Assegnazione temporanea a mansioni superioriInquadramentoLa determinazione dell'esatto inquadramento del lavoratore richiede la puntuale analisi delle mansioni in concreto svolte dal prestatore di lavoro, le quali - individuando i compiti e le attività che il lavoratore deve eseguire in adempimento dell'obbligazione di lavoro - consentono l'attribuzione di una determinata qualifica e, in quadro ancor più ampio, di una categoria. In caso di assegnazione a mansioni superiori, il lavoratore, in forza del nuovo art. 2103 c.c., ha diritto al trattamento corrispondente all'attività svolta e l'assegnazione stessa diviene definitiva, salvo diversa volontà del lavoratore e ove la medesima non abbia avuto luogo per ragioni sostitutive di altro lavoratore in servizio, dopo il periodo fissato dai contratti collettivi o, in mancanza, dopo sei mesi continuativi (art. 2103, comma 7, c.c.). FormulaEgr. Sig./Gent.le Sig.ra .... .... .... OGGETTO: ASSEGNAZIONE TEMPORANEA A MANSIONI SUPERIORI [1] Facendo seguito ai colloqui intercorsi, siamo con la presente a comunicarLe che, a far data dal .... e per un periodo di ....mesi [2], Le verranno temporaneamente assegnate le mansioni superiori di .... [3]. Alla scadenza del detto periodo di .... mesi, la Sua assegnazione alle mansioni di .... cesserà automaticamente e Lei tornerà ad espletare le mansioni attualmente assegnateLe. Per il succitato periodo di assegnazione alle superiori mansioni, Le verrà corrisposto il trattamento economico corrispondente all'attività svolta, in conformità alle previsioni collettive, senza (oppure con) assorbimento del superminimo. Precisiamo sin da ora, ad ogni effetto, che l'eventuale espletamento, da parte Sua, delle suddette mansioni di .... oltre il termine previsto di ....mesi non sarà autorizzato dalla scrivente e dovrà quidi intendersi contrario alla volontà della nostra Società. Voglia sottoscrivere copia della presente per ricevuta e per integrale accettazione del suo contenuto. Distinti saluti. Luogo e data .... (Firma della Società) .... (Firma del Lavoratore/trice per ricevuta e accettazione) [1]La forma scritta non è necessaria, ma l'opportunità dell'indicazione scritta delle mansioni andrà valutata in relazione al singolo caso ed alla eventuale indicazione già contenuta nella lettera di assunzione, nel qual caso sarà opportuno rispettare la medesima forma. [2]L'assegnazione alle mansioni superiori non dovrà essere superiore a sei mesi continuativi. [3]Dovranno essere specificate le mansioni superiori temporaneamente assegnate. CommentoNel caso di assegnazione a mansioni superiori, il lavoratore ha diritto al trattamento corrispondente all'attività svolta e l'assegnazione stessa diviene definitiva, salvo diversa volontà del lavoratore e ove la medesima non abbia avuto luogo “per ragioni sostitutive di altro lavoratore in servizio”, dopo un periodo fissato dai CCNL o, in mancanza dopo sei mesi continuativi (art. 2103, comma 7, c.c.) – e non più tre mesi, come previsto dall'art. 2103 c.c., nella versione anteriore alle modifiche introdotte nel 2015. Ogni patto contrario è nullo, salve le ipotesi di cui ai commi 2 e 4 dell'art. 2103 c.c. e fermo quanto previsto dal comma 6 della medesima previsione codicistica (art. 2013, comma 9, c.c.). In base al nuovo art. 2103 c.c., viene innalzato il termine di 3 mesi, previsto per l'assegnazione definitiva dalla vecchia formulazione dell'art. 2103 c.c., all'epoca non estensibile ma solo riducibile da parte della contrattazione collettiva; tale più lungo termine viene stabilito dalla contrattazione collettiva o, in mancanza, (e dunque solo in via residuale), è fissato dallo stesso art. 2013 c.c. in 6 mesi (ed è esteso a tutte le categorie di lavoratori). Rispetto al passato, inoltre, detto termine viene ora inteso come “continuativo” (e non più risultante anche solo dalla sommatoria dei periodi, anche frazionati, di assegnazione alla mansione superiore). Ulteriore elemento di novità della disposizione codicistica in esame, rispetto alla sua formulazione anteriore alla modifica apportata dall'art. 3 del d.lgs. n. 81/2015, è rappresentato dalla facoltà di rifiuto del prestatore di lavoro, in precedenza non prevista. L'art. 2103 c.c. prevede ora, invero, che l'assegnazione diviene definitiva, “salvo diversa volontà del lavoratore”. Fermo quanto sopra in ordine al termine ed alla continuità dell'assegnazione a mansioni superiori, lo stesso art. 2103 c.c. precisa altresì che l'assegnazione diviene definitiva “ove la medesima non abbia avuto luogo per ragioni sostitutive di altro lavoratore in servizio” (e non quindi assente con diritto alla conservazione del posto di lavoro; si veda il commento alla formula “Assegnazione temporanea a mansioni superiori per ragioni sostitutive di altro lavoratore in servizio”). Agli effetti del diritto all'acquisizione alla qualifica superiore, la Suprema Corte ha da tempo chiarito, pur pronunciandosi nel vigore della precedente formulazione dell'art. 2013 c.c., che “condizione essenziale è che l'assegnazione alle più elevate mansioni, intervenuta per il tempo previsto dalla legge o dal contratto collettivo, sia stata piena, nel senso che abbia comportato l'assunzione della responsabilità diretta e l'esercizio dell'autonomia e della iniziativa proprie della corrispondente qualifica rivendicata, e sia stata effettuata in ordine a posto vacante, rispetto al quale non vi era il diritto alla conservazione del posto stesso da parte di altro lavoratore” (Cass. n. 16231/2012). Più di recente, il medesimo principio è stato ribadito anche dalla giurispurudenza di merito. In particolare, il Tribunale di Roma ha statuito che “Agli effetti della tutela apprestata dall'art. 2103 c.c. – che attribuisce al lavoratore, utilizzato per un certo periodo di tempo da parte del datore di lavoro in compiti diversi e maggiormente qualificanti rispetto a quelli propri della categoria di appartenenza, il diritto non solo al trattamento economico previsto per l'attività in concreto svolta ma anche all'assegnazione definitiva alla qualifica superiore – condizione essenziale è che l'assegnazione alle più elevate mansioni sia stata piena, nel senso che abbia comportato l'assunzione della responsabilità diretta e l'esercizio dell'autonomia e della iniziativa proprie della corrispondente qualifica rivendicata, coerentemente con le mansioni contrattualmente previste in via esemplificativa nelle declaratorie dei singoli inquadramenti, cui vanno poi raffrontate le funzioni in concreto espletate dal lavoratore interessato: può considerarsi svolgimento di mansioni superiori soltanto l'attribuzione in maniera prevalente, sotto il profilo qualitativo, quantitativo e temporale, dei compiti di dette mansioni, per cui a tal fine il giudice di merito deve procedere a una penetrante ricognizione di tutto il contenuto delle mansioni svolte e all'esame delle declaratorie generali delle categorie di inquadramento coinvolte nella controversia e dei profili professionali pertinenti” (Trib. Roma, n. 10571/2016). E ancora: “Ove il lavoratore rivendichi in giudizio la qualifica superiore ex art. 2103 c.c., il giudice del merito deve svolgere un procedimento logico-giuridico che comporta l'accertamento in fatto delle mansioni concretamente svolte dal lavoratore, l'individuazione della categoria e dei livelli funzionali nei quali questa si articola ed il raffronto tra il risultato della prima indagine e le declaratorie che, nei testi contrattuali, definiscono i singoli livelli; deve altresì verificare che l'assegnazione del lavoratore a mansioni superiori abbia comportato anche l'assunzione della relativa responsabilità e l'autonomia propria della qualifica rivendicata” (Trib. Pescara, 31 maggio 2016, n. 526 e anche Trib. L'Aquila, 27 maggio 2015, n. 180). |