Comunicazione di voler beneficiare del congedo parentale su base oraria (art. 32 d.lgs. n. 151/2001)InquadramentoEntrambi i genitori possono esercitare il diritto di astenersi dal lavoro - anche frazionatamente e/o su base oraria - per congedo parentale per ciascun figlio beneficiando altresì, a talune condizioni, anche di una tutela di carattere economico. FormulaCon la presente il/la sottoscritto/a .... impiegato/a in qualità di lavoratore/lavoratrice subordinato/a presso la Vostra azienda con mansioni ...., comunica, ai sensi di quanto previsto dall'art. 32, d.lgs. n. 151/2001, di volere usufruire del congedo parentale in base alla seguente articolazione oraria per il figlio nato il .... .Data e luogo .... Il lavoratore .... CommentoL'art. 32 del d.lgs n. 151 del 2001 prevede a favore di entrambi i genitori lavoratori la possibilità di astensione – anche frazionata e/o su base oraria – dal lavoro per congedo parentale (ex maternità facoltativa) sia per figli biologici che adottati /in affidamento: • nei primi 12 anni di vita del bambino per periodi che non possono complessivamente eccedere il limite di 10 mesi, salvo il disposto del comma 2 dello stesso art. 32, il quale prevede che qualora il padre lavoratore eserciti il diritto di astenersi dal lavoro per un periodo continuativo o frazionato non inferiore a tre mesi, il limite complessivo dei congedi parentali dei genitori è elevato a undici mesi . Nell'ambito del predetto limite, il diritto di astenersi dal lavoro compete: a) alla madre lavoratrice, trascorso il periodo di congedo di maternità obbligatorio, per un periodo continuativo o frazionato non superiore a sei mesi (art. 32, comma 1, lett. a) d.lgs. 26 marzo 2001, n. 151); b) al padre lavoratore, dalla nascita del figlio, per un periodo continuativo o frazionato non superiore a sei mesi, elevabile a sette nel caso di cui al comma 2 dell'art. 32 (art. 32, comma 1, lett. b) d.lgs. 26 marzo 2001, n. 151); c) ai sensi della lettera c) dell'art. 32, comma 1, d.lgs. 26 marzo 2001, n. 151, come modificato dall'art. 2, comma 2, d.lgs. 30 giugno 2022, n. 105, per un periodo continuativo o frazionato non superiore a undici mesi, qualora vi sia un solo genitore ovvero un genitore nei confronti del quale sia stato disposto, ai sensi dell'articolo 337-quater del Codice civile, l'affidamento esclusivo del figlio. In quest'ultimo caso, l'altro genitore perde il diritto al congedo non ancora utilizzato. A tal fine copia del provvedimento di affidamento è trasmessa, a cura del pubblico ministero, all'INPS Salvo casi di oggettiva impossibilità, la legge (art. 32, comma 3, d.lgs. n. 151/2001) richiede al genitore di preavvisare il datore di lavoro secondo le modalità e i criteri definiti dai contratti collettivi e, comunque, con un termine di preavviso non inferiore a cinque giorni indicando l'inizio e la fine del periodo di congedo; così come deve essere inoltrata anche all'Inps per via telematica la richiesta di congedo prima dell'inizio dell'astensione, con allegata documentazione, ove richiesta dall'Istituto (fatti salvi i casi in cui l'Inps provvede direttamente al pagamento dell'indennità: operai agricoli a tempo determinato, lavoratori stagionali a termine, lavoratori dello spettacolo); diversamente, i giorni di congedo eventualmente fruiti non saranno indennizzati. Il congedo si intende “frazionato” quando tra un periodo e l'altro di assenza – anche di un solo giorno – viene effettuata una ripresa effettiva del lavoro. In tali casi all'inizio di ogni nuovo periodo di congedo deve essere avanzata una nuova domanda (anche) all'Inps (sulla frazionabilità del congedo v. Cass. n. 6856/2012). Non solo: la legge prevede altresì la possibilità che il congedo sia goduto su base oraria. Infatti, si prevede che la contrattazione collettiva di settore possa stabilire le modalità di fruizione del congedo su base oraria, nonché i criteri di calcolo della base oraria e l'equiparazione di un determinato monte ore alla singola giornata lavorativa (art. 32, comma 1-bis, d.lgs. n. 151/2001). In caso di mancata regolamentazione, da parte della contrattazione collettiva, anche di livello aziendale, delle modalità di fruizione del congedo parentale su base oraria, ciascun genitore può scegliere tra la fruizione giornaliera e quella oraria. La fruizione su base oraria è consentita in misura pari alla metà dell'orario medio giornaliero del periodo di paga quadrisettimanale o mensile immediatamente precedente a quello nel corso del quale ha inizio il congedo parentale (art. 32, comma 1-ter, d.lgs. n. 151/2001). Il lavoratore che intenda utilizzare i permessi su base oraria deve osservare un preavviso nei confronti del datore di lavoro di due giorni (art. 32, comma 3, d.lgs. n. 151/2001). Il congedo parentale, laddove ricorrono le condizioni stabilite dalla art. 33 legge n. 104 del 1992, può essere temporalmente esteso se il figlio è portatore di handicap. Ai sensi dell'art. 34 del d.lgs. n. 151/2001, come modificato dall'art. 2, comma 2, d.lgs. n. 105/2022, per i periodi di congedo parentale spetta, fino al dodicesimo anno di vita del figlio, a ciascun genitore lavoratore per tre mesi, non trasferibili, un'indennità pari al 30% della retribuzione. I genitori hanno altresì diritto, in alternativa tra loro, ad un ulteriore periodo di congedo della durata complessiva di tre mesi, per i quali spetta un'indennità pari al 30% della retribuzione. Nel caso vi sia un solo genitore, allo stesso spetta un'indennità pari al 30% della retribuzione per un periodo massimo di nove mesi. Qualora sia stato disposto, ai sensi dell'articolo 337-quater del Codice civile, l'affidamento esclusivo del figlio ad un solo genitore, a quest'ultimo spetta in via esclusiva anche la fruizione del congedo indennizzato riconosciuto complessivamente alla coppia genitoriale. L'indennità è calcolata secondo quanto previsto all'articolo 23 del d.lgs. n. 151/2001. Per tutto il periodo di prolungamento del congedo di cui all'art. 33 è dovuta alle lavoratrici e ai lavoratori un'indennità pari al 30% della retribuzione. Per i periodi di congedo parentale di cui all'art. 32 ulteriori rispetto a quanto previsto ai commi 1 e 2 è dovuta, fino al dodicesimo anno di vita del bambino, un'indennità pari al 30% della retribuzione, a condizione che il reddito individuale dell'interessato sia inferiore a 2,5 volte l'importo del trattamento minimo di pensione a carico dell'assicurazione generale obbligatoria. Il reddito è determinato secondo i criteri previsti in materia di limiti reddituali per l'integrazione al minimo. I periodi di congedo parentale sono computati nell'anzianità di servizio e non comportano riduzione di ferie, riposi, tredicesima mensilità o gratifica natalizia, ad eccezione degli emolumenti accessori connessi all'effettiva presenza in servizio, salvo quanto diversamente previsto dalla contrattazione collettiva. Ai sensi dell'art. 34 del d.lgs. n. 151/2001, come modificato dall'art. 2, comma 2, d.lgs. n. 105/2022, per i periodi di congedo parentale spetta, fino al dodicesimo anno di vita del figlio, a ciascun genitore lavoratore per tre mesi, non trasferibili, un'indennità pari al 30% della retribuzione. I genitori hanno altresì diritto, in alternativa tra loro, ad un ulteriore periodo di congedo della durata complessiva di tre mesi, per i quali spetta un'indennità pari al 30% della retribuzione. Nel caso vi sia un solo genitore, allo stesso spetta un'indennità pari al 30% della retribuzione per un periodo massimo di nove mesi. Qualora sia stato disposto, ai sensi dell'articolo 337-quater del Codice civile, l'affidamento esclusivo del figlio ad un solo genitore, a quest'ultimo spetta in via esclusiva anche la fruizione del congedo indennizzato riconosciuto complessivamente alla coppia genitoriale. L'indennità è calcolata secondo quanto previsto all'articolo 23 del d.lgs. n. 151/2001. Per tutto il periodo di prolungamento del congedo di cui all'art. 33 è dovuta alle lavoratrici e ai lavoratori un'indennità pari al 30% della retribuzione. Per i periodi di congedo parentale di cui all'art. 32 ulteriori rispetto a quanto previsto ai commi 1 e 2 è dovuta, fino al dodicesimo anno di vita del bambino, un'indennità pari al 30% della retribuzione, a condizione che il reddito individuale dell'interessato sia inferiore a 2,5 volte l'importo del trattamento minimo di pensione a carico dell'assicurazione generale obbligatoria. Il reddito è determinato secondo i criteri previsti in materia di limiti reddituali per l'integrazione al minimo. I periodi di congedo parentale sono computati nell'anzianità di servizio e non comportano riduzione di ferie, riposi, tredicesima mensilità o gratifica natalizia, ad eccezione degli emolumenti accessori connessi all'effettiva presenza in servizio, salvo quanto diversamente previsto dalla contrattazione collettiva. Durante il periodo di congedo, il lavoratore e il datore di lavoro concordano, ove necessario, adeguate misure di ripresa dell'attività lavorativa, tenendo conto di quanto eventualmente previsto dalla contrattazione collettiva. ll d.lgs n. 105/2022 ha ampliato l'arco temporale di fruizione del congedo parentale da 3 fino ai 12 anni di vita o dall'ingresso in famiglia del minore in caso di adozione/affidamento preadottivo. Inoltre, ha riconosciuto a ciascun genitore il diritto a 3 mesi di congedo parentale indennizzato, non trasferibili all'altro genitore, e a entrambi i genitori il diritto a ulteriori 3 mesi indennizzati, in alternativa tra loro, per un periodo complessivo di coppia di massimo 9 mesi. Lo stesso decreto ha altresì modificato l'art. 68 del d.lgs. n. 151/2001 riconoscendo per la prima volta anche ai padri lavoratori autonomi il diritto al congedo parentale. Si vedano la Circolare INPS n. 122 del 27 ottobre 2022 e il messaggio INPS n. n° 4265 del 25 novembre 2022. |