Lettera di contestazione disciplinare (con recidiva)InquadramentoIl datore di lavoro è titolare, tra l'altro, del potere disciplinare. Tale potere può essere esercitato a fronte di violazioni, da parte del lavoratore, di obbligazioni di fonte legale e/o contrattuale sul medesimo incombenti e nel rispetto di una specifica procedura, che prevede l'elevazione di una contestazione disciplinare, la concessione di un termine a difesa in favore del prestatore di lavoro e l'eventuale irrogazione di una sanzione disciplinare, proporzionata all'infrazione commessa, avente natura conservativa o addirittura, nei casi più gravi, espulsiva. FormulaRACCOMANDATA A/R Egr. Sig./Gent.le Sig.ra (oppure A mani) .... .... .... OGGETTO: LETTERA DI CONTESTAZIONE DISCIPLINARE AI SENSI DELL'ART. 7 LEGGE N. 300/70. Con la presente, ai sensi e per gli effetti dell'art. 7 della l. n. 300/1970 e delle previsioni collettive (eventuale: ed aziendali), Le contestiamo i fatti di seguito descritti. .... [1] La condotta sopra descritta integra, ai sensi della vigente normativa di legge e di contratto, una violazione di .... [2]. Le comunichiamo che a nostro avviso il comportamento da Lei tenuto intergra un'ipotesi di recidiva e reitera quanto già avvenuto in data ....; a fronte di tale procedimento disciplinare Le è già stata inflitta il .... la sanzione della .... Rispetto a quanto sopra, Lei potrà farci pervenire Sue giustificazioni scritte od orali entro e non oltre cinque giorni dal ricevimento della presente; La invitiamo a voler indirizzare le Sue eventuali deduzioni scritte alla Direzione del Personale della scrivente, all'attenzione di .... Distinti saluti. Luogo e data .... (Firma della Società) .... [1]Devono essere descritti in maniera dettagliata i fatti oggetto della contestazione. [2]Indicare le inadempienze che vengono contestate al lavoratore. CommentoCome precisato in giurisprudenza, commette recidiva il lavoratore che, nell'arco di un biennio, reiteri comportamenti che hanno dato luogo a provvedimento disciplinare; la recidiva o comunque i precedenti disciplinari che la integrano deve formare oggetto di preventiva contestazione al lavoratore, a pena di nullità della sanzione (Trib. Varese, 16 aprile 2013). Per espressa previsione di legge non può tenersi conto ad alcun effetto delle sanzioni disciplinari decorsi due anni dalla loro applicazione (art. 7, comma 8, l. n. 300/1970; si veda Cass. n. 14555/2000). Ai fini disciplinari, la recidiva, per sua stessa natura, presuppone non solo che un fatto illecito sia posto in essere una seconda volta, ma che lo sia stato dopo che la precedente infrazione sia stata (quanto meno) contestata formalmente al medesimo lavoratore; ove tale contestazione per la precedente infrazione sia mancata, e non sia pertanto configurabile la recidiva, la reiterazione del comportamento, che si ha per effetto della mera ripetizione della condotta in sé considerata, non è irrilevante, incidendo comunque sulla gravità del comportamento posto in essere dal lavoratore, che, essendo ripetuto nel tempo, realizza una più intensa violazione degli obblighi del lavoratore e può, pertanto, essere comunque sanzionato in modo più grave (Cass. n. 22162/2009. Nella fattispecie, la Suprema Corte, nell'affermare il principio su esteso, ha confermato la sentenza impugnata, che, con riferimento ad esposizione infedele dell'orario di lavoro prestato fuori sede da parte del dipendente, aveva affermato la legittimità del recesso datoriale, intimato dopo una precedente sanzione conservativa, in relazione a diversi illeciti omogenei del lavoratore reiterati nel tempo, per i quali la contestazione datoriale era intervenuta solo dopo la loro ultimazione). Come chiarito ancora di recente dai giudici di legittimità, una volta esercitato validamente il potere disciplinare nei confronti del prestatore di lavoro in relazione a determinati fatti costituenti infrazioni disciplinari, il datore di lavoro non può esercitare una seconda volta, per quegli stessi fatti, ìl detto potere ormai consumato, essendogli consentito soltanto di tener conto delle sanzioni eventualmente applicate, entro il biennio, ai fini della recidiva (Cass. n. 17912/2016). In tema di sanzioni disciplinari, l'art. 7, comma 8, l. 20 maggio 1970 n. 300, esclude che si possa tener conto della recidiva quando questa sia elemento direttamente rilevante ai fini della sanzione da applicare successivamente, ma non ne impedisce la considerazione ai fini della valutazione, sotto il profilo soggettivo, del fatto addebitato, sicché sussiste l'interesse ad impugnare un provvedimento disciplinare, pur lontano nel tempo e mai applicato, produttivo di effetti negativi per il lavoratore, quale la mancata concessione di biglietti aerei omaggio (Cass. n. 12958/2008). |