Richiesta al lavoratore di effettuare prestazioni di lavoro nel giorno del riposo settimanale (art. 9 d.lgs. n. 66/2003)

Paola Salazar

Inquadramento

Il datore di lavoro può chiedere al lavoratore la prestazione lavorativa nella giornata in cui è previsto il riposo in caso di esigenze eccezionali legate all'attività.

Formula

Con la presente Le richiediamo, in ragione di esigenze aziendali eccezionali, di eseguire la Sua prestazione di lavoro nella giornata di ...., dalle .... alle ...., nella quale avrebbe dovuto godere del riposo settimanale.

Il trattamento economico sarà corrisposto secondo quanto previsto dal CCNL applicato e godrà del riposo compensativo il giorno ....

.

Luogo e data ....

Il datore di lavoro ....

Commento

L'orario di lavoro deve essere distribuito nell'arco della settimana in modo tale che il lavoratore possa fruire di un giorno di riposo secondo le modalità previste dalla disciplina legale e contrattuale. Il diritto al riposo settimanale è costituzionalmente garantito ed è irrinunciabile (art. 36 Cost.).

Secondo poi quanto previsto dal d.lgs. n. 66 del 2003 (art. 9) il lavoratore ha diritto ogni sette giorni a un periodo di riposo di almeno ventiquattro ore consecutive, di regola in coincidenza con la domenica, da cumulare con le ore di riposo giornaliero (di cui all'articolo 7 del medesimo decreto legislativo). Il suddetto periodo di riposo consecutivo è calcolato come media in un periodo non superiore a 14 giorni. La media costituisce criterio di calcolo dei due riposi settimanali di almeno 24 ore da usufruire nell'arco temporale di 14 giorni (nota Min. Lavoro 14 dicembre 2009, n. 19428).

Da registrare che vi sono eccezioni alla predetta disposizione nei casi di a) attività di lavoro a turni ogni volta che il lavoratore cambi turno o squadra e non possa usufruire, tra la fine del servizio di un turno o di una squadra e l'inizio del successivo, di periodi di riposo giornaliero o settimanale; b) attività caratterizzate da periodi di lavoro frazionati durante la giornata; c) personale che lavora nel settore dei trasporti ferroviari: le attività discontinue; il servizio prestato a bordo dei treni; le attività connesse con gli orari del trasporto ferroviario che assicurano la continuità e la regolarità del traffico ferroviario; infine, i contratti collettivi possono stabilire previsioni diverse, nel rispetto delle condizioni previste dalla legge (art. 17, comma 4, d.lgs. n. 66 cit.).

La stessa legge prevede che il riposo di ventiquattro ore consecutive possa essere fissato in un giorno diverso dalla domenica e può essere attuato mediante turni per il personale interessato a modelli tecnico-organizzativi di turnazione particolare ovvero addetto alle attività aventi le seguenti caratteristiche: a) operazioni industriali per le quali si abbia l'uso di forni a combustione o a energia elettrica per l'esercizio di processi caratterizzati dalla continuità della combustione ed operazioni collegate, nonché attività industriali ad alto assorbimento di energia elettrica ed operazioni collegate; b) attività industriali il cui processo richieda, in tutto o in parte, lo svolgimento continuativo per ragioni tecniche; c) industrie stagionali per le quali si abbiano ragioni di urgenza riguardo alla materia prima o al prodotto dal punto di vista del loro deterioramento e della loro utilizzazione, comprese le industrie che trattano materie prime di facile deperimento ed il cui periodo di lavorazione si svolge in non più di 3 mesi all'anno, ovvero quando nella stessa azienda e con lo stesso personale si compiano alcune delle suddette attività con un decorso complessivo di lavorazione superiore a 3 mesi; d) i servizi ed attività il cui funzionamento domenicale corrisponda ad esigenze tecniche ovvero soddisfi interessi rilevanti della collettività ovvero sia di pubblica utilità; e) attività che richiedano l'impiego di impianti e macchinari ad alta intensità di capitali o ad alta tecnologia; f) attività di cui all'articolo 7 della l. 22 febbraio 1934, n. 370 (legge recante norme sul riposo settimanale e domenicale; g) attività indicate agli articoli 11,12 e 13 del d.lgs. 31 marzo 1998, n. 114, e di cui all'articolo 3 della l. 24 ottobre 2000, n. 323.

Sono, infine, fatte salve le disposizioni speciali che consentono la fruizione del riposo settimanale in giorno diverso dalla domenica, nonché le deroghe previste dalla citata legge 22 febbraio 1934, n. 370. In materia di riposo settimanale, il rinvio alle deroghe previste dalla l. n 370 (che individua, a titolo di esempio, deroghe per il personale degli alberghi, per gli addetti ai pubblici spettacoli etc.) è da intendersi limitato alle disposizioni che ne consentono la fruizione in un giorno diverso dalla domenica ed a quelle che prevedono particolari modalità di fruizione del riposo stesso, fermo restando il diritto al godimento del riposo settimanale per 24 ore consecutive, da sommarsi a quello giornaliero (Cass. n. 16901/2016). La fruizione in giorno diverso dalla domenica comunque deve prevedere la possibilità per il datore di lavoro di godere di un riposo compensativo equivalente (Cass. n. 15995/2016; diversamente, in caso di mancata concessione del riposo compensativo, il lavoratore potrebbe agire per risarcimento del danno – usura psicofisica – per il mancato riposo settimanale, così Cass. n. 5207/2003).

Ricorda a tale proposito il Ministero del lavoro che l'individuazione di un giorno di riposo settimanale diverso dalla domenica non deve contrastare con il principio della periodicità del riposo stesso e sottolinea la differenza fra il riposo settimanale – volto alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e dell'ambiente di lavoro in generale – ed il diritto di astensione dalla prestazione lavorativa nei giorni previsti come festività. In questi casi, deve escludersi che il suddetto diritto possa essere posto nel nulla unilateralmente dal datore di lavoro, essendo la relativa rinunciabilità rimessa esclusivamente all'accordo tra datore di lavoro e lavoratore (cfr. Cass. n. 16634/2005), accordo che – si ritiene – può essere raggiunto anche in sede di contrattazione collettiva (Interpello Min. lavoro n. 60 del 10 luglio 2009).

Con decreto ministeriale sono individuate e, nel tempo, aggiornate, ulteriori attività con le caratteristiche di cui sopra (cfr. d.m. 4 dicembre 2003 e d.m. 7 ottobre 2004).

Per quanto concerne i minori deve essere comunque assicurato un periodo di riposo di almeno 2 giorni, se possibile consecutivi e comprendente la domenica (art. 22, l. n. 977/1967).

Il mancato rispetto della normativa sul riposo settimanale può comportare l'applicazione di sanzioni a carattere economico (art. 18-bis, d.lgs. n. 66/2013): si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 200 a 1.500 Euro. Se la violazione si riferisce a più di cinque lavoratori ovvero si è verificata in almeno tre periodi di riferimento, la sanzione amministrativa è da 800 a 3.000 Euro. Se la violazione si riferisce a più di dieci lavoratori ovvero si è verificata in almeno cinque periodi di riferimento di cui all'articolo 4, commi 3 o 4, la sanzione amministrativa è da 2.000 a 10.000 Euro e non è ammesso il pagamento della sanzione in misura ridotta.

Il Ministero del lavoro (nota del 2009 cit.) invita i propri ispettori, in fase di ispezione, a verificare, prima di irrogare la sanzione, l'esistenza di eventuali deroghe alle norme sul riposo settimanale introdotte dalla contrattazione collettiva.

L'ispezione – come già sottolineato dalla Direttiva del Ministero del lavoro del 2008 deve considerare il quadro normativo accanto a quello collettivo, anche aziendale, al fine di procedere alla legittima contestazione delle mancanze riscontrate rispetto al regime giuridico vigente in azienda.

Il rispetto della disposizione sanzionatoria deve essere verificato a ritroso per verificare se, nei 13 giorni precedenti, il medesimo lavoratore abbia goduto almeno di un altro giorno di riposo e così via per l'intero arco temporale oggetto di verifica.

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