Comunicazione del differimento del periodo di un congedo per la formazione (art. 5 l. n. 53/2000)InquadramentoÈ data facoltà al lavoratore di avvalersi di un congedo per la formazione, durante il quale non decorrerà la retribuzione ma sarà mantenuto il posto di lavoro. Il periodo di fruizione del congedo può essere differito nel tempo, da parte del datore di lavoro, in caso di comprovate esigenze organizzative. FormulaIn riferimento alla richiesta del .... di poter godere di un congedo per la formazione nel periodo dal .... al ...., giusto quanto previsto dall'art. 5 della legge n. 53/2000, Le comunichiamo che la stessa può essere accolta ma - per motivi di tipo organizzativo - con differimento al seguente periodo .... .Luogo e data .... Il lavoratore .... CommentoLa l. n. 53 del 2000, art 5, ferme restando le disposizioni contenute nello Statuto dei Lavoratori (art. 10) prevede a favore dei lavoratori dipendenti di usufruire di congedi per la formazione, finalizzati al completamento della scuola dell'obbligo, al conseguimento del titolo di studio di secondo grado, del diploma universitario o di laurea, alla partecipazione ad attività formativa diverse da quelle svolte o finanziate dal datore di lavoro. Per accedere al congedo, durante il quale egli non percepirà la retribuzione ma conserverà il posto di lavoro, il lavoratore deve essere in possesso di almeno 5 anni di anzianità di servizio presso la stessa azienda; la durata del congedo non può essere superiore a 11 mesi, continuativo o frazionato, nell'arco dell'intera vita lavorativa. Detto periodo non è computabile nell'anzianità di servizio, non è cumulabile con le ferie, con la malattia e con altri congedi; è fatta salva l'interruzione del periodo di congedo, a seguito di richiesta scritta presentata al datore di lavoro, nel caso di grave e documentata infermità. Da annotare che (i) la legge prevede a favore del richiedente il congedo la possibilità di richiedere un anticipo sul trattamento di fine rapporto o di eventuali indennità equipollenti, comunque denominate al fine di coprire le spese da sostenere durante i periodi di assenza dal lavoro; fatta salva la presenza di clausole più favorevoli, individuali o collettive, le regole per l'anticipazione sono quelle ordinarie fissate dal codice civile (art. 2120 c.c.); (ii) gli statuti dei Fondi di previdenza complementare possono regolamentare l'anticipazione per le spese da sostenere durante i periodi di fruizione dei congedi (art. 7, l. n. 53/2000). Nel caso in cui ricorrano tutte le condizioni di legge, il datore di lavoro, a fronte di specifica richiesta avanzata preferibilmente per iscritto dal lavoratore (opportuna ai fini probatori), potrebbe accoglierla tout court oppure accoglierla ma differendola ad altro periodo nel caso di comprovate esigenze organizzative. In tal caso è opportuno, in ossequio ai principi di buona fede, che il differimento venga tempestivamente comunicato per iscritto, ai fini probatori, al lavoratore. In modo analogo si consiglia di procedere qualora il datore di lavoro intenda opporre un diniego. Per quanto concerne la definizione delle modalità di fruizione del congedo, delle percentuali massime dei lavoratori che possono avvalersene, delle ipotesi di differimento o di diniego all'esercizio della predetta facoltà, dei termini del preavviso (che comunque non può essere inferiore a 30 giorni), vi provvede la contrattazione collettiva. Il licenziamento del lavoratore causato dalla domanda di fruizione del congedo è affetto da nullità, giusto quanto previsto dalla legge. Infine, i soggetti che usufruiscono dei congedi in esame, possono, a richiesta, prolungare il rapporto di lavoro di un periodo corrispondente, anche in deroga alle disposizioni concernenti l'età di pensionamento obbligatoria. La richiesta deve essere comunicata al datore di lavoro con un preavviso non inferiore a sei mesi rispetto alla data prevista per il pensionamento. |