all'Ente Nazionale di Assistenza per gli Agenti e i Rappresentanti di Commercio – Enasarco – istituito nel 1938 come Ente previdenziale e divenuto Fondazione a seguito di privatizzazione con il d.lgs. n. 509/1994. In particolare, hanno rilievo la l. 2 febbraio 1973, n. 12 che ha ridefinito la natura e i compiti dell'Ente in particolare riguardo al trattamento pensionistico integrativo, stabilendone la natura obbligatoria per legge dello Stato, e, soprattutto, il Regolamento delle Attività Istituzionali Enasarco che ha di fatto allineato la previdenza Enasarco al sistema della previdenza obbligatoria INPS (Regolamento Approvato con delibere del Consiglio di Amministrazione 22 dicembre 2010 n. 95 e 4 maggio 2011 n. 35 e con nota del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali n. 24/VI/0012674/MA004.A007/RAP-L-42 del 19 luglio 2011, di concerto con il Ministero dell'Economia e delle Finanze – G.U. 11 agosto 2011 N. 186 – e successive modifiche e integrazioni). Sebbene di rango secondario nell'ambito della gerarchia delle fonti ma di grande rilievo pratico se richiamati nell'ambito della disciplina contrattuale sono poi gli Accordi Economici Collettivi, in particolare quelli dei settori Commercio e Industria, comunemente applicati nei contratti di agenzia eseguiti sul territorio italiano (AEC Commercio 16 febbraio 2009 e AEC Industria 30 luglio 2014). Anche per gli Accordi Economici Collettivi regolanti il rapporto di agenzia valgono gli stessi criteri di applicabilità previsti per la contrattazione collettiva di diritto comune, ossia: - iscrizione di entrambi i soggetti alle associazioni stipulanti, applicazione espressa per rinvio all'interno del contratto individuale; - applicazione de facto di gran parte delle clausole, così da potersi desumere la volontà delle parti di regolare il loro rapporto sulla base delle norme dell'AEC di settore . La disciplina collettiva assume in alcuni casi – quando richiamata nel contratto – un ruolo rilevante per la regolamentazione di dettaglio di alcuni degli obblighi e dei diritti nascenti dal contratto. Si pensi, ad esempio, al diritto di esclusiva legato alla zona, ma anche alla possibilità di inserire una modifica unilaterale del mandato da parte dell'azienda, oppure, ancora alla regolamentazione di dettaglio relativa alle ipotesi di legittima sospensione (tutelata) del rapporto di lavoro prevista, invece, in modo del tutto generico dall'art. 1747 c.c. Recesso Il Codice civile fissa all'art. 1750 c.c. dei termini di preavviso minimi pari ad un mese per il primo anno di durata del contratto, due mesi per il secondo anno iniziato, tre mesi per il terzo anno iniziato, quattro mesi per il quarto iniziato, cinque mesi per il quinto anno iniziato e sei mesi per il sesto anno e tutti i successivi. Le parti possono prevedere anche termini di preavviso maggiori purché il preavviso a cui è tenuto il preponente non sia inferiore a quello che deve prestare l'agente. Gli AEC Commercio e Industria contengono specifiche disposizioni in ordine al preavviso che tengono conto non solo della durata del rapporto ma altresì della natura monomandataria o plurimandataria del contratto (cfr. art. 9 AEC Industria e art. 10 AEC Commercio). Il recesso c.d. per giusta causa, pur non essendo specificatamente previsto come tale all'interno del Codice, è desumibile dall'art. 1751, comma 2, c.c., che prevede che l'indennità di cessazione del rapporto non è dovuta quando il preponente risolve il contratto per un'inadempienza imputabile all'agente, la quale, per la sua gravità, non consenta la prosecuzione anche provvisoria del rapporto. La giurisprudenza, peraltro, è consolidata nel ritenere applicabile in via analogica al contratto di agenzia l'art. 2119 c.c. relativo al recesso per giusta causa nell'ambito del diverso rapporto di lavoro subordinato (Cass. n. 3595/2011; Trib. Torino 17 settembre 2012; Cass. n. 22285/2015; Trib. Udine, 12 agosto 2016). Ipotesi, quella prevista nell'art. 2119 c.c., più ampia di quella desumibile dall'art. 1751 c.c., riferita solo all'inadempienza grave del preponente, ma che, in concreto, tenuto anche conto dei complessivi obblighi di protezione del preponente incombenti sull'agente (art. 1746, comma 1, c.c.), non appare particolarmente rilevante. Il contratto di agenzia può, altresì, risolversi per l'operare di clausola risolutiva espressa ex art. 1456 c.c. Si può, infatti, prevedere all'interno del contratto apposita clausola ove vengono tipizzati una serie di inadempimenti con la conseguenza che, ove uno di questi si realizzi, il contratto si risolve di diritto, senza necessità del preponente di provare la rilevanza dell'inadempimento (Trib. Bari 4 febbraio 2014; Trib. Modena 13 marzo 2010). Affinché la clausola possa validamente esplicare i suoi effetti è necessario che il contenuto dell'obbligazione sottesa alla risoluzione sia determinato, l'inadempimento sia imputabile all'agente e il preponente dichiari espressamente di avvalersi della clausola risolutiva espressa. Sul punto occorre però precisare che, se da una parte l'operatività della clausola esclude l'obbligo di preavviso e il pagamento della relativa indennità, dall'altra non esclude automaticamente il pagamento dell'indennità ex art. 1751 c.c. La Cassazione ha, infatti, affermato che il giudice, al fine di escludere la corresponsione dell'indennità di cessazione del rapporto ex art. 1751 c.c., dovrà valutare se l'inadempimento previsto dalla clausola risolutiva espressa integri la giusta causa legittimante il recesso in tronco (Cass. n. 10934/2011). Per ulteriori approfondimenti in merito alla disciplina del Rapporto di Agenzia si veda il commento riportato sotto le formule del Contratto di agenzia. |