Congedo obbligatorio sperimentale del padre lavoratore (legge 28 giugno 2012, n. 92; d.m. 22 dicembre 2012; legge 28 dicembre 2015, n. 208)

Paola Salazar
Aggiornato da Alessandra Croce

Inquadramento

A titolo sperimentale il padre ha il diritto di godere di un periodo di congedo obbligatorio per la nascita del figlio.

Formula

Con la presente il sottoscritto ………………………. comunica, ai sensi di quanto previsto dal d.m. 22 dicembre 2012, di volere usufruire del congedo obbligatorio, nei termini ivi previsti, a decorrere dal ( … ).

Si allega la documentazione che attesta la sussistenza delle condizioni previste dalla legge.

Luogo e data……

Il lavoratore…….

Commento

Secondo quanto previsto dalla legge (si tratta di norme aventi carattere sperimentale dal 2013 al 2018 in ragione di quanto disposto dall'articolo 4, comma 24, lettera a), della legge 28 giugno 2012, n. 92, nonché, per l'anno 2016, dall'articolo 1, comma 205, della

legge 28 dicembre 2015, n. 208 per l'ulteriore periodo), il lavoratore dipendente, in occasione della nascita di un figlio (o nel caso di adozione o affidamento), puo' godere di un periodo di congedo obbligatorio, coperto da tutela economica (indennità giornaliera a carico dell'INPS, pari al 100% della retribuzione, anticipata dal datore di lavoro per conto del'Inps), da fruire entro i cinque mesi dalla nascita del figlio.

La durata del congedo obbligatorio per il padre lavoratore dipendente è stata aumentata a due giorni per l'anno 2017, a quattro giorni per l'anno 2018 e a cinque giorni per l’anno 2019, che possono essere goduti anche in via non continuativa; al medesimo congedo si applica la disciplina di cui al decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali 22 dicembre 2012 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 37 del 13 febbraio 2013). Si veda anche Inps, Messaggio, 13 febbraio 2019, n. 591.

Il padre lavoratore dipendente può astenersi per un periodo ulteriore di un giorno previo accordo con la madre e in sua sostituzione in relazione al periodo di astensione obbligatoria spettante a quest'ultima. Il lavoratore, che intende godere del periodo di astensione, lo comunica al proprio datore di lavoro allegando la documentazione che attesta la titolarità del suo diritto.

Operativamente, infatti, la legge richiede al padre di comunicare in forma scritta al datore di lavoro i giorni in cui intende fruire del congedo, con un anticipo non minore di quindici giorni, ove possibile in relazione all'evento nascita, sulla base della data presunta del parto. La forma scritta della comunicazione può essere sostituita dall'utilizzo, ove presente, del sistema informativo aziendale per la richiesta e la gestione delle assenze.

Il datore di lavoro comunica all'INPS le giornate di congedo fruite, attraverso i canali telematici messi a disposizione dall'Istituto medesimo. 

Il lavoratore può usufruire del congedo

- anche durante il congedo di maternità fruito dalla madre lavoratrice, in aggiunta ad esso

- anche qualora egli goda del congedo di paternità di cui all'art. 28, d.lgs. n. 151/2001.

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