Comunicazione del lavoratore (dirigente sindacale nazionale / provinciale) al datore di lavoro di fruizione aspettativa sindacale (art. 31 l. n. 300/1970)InquadramentoLo Statuto dei Lavoratori riconosce il diritto (potestativo) a godere di un periodo di aspettativa non retribuita a favore dei lavoratori chiamati a ricoprire cariche sindacali provinciali e nazionali per tutta la durata del mandato. Il datore di lavoro si viene così a trovare in una situazione di immediata ed incondizionata soggezione. FormulaCon la presente si comunica, in qualità di componente dell'associazione sindacale ...., l'intenzione di godere del periodo di aspettativa non retribuita per l'esercizio del mandato. A tale fine si allega la documentazione rilasciata dalla associazione sindacale comprovante la designazione della carica e dalla quale risulta altresì la durata del mandato. Luogo e data .... Il lavoratore .... CommentoLo Statuto dei lavoratori (l. 20 maggio 1970, n. 300) disciplina all'art. 31 il periodo di aspettativa non retribuita a favore dei lavoratori chiamati a ricoprire cariche sindacali provinciali e nazionali i quali vi accedono a seguito di richiesta formulata dal lavoratore. La durata dell'aspettativa coincide con la durata del mandato. La Corte di Cassazione, come già sostenuto in precedenti arresti giurisprudenziali (Cass. n. 21396/2006; Cass. n. 23013/2014), ha evidenziato che la norma conferisce al lavoratore dipendente che sia stato eletto ad una carica elettiva, un diritto ad ottenere un'aspettativa non retribuita, alla sola condizione che ne faccia domanda. La ratio della norma in esame è volta a rendere compatibile, per i lavoratori chiamati a funzioni pubbliche elettive, l'espletamento di tali funzioni con la condizione di prestatore di lavoro subordinato. Essa costituisce una coerente applicazione del principio di cui all'art. 51 Cost., comma 3, secondo cui chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha il diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro. La norma pone un vero e proprio diritto potestativo all'aspettativa con la conseguenza che il datore di lavoro viene a trovarsi, nei confronti dell'esercizio di tale diritto, in una situazione di immediata ed incondizionata soggezione (vedi anche Cass. n. 953/1985). Da ciò consegue altresì che deve escludersi che rientri nel potere discrezionale del datore di lavoro lo stabilire se il dipendente che richiede l'aspettativa possa o meno continuare a rendere la prestazione lavorativa durante l'adempimento dell'incarico elettivo (Cass. n. 1454/1984). Il datore di lavoro, privo dunque di potere discrezionale in merito al riconoscimento del periodo di aspettativa, può al più verificare la natura – provinciale o nazionale – dell'incarico conferito al lavoratore. |