Domanda di congedo straordinario per assistere il fratello o la sorella disabile in situazione di gravità (Hand 5)

Paola Salazar

Inquadramento

Il lavoratore ha, ove in possesso di specifiche condizioni di legge, il diritto di fruire di un periodo di congedo straordinario indennizzato a carico dell'Inps della durata massima di due anni nell'arco della vita lavorativa e finalizzato a prestare assistenza a soggetti portatori di handicap in situazione di gravità.

Formula

(modello Inps Hand 5)

Commento

Ai sensi dell'art. 42, comma 5 e ss. d.lgs. 26 marzo 2001, n. 151, prevede che il coniuge convivente o la parte dell'unione civile convivente di soggetto con handicap in situazione di gravità accertata (ex legge n. 104/1992) ha diritto a fruire - entro sessanta giorni dalla richiesta - di un congedo straordinario regolato come indicato a seguire (n.b. la legge avverte che per quanto non espressamente previsto e indicato a seguire si applicano le disposizioni dell'articolo 4, comma 2, della l. 8 marzo 2000, n. 53).

In particolare, hanno titolo a fruire del congedo i lavoratori dipendenti secondo il seguente ordine di priorità, che degrada solo in caso di mancanza, decesso o in presenza di patologie invalidanti dei primi:

1. il “coniuge convivente” o la “parte dell'unione civile convivente” della persona disabile in situazione di gravità

2. il padre o la madre, anche adottivi o affidatari, della persona disabile in situazione di gravità, in caso di mancanza, decesso o in presenza di patologie invalidanti del “coniuge convivente” o della “parte dell'unione civile convivente”

3. uno dei “figli conviventi” della persona disabile in situazione di gravità, nel caso in cui il “coniuge convivente”, la “parte dell'unione civile convivente” ed “entrambi i genitori” del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti.

La possibilità di concedere il beneficio ai figli conviventi si verifica nel caso in cui tutti i soggetti menzionati (coniuge convivente, parte dell'unione civile convivente ed entrambi i genitori) si trovino in una delle descritte situazioni (mancanza, decesso, patologie invalidanti)

4. uno dei “fratelli o sorelle conviventi” della persona disabile in situazione di gravità, nel caso in cui il “coniuge convivente”, la “parte dell'unione civile convivente”, “entrambi i genitori” ed i “figli conviventi” del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti

5. un “parente/affine entro il terzo grado convivente” della persona disabile in situazione di gravità, nel caso in cui il “coniuge convivente”, la “parte dell'unione civile convivente”, “entrambi i genitori”, i “figli conviventi” e i “fratelli/sorelle conviventi” del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti (cfr. anche Circ. Inps 5 novembre 2013, n. 159 per l'ordine cronologico fra gli aventi diritto, a seguito di quanto ha stabilito la Corte Costituzionale con sentenza n. 203 del 2013).

Il congedo è accordato a condizione che la persona da assistere non sia ricoverata a tempo pieno, salvo che, in tal caso, sia richiesta dai sanitari la presenza del soggetto che presta assistenza. Inoltre, il congedo spetta anche qualora l'altro genitore non ne abbia diritto.

Inoltre, la legge fa riferimento altresì al caso del cd. Referente unico: il congedo non può essere riconosciuto a più di un lavoratore per l'assistenza alla stessa persona.

Importante e' sottolineare che la durata del congedo non può superare i due anni per ciascuna persona portatrice di handicap e nell'arco della vita lavorativa. Sulla durata del congedo si v. Cass. n. 11031/2017: contrariamente alla posizione espressa dall'Inps, la Corte ritiene che la legge non consente di affermare che il legislatore abbia voluto riferirsi alla durata complessiva dei congedi astrattamente ipotizzabili a favore di ciascun soggetto che ne abbia diritto, anche nell'ipotesi in cui le persone da assistere siano più di una. Pertanto, esaurito il periodo massimo di congedo per un figlio, l'avente diritto può accedere ad altro analogo periodo di congedo per l'assistenza di altro minore nelle stesse condizioni di handicap. In tal nessuno è lasciato privo della necessaria assistenza che la legge è diretta ad assicurare.

Si consideri che i soggetti che usufruiscono dei congedi per un periodo continuativo non superiore a sei mesi hanno diritto ad usufruire di permessi non retribuiti in misura pari al numero dei giorni di congedo ordinario che avrebbero maturato nello stesso arco di tempo lavorativo, senza riconoscimento del diritto a contribuzione figurativa.

Il periodo di assenza viene indennizzato a carico dell'Inps, anche se l'indennità è anticipata al richiedente a cura del datore di lavoro secondo le modalità previste per la corresponsione dei trattamenti economici di maternità (ad eccezione dei lavoratori agricoli per i quali l'Inps provvede al pagamento diretto): il richiedente ha infatti diritto a percepire un'indennità corrispondente all'ultima retribuzione, con riferimento alle voci fisse e continuative del trattamento, e il periodo medesimo è coperto da contribuzione figurativa; l'indennità e la contribuzione figurativa spettano fino a un importo complessivo massimo di euro 47.968,00 annui per il 2018 (n.b. importo annualmente rivalutato sulla base della variazione dell'indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati).

La domanda di congedo indennizzato viene indirizzata all'Inps a cura del richiedente, secondo quanto stabilito dall'Istituto stesso e corredata da tutta la documentazione richiesta. Una delle copie sarà restituita protocollata al lavoratore e dovrà essere consegnata al datore di lavoro, che ha la competenza della gestione concreta dei permessi. L'Inps invierà al lavoratore e al datore di lavoro il provvedimento di concessione o di diniego dei permessi.

Il periodo e' coperto da accredito figurativo riconosciuto d'ufficio.

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