Richiesta all'associazione sindacale di nulla osta al trasferimento del lavoratore dirigente sindacale (art. 22 l. n. 300/1970)InquadramentoIl datore di lavoro non può procedere al trasferimento del lavoratore che rivesta qualifica di dirigente sindacale se non ha richiesto previamente il nulla osta all'associazione sindacale di appartenenza. FormulaAi sensi dell'art. 22 della legge 20 maggio 1970, n. 300, la scrivente Società richiede il nulla-osta al trasferimento del sig. /della sig.ra ...., dirigente della rappresentanza sindacale aziendale [1] costituita presso la nostra Azienda nell'ambito di codesta associazione; al fine specifichiamo quanto segue: - unità produttiva di provenienza: ....; - unità produttiva di destinazione: ....; - ragioni giustificatrici del provvedimento: ....; - mansioni nella sede di provenienza: ....; - mansioni nella sede di destinazione: .... [2] Infine, la decorrenza del provvedimento è fissata alla data del .... .... [3] Luogo e data .... Il datore di lavoro .... [1]Oppure indicare Rappresentanza sindacale unitaria. [2]Completare la lettera con tutte le informazioni richieste. [3]Indicare la data di decorrenza del provvedimento di trasferimento che si intende attuare. CommentoParticolari cautele assistono il trasferimento della sede di lavoro del dirigente sindacale che deve essere preceduto dal rilascio di nulla osta sindacale. Il nulla osta costituisce, pertanto, una condizione sospensiva di efficacia del provvedimento (Cass. n. 3875/1975); devono essere inoltre rispettate le prescrizioni di cui all'art. 2013 c.c. in tema di trasferimento dei lavoratori. Occorre a tale proposito evidenziare che ne beneficiano: - i dirigenti delle rappresentanze sindacali aziendali, - i dirigenti delle rappresentanze sindacali unitarie, - i candidati e membri di commissione interna. Nei limiti temporali individuati dal comma 2, art. 22 l. n. 300/1970- Stat. lav., le disposizioni sul trasferimento si applicano sino alla fine del terzo mese successivo a quello in cui è stata eletta la commissione interna per i candidati nelle elezioni della commissione stessa e sino alla fine dell'anno successivo a quello in cui è cessato l'incarico per tutti gli altri. Inoltre, sul punto la giurisprudenza ha affermato che, a prescindere dalla qualifica formalmente rivestita, la tutela di cui all'art. 22 St. Lav. si applica a coloro che assumono la responsabilità dell'organizzazione e conduzione delle rappresentanze sindacali aziendali ed ai componenti delle rappresentanze sindacali unitarie (Cass. n. 1684/2003; Cass. n. 7386/1991; Cass. n. 480/1989; Cass. n. 1821/1986). E inoltre deve ritenersi che rientri nell'ambito applicativo dell'articolo 22 ogni tipo di allontanamento dalla sede lavorativa che, per determinare un distacco, completo e di apprezzabile durata, dal luogo di svolgimento dell'abituale attività sindacale, sia suscettibile di produrre una lesione (anche potenziale) all'azione del rappresentante sindacale, equiparabile in termini fattuali – in ragione cioè dell'interesse leso – al trasferimento (Cass. n. 1684/2003). Il datore di lavoro che intenda trasferire il lavoratore che rivesta la qualifica di dirigente sindacale deve, giusto quanto previsto dall'att. 22, l. 20 maggio 1970, n. 300, procedere sulla base di un nulla osta discrezionale (non soggetto a sindacato giurisdizionale di merito) che viene rilasciato dell'associazione sindacale di appartenenza del singolo dirigente interessato. La normativa in materia si limita ai passaggi evidenziati, ma va tuttavia sottolineato che manca in particolare una norma che precisi un limite numerico dei soggetti tutelati dalla disposizione in esame. Infine, laddove si ravvisi violazione dell'art. 22 St. Lav., il lavoratore potrà agire ex art. 414 c.c. o ex art. 700 c.p.c.; senza trascurare che l'atto di trasferimento possa essere ritenuto afflitto da carattere discriminatorio (art. 15 St. Lav.). La condotta datoriale potrebbe essere ritenuta anche connotata da antisindacalità e dunque la stessa organizzazione sindacale potrebbe azionare l'art. 28 St. Lav. |