Comunicazione di voler beneficiare del congedo parentale (art. 32 d.lgs. n. 151/2001)InquadramentoEntrambi i genitori possono esercitare il diritto di astenersi dal lavoro - anche frazionatamente e/o su base oraria - per congedo parentale per ciascun figlio beneficiando altresì, a talune condizioni, anche di una tutela di carattere economico. FormulaCon la presente il/la sottoscritto/a ....dipendente da codesta Società comunica, ai sensi di quanto previsto dall'art. 32, d.lgs. n. 151/2001, di volere usufruire del congedo parentale, nei termini ivi previsti, a decorrere dal ....e fino al .... per il figlio nato il .... .Data e luogo .... Il lavoratore .... CommentoL'art. 32 d.lgs n. 151/2001 prevede a favore di entrambi i genitori lavoratori la possibilità di astensione – anche frazionata e/o su base oraria – dal lavoro per congedo parentale (ex maternità facoltativa) sia per figli biologici che adottati /in affidamento: • nei primi 12 anni di vita del bambino per periodi che non possono complessivamente eccedere il limite di 10 mesi, salvo il disposto del comma 2 dello stesso art. 32, il quale prevede che, qualora il padre lavoratore eserciti il diritto di astenersi dal lavoro per un periodo continuativo o frazionato non inferiore a tre mesi, il limite complessivo dei congedi parentali dei genitori è elevato a undici mesi. Nell'ambito del predetto limite, il diritto di astenersi dal lavoro compete: a) alla madre lavoratrice, trascorso il periodo di congedo di maternità obbligatorio, per un periodo continuativo o frazionato non superiore a sei mesi (art. 32, comma 1, lett. a) d.lgs. 26 marzo 2001, n. 151); b) al padre lavoratore, dalla nascita del figlio, per un periodo continuativo o frazionato non superiore a sei mesi, elevabile a sette nel caso di cui al comma 2 dell'art. 32 (art. 32, comma 1, lett. b) d.lgs. 26 marzo 2001, n. 151); c) ai sensi della lettera c) dell'art. 32, comma 1, d.lgs. 26 marzo 2001, n. 151, come modificato dall'art. 2, comma 2, d.lgs. 30 giugno 2022, n. 105, per un periodo continuativo o frazionato non superiore a undici mesi, qualora vi sia un solo genitore ovvero un genitore nei confronti del quale sia stato disposto, ai sensi dell'articolo 337-quater del Codice civile, l'affidamento esclusivo del figlio. In quest'ultimo caso, l'altro genitore perde il diritto al congedo non ancora utilizzato. A tal fine copia del provvedimento di affidamento è trasmessa, a cura del pubblico ministero, all'INPS. Salvo casi di oggettiva impossibilità, la legge (art. 32, comma 3, d.lgs. n. 151/2001) richiede al genitore di preavvisare il datore di lavoro secondo le modalità e i criteri definiti dai contratti collettivi e, comunque, con un termine di preavviso non inferiore a cinque giorni indicando l'inizio e la fine del periodo di congedo; così come deve essere inoltrata anche all'Inps per via telematica la richiesta di congedo prima dell'inizio dell'astensione, con allegata documentazione, ove richiesta dall'Istituto (fatti salvi i casi in cui l'Inps provvede direttamente al pagamento dell'indennità: operai agricoli a tempo determinato, lavoratori stagionali a termine, lavoratori dello spettacolo); diversamente, i giorni di congedo eventualmente fruiti non saranno indennizzati. Il congedo si intende “frazionato” quando tra un periodo e l'altro di assenza – anche di un solo giorno – viene effettuata una ripresa effettiva del lavoro. In tali casi all'inizio di ogni nuovo periodo di congedo deve essere avanzata una nuova domanda (anche) all'Inps (sulla frazionabilità del congedo v. Cass. n. 6856/2012). Non solo: la legge prevede altresì la possibilità che il congedo sia goduto su base oraria. Infatti, si prevede che la contrattazione collettiva di settore possa stabilire le modalità di fruizione del congedo su base oraria, nonché i criteri di calcolo della base oraria e l'equiparazione di un determinato monte ore alla singola giornata lavorativa lavorativa (art. 32, comma 1-bis, d.lgs. n. 151/2001). In caso di mancata regolamentazione, da parte della contrattazione collettiva, anche di livello aziendale, delle modalità di fruizione del congedo parentale su base oraria, ciascun genitore può scegliere tra la fruizione giornaliera e quella oraria. La fruizione su base oraria è consentita in misura pari alla metà dell'orario medio giornaliero del periodo di paga quadrisettimanale o mensile immediatamente precedente a quello nel corso del quale ha inizio il congedo parentale lavorativa (art. 32, comma 1-bis, d.lgs. n. 151/2001). Il lavoratore che intenda utilizzare i permessi su base oraria deve osservare un preavviso nei confronti del datore di lavoro di due giorni (art. 32, comma 3, d.lgs. n. 151/2001). Il congedo parentale, laddove ricorrono le condizioni stabilite dall'art. 33 l. n. 104/1992, può essere temporalmente esteso se il figlio è portatore di handicap. Ai sensi dell'art. 34 del d.lgs. n. 151/2001, come modificato dall'art. 2, comma 2, d.lgs. n. 105/2022, per i periodi di congedo parentale spetta, fino al dodicesimo anno di vita del figlio, a ciascun genitore lavoratore per tre mesi, non trasferibili, un'indennità pari al 30% della retribuzione. I genitori hanno altresì diritto, in alternativa tra loro, ad un ulteriore periodo di congedo della durata complessiva di tre mesi, per i quali spetta un'indennità pari al 30% della retribuzione. Nel caso vi sia un solo genitore, allo stesso spetta un'indennità pari al 30% della retribuzione per un periodo massimo di nove mesi. Qualora sia stato disposto, ai sensi dell'articolo 337-quater del Codice civile, l'affidamento esclusivo del figlio ad un solo genitore, a quest'ultimo spetta in via esclusiva anche la fruizione del congedo indennizzato riconosciuto complessivamente alla coppia genitoriale. L'indennità è calcolata secondo quanto previsto all'articolo 23 del d.lgs. n. 151/2001. Per tutto il periodo di prolungamento del congedo di cui all'art. 33 è dovuta alle lavoratrici e ai lavoratori un'indennità pari al 30% della retribuzione. Per i periodi di congedo parentale di cui all'art. 32 ulteriori rispetto a quanto previsto ai commi 1 e 2 è dovuta, fino al dodicesimo anno di vita del bambino, un'indennità pari al 30% della retribuzione, a condizione che il reddito individuale dell'interessato sia inferiore a 2,5 volte l'importo del trattamento minimo di pensione a carico dell'assicurazione generale obbligatoria. Il reddito è determinato secondo i criteri previsti in materia di limiti reddituali per l'integrazione al minimo. I periodi di congedo parentale sono computati nell'anzianità di servizio e non comportano riduzione di ferie, riposi, tredicesima mensilità o gratifica natalizia, ad eccezione degli emolumenti accessori connessi all'effettiva presenza in servizio, salvo quanto diversamente previsto dalla contrattazione collettiva. Durante il periodo di congedo, il lavoratore e il datore di lavoro concordano, ove necessario, adeguate misure di ripresa dell'attività lavorativa, tenendo conto di quanto eventualmente previsto dalla contrattazione collettiva. ll d.lgs n. 105/2022 ha ampliato l'arco temporale di fruizione del congedo parentale da 3 fino ai 12 anni di vita o dall'ingresso in famiglia del minore in caso di adozione/affidamento preadottivo. Inoltre, ha riconosciuto a ciascun genitore il diritto a 3 mesi di congedo parentale indennizzato, non trasferibili all'altro genitore, e a entrambi i genitori il diritto a ulteriori 3 mesi indennizzati, in alternativa tra loro, per un periodo complessivo di coppia di massimo 9 mesi. Lo stesso decreto ha altresì modificato l'art. 68 del d.lgs. n. 151/2001 riconoscendo per la prima volta anche ai padri lavoratori autonomi il diritto al congedo parentale. Si vedano la Circolare INPS n. 122 del 27 ottobre 2022 e il messaggio INPS n. n° 4265 del 25 novembre 2022. Emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covi-19 In considerazione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, sono state previste specifiche misure. Più in dettaglio, con il d.l. n. 18/2020 (artt. 23,24,25), come modificato dalla l. di conv. n. 27/2020 e dal cd. “Decreto Rilancio” (d.l. n. 34/2020), convertito con modificazioni nella l. n. 77/2020, sono state previste le seguenti tipologie di congedi: a) congedo straordinario indennizzato al 50% per genitori con figli con età non superiore a 12 anni; b) congedo straordinario indennizzato al 50% per genitori con figli con disabilità tutelata dalla l. n. 104/1992; c) congedo straordinario senza indennizzo per i genitori con figli di età compresa tra i 12 e i 16 anni (fino al 18 maggio 2020); d) congedo straordinario senza indennizzo per i genitori con figli di età fino ai 16 anni (dal 19 maggio 2020); e) estensione dei giorni di permesso ex l. n. 104/1992. Quando al congedo sub a), si precisa che, a decorrere dal 5 marzo 2020 e fino al 31 agosto 2020, è stato riconosciuto ai genitori lavoratori dipendenti del settore privato di figli di età non superiore a 12 anni (il congedo è stato concesso anche per i figli adottivi, in caso di affidamento e collocamento temporaneo) il diritto ad un congedo straordinario non superiore a 30 giorni, da poter usufruire in modo frazionato o continuativo, alternativamente da uno solo dei genitori per nucleo familiare, a condizione che: • non sia stato richiesto il bonus alternativo per i servizi di baby-sitting; • nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell'attività lavorativa; • non vi sia altro genitore disoccupato o non lavoratore. Tali condizioni dovevano essere autocertificate dal richiedente al momento della presentazione telematica della domanda. Il datore di lavoro era obbligato a concedere detto congedo nel rispetto delle condizioni di legge. Con la Circ. n. 45/2020 l'INPS ha precisato che la possibilità di fruire del congedo COVID-19 è riconosciuta anche nei casi in cui la tutela del congedo parentale non sia più fruibile (art. 32 del citato d.lgs n. 151/2001). Con la stessa circolare, l'Ente previdenziale ha inoltre chiarito che: “Il computo delle giornate ed il pagamento dell'indennità avviene con le stesse modalità previste per il pagamento del congedo parentale. La frazionabilità del periodo è consentita solo a giornate intere e non in modalità oraria”. Eventuali periodi di congedo parentale fruiti dai genitori durante il periodo di sospensione sono convertiti nel congedo straordinario sopra indicato con diritto all'indennità del 50% e non sono computati né saranno indennizzati a titolo di congedo parentale con l'indennizzo del 30%. Detti periodi sono coperti da contribuzione figurativa. Quanto al congedo sub b), sempre a decorrere dal 5 marzo 2020 e fino al termine della sospensione dei servizi educativi e scolastici, è stato previsto il diritto per i genitori (anche affidatari) lavoratori dipendenti del settore privato di figli con disabilità in situazione di gravità accertata (l. n. 104/1992), iscritti a scuole di ogni ordine e grado o ospitati in centri diurni a carattere assistenziale, a prescindere dall'età, ad un congedo straordinario non superiore a 30 giorni da poter usufruire in modo frazionato o continuativo. Il datore di lavoro è obbligato a concedere il congedo in caso di richiesta, nel rispetto delle condizioni previste dalla legge. La fruibilità di detto congedo (cumulabile con l'ulteriore agevolazione dell'estensione della durata dei permessi retribuiti ex l. n. 104/1992, di cui all'art. 24d.l. n. 18/2020) è stata riconosciuta ad entrambi i genitori alternativamente, per un totale complessivo di 30 giorni, a condizione che: • nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell'attività lavorativa; • non vi sia altro genitore disoccupato o non lavoratore; • sia accertata la disabilità in situazione di gravità del figlio ai sensi dell'art. 4, comma 1, l. n. 104/1992; • il figlio sia iscritto a scuole di ogni ordine grado o in centri diurni a carattere assistenziale; • nel nucleo familiare non vi sia altro genitore che fruisca contemporaneamente di congedo COVID-19; • non sia stata trasmessa richiesta del bonus alternativo per i servizi di baby-sitting. L'Inps provvede ad indennizzare detto congedo mediante la corresponsione di una indennità pari al 50% della retribuzione, calcolata secondo le modalità del calcolo di indennizzo del congedo parentale (artt. 23 - 34 d.lgs. n. 151/2001). Anche in questo caso eventuali periodi di congedo parentale fruiti dai genitori durante il periodo di sospensione, sono convertiti nel congedo straordinario sopra indicato con diritto all'indennità del 50% e non saranno computati né saranno indennizzati a titolo di congedo parentale con l'indennizzo del 30%. Ai fini previdenziali i suddetti periodi sono coperti da contribuzione figurativa. Quanto al congedo sub c), ai genitori lavoratori dipendenti del settore privato con figli minori, di età compresa tra i 12 e i 16 anni (compiuti), è stato riconosciuto il diritto di astenersi dal lavoro per il periodo di sospensione dei servizi educativi per l'infanzia e delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, senza corresponsione di indennità né riconoscimento di contribuzione figurativa, con divieto di licenziamento e diritto alla conservazione del posto di lavoro. Il datore di lavoro è obbligato a concedere detto congedo, nel rispetto delle condizioni previste dalla legge. In considerazione dell'assenza di qualsivoglia indennità in favore dei lavoratori, la richiesta deve essere effettuata al solo datore di lavoro. Il congedo è fruibile anche da genitori affidatari. Il congedo è concesso a condizione che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore: • beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell'attività lavorativa; • non lavoratore. Con riguardo al congedo di cui alla lettera d) che precede, si precisa che a decorrere dal 19 maggio 2020, è stato previsto in favore dei genitori lavoratori dipendenti del settore privato con figli minori di età fino a 16 anni il diritto di astenersi dal lavoro per il periodo di sospensione dei servizi educativi per l'infanzia e delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, senza corresponsione di indennità né riconoscimento di contribuzione figurativa, con divieto di licenziamento e diritto alla conservazione del posto di lavoro. Il datore di lavoro è obbligato a concedere il congedo, nel rispetto di tutte le condizioni previste dalla legge. Anche in questo caso la richiesta è effettuata direttamente al solo datore di lavoro. Il congedo è fruibile anche da genitori affidatari. Il congedo è concesso a condizione che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore: • beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell'attività lavorativa; • non lavoratore. Come precisato dall'INPS con i messaggi n. 1281/2020 e 1416/2020: • i genitori che hanno già fatto richiesta e, alla data del 5 marzo, hanno già in corso un periodo di congedo parentale “ordinario” non devono presentare una nuova domanda. I giorni di congedo parentale saranno convertiti d'ufficio dall'INPS nel congedo di cui trattasi; • i genitori di figli con handicap in situazione di gravità che hanno già fatto richiesta e, alla data del 5 marzo, hanno già in corso di fruizione periodi di prolungamento del congedo parentale di cui all'art 33 d.lgs. n. 151/2001, non devono presentare domanda. Detti periodi sono convertiti nel congedo COVID-19 con diritto alla relativa indennità; • i genitori non fruitori, che intendono usufruire del nuovo Congedo COVID-19 e che hanno i requisiti di accesso ai congedi parentali “ordinari”, possono presentare domanda al proprio datore di lavoro ed all'INPS, utilizzando la procedura di domanda di congedo parentale già in uso; • i genitori di figli maggiori di 12 anni portatori di handicap grave, che non abbiano in corso di fruizione un prolungamento del congedo parentale, possono già usufruire del congedo COVID-19, ma dovranno presentare apposita domanda e nel caso in cui la fruizione fosse precedente alla data della domanda medesima, potranno farlo anche con data retroattiva, decorrente al massimo dal 5 marzo 2020, utilizzando la procedura telematica di congedo parentale, che sarà disponibile entro la fine del corrente mese di marzo, al termine degli adeguamenti in corso di ultimazione; • i genitori con figli di età compresa tra i 12 e i 16 anni, devono presentare domanda di congedo COVID-19 unicamente al proprio datore di lavoro e non all'INPS. Per quanto concerne l'estensione giorni di permesso ex L. n. 104/92, il numero di giorni di permesso mensile retribuito ex art. 33, comma 3 l. n. 104/1992 è stato incrementato di 12 giornate usufruibili nei mesi di marzo e aprile 2020 (art. 24 d.l. n. 18/2020) e di ulteriori 12 giornate complessive per i mesi di maggio e giugno (art. 73 d.l. n. 34/2020). Potranno usufruire delle predette ulteriori giornate anche i lavoratori che usufruiscono dei permessi giornalieri per assistere persona in situazione di handicap grave, residente in comune situato a distanza stradale superiore a 150 chilometri rispetto a quello di residenza del lavoratore, purché attestino con titolo di viaggio, o altra documentazione idonea, il raggiungimento del luogo di residenza dell'assistito. Tale disposizione, tuttavia, dovrà essere applicata nel rispetto dei divieti previsti dai Dpcm per evitare il contagio da COVID-19. Il Ministero del lavoro con circolare esplicativa del 24 marzo 2020 ha precisato che, possono usufruire di tali ulteriori permessi: • Genitori di figli con disabilità grave non ricoverati a tempo pieno; • Coniuge, parenti e affini entro il 2° grado di persone con disabilità grave (ovvero entro il terzo grado qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i sessantacinque anni di età oppure siano anche essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti), non ricoverati a tempo pieno; • Lavoratori con disabilità grave. L'INPS, con circolare 45/2020 è stato precisato che l'estensione dei permessi riguarda anche i lavoratori con handicap grave fruitori per sé stessi dei 3 giorni di premesso. Il predetto beneficio è riconosciuto al personale sanitario compatibilmente con le esigenze organizzative delle aziende ed enti del Servizio sanitario nazionale impegnati nell'emergenza COVID-19 e del comparto sanità. Le 12 giornate devono essere fruite entro il mese di aprile 2020, possono essere convertite in ore. Qualora il lavoratore dovesse assistere più persone con handicap grave le predette giornate aggiuntive sono da moltiplicare (Min. Lav. nota del 24 marzo 2020; Circ. INPS n. 45/2020). Ai sensi dell'art. 21-bis del d.l. n. 104/2020, inserito dalla legge di conversione n. 126/2020 e successivamente modificato dall'art. 22 del d.l. 28 ottobre 2020, n. 137: - u n genitore lavoratore dipendente può svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile per tutto o parte del periodo corrispondente alla durata della quarantena del figlio convivente, minore di anni sedici disposta dal dipartimento di prevenzione della azienda sanitaria locale (ASL) territorialmente competente a seguito di contatto verificatosi all'interno del plesso scolastico, nonché nell'ambito dello svolgimento di attività sportive di base, attività motoria in strutture quali palestre, piscine, centri sportivi, circoli sportivi, sia pubblici che privati, nonché nel caso in cui sia stata disposta la sospensione dell'attività didattica in presenza del figlio convivente minore di anni sedici (art. 21-bis, comma 1); - è altresì possibile svolgere la prestazione di lavoro agile se il contatto si è verificato all'interno di strutture regolarmente frequentate per seguire lezioni musicali e linguistiche (art. 21-bis, comma 2); - n elle sole ipotesi in cui la prestazione lavorativa non possa essere svolta in modalità agile e comunque in alternativa alla misura di cui ai commi 1 e 2, uno dei genitori, alternativamente all'altro, può astenersi dal lavoro per tutto o parte del periodo corrispondente alla durata della quarantena del figlio, minore di anni quattordici, disposta dal dipartimento di prevenzione della ASL territorialmente competente a seguito di contatto verificatosi all'interno del plesso scolastico, nonché nel caso in cui sia stata disposta la sospensione dell'attività didattica in presenza del figlio convivente minore di anni quattordici. In caso di figli di età compresa fra 14 e 16 anni, i genitori hanno diritto di astenersi dal lavoro senza corresponsione di retribuzione o indennità né riconoscimento di contribuzione figurativa, con divieto di licenziamento e diritto alla conservazione del posto di lavoro (art. 21-bis, comma 3), in tal caso, per i periodi di congedo fruiti ai sensi del comma 3 è riconosciuta un'indennità pari al 50 per cento della retribuzione (art. 21-bis, comma 5). Ai sensi del comma 5 dell'art. 21-bis., p er i giorni in cui un genitore fruisce di una delle misure di cui ai commi 1, 2 o 3, o svolge anche ad altro titolo l'attività di lavoro in modalità agile o comunque non svolge alcuna attività lavorativa, l'altro genitore non può chiedere di fruire di alcuna delle predette misure, salvo che non sia genitore anche di altri figli minori di anni quattordici avuti da altri soggetti che non stiano fruendo di una delle misure di cui ai commi 1, 2 o 3. Il beneficio in parola può essere riconosciuto, ai sensi del comma 7, per periodi in ogni caso compresi entro il 31 dicembre 2020 (art. 21-bis, comma 6). [Agg. 04/12/2020]: Si vedano anche gli artt. 13 e 14 del d.l. 9 novembre 2020, n. 149. Il d.l. 13 marzo 2021, n. 30, all'art. 2, comma 1, prevede che il genitore di figlio convivente minore di anni sedici, lavoratore dipendente, alternativamente all'altro genitore, può svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile per un periodo corrispondente in tutto o in parte alla durata della sospensione dell'attività didattica in presenza del figlio, alla durata dell'infezione da SARS Covid-19 del figlio, nonché alla durata della quarantena del figlio disposta dal Dipartimento di prevenzione della azienda sanitaria locale (ASL) territorialmente competente a seguito di contatto ovunque avvenuto. Il d.l. 13 marzo 2021, n. 30, all'art. 2, comma 1, conv. in l.n. 6 maggio 2021, n, 61, prevede che il lavoratore dipendente genitore di figlio minore di anni sedici, alternativamente all'altro genitore, può svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile per un periodo corrispondente in tutto o in parte alla durata della sospensione dell'attività didattica o educativa in presenza del figlio, alla durata dell'infezione da SARS-CoV-2 del figlio, nonché alla durata della quarantena del figlio disposta dal Dipartimento di prevenzione della azienda sanitaria locale (ASL) territorialmente competente a seguito di contatto ovunque avvenuto. Il beneficio in questione è riconosciuto a entrambi i genitori di figli di ogni età con disabilità accertata ai sensi dell'articolo 3, commi 1 e 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, con disturbi specifici dell'apprendimento riconosciuti ai sensi della legge 8 ottobre 2010, n. 170, o con bisogni educativi speciali, in coerenza con quanto previsto dalla direttiva del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca 27 dicembre 2012, in materia di strumenti d'intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica, in tutti i casi previsti dal comma l del presente articolo ovvero nel caso in cui i figli frequentino centri diurni a carattere assistenziale dei quali sia stata disposta la chiusura (comma 1-bis dell'art. 2 del c.l. n. 30/2021, introdotto dalla legge di conversione n. 61/2021). Ai sensi del successivo comma 2, nelle sole ipotesi in cui la prestazione lavorativa non possa essere svolta in modalità agile, il lavoratore dipendente genitore di figlio convivente minore di anni quattordici, alternativamente all'altro genitore, può astenersi dal lavoro, . sempre per un periodo corrispondente in tutto o in parte alla durata della sospensione dell'attività didattica o educativa in presenza del figlio, alla durata dell'infezione da SARS-CoV-2 del figlio, nonché alla durata della quarantena del figlio. Il beneficio è riconosciuto ai genitori di figli con disabilità in situazione di gravità accertata ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, a prescindere dall'età del figlio, per la durata dell'infezione da SARS-CoV-2 del figlio, nonché per la durata della quarantena del figlio ovvero nel caso in cui sia stata disposta la sospensione dell'attività didattica o educativa in presenza o il figlio frequenti centri diurni a carattere assistenziale dei quali sia stata disposta la chiusura. Il congedo di cui al presente comma può essere fruito in forma giornaliera od oraria. Anche in questo caso, come già previsto dai precedenti interventi legislativi, per i periodi di astensione fruiti ai sensi del citato comma 2, è riconosciuta in luogo della retribuzione, un'indennità pari al 50 per cento della retribuzione stessa; l'indennità è calcolata secondo quanto previsto dall'art. 23 del Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità' e della paternità, ad eccezione del comma 2 del medesimo articolo 23. I suddetti periodi sono coperti da contribuzione figurativa (art. 2, comma 3, d.l. 30/2021). Gli eventuali periodi di congedo parentale di cui agli artt. 32 e 33 del testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, fruiti dai genitori a decorrere dal 1° gennaio 2021 e fino al 13 marzo 2021 (data di entrata in vigore del d.l. n. 30/2021), durante i periodi di sospensione dell'attività didattica o educativa in presenza del figlio, di durata dell'infezione da SARS-CoV-2 del figlio, di durata della quarantena del figlio, possono essere convertiti a domanda nel congedo di cui al comma 2 con diritto all'indennità di cui al comma 3 e non sono computati né indennizzati a titolo di congedo parentale (art. 2, comma 4, d.l. 30/2021). In caso di figli di età compresa fra 14 e 16 anni, uno dei genitori, alternativamente all'altro, ha diritto, al ricorrere delle condizioni di cui al comma 2, primo periodo, di astenersi dal lavoro senza corresponsione di retribuzione o indennità né riconoscimento di contribuzione figurativa, con divieto di licenziamento e diritto alla conservazione del posto di lavoro (art. 2, comma 5, d.l. n. 30/2021). Il decreto n. 30/2021, all'art. 2, comma 6, ha altresì previsto, per le categorie di lavoratori indicate e per i figli conviventi minori di anni 14, la possibilità di scegliere la corresponsione di uno o più bonus per l'acquisto di servizi di baby-sitting nel limite massimo complessivo di 100 euro settimanali, da utilizzare per prestazioni effettuate per i casi di cui al comma 1. Per i giorni in cui un genitore svolge la prestazione di lavoro in modalità agile o fruisce del congedo di cui ai commi 2 e 5 oppure non svolge alcuna attività lavorativa o è sospeso dal lavoro, l'altro genitore non può fruire dell'astensione di cui ai commi 2 e 5, o del bonus di cui al comma 6, salvo che sia genitore anche di altri figli minori di anni quattordici avuti da altri soggetti che non stiano fruendo di alcuna delle misure di cui ai commi da 1 a 6 (art. 2, comma 7, d.l. n. 30/2021). Le misure di cui ai commi 1, 2, 3, 5, 6 e 7 si applicano fino al 30 giugno 2021 (art. 2, comma 10, d.l. n. 30/2021). L'astensione dal lavoro per un periodo corrispondente in tutto o in parte alla durata della sospensione dell'attività didattica o educativa in presenza del figlio, alla durata dell'infezione da SARS-CoV-2 del figlio, nonché alla durata della quarantena del figlio disposta dal Dipartimento di prevenzione della azienda sanitaria locale (ASL) territorialmente competente è stata estesa sino al 31 dicembre 2021 dall'art. 9 del d.l. 21 ottobre 2021, n. 146. |